Scopo del Blog
Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.
Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.
Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.
Ciao e grazie della visita.
Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:
http://indipezzenti.blogspot.ch/
https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/
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Sunday, April 10, 2016
Saturday, November 30, 2013
La Bibbia non è un libro sacro
http://zret.blogspot.it/2013/11/la-bibbia-non-e-un-libro-sacro.html
La Bibbia non è un libro sacro
“La
Bibbia non è un libro sacro” è l’ultima fatica del Professor Mauro
Biglino. Il titolo e la tesi sono perentori: se la Bibbia non è un testo
di fede, che cos’è? E’ in buona misura un’opera storiografica o,
meglio, l’epopea, dalle forti coloriture ideologiche, di un antico ed
oscuro popolo medio-orientale. Il Genesi poi è un manuale di biologia
molecolare ante-litteram.

Il saggio di Biglino porta la tradizione biblica dal Cielo alla Terra, dimostrando attraverso esplorazioni filologiche ed archeologiche che millenni di costruzioni religiose e spirituali sono un inganno, un grande inganno. L’autore non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo a compiere questo lavoro di critica biblica. Tuttavia egli si segnala per la chiarezza nell’esposizione, lontana dai bizantinismi di certi filologi. D’altronde una lettura oggettiva di molti capitoli contenuti nel Pentateuco permette a chiunque sia dotato di normale intelligenza di accorgersi che di sublime la Torah ha poco o nulla. Ciò, nonostante le traduzioni edulcorate che sono ammannite dai catechisti e dal clero.
E’ proprio la traduzione il campo in cui il Nostro si impegna con maggiore tenacia: conscio che l’ultima roccaforte da espugnare è quella dei sedicenti esperti che si ostinano a tradurre Elohim con il singolare, Biglino allestisce un’artiglieria formidabile con cui smura la rocca e la conquista. Nel momento in cui si dimostra, oltre ogni ragionevole dubbio, che Elohim è un plurale, si sovvertono inveterati pregiudizi, radicate ricostruzioni. Gli Ebrei (Shasu), una delle tante etnie che pullulavano in Palestina dove si contendevano pascoli e sorgenti, sono ricollocati nel loro preciso contesto storico; YHWH è ridimensionato ad uno dei tanti “dei” che, tra II e I millennio a.C., si affannò per ritagliarsi la sua sfera d’influenza; il “peccato originale” è negato ipso facto…
E’ evidente che le conseguenze delle indagini condotte da Biglino e da altri specialisti sono colossali, perché il Vecchio Testamento crolla sull’edificio già pericolante del Nuovo. Non è solo la religione ebraica a sgretolarsi, ma pure il Cristianesimo, insieme con la sua estrema, strana metamorfosi, l’Islam.
Sia chiaro: altri, prima del Professor Biglino, avevano inferto colpi micidiali alle tre fedi monoteiste, ma qui l’analisi è condotta oltre i confini della critica biblica e della storia antica per tratteggiare il quadro di una dominazione plurimillenaria. Auspichiamo che l’autore proceda lungo questa direzione per denunciare il legame tra poteri forti e mistificazioni ideologiche: non è un caso se gli specialisti del forum “Consulenza ebraica” sono dei negazionisti…
Ci si chiederà: “Se la Bibbia non è un libro sacro, che cosa resta?” Rassegniamoci: se cerchiamo dei valori mistici ed esoterici, dobbiamo rivolgerci altrove. Leggiamo o rileggiamo dei classici, in primis la Commedia e il nostro appetito sarà soddisfatto. E’ vero: la Bibbia contiene qualche bella pagina, spesso creata da abili arrangiatori del testo “originale”, ma nel complesso, è cosa noiosa e pragmatica, un po’ come i Commentarii di Cesare dove la pazienza del lettore è messa a dura prova da una ridda di scaramucce, battaglie, spedizioni, assedi… Se intendiamo trovare risposte al mistero dell’essere e del male, dovremo compulsare altri volumi ed interrogare la nostra reticente coscienza.
Che cosa resta dunque? Si ha l’impressione che rimanga una distesa incenerita da un incendio, ma è una terra su cui un po’ alla volta spuntano germogli verdissimi destinati a crescere in vigorosi arbusti ed imponenti alberi.
Lo sappiamo: molti reputeranno questo libro un'opera iconoclasta, anzi blasfema, ma riflettiamo... anche un bambino che frequenta, suo malgrado, i corsi di catechismo, si accorge che qualcosa nella Bibbia non quadra. Se approfondirà, se imparerà a porsi domande, con il tempo comprenderà che, mentre una strada è sbarrata, se ne aprono molte altre. Inoltre anche le indagini dell’ottimo Garbini, per citare solo uno dei tanti biblisti, approdano a conclusioni simili a quelle di Biglino. Se egli è “sacrilego”, è in buona compagnia.
Come sempre, invitiamo i lettori ad accostarsi al saggio in oggetto con spirito critico e serenità: la fede in Dio non è neppure scalfita dalla ricerca, una ricerca che è ancora in fieri a tal punto che non sappiamo di preciso dove potrà portarci. L’erta è stata indicata: avremo la lena per percorrerla sino a toccare la vetta?

Il saggio di Biglino porta la tradizione biblica dal Cielo alla Terra, dimostrando attraverso esplorazioni filologiche ed archeologiche che millenni di costruzioni religiose e spirituali sono un inganno, un grande inganno. L’autore non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo a compiere questo lavoro di critica biblica. Tuttavia egli si segnala per la chiarezza nell’esposizione, lontana dai bizantinismi di certi filologi. D’altronde una lettura oggettiva di molti capitoli contenuti nel Pentateuco permette a chiunque sia dotato di normale intelligenza di accorgersi che di sublime la Torah ha poco o nulla. Ciò, nonostante le traduzioni edulcorate che sono ammannite dai catechisti e dal clero.
E’ proprio la traduzione il campo in cui il Nostro si impegna con maggiore tenacia: conscio che l’ultima roccaforte da espugnare è quella dei sedicenti esperti che si ostinano a tradurre Elohim con il singolare, Biglino allestisce un’artiglieria formidabile con cui smura la rocca e la conquista. Nel momento in cui si dimostra, oltre ogni ragionevole dubbio, che Elohim è un plurale, si sovvertono inveterati pregiudizi, radicate ricostruzioni. Gli Ebrei (Shasu), una delle tante etnie che pullulavano in Palestina dove si contendevano pascoli e sorgenti, sono ricollocati nel loro preciso contesto storico; YHWH è ridimensionato ad uno dei tanti “dei” che, tra II e I millennio a.C., si affannò per ritagliarsi la sua sfera d’influenza; il “peccato originale” è negato ipso facto…
E’ evidente che le conseguenze delle indagini condotte da Biglino e da altri specialisti sono colossali, perché il Vecchio Testamento crolla sull’edificio già pericolante del Nuovo. Non è solo la religione ebraica a sgretolarsi, ma pure il Cristianesimo, insieme con la sua estrema, strana metamorfosi, l’Islam.
Sia chiaro: altri, prima del Professor Biglino, avevano inferto colpi micidiali alle tre fedi monoteiste, ma qui l’analisi è condotta oltre i confini della critica biblica e della storia antica per tratteggiare il quadro di una dominazione plurimillenaria. Auspichiamo che l’autore proceda lungo questa direzione per denunciare il legame tra poteri forti e mistificazioni ideologiche: non è un caso se gli specialisti del forum “Consulenza ebraica” sono dei negazionisti…
Ci si chiederà: “Se la Bibbia non è un libro sacro, che cosa resta?” Rassegniamoci: se cerchiamo dei valori mistici ed esoterici, dobbiamo rivolgerci altrove. Leggiamo o rileggiamo dei classici, in primis la Commedia e il nostro appetito sarà soddisfatto. E’ vero: la Bibbia contiene qualche bella pagina, spesso creata da abili arrangiatori del testo “originale”, ma nel complesso, è cosa noiosa e pragmatica, un po’ come i Commentarii di Cesare dove la pazienza del lettore è messa a dura prova da una ridda di scaramucce, battaglie, spedizioni, assedi… Se intendiamo trovare risposte al mistero dell’essere e del male, dovremo compulsare altri volumi ed interrogare la nostra reticente coscienza.
Che cosa resta dunque? Si ha l’impressione che rimanga una distesa incenerita da un incendio, ma è una terra su cui un po’ alla volta spuntano germogli verdissimi destinati a crescere in vigorosi arbusti ed imponenti alberi.
Lo sappiamo: molti reputeranno questo libro un'opera iconoclasta, anzi blasfema, ma riflettiamo... anche un bambino che frequenta, suo malgrado, i corsi di catechismo, si accorge che qualcosa nella Bibbia non quadra. Se approfondirà, se imparerà a porsi domande, con il tempo comprenderà che, mentre una strada è sbarrata, se ne aprono molte altre. Inoltre anche le indagini dell’ottimo Garbini, per citare solo uno dei tanti biblisti, approdano a conclusioni simili a quelle di Biglino. Se egli è “sacrilego”, è in buona compagnia.
Come sempre, invitiamo i lettori ad accostarsi al saggio in oggetto con spirito critico e serenità: la fede in Dio non è neppure scalfita dalla ricerca, una ricerca che è ancora in fieri a tal punto che non sappiamo di preciso dove potrà portarci. L’erta è stata indicata: avremo la lena per percorrerla sino a toccare la vetta?
Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati
Pubblicato da
Zret
Saturday, September 7, 2013
Le religioni ed il Nuovo ordine mondiale
http://zret.blogspot.it/2013/09/le-religioni-ed-il-nuovo-ordine-mondiale.html
Le religioni ed il Nuovo ordine mondiale
Che io debba essere governato: ecco da dove inizia lo scandalo della politica. (M. Sgalambro)
Qualche
giorno addietro ho ascoltato un intervento di un ricercatore a
proposito di alcune contraddizioni che possono incrinare la credibilità
degli attivisti. Tralasciando molte questioni toccate nel contributo, mi
soffermerei su due aspetti: il pericolo che, nel contrastare
l’edificazione di una compagine planetaria, si promuova il nazionalismo;
il rischio che, combattendo la nefanda religione legata al Nuovo ordine
mondiale, si perpetui l’influsso delle religioni e delle chiese
tradizionali.
Per quanto attiene al primo tema, bisogna riconoscere che è errato difendere gli stati nazionali. Essi sono un male, anche se minore rispetto ad un brutale apparato ecumenico. Lo Stato è sempre e comunque una costruzione aberrante ed ha ragione il filosofo tedesco Max Horkheimer quando auspica (utopia?) che le strutture di potere si diluiscano, nell’interesse dei cittadini, il più possibile in un’amministrazione leggera, quasi impercettibile. Lo sciovinismo va combattuto a favore del patriottismo, inteso come valorizzazione di un patrimonio culturale che spazia dalla lingua agli usi, dall’arte alla gastronomia, dalla letteratura al territorio…
A proposito del problema inerente alla religione, è vero che, mentre si denuncia il credo empio dei mondialisti, alcuni stringono sempre più le catene delle fedi abramitiche. Circoscrivendo il discorso alle tre religioni monoteiste sbocciate in Medio Oriente, si constata che, se si esclude una sorgente esoterica e simbolica oggi quasi del tutto inaridita, Ebraismo, Cristianesimo ed Islam sono espressioni di decadenza. Con il passare del tempo, sono degenerate in culti carnivori, mentre sia i Messia sia il Profeta erano vegetariani.
I milioni di animali che sono sacrificati per celebrare ricorrenze nonché la compromissione con il potere politico dimostrano che, come nota Guido Gozzano, le religioni, se non sono vivificate da un afflato spirituale, presto scadono in idolatria ed in strumenti di dominio. E’ quello che purtroppo è successo.
In modo paradossale, certi settori cattolici, sostenendo la Chiesa di Roma, considerata, a torto, un baluardo contro il Nuovo ordine planetario, ne agevolano i piani delle élites, spesso anche dichiarati e stabiliti con altri potentati. [1]
Se si concorda sul fatto che opporsi al “nuovo” non significa rafforzare un decrepito e criminale status quo, allora il fronte dell’informazione non allineata potrà acquisire la compattezza necessaria ad affrontare terribili sfide.
Non abbiamo davvero bisogno del vecchio fanatismo né di nuove sette, di stati o superstati, ma di trovare in noi stessi, nella ricerca libera, nelle Tradizioni alte le possibili risoluzioni ai problemi concreti e le risposte alle domande abissali... se ne saremo capaci.
[1] "Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di un’élite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati”. (David Rockefeller)
"Lasciati prendere per mano dal bambino di Betlemme, non temere, fidati di lui: la forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un Nuovo ordine mondiale”. (Papa Benedetto XVI)

Per quanto attiene al primo tema, bisogna riconoscere che è errato difendere gli stati nazionali. Essi sono un male, anche se minore rispetto ad un brutale apparato ecumenico. Lo Stato è sempre e comunque una costruzione aberrante ed ha ragione il filosofo tedesco Max Horkheimer quando auspica (utopia?) che le strutture di potere si diluiscano, nell’interesse dei cittadini, il più possibile in un’amministrazione leggera, quasi impercettibile. Lo sciovinismo va combattuto a favore del patriottismo, inteso come valorizzazione di un patrimonio culturale che spazia dalla lingua agli usi, dall’arte alla gastronomia, dalla letteratura al territorio…
A proposito del problema inerente alla religione, è vero che, mentre si denuncia il credo empio dei mondialisti, alcuni stringono sempre più le catene delle fedi abramitiche. Circoscrivendo il discorso alle tre religioni monoteiste sbocciate in Medio Oriente, si constata che, se si esclude una sorgente esoterica e simbolica oggi quasi del tutto inaridita, Ebraismo, Cristianesimo ed Islam sono espressioni di decadenza. Con il passare del tempo, sono degenerate in culti carnivori, mentre sia i Messia sia il Profeta erano vegetariani.
I milioni di animali che sono sacrificati per celebrare ricorrenze nonché la compromissione con il potere politico dimostrano che, come nota Guido Gozzano, le religioni, se non sono vivificate da un afflato spirituale, presto scadono in idolatria ed in strumenti di dominio. E’ quello che purtroppo è successo.
In modo paradossale, certi settori cattolici, sostenendo la Chiesa di Roma, considerata, a torto, un baluardo contro il Nuovo ordine planetario, ne agevolano i piani delle élites, spesso anche dichiarati e stabiliti con altri potentati. [1]
Se si concorda sul fatto che opporsi al “nuovo” non significa rafforzare un decrepito e criminale status quo, allora il fronte dell’informazione non allineata potrà acquisire la compattezza necessaria ad affrontare terribili sfide.
Non abbiamo davvero bisogno del vecchio fanatismo né di nuove sette, di stati o superstati, ma di trovare in noi stessi, nella ricerca libera, nelle Tradizioni alte le possibili risoluzioni ai problemi concreti e le risposte alle domande abissali... se ne saremo capaci.
[1] "Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di un’élite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati”. (David Rockefeller)
"Lasciati prendere per mano dal bambino di Betlemme, non temere, fidati di lui: la forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un Nuovo ordine mondiale”. (Papa Benedetto XVI)
Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati
Pubblicato da
Zret
Tuesday, January 26, 2010
Gaza. Un anno fa sotto le bombe...adesso boicottiamo
http://tuttouno.blogspot.com/2010/01/gaza-un-anno-fa-sotto-le-bombe.html
Gaza. Un anno fa sotto le bombe...adesso boicottiamo
(Un appello dell'Unione Ebraica Francese per la Pace)
Oggi l'Unione Europea "aiuta" a condizione di ...
Un anno fa, GAZA contava i suoi morti.
Donne, bambini, vecchi, 1400 le vittime della barbarie, sotto gli occhi del mondo.
Più di 5 000 feriti, l'intera Striscia di Gaza, città e villaggi in rovina.
Da allora, nulla è cambiato.
Gli Stati Uniti, e l'Unione europea sostengono il blocco che continua a privare il popolo di Gaza, del cibo e delle medicine e rende impossibile la ricostruzione.
Mentre 1,5 milioni di persone sono intrappolate in uno spazio di meno di 400 km2, Israele continua l'annessione di Gerusalemme e la colonizzazione della Cisgiordania, sapendo che le insipide proteste dagli Stati Uniti resteranno senza risposta.
Al muro di cemento costruito da Israele è stato aggiunto ora il muro d'acciaio, sotterraneo, in costruzione in Egitto con il finanziamento da parte degli Stati Uniti e l'assistenza dei membri di alto livello dell'esercito francese.
In un dispaccio del giornale Le Monde del 15 gennaio si apprende che « l'Unione Europea non vede perché deve continuare a finanziare l'Autorità palestinese visto che questa non è capace di presentare una prospettiva politica all'altezza delle altre nazioni europee ».
In un dispaccio del giornale Le Monde del 15 gennaio si apprende che « l'Unione Europea non vede perché deve continuare a finanziare l'Autorità palestinese visto che questa non è capace di presentare una prospettiva politica all'altezza delle altre nazioni europee ».
Ma che cosa fa l'Unione europea per aiutare a costruire questa prospettiva politica?
Niente! Al contrario, essa continua i suoi privilegiati scambi economici con Israele, considerata quasi come un membro a pieno titolo, in violazione dell'articolo 2 del contratto di associazione, che prevede la sospensione di un membro colpevole di violazione dei diritti umani.
Chi può ancora fingere di ignorare la volontà di Israele di impedire la creazione di un Stato palestinese autonomo, sovrano in applicazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite?
Chi può ancora credere nella buona fede della UE e nel suo "aiuto" per contribuire creare questa costituzione?
La collusione sempre di più evidente fra la UE ed Israele è destinata a infiammare la collera giustificata delle i popoli civili....
L'UJFP invita tutti i sostenitori del diritto internazionale in Palestina e altrove, a dare impulso alla campagna di boicottaggio e disinvestimento in Israele, e alle sanzioni (BDS), per mettere la parola fine al blocco di Gaza, all'occupazione e alla liberazione di tutti gli i prigionieri ostaggi di Israele.
Questa campagna è anche uno strumento di pressione sui governi europei, poiché dimostrerà loro il rifiuto dell'opinione pubblica della liquidazione della Palestina.
In tutte le città in cui opera, la UJFP partecipate alle manifestazioni su questi obiettivi.
Il 6 febbraio 2010 alle 14h, a Parigi, la UJFP ha indetto una manifestazione, a partire dalla piazza della Repubblica.
Union juive française pour la paix (Unione Ebraica per la Pace)
24 janvier 2010
Pubblicato da giuditta modello adolf
Saturday, September 12, 2009
Zarathustra parlò e Siddharta tacque
Ma secondo voi perche' questa volta nei tag non ha messo "disinformatori, disinformazione, Paolo Attivissimo"?
http://zret.blogspot.com/2009/09/zarathustra-parlo-e-siddharta-tacque.html
L'Avesta è il libro sacro della religione zoroastriana. Il fondamento di questo credo è il dualismo. Esistono due divinità opposte ed in conflitto tra loro nell'universo: la prima della Luce e del Bene, Ahura Mazda, la seconda delle Tenebre e del Male, Angra Manyu o Ahriman. Prima di loro, era un principio indeterminato, il Tempo illimitato.
L'oscuro profeta persiano, cui si attribuisce la nascita della religione mazdea, concepì il mondo come il teatro di una colossale guerra tra Bene e Male. Che il mondo sia dominato dal Principio della distruzione e del nulla contro cui l'uomo è chiamato a lottare, è un'idea lontanissima da concezioni orientali dove lo Yin e lo Yang sono energie cosmiche, complementari. Con Zarathustra l'etica assunse, rispetto ad altri campi, un aggetto notevole, persino eccessivo: ne risentirono alcune correnti dell'Ebraismo ed il Cristianesimo, fino alla radicalizzazione manichea, catara e dell'Islam, specialmente sciita. Pochi passi e la morale scade nel moralismo, proprio come "La bontà è una deformazione del Bene" (T. Adorno).
Di fronte alla constatazione che le legioni di Ahriman portano in ogni dove distruzione e rovina (fu forse Zarathustra ad alimentare un egregora?), al cospetto di un hic et nunc compromesso in modo irredimibile, il profeta poteva solo promettere un futuro ultraterreno di beatitudine per i probi. Per fortuna, il capolinea per lo ierofante iranico, è vicino.
Un'altra credenza zoroastriana che, attraverso qualche canale giudaico, penetrò nel cristianesimo è la fede nella resurrezione dei corpi: anche questo miracolo appartiene al futuro, sebbene i tempi incredibilmente brevi del cosmo mazdeo, non costringano ad un'attesa logorante.
Insomma, per questa ed altre religioni simili, la vita non è mai adesso. Il corso del tempo lineare, finito, tipico dello Zoroaastrismo, risucchia il presente, scaraventando l'uomo nella speranza di un futuro perfetto o nella più razionale nostalgia del non essere originario. Se il presente è l'attimo inafferrabile e sempre deludente, anche l'avvenire ed il passato sono gli abissi di proiezioni informi, di miraggi distorti. Sono ologrammi inconsistenti e grigi, ma, di volta in volta, avvivati dall'avvento di uno Saoshyant, il Salvatore.
Resta la diuturna ed epica battaglia contro il Male, combattuta sulla base di un fondamento senza fondamento (l'etica si disintegra, non appena se ne definiscono caratteri e scopi, sicché l'unico suo habitat è il silenzio), con la prospettiva della vittoria finale. Un'escatologia credibile (prima o dopo l'errore sarà corretto), ma consolatoria e forse un po' limitata: l'eroismo appartiene a chi, come Siddharta, indica, con solenne disincanto, corpo e mente, apparenza e sostanza, terra e cielo come Nulla.
http://zret.blogspot.com/2009/09/zarathustra-parlo-e-siddharta-tacque.html
Zarathustra parlò e Siddharta tacque

L'oscuro profeta persiano, cui si attribuisce la nascita della religione mazdea, concepì il mondo come il teatro di una colossale guerra tra Bene e Male. Che il mondo sia dominato dal Principio della distruzione e del nulla contro cui l'uomo è chiamato a lottare, è un'idea lontanissima da concezioni orientali dove lo Yin e lo Yang sono energie cosmiche, complementari. Con Zarathustra l'etica assunse, rispetto ad altri campi, un aggetto notevole, persino eccessivo: ne risentirono alcune correnti dell'Ebraismo ed il Cristianesimo, fino alla radicalizzazione manichea, catara e dell'Islam, specialmente sciita. Pochi passi e la morale scade nel moralismo, proprio come "La bontà è una deformazione del Bene" (T. Adorno).
Di fronte alla constatazione che le legioni di Ahriman portano in ogni dove distruzione e rovina (fu forse Zarathustra ad alimentare un egregora?), al cospetto di un hic et nunc compromesso in modo irredimibile, il profeta poteva solo promettere un futuro ultraterreno di beatitudine per i probi. Per fortuna, il capolinea per lo ierofante iranico, è vicino.
Un'altra credenza zoroastriana che, attraverso qualche canale giudaico, penetrò nel cristianesimo è la fede nella resurrezione dei corpi: anche questo miracolo appartiene al futuro, sebbene i tempi incredibilmente brevi del cosmo mazdeo, non costringano ad un'attesa logorante.
Insomma, per questa ed altre religioni simili, la vita non è mai adesso. Il corso del tempo lineare, finito, tipico dello Zoroaastrismo, risucchia il presente, scaraventando l'uomo nella speranza di un futuro perfetto o nella più razionale nostalgia del non essere originario. Se il presente è l'attimo inafferrabile e sempre deludente, anche l'avvenire ed il passato sono gli abissi di proiezioni informi, di miraggi distorti. Sono ologrammi inconsistenti e grigi, ma, di volta in volta, avvivati dall'avvento di uno Saoshyant, il Salvatore.
Resta la diuturna ed epica battaglia contro il Male, combattuta sulla base di un fondamento senza fondamento (l'etica si disintegra, non appena se ne definiscono caratteri e scopi, sicché l'unico suo habitat è il silenzio), con la prospettiva della vittoria finale. Un'escatologia credibile (prima o dopo l'errore sarà corretto), ma consolatoria e forse un po' limitata: l'eroismo appartiene a chi, come Siddharta, indica, con solenne disincanto, corpo e mente, apparenza e sostanza, terra e cielo come Nulla.
Pubblicato da Zret
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