In attesa dei risultati delle analisi sui filamenti bianchi caduti dal cielo il weekend dei giorni 8 e 9 novembre 2008, ho continuato, nel mio piccolo, a compiere delle osservazioni empiriche ed a trarre delle ipotesi.
Pochi giorni fa, analizzai al microscopio a fluorescenza questi polimeri di ricaduta e nell'articolo precedente è possibile vedere le foto. Durante questa prova scoprii i seguenti aspetti:
- i polimeri hanno una struttura particolare e diversa da altri filamenti di origine animale/vegetale
- i polimeri emettono fluorescenza, se eccitati nello spettro UV
- i polimeri non emettono altre lunghezze d'onda, se eccitati con lunghezza d'onda (*) del rosso, del verde e dell'infrarosso (foto non mostrate, ma dati osservati sperimentalmente con testimone, cercherò di pubblicare prossimamente le immagini in questione). A questo si aggiunge l'osservazione di altre caratteristiche molto particolari di queste fibre che, a mio parere, escludo essere ragnatele.
Recentemente ho anche analizzato sempre al microscopio a fluorescenza i seguenti campioni:
- un filo di origine vegetale
- un pezzo di cotone
- un pezzo di ragnatela
Ecco quello che ho potuto osservare:
FIG. 1a - immagini originali su scala di grigi di un campione di cotone esaminato al micorscopio a fluorescenza con ingrandimento 40x
FIG. 1b - immagini RGB delle tre principali lunghezze d'onda emesse dal campione di cotone
FIG. 2a - immagini originali su scala di grigi di un campione di un filo esaminato al micorscopio a fluorescenza con ingrandimento 40x
FIG. 2b - immagini RGB delle tre principali lunghezze d'onda emesse dal campione di filo
FIG. 3a - immagini originali su scala di grigi di un campione di un filo esaminato al micorscopio a fluorescenza con ingrandimento 40x
FIG. 3b - immagini RGB delle tre principali lunghezze d'onda emesse dal campione di filo
Da qui si evince una differenza assai marcata tra i polimeri di ricaduta e le normali fibre animali/vegetali. Mentre queste ultime sono autofluorescenti (**), pur con lievi differenze di intensità, a tutte le principali lunghezze d'onda (ultravioletto, rosso, verde, infrarosso), i polimeri NON sono autofluorescenti, ma emettono solo nello spettro UV (o vicino al blu). Non emettono alcuna fluorescenza (sia essa di emissione sia autofluorescenza), se analizzate nello spettro del rosso, del verde e dell'infrarosso (far red).
Da questi dati preliminari, presumo quindi che tali filamenti non siano associabili a materiali di origine organica.
Proverò a indagare meglio con i mezzi che posso avere a disposizione. Queste sono davvero piccole analisi, ma tutti i puzzle sono fatti di tanti pezzettini e solo insieme possono avere un senso.
(*) In questo caso si intende (per essere facilmente comprensibili senza andare nei dettagli tecnici):
- rosso = eccitazione nel verde ed emissione nel rosso
- verde = eccitazione nel blu ed emissione nel verde
- blu = eccitazione nell'UV ed emissione nel blu
- far red = eccitazione nel rosso ed emissione nell'infrarosso
(**) Autofluorescenza: caratteristica tipica dei composti organici e delle cellule in particolare. In campo biologico, l'autofluorescenza è un fenomeno originato dai mitocondti e dai lisosomi nelle cellule, ma anche dalla matrice extracellulare ricca di collagene ed elastina. In particolare le molecole organiche che causano autofluorescenza sono prevalentemente amino-acidi aromatici e lipo-pigmenti. Pertanto ci si aspetta autofluorescenza in tutti i principali tessuti animali e vegetali. Questo, in base anche ad ulteriori analisi, potrebbe essere un fattore discriminante tra una sostanza artificiale e no. In questo caso, escluderei l'origine anmale (ragnatela) dei filamenti bianchi di ricaduta.
Fonte: Scie Buccinasco
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