Resoconto dell'analisi microscopica di un campione di filamento polimerico di ricaduta del 15 ottobre 2011
Pubblichiamo
l’analisi di un campione di filamento polimerico, caduto al suolo a
seguito dell'ennesima operazione di aerosol clandestina. Lo studio,
eseguito da un nostro collaboratore ed amico biologo, conferma le
acquisizioni di altri ricercatori e scienziati: non si tratta di
ragnatele, checché ne pensi e scriva il biologo negazionista del
C.I.C.A.P., Simone Angioni, ma di fibre create in laboratorio, attraverso l’ingegneria genetica. Sono filamenti biotecnologici diffusi probabilmente per adulterare il D.N.A. di piante ed animali.
In data 31/10/11, lo scrivente ha analizzato, mediante l’uso di un microscopio a fluorescenza Olympus, un campione di filamento bianco consegnatomi in un barattolo di vetro.
Descrizione del campione
Il materiale ha la forma di un filamento bianco. Il colore è bianco intenso e la sua conformazione esteriore lo fa sembrare appiccicoso ed arrotolato su sé stesso. A detta di testimoni, tale materiale è caduto in concomitanza con un passaggio assai frequente di aerei con scia chimica bianca (in quanto a quelle quote non potevano essere presenti i parametri atti alla formazione di normali scie di condensazione). Proveniva letteralmente dal cielo e nello specifico erano gli aerei sopra menzionati a rilasciare tale sostanza.
Materiali e metodi
Il campione [1] è stato messo su un vetrino e coperto con un altro vetrino copri oggetto. Per l’analisi microscopica è stato impiegato un microscopio a fluorescenza Olympus con ingrandimenti (escluso l’oculare a 10x) che vanno dal 4x al 100x (rispettivamente da 400 a 1.000 volte la grandezza naturale osservata) sia a luce trasmessa (gialla) sia a fluorescenza (nello spettro dell’ultravioletto, del rosso e del verde). Sono stati osservati anche come riferimenti dei materiali di controllo tra cui una ragnatela [2], un filo di cotone [3] ed un filo di fibra sintetica (poliestere) [4]. Le foto sono state scattate tutte a tempo fisso, eccetto quelle a luce trasmessa che sono state acquisite in modalità automatica per il solo fine di osservarne la morfologia.
Discussione
Aperto il barattolo di vetro, ho preso il campione con due pinzette e, nell’atto di tagliarne un pezzetto, ho notato un'estrema capacità di allungamento e di adesione del filamento in esame. Ciò non si è ripetuto con gli altri campioni (2, 3, 4). Il filamento è stato montato su un vetrino da microscopia ed è iniziata l’analisi. Ad una prima osservazione visiva (ad occhio nudo), i 4 campioni in esame appaiono molto diversi tra loro e, nello specifico, si nota una colorazione bianca intensa per il filamento raccolto, una colorazione grigia-trasparente per la ragnatela, una colorazione ed una lavorazione tessile sia per il cotone sia per il poliestere. Osservando le foto allegate, è possibile notare una marcata differenza anche a livello strutturale e microscopico di questo campioni che possiamo suddividere in tre gruppi:
1) Origine naturale: ragnatela
2) Origine tessile (comprende campioni naturali e artificiali ma lavorati): cotone, poliestere
3) Origine potenzialmente artificiale: filamento
Analizzando le immagini dei campioni in luce trasmessa, è possibile osservare una struttura ben organizzata e definita per i materiali 2, 3, 4, mentre per il campione 1 la morfologia è univoca e particolare. Aumentando gli ingrandimenti, le strutture di cui è composto questo filamento diventano sempre più piccole, come se ogni filo fosse un polimero in cui sono contenuti altri polimeri più piccoli. Arrivando ad un ingrandimento massimo di 100x (1000 volte se contiamo anche l’oculare), si raggiunge il limite dello strumento e non si riesce a mettere a fuoco il campione. Ciò non risulta così evidente negli altri tre materiali, in quanto composti da strutture ben definite. L’eventuale sfocatura di alcuni dettagli delle foto di questi tre campioni è dovuta alla tridimensionalità degli stessi e non alla loro dimensione. Il filamento bianco pare quindi avere una struttura nanometrica.
Anche la fluorescenza presenta differenze che possiamo ricondurre alla suddivisione sopra citata. Secondo questo parametro, però, il filamento bianco tende a mostrare un comportamento simile alla fibra sintetica, dato che non emette fluorescenza se eccitato a determinate lunghezze d’onda (ad esempio in ultravioletto), frequenze che, invece, sono emesse dai campioni di ragnatela e di cotone.
E’ stato notato anche un fenomeno particolare relativo all’autofluorescenza, ovvero i campioni sono in grado di emettere una propria fluorescenza in base alla luce (naturale o artificiale) che è presente nell’ambiente. Nello specifico il monitor del computer a cui è collegato il microscopio diffondeva lievemente la sua radiazione nella stanza oscurata. I 4 campioni hanno dato risposte diverse qui di seguito elencate:
CAMPIONE --------------------- TEMPO
Filamento bianco --------------> 50 ms (millisecondi)
Ragnatela -----------------------> 5 s (secondi)
Fibra sintetica ------------------> 2 s
Cotone -------------------------> 200 ms
Valutando alcuni articoli di letteratura scientifica in merito al ballooning (tecnica che usano alcuni Aracnidi per lo spostamento) ed alle ragnatele e in base alle osservazioni eseguite tramite la microscopia ottica, è possibile constatare che il campione in esame non è una ragnatela e non è di origine naturale. E’ potenzialmente biocompatibile e presenta strutture, a mio parere, artificiali accostabili alla nanotecnologia. Sulla base delle analisi fin qui svolte, deduco che non si tratta di materiale di origine naturale ed espongo i miei dubbi e perplessità sulle sue origini e conseguenze (impatti sulla salute, sull’ambiente).
Questo campione inoltre è del tutto paragonabile agli altri filamenti bianchi che definisco polimerici e che ho analizzato negli anni passati, sia raccolti da me sia ricevuti tramite consegna.
Anche la consistenza esterna tra il filamento bianco ed una ragnatela è completamente diversa. Quest’ultima, infatti, si frange facilmente ed oppone relativamente poca resistenza ad essere spezzata da un oggetto. Il filamento bianco è incredibilmente più resistente, elastico ed appiccicoso. E’ un polimero che non ha nulla di naturale e per questo propongo di usare delle corrette precauzioni e di stare attenti.
Maggiori dettagli sull’argomento saranno approfonditi prossimamente.
Immagini
A corredo di studio sono mostrate le immagini prese con il microscopio ottico a diversi ingrandimenti. Le differenze tra il campione 1 (filamento bianco) e gli altri campioni sono assai evidenti.
La legenda è riportata di seguito:
1 – filamento bianco
2 – ragnatela
3 – fibra sintetica
4 – cotone
La scala si trova in basso a destra ed è la medesima per ogni immagine dello stesso ingrandimento.
Le immagini a fluorescenza possono essere fornite su richiesta.
In data 31/10/11, lo scrivente ha analizzato, mediante l’uso di un microscopio a fluorescenza Olympus, un campione di filamento bianco consegnatomi in un barattolo di vetro.
Descrizione del campione
Il materiale ha la forma di un filamento bianco. Il colore è bianco intenso e la sua conformazione esteriore lo fa sembrare appiccicoso ed arrotolato su sé stesso. A detta di testimoni, tale materiale è caduto in concomitanza con un passaggio assai frequente di aerei con scia chimica bianca (in quanto a quelle quote non potevano essere presenti i parametri atti alla formazione di normali scie di condensazione). Proveniva letteralmente dal cielo e nello specifico erano gli aerei sopra menzionati a rilasciare tale sostanza.
Materiali e metodi
Il campione [1] è stato messo su un vetrino e coperto con un altro vetrino copri oggetto. Per l’analisi microscopica è stato impiegato un microscopio a fluorescenza Olympus con ingrandimenti (escluso l’oculare a 10x) che vanno dal 4x al 100x (rispettivamente da 400 a 1.000 volte la grandezza naturale osservata) sia a luce trasmessa (gialla) sia a fluorescenza (nello spettro dell’ultravioletto, del rosso e del verde). Sono stati osservati anche come riferimenti dei materiali di controllo tra cui una ragnatela [2], un filo di cotone [3] ed un filo di fibra sintetica (poliestere) [4]. Le foto sono state scattate tutte a tempo fisso, eccetto quelle a luce trasmessa che sono state acquisite in modalità automatica per il solo fine di osservarne la morfologia.
Discussione
Aperto il barattolo di vetro, ho preso il campione con due pinzette e, nell’atto di tagliarne un pezzetto, ho notato un'estrema capacità di allungamento e di adesione del filamento in esame. Ciò non si è ripetuto con gli altri campioni (2, 3, 4). Il filamento è stato montato su un vetrino da microscopia ed è iniziata l’analisi. Ad una prima osservazione visiva (ad occhio nudo), i 4 campioni in esame appaiono molto diversi tra loro e, nello specifico, si nota una colorazione bianca intensa per il filamento raccolto, una colorazione grigia-trasparente per la ragnatela, una colorazione ed una lavorazione tessile sia per il cotone sia per il poliestere. Osservando le foto allegate, è possibile notare una marcata differenza anche a livello strutturale e microscopico di questo campioni che possiamo suddividere in tre gruppi:
1) Origine naturale: ragnatela
2) Origine tessile (comprende campioni naturali e artificiali ma lavorati): cotone, poliestere
3) Origine potenzialmente artificiale: filamento
Analizzando le immagini dei campioni in luce trasmessa, è possibile osservare una struttura ben organizzata e definita per i materiali 2, 3, 4, mentre per il campione 1 la morfologia è univoca e particolare. Aumentando gli ingrandimenti, le strutture di cui è composto questo filamento diventano sempre più piccole, come se ogni filo fosse un polimero in cui sono contenuti altri polimeri più piccoli. Arrivando ad un ingrandimento massimo di 100x (1000 volte se contiamo anche l’oculare), si raggiunge il limite dello strumento e non si riesce a mettere a fuoco il campione. Ciò non risulta così evidente negli altri tre materiali, in quanto composti da strutture ben definite. L’eventuale sfocatura di alcuni dettagli delle foto di questi tre campioni è dovuta alla tridimensionalità degli stessi e non alla loro dimensione. Il filamento bianco pare quindi avere una struttura nanometrica.
Anche la fluorescenza presenta differenze che possiamo ricondurre alla suddivisione sopra citata. Secondo questo parametro, però, il filamento bianco tende a mostrare un comportamento simile alla fibra sintetica, dato che non emette fluorescenza se eccitato a determinate lunghezze d’onda (ad esempio in ultravioletto), frequenze che, invece, sono emesse dai campioni di ragnatela e di cotone.
E’ stato notato anche un fenomeno particolare relativo all’autofluorescenza, ovvero i campioni sono in grado di emettere una propria fluorescenza in base alla luce (naturale o artificiale) che è presente nell’ambiente. Nello specifico il monitor del computer a cui è collegato il microscopio diffondeva lievemente la sua radiazione nella stanza oscurata. I 4 campioni hanno dato risposte diverse qui di seguito elencate:
CAMPIONE --------------------- TEMPO
Filamento bianco --------------> 50 ms (millisecondi)
Ragnatela -----------------------> 5 s (secondi)
Fibra sintetica ------------------> 2 s
Cotone -------------------------> 200 ms
Valutando alcuni articoli di letteratura scientifica in merito al ballooning (tecnica che usano alcuni Aracnidi per lo spostamento) ed alle ragnatele e in base alle osservazioni eseguite tramite la microscopia ottica, è possibile constatare che il campione in esame non è una ragnatela e non è di origine naturale. E’ potenzialmente biocompatibile e presenta strutture, a mio parere, artificiali accostabili alla nanotecnologia. Sulla base delle analisi fin qui svolte, deduco che non si tratta di materiale di origine naturale ed espongo i miei dubbi e perplessità sulle sue origini e conseguenze (impatti sulla salute, sull’ambiente).
Questo campione inoltre è del tutto paragonabile agli altri filamenti bianchi che definisco polimerici e che ho analizzato negli anni passati, sia raccolti da me sia ricevuti tramite consegna.
Anche la consistenza esterna tra il filamento bianco ed una ragnatela è completamente diversa. Quest’ultima, infatti, si frange facilmente ed oppone relativamente poca resistenza ad essere spezzata da un oggetto. Il filamento bianco è incredibilmente più resistente, elastico ed appiccicoso. E’ un polimero che non ha nulla di naturale e per questo propongo di usare delle corrette precauzioni e di stare attenti.
Maggiori dettagli sull’argomento saranno approfonditi prossimamente.
Immagini
A corredo di studio sono mostrate le immagini prese con il microscopio ottico a diversi ingrandimenti. Le differenze tra il campione 1 (filamento bianco) e gli altri campioni sono assai evidenti.
La legenda è riportata di seguito:
1 – filamento bianco
2 – ragnatela
3 – fibra sintetica
4 – cotone
La scala si trova in basso a destra ed è la medesima per ogni immagine dello stesso ingrandimento.
Le immagini a fluorescenza possono essere fornite su richiesta.
Chissà perché quando questo "biologo" ha nominato gli aerei con scia chimica bianca ho già capito dove andava a parare. Un altro cialtrone laureato.
ReplyDeleteA parte una lunga serie di non sequitur logici, affermazioni arbitrarie o banali e osservazioni inconcludenti, chi ha scritto il "resoconto" e chi l'ha pubblicato si rendono conto che la frase come se ogni filo fosse un polimero in cui sono contenuti altri polimeri più piccoli è assolutamente priva di senso? Un polimero è un tipo di sostanza, non un oggetto che può contenerne altri (*).
ReplyDeleteLa frase ha lo stesso senso di "un metallo contenente altri metalli più piccoli" e cose simili.
La cosa può andare bene a zret, che si preoccupa solo della concordanza grammaticale di genere e numero, e considera quella di significato un optional, ma il sedicente analista che in teoria dovrebbe sapere ciò di cui parla dimostra la sua igorantitudine e la sua improvvisazione.
Completamente oscuro è il paragrafo sull' "autofluorescenza", (che in questo contesto dovrebbe coincidere con la fluorescenza citata poco prima). Cosa c'entra il monitor del computer? E cosa rappresenta la tabella dei tempi sotto riportata?
I 4 campioni hanno dato risposte diverse qui di seguito elencate... risposte a che cosa?
Questo "resoconto" ricorda molto da vicino un altro, a firma del celeberrimo Tursiop.
In entrambi sono state fatte prove di fluorescenza e autofluorescenza (qualunque cosa voglia dire), ma i risultati erano diversi:
Nelle "analisi" del 2011 ...il filamento bianco tende a mostrare un comportamento simile alla fibra sintetica, dato che non emette fluorescenza se eccitato a determinate lunghezze d’onda (ad esempio in ultravioletto)
In quelle del 2008
Pochi giorni fa, analizzai al microscopio a fluorescenza questi polimeri di ricaduta [...] Durante questa prova scoprii i seguenti aspetti:
[...]
- i polimeri emettono fluorescenza, se eccitati nello spettro UV
E' da notare che risultati opposti portano, secondo loro, alla stessa conclusione (se fossero inconcludenti perché citarli? Non certo per sparger cacca fatta da paroloni in scientificese, vero?)
Diavolo di un NWO! Se le studia tutte per tentare di confondere i "ricercatori indipendenti".
---
(*) non mi si dica che si parla delle unità monomeriche che costituiscono il polimero. Intanto perché non sono "polimeri più piccoli", e soprattutto non sarebbero rilevabili in alcun modo alla microscopia ottica.
@Mastrocigliegia altro che banali sai anche tu che i report di analisi serie sono ben differenti sopratutto se deve essere specificata una tipologia di analisi e determinate considerazioni a fronte di esse. Questo senza contare che per queste cose ci sono i microscopi elettronici ed altri sistemi di valutazione della composizione chimica. Ovviamente si capisce che è la solita accozzaglia buttata lì per impressionare quattro boccaloni.
ReplyDeletechecché ne pensi e scriva il biologo negazionista del C.I.C.A.P., Simone Angioni
ReplyDeleteIdiota, Angioni è un chimico, non un biologo.
Se questo è un biologo io sono Attivissimo ^_^
ReplyDeleteMa Tursiops non poteva semplicemente verificare se 'sti filamenti si sciolgono con gli stessi solventi che sciolgono le ragnatele? E come hanno fatto a vedere che questi filamenti provenivano dalle scie?
ReplyDeleteRagazzi ma guardate che è tutto vero! Io ho preso una queste fibre, l'ho collegata al computer atomico che mi sta nell'orecchino (anzi un computer per ogni atomo) e adesso scarico dal mulo a 100 mbps!
ReplyDeleteAltro laureato come il corrado cannaiolo e l'acconguaglione antonio. Ignorantoni con un pezzo di carta in mano che ogni tanto emmettono ragli con termini pseudoscintifici per impressionare i quattro gonzi che si bevono qualsiai loro idiozia.
ReplyDeleteMastrociliegia ha gia' provveduto a sbufalare lo pseudobiologo ...
non son un biologo, ma chiunque abbia letto almeno un articolo scientifico in vita sua, si rende conto benissimo che questa è solo fuffa.
ReplyDeleteUna domanda sorge spontanea...
ReplyDeletePosto che abbia un minimo di significato il tempo relativo all'"autofluorescenza", come diavolo è riuscito a misurare un tempo di 50ms??? Che strumentazione ha usato?
Come al solito, da fuffaro par suo, non sa nemmeno quanto possa costare un apparecchio in grado di fare un'eventuale misura di questo tipo... perchè se avesse tutti quei soldi, se li sarebbe già spesi per altre forme di "peluria"... ;-)
J.
"perchè se avesse tutti quei soldi, se li sarebbe già spesi per altre forme di "peluria"... ;-)"
ReplyDeleteQuesta e' FANTASTICA!
Sono le stesse fibre del divano di casa Marcianò? :D
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