http://zret.blogspot.com/2011/11/il-grande-progetto.html
Il grande progetto
Wake up, before it's too late.
“Il grande progetto” è l’epilogo della serie “The secret”: la mitopoiesi di Giuseppe Di Bernardo si dipana in una storia potentemente evocativa, venata di tinte messianiche. Nell’ultimo episodio della saga, gli archetipi ed i temi disseminati nella storia (il sogno nel sogno, l’eterocromia, simbolo di una conflittualità irrisolta, eppure feconda, gli uomini dormienti, l’enigma dell’anima…), trovano la loro collocazione narrativa, persino una possibile spiegazione che è quasi una quadratura del cerchio.[1] Così manipolazioni genetiche, antichi retaggi, rapimenti, itinerari nell’ignoto, metamorfosi e nascondimenti, orizzonti sfocati di un inganno millenario, via via si precisano, illuminati da subitanei bagliori. Si chiariscono poi i ruoli dei personaggi principali, nei cui nomi (Adam, Soul, Sophia) è un destino.
Il progetto, cui si riferisce il titolo, inscena l’atto finale di un conflitto cosmico che, risalente ad età remote, si ingolfa oggi nel varco cruciale: da un lato oscure presenze dominatrici, dall’altro l’umanità in bilico tra narcosi e risveglio, tra dannazione e salvezza.
Gli ideatori della serie affidano il loro messaggio interlocutorio ad un avvincente racconto ad incastro, dove il protagonista, Adam Mack, una sorta di Eracle moderno, affronta epici cimenti, il cui successo non è scontato.
Il bravissimo Rosario Raho disegna le tavole, costruendo quasi un’iconografia religiosa nella sottolineatura del ruolo “salvifico” di Adam, mentre la sceneggiatura ed il montaggio, recuperati in analessi alcuni presupposti, ci conducono nei meandri delle avventure e nelle camere segrete della Grande Piramide.
Atttaverso la fantasia abbiamo imparato a scoprire (o a riscoprire) un potenziale sopito, forse a concepire l’inconcepibile.
Con il tramonto della quadrata ed accecante ragione, finalmente splenderanno gli astri?
[1] Il motivo dell’eterocromia di Adam Mack, che ha un occhio nero ed uno azzurro, ispira il pensoso poemetto di Giovanni Pascoli intitolato “Aléxandros”. Anche qui adombra una tensione interiore, il dualismo che dilania gli animi più sensibili, gli spiriti consapevoli della condizione umana.
“Il grande progetto” è l’epilogo della serie “The secret”: la mitopoiesi di Giuseppe Di Bernardo si dipana in una storia potentemente evocativa, venata di tinte messianiche. Nell’ultimo episodio della saga, gli archetipi ed i temi disseminati nella storia (il sogno nel sogno, l’eterocromia, simbolo di una conflittualità irrisolta, eppure feconda, gli uomini dormienti, l’enigma dell’anima…), trovano la loro collocazione narrativa, persino una possibile spiegazione che è quasi una quadratura del cerchio.[1] Così manipolazioni genetiche, antichi retaggi, rapimenti, itinerari nell’ignoto, metamorfosi e nascondimenti, orizzonti sfocati di un inganno millenario, via via si precisano, illuminati da subitanei bagliori. Si chiariscono poi i ruoli dei personaggi principali, nei cui nomi (Adam, Soul, Sophia) è un destino.
Il progetto, cui si riferisce il titolo, inscena l’atto finale di un conflitto cosmico che, risalente ad età remote, si ingolfa oggi nel varco cruciale: da un lato oscure presenze dominatrici, dall’altro l’umanità in bilico tra narcosi e risveglio, tra dannazione e salvezza.
Gli ideatori della serie affidano il loro messaggio interlocutorio ad un avvincente racconto ad incastro, dove il protagonista, Adam Mack, una sorta di Eracle moderno, affronta epici cimenti, il cui successo non è scontato.
Il bravissimo Rosario Raho disegna le tavole, costruendo quasi un’iconografia religiosa nella sottolineatura del ruolo “salvifico” di Adam, mentre la sceneggiatura ed il montaggio, recuperati in analessi alcuni presupposti, ci conducono nei meandri delle avventure e nelle camere segrete della Grande Piramide.
Atttaverso la fantasia abbiamo imparato a scoprire (o a riscoprire) un potenziale sopito, forse a concepire l’inconcepibile.
Con il tramonto della quadrata ed accecante ragione, finalmente splenderanno gli astri?
[1] Il motivo dell’eterocromia di Adam Mack, che ha un occhio nero ed uno azzurro, ispira il pensoso poemetto di Giovanni Pascoli intitolato “Aléxandros”. Anche qui adombra una tensione interiore, il dualismo che dilania gli animi più sensibili, gli spiriti consapevoli della condizione umana.
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