http://zret.blogspot.com/2012/01/agenda.html
Agenda
Non
uso agende da anni. Quando le impiegavo, tendevo a dimenticarle in ogni
dove o a smarrirle: sintomo freudiano... “Agenda” vale letteralmente
“cose che devono essere fatte”: è un significato che implica una
coercizione insopportabile. Altri tenga con sé codesti taccuini cartacei
o elettronici per annotare impegni, appuntamenti, scadenze. Per quanto
mi riguarda, ritengo che la condizione di grave schiavitù che schiaccia
l’umanità odierna cominci dalle piccole costrizioni. Le catene ed i
ceppi, prima di diventare tali, erano lacci. Le incombenze sono già
insopportabili: non attribuiamo loro l’importanza che non meritano. I
conformisti sono tali, non in quanto si sono adeguati all’ideologia
imperante, ma giacché ne condividono i disvalori che hanno introiettato.
Non ci si può certo aspettare che l’uomo medio cominci a ragionare in modo autonomo e ad agire in maniera consapevole. Non basta! Oggigiorno sono rarissimi atti ed i discorsi che dipendono, non da coscienza, ma anche solo da una posa anticonformista. Chissà, potrebbe essere l’abbrivo per qualcosa di più sostanzioso.
Sono soprattutto le nuove generazioni ad essere irretite, ad essere vittime dell’omologazione: la mente di adolescenti e giovani è assemblata nelle fabbriche scolastiche. Gli “studenti” non hanno scampo: nella maggioranza dei casi sono plagiati da insegnanti a loro volta già condizionati. E’ un circolo vizioso. I pochi allievi che manifestano un barlume di personalità sono deviati verso lo scientismo, spacciato per strumento rivoluzionario, di critica dell’esistente. Negli istituti e negli atenei ormai imperversa la “scienza”, a danno delle discipline umanistiche. Reputate inutili, le humanae litterae sono state snaturate in decenni di didattica pseudo-strutturalista.
Si forgiano le leve destinate ad ingrossare le coorti degli apologeti del sistema: tanto ignoranti quanto tracotanti, essi subito indispongono a causa della loro morbosa passione per le formule, per l’ossessione per la retorica fine a sé stessa, per la mania della furbizia dialettica, soprattutto per l’abitudine ad evitare i problemi per concentrarsi sulle quisquilie. Non pensiamo, però, che costoro si distinguano dalla massa: non appena smettono i loro abiti “scientifici”, si confondono nel mucchio. Il conformismo e l’acquiescenza all’ideologia del potere sono la grigia sostanza di chi non ha materia grigia. La loro preparazione evapora, non appena il sito cui attingono a piene mani, per un motivo o per un altro, non è consultabile. All’apparenza liberi pensatori fno alla dissacrazione, sono, invece, integrati nella struttura dominante, più realisti del re.
Dove troveremo chi si ribelli? La ribellione è il rifiuto di accordare il proprio consenso al potere, anche quando si è costretti a subirne le angherie. Per ribellione non intendo una rivoluzione plateale, ma soprattutto l’ironia implacabile che denuncia e mette a nudo le ipocrisie degli apparati. L’ironia sia il pungiglione che resta conficcato nel corpo dell’aggressore, anche se l’imenottero cessa di vivere.
Non ci si può certo aspettare che l’uomo medio cominci a ragionare in modo autonomo e ad agire in maniera consapevole. Non basta! Oggigiorno sono rarissimi atti ed i discorsi che dipendono, non da coscienza, ma anche solo da una posa anticonformista. Chissà, potrebbe essere l’abbrivo per qualcosa di più sostanzioso.
Sono soprattutto le nuove generazioni ad essere irretite, ad essere vittime dell’omologazione: la mente di adolescenti e giovani è assemblata nelle fabbriche scolastiche. Gli “studenti” non hanno scampo: nella maggioranza dei casi sono plagiati da insegnanti a loro volta già condizionati. E’ un circolo vizioso. I pochi allievi che manifestano un barlume di personalità sono deviati verso lo scientismo, spacciato per strumento rivoluzionario, di critica dell’esistente. Negli istituti e negli atenei ormai imperversa la “scienza”, a danno delle discipline umanistiche. Reputate inutili, le humanae litterae sono state snaturate in decenni di didattica pseudo-strutturalista.
Si forgiano le leve destinate ad ingrossare le coorti degli apologeti del sistema: tanto ignoranti quanto tracotanti, essi subito indispongono a causa della loro morbosa passione per le formule, per l’ossessione per la retorica fine a sé stessa, per la mania della furbizia dialettica, soprattutto per l’abitudine ad evitare i problemi per concentrarsi sulle quisquilie. Non pensiamo, però, che costoro si distinguano dalla massa: non appena smettono i loro abiti “scientifici”, si confondono nel mucchio. Il conformismo e l’acquiescenza all’ideologia del potere sono la grigia sostanza di chi non ha materia grigia. La loro preparazione evapora, non appena il sito cui attingono a piene mani, per un motivo o per un altro, non è consultabile. All’apparenza liberi pensatori fno alla dissacrazione, sono, invece, integrati nella struttura dominante, più realisti del re.
Dove troveremo chi si ribelli? La ribellione è il rifiuto di accordare il proprio consenso al potere, anche quando si è costretti a subirne le angherie. Per ribellione non intendo una rivoluzione plateale, ma soprattutto l’ironia implacabile che denuncia e mette a nudo le ipocrisie degli apparati. L’ironia sia il pungiglione che resta conficcato nel corpo dell’aggressore, anche se l’imenottero cessa di vivere.
Negli istituti e negli atenei ormai imperversa la “scienza”, a danno delle discipline umanistiche. Reputate inutili, le humanae litterae sono state snaturate in decenni di didattica pseudo-strutturalista.
ReplyDeleteIDIOTA IGNORANTE, la "questione" NON E' tra discipline umanistiche e scientifiche, ma tra incultura (della quale sei un esponente emerito) e cultura (parola della quale non conosci né l'etimologia né il significato).
Il tuo "pensiero" fa SEMPLICEMENTE SCHIFO che persino i vermi son più puliti.
Iniziamo bene:
ReplyDeleteNon uso agende da anni.
Se è per questo nemmeno neuroni, e ce ne siamo accorti tutti da anni.
ps: captcha = CESSE
Ecco un liceale nichilista di cui Zret sarebbe fiero: doveva essere così anche lui, ai tempi delle superiori.
ReplyDeleteJc ha detto...
Complimenti per l' analisi.
Pungente e realistica, colpisce sopratutto per la chiarezza speculativa con cui metti in luce la triste situazione.
Sono ancora un liceale, ma non ho nulla da difendere. Siamo persi, mai nati.
Ma non perchè mi faccio trasportare dalla tua retorica, piuttosto perchè il tuo articolo, risuona dentro e restituisce in me, anche solo per un attimo, la veglia, quella vera.
Io non so perchè viviamo.
Ma questi momenti sono uno sguardo oltre la cortina di fumo. Questo per me è vivere.
Comunque, da figlia di insegnante in pensione, non ho mai visto professori che non usassero mai un'agenda... si vede che tiene tutto a mente?
ReplyDeleteDella serie: "parole sante"
ReplyDeletei disinformatori sono dei ciarlatani ignoranti e grulli
ilpeyote l'hai detto tu
Della serie: "mai dedica fu più azzeccata"
ReplyDeletePER VOI, curnùti.
Vi siete svegliati come tutti i pomeriggi, tranquilli?
Altro che 'cchiù pilu ppì ttùtti, ERA IL MIO MOTORINO!!!
http://tinyurl.com/2w85ph2
Marcianò, vi ha accompagnato il vuvueffe?
...queste son situazioni di contrabbando... :)))))
ReplyDeletehttp://tinyurl.com/mnbywj
(Ok, ok, è roba vecchissima. Ma mi pare giusto riproporla).
ilpeyote giuliano palma
quando uno si auto dichiara fancazzista perditempo ... ROTFL
ReplyDeleteTutto il testo urla: "voja de far niente!"
ReplyDeleteIndica che è stufo di andare a far finta di insegnare mentre il fratello si smanetta (la rappresentazione dell'omino con mano in bella mostra è palese).
Sono senza pudore: il disastro della "Concordia" dell'altra sera è stato un autoattentato, secondo questi straccioni...
ReplyDeletehttp://tinyurl.com/73rqv8u
Gli “studenti” non hanno scampo: nella maggioranza dei casi sono plagiati da insegnanti a loro volta già condizionati.
ReplyDeleteOh, ma qui l'acconguaglione Antonio sta paralando di se quando dice insegnanti.
Chi l'ha condizionato e' evidentemente il fratello fannullone e nullafacente, oltre che bugiardo,falsario e rosicone.
Eh, il subconscio di o'professore, fa uscire nei suoi deliri una perfetta descrizione dello stesso zret ...