L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

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Thursday, February 5, 2009

La rosa ed il vischio

http://zret.blogspot.com/2009/02/la-rosa-ed-il-vischio.html

La rosa ed il vischio

Marco Maiorana si tolse la vita il 6 gennaio 2008. Marco, figlio ventiduenne di Antonio Maiorana, e fratello di Stefano, l’imprenditore edile scomparso insieme con il figlio un anno fa, e in seguito avvistato a Barcellona.

Stando alle fonti ufficiali, il giovane aperse la porta-finestra del balcone per lanciarsi dal settimo piano, portando via con sé quei segreti che forse custodiva sul mistero di Antonio e Stefano Maiorana.

Marco conosceva qualcosa sul mistero della fuga del padre e del fratello?

Un mistero, quello dei Maiorana, che le indagini dei Carabinieri coordinate dalle D.D.A. di Palermo, non sono riuscite ancora a risolvere e che sono arrivate ad una svolta in primavera, quando due turisti calabresi in vacanza in Spagna riconobbero nelle foto dei Maiorana quei due italiani incontrati alla discoteca 'Pacha' di Barcellona. Antonio Maiorana, imprenditore palermitano, era scomparso con il figlio ventitreenne, Stefano.

Marco si era recato qualche giorno prima a Barcellona in un viaggio improvviso che aveva insospettito la madre Rossella (?) Accardo, ex moglie dell'imprenditore. Forse Marco sapeva sin dall'inizio che suo padre e suo fratello non erano morti, ma che si erano dileguati per un motivo ancora tutto da chiarire.

E' arduo comprendere i veri motivi di suicidio, se fu un suicidio. Infatti, in un servizio televisivo sulla morte dello sventurato giovane, la camera indugiò sul luogo della tragedia per inquadrare la forca di un albero su cui era adagiata una rosa rossa. Ora, chi ha una certa familiarità, con i delitti rituali, sa che sovente vengono lasciate delle rose rosse, come firma degli omicidi. Sul blog dell'avvocato Paolo Franceschetti si possono leggere molti articoli su questo tema: secondo l'autore, la rosa rossa, insieme con altri simboli, soprattutto cifre, sarebbe lo sphràgys di una potente loggia che, dopo aver eliminato testimoni scomodi, persone ritenute pericolose per i piani occulti della sinistra organizzazione, sul luogo dell'assassinio o alle esequie, depone il fiore sacro ad Afrodite.

E' evidente che si tratta solo di un indizio, ma è comunque importante osservare queste ed altre "coincidenze" che possono portare a scoprire lati nascosti ed insospettati di alcuni fatti di cronaca nera.

Ritengo che, in questo come in molti altri casi, la loggia che si fregia di questo emblema pochissimo o nulla abbia ereditato dalla Confraternita dei Rosacroce che si ritiene fu fondata da Andreae Johann Valentin, teologo tedesco (1586-1654). Il dibattito su questa confraternita è rovente: i manifesti rosacrociani Riforma universale e generale del mondo intero e Fama Fraternitatis (1614), secondo Paul Arnold ed altri non furono vergati da Valentin, mentre dell’opera Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz (1616) è quasi unanimemente considerato l'autore.

Sulle ascendenze di questo movimento iniziatico, la storia, le varie filiazioni non mi soffermo. Mi limito qui a ripetere che è probabile che il circolo, nato con intenzioni nobili, fu probabilmente infiltrato e snaturato. Ne furono anche plagiati contenuti ed immagini, ma invertendoli satanicamente. Nel testo Distorsione dei simboli, scrivevo: "E' diffusa tra gli Oscurati la precisa volontà di stuprare un'immagine ed i suoi significati originari per strumentalizzarla affinché diventi la cifra kitch di dilettanti dell'esoterismo, simili a quei rozzi manigoldi che amano tappezzare i loro nascondigli di santini, di immagini devozionali di Cristo e di Maria, icone dozzinali nello stile e nell'iconografia".

Queste sette contemporanee assomigliano al vischio, la pianta che alligna e cresce sui rami di latifoglie, tigli ed olmi soprattutto, e che ne sugge la linfa. Se non vengono tagliate le branche su cui sono germogliate le piante parassite, l'albero parassitato talvolta muore.

4 comments:

  1. Appurato che il cognome Maiorana non sembra portare proprio fortuna...
    Non si può scrivere un post del genere senza neppure ipotizzare il terribile segreto che viene suggerito. Evvia Antò se non fai ipotesi campate in aria non sei tu!!!

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  2. Certo che bisogna proprio essere un uomo di merda per campare ipotesi strampalate sulla morte di una persona.

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  3. Antò perche' non dici anche che Marco Maiorana conosceva anche il segreto della piu' famoso dei Maiorana: Ettore ?
    Pensa a preparare le lezioni per i tuoi poveri studenti invece di farti le seghe mentali

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