L'immensa sputtanata a Zelig

Il blog che si sta visitando potrebbe utilizzare cookies, anche di terze parti, per tracciare alcune preferenze dei visitatori e per migliorare la visualizzazione. fai click qui per leggere l'informativa Navigando comunque in StrakerEnemy acconsenti all'eventuale uso dei cookies; clicka su esci se non interessato. ESCI
Cliccare per vederla

Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/

Showing posts with label Ulisse. Show all posts
Showing posts with label Ulisse. Show all posts

Sunday, March 31, 2013

Racconti di mare


http://zret.blogspot.it/2013/03/racconti-di-mare.html

Racconti di mare

Narrano rari viaggiatori, sbarcati su questa terra cinerea, di capitani che vollero salpare verso l’infinito. Essi immancabilmente descrivono alberi spezzati, vele logore, stelle sparpagliate nel buio, come pula nel vento. Quei marinai non desiderarono intraprendere avventurose traversate negli oceani: cercavano l’esilio dal rimpianto che corrode l’animo, a guisa di salsedine.

I visitatori raccontano di implacabili bonacce, di marinai che, gli occhi vacui, fissavano albatri spettrali. Evocano onde che formicolavano pigramente sulla chiglia, lo stridio delle gomene, simile a voci di sirene agonizzanti.

Quei capitani credettero di incontrare la morte liberatrice, fino a quando salì una nebbia livida dal precipizio del mondo. Nel giorno ammainato, sul ponte deserto girava a vuoto il timone… 






le solite 2 commenti vaccate di allegroni ignoranti:

  1. Triste e spettrale l'immagine, mi porta con la mente nel Mar dei Sargassi, dove la nebbia nasconde alla vista l'orizzonte, inghiottendo nelle onde ogni genere di vita, lasciando solo un guscio vuoto.

    Un dipinto di Gustave Dorè, tetro e buio.surrealistico che accompagna la breve ma intensa lirica.

    Ciao
    Rispondi
  2. E' vero: il bellissmo quadro ricorda il Mar dei Sargassi, distesa equorea misteriosa dove spariscono navi e dove Colombo vide strani bagliori. Così scrive nel suo diario di viaggio.

    Siamo pula nel vento e naufraghi.

    Ciao
    Rispondi

Saturday, March 9, 2013

Dei, legislatori ed impostori

http://zret.blogspot.it/2013/03/dei-legislatori-ed-impostori.html

Dei, legislatori ed impostori

Dei, legislatori ed impostori

La quintessenza del potere pare essere il sadismo.

Premessa

Nella recensione all’ultimo saggio del Professor Biglino, avevo accennato al fatto che la Torah è soprattutto un libro storico e come tale va interpretato. Avevo anche portato come campione di testi caratterizzati in senso prevalentemente denotativo i poemi omerici. Riconosco che l’esempio non è del tutto calzante: avrei dovuto citare i "Commentari di Cesare", libri che interpretare in modo esoterico è del tutto illegittimo. In verità, per quanto attiene all’Iliade e all’Odissea, un’esegesi simbolica è possibile, ma purché i capolavori omerici siano collocati nel loro originario contesto storico-geografico, il mondo nordico, ed a condizione che i valori reconditi siano enucleati là dove essi sostanziano l’ispirazione dell’autore (o degli autori). Ad esempio, è palese che Calipso è la dea che allude alla morte, anzi ad una dimensione di confine tra la vita e l’oltremondo. Calipso, il cui nome significa “Nasconditrice”, offre ad Odisseo l’immortalità, ossia la possibilità di trascendere i limiti spazio-temporali, rinunciando al nòstos ed all’esistenza terrena. Anche la gara dell’arco, con Odisseo (o Filottete?) che scocca un dardo che passa attraverso i fori di dodici scuri, ha una valenza emblematica, adombrando il percorso del Sole nei dodici segni dello Zodiaco nonché l’itinerario umano lungo i cicli temporali. In quanto opere letterarie, Iliade ed Odissea, manifestano una sostanza simbolica, purché per simbolo non si intenda una fantasia etimologica né un significato che ad ogni costo vogliamo attribuire al testo. D’altronde l’essenza della poesia è nel suono e nel ritmo, ancora prima che essi si addensino in significati. Affermare che Itaca vale “teca dell’io” è un modo brillante per applicare un’idea che mi pare estranea al testo, considerando pure che gli Achei avevano una concezione dell’io diversa dalla nostra. Naturalmente potrei sbagliarmi e forse l’ingegner Chiarini ha ragione, ma, fino a quando si useranno para-etimologie per interpretare le saghe antiche, mi atterrò ad una concezione antropologica e non esoterica.

Il libro “Non c’è creazione nella Bibbia” ha suscitato, com’era prevedibile, un vespaio. Quello che si contesta all’autore del saggio è soprattutto la sua sostanziale adesione alle ipotesi di Sitchin, quindi degli studiosi di archeologia spaziale, secondo i quali in un lontano passato esseri di altri pianeti sarebbero approdati sulla Terra ed avrebbero contribuito a fondare antiche civiltà. E’ un’ipotesi e tale resta per chi scrive. Ulteriori acquisizioni nell’ambito della Paleontologia, della Glottologia, della Biologia, dall’Archeologia etc. la verificheranno o falsificheranno del tutto o in parte. [1]

La controversia si appunta per lo più su problemi linguistici, sulla vexata quaestio “Elohim”: sono dispute molto sottili e spesso ostiche su cui non intendiamo indugiare, rimandando a studi settoriali. Accenniamo solo alla traduzione proposta dagli esperti del forum “Consulenza ebraica”: essi sostengono che “Elohim” vale “Legislatori”. In particolare costoro controbattono, affermando che gli extraterrestri non c’entrano alcunché con la Bibbia, in quanto gli Habiru furono discendenti degli Atlantidei. Il Legislatore dell’universo è YHWH, il Pentateuco è una summa di eccelse verità che vanno colte sia in senso letterale sia metaforico, l’ingegneria genetica ed altre conoscenze scientifiche sono contenute nella Torah: queste, per sommi capi, le idee propugnate dagli specialisti di cui sopra. [2]

Ora, prescindendo dai termini di una diatriba spinosa, riteniamo che il merito maggiore del Professor Biglino e di ricercatori in sintonia con lui, sia l’aver contribuito a superare la visione edulcorata tipica della Paleoastronautica in voga nei decenni passati. Kolosimo et al. dipingevano progrediti e benevoli popoli delle stelle che elargirono gratis et amore Dei ad orde di trogloditi il dono prezioso della cultura. Tale concezione si sposa con la rosea pittura del mondo medio-orientale dove un’etnia attinse mirabili vette culturali e spirituali sì da elaborare un credo sublime. Ci pare che la storia fornisca qualche esempio in grado di dimostrare che il passato non fu tutto rose e fiori, non in ogni luogo, non sempre. Se veramente la religione degli Habiru promana da saggissimi legislatori ed intemerati profeti (abbiamo buone ragioni per dubitarne), non si comprende per quale motivo i frutti di cotanti Maestri furono e sono tanto amari. Tale fiduciosa interpretazione collide con quella di chi vede nelle chiese di ieri e di oggi per lo più degli apparati di potere, pur nella consapevolezza che alcune scuole esoteriche svilupparono concetti purissimi inerenti alla trascendenza, impegnandosi a trasmetterli ad una catena di iniziati. Si ha l’impressione, però, che già pristine confraternite poco custodissero degli ancestrali segreti. Le religioni comunque sono soffi spirituali cristallizzati o, peggio, nelle loro varianti exoteriche, dei sistemi per controllare le coscienze. [3]

Ben venga dunque chi concorre a demolire ingenui miti, oggi concretatisi nello stereotipo dei “fratelli dello spazio” intenti a prodigarsi per avvertire gli uomini che se continueranno ad inquinare il pianeta (sic), saranno dolori. D’altronde il canestro della frutta può nascondere una serpe: i Sumeri, diffondendo la coltivazione dei cereali, portarono più danni che benefici. Inoltre, se i loro antenati (supposizione in gran parte ancora da dimostrare) crearono la specie homo sapiens, siamo inclini a vedere in questo intervento una decisione dissennata, un’interferenza, poiché in contrasto con i processi naturali ed in quanto volte a creare una popolazione di servitori.

Nessuno ha mai osservato che gli Anunna plasmarono il lulu amelu (se il mito sumero codifica questa vicenda, ossia la creazione del Sapiens attraverso l’ibridazione genetica) non tanto per la necessità di usufruire di manodopera nelle miniere, ma per essere ossequiati, per una volontà di supremazia fine a sé stessa. Il potere non corrompe: è già corruzione. D’altronde le infami élites attuali (discendono da primitive dinastie di dominatori?) vessano i popoli non perché intendano spillare loro altro denaro che possiedono già in gran copia, ma talora per mera crudeltà, per ridurli alla fame e godere di tale spettacolo. Per quali ragioni alcune classi dirigenti dell’antichità (re, governatori, sacerdoti...) dovrebbero essere state tanto diverse, pur con luminose eccezioni? Si pensi agli Assiri ed al loro impero fondato sul terrore. [4]

Dunque, a nostro parere, è il declassamento di presunti “stranieri” il merito maggiore di Biglino. Tale declassamento è in atto pure nella pregevole serie “Ancient aliens”, documentario prodotto negli Stati Uniti dal canale “History channel”. Mentre le prime stagioni del prodotto privilegiavano l’immagine degli antichi astronauti latori di conoscenze e progresso, le ultime insinuano sempre più spesso che essi furono talora all’origine di conflitti, pestilenze e persino calamità “naturali”.

E’ una bella differenza. Tra un becero ottimismo ed un atteggiamento guardingo, saremmo proclivi ad alimentare il secondo.

[1] Basti qui un cenno glottologico che avvalora l’assunto di una genesi concreta della lingua: il sumero originariamente esprimeva solo referenti concreti. Per produrre termini astratti si aggiungeva l’affisso nam-. Ad esempio, lugal (re) --> nam-lugal: "regalità", dingir (dio) --> nam-dingir: "divinità".

[2] Invero, gli indizi atti a suffragare tale modello esegetico non sono pochi. Inoltre, con il passare del tempo, se ne raccolgono sempre di nuovi.

[3] Il vituperato Sitchin potrebbe essere stato nel giusto quando concepì, interpretando le tavolette fittili ed i poemi sumeri, un sistema solare dinamico, come d’altronde Velikovskij: si susseguono notizie di strane anomalie che stanno investendo il Sole ed i pianeti. Nibiru o no, qualcosa di aberrante pare agire ai confini del sistema solare. L’intensificazione dell’attività tettonica è probabilmente anche la conseguenza di influssi cosmici su cui i media di regime tacciono.

[4] Il classico di Nietzsche “La genealogia della morale” ci squaderna, pur nel taglio polemico ed infocato dell’autore, l’ipocrisia e l’opportunismo delle caste sacerdotali, ma siamo noi che non sappiamo apprezzare il sommo valore di sacrifici umani ed animali, di guerre, di stragi, di vendette, di ladrocinii e consimili delicatezze… Sono delicatezze che naturalmente si spiegano, chiamando in causa il contesto storico, la proiezione delle imperfezioni umane sul divino ed adducendo altri persuasivi argomenti. La Bibbia lascerebbe affiorare due orientamenti, uno nobile ed un altro meno. Sono riconducibili a due differenti entità poi fuse in una sola, come ritiene Friedman?

Sunday, October 28, 2012

Ammazza-romanzo ammazza-che supercazzola indipezzente


http://zret.blogspot.com/2012/10/ammazza-romanzo.html

Ammazza-romanzo

Chi oggi non si cimenta nella scrittura di un romanzo? Ci si improvvisa narratori: un altro scartafaccio va ad accatastarsi sugli scaffali delle librerie. Non solo, i circoli culturali organizzano ampollose conferenze di presentazione. La noia infinita di questi simposi letterari supera persino quello di paludati programmi televisivi, a base di "scienza e tecnologia". E’ la noia la palude da dove esalano i gas mefitici che amano respirare a pieni polmoni letterati abortiti, critici stitici ed il pubblico vanesio. Tutto è già stato scritto: a che pro aggiungere all’arcinoto il già noto?

Da quando Sofocle compose “Edipo re”, abbiamo compreso che ognuno ha il suo destino cieco, ineluttabile. Può cambiare la copertina, ma tutti questi giovani di brutte speranze hanno stuccato con la loro pretenziosa narrativa. Se almeno sapessero scrivere, ma il linguaggio si barcamena tra una fiacca imitazione di Pennac ed il gergo degli adolescenti. Passi. Codesti imbrattacarte non incarnano una visione del mondo purchessia: spiattellano solo la loro miserabile esistenza post-borghese. I loro romanzi sono simili ai bocconcini per cani e gatti: sono contenuti in scatole sfavillanti e decantati come sani e succulenti pasti, ma ti vengono i brividi a pensare con quali scarti sono prodotti.

Vero è che il mondo è spesso atroce, disgustoso, inquietante. Allora è meglio rifugiarsi nell’hortus conclusus della “letteratura”, nello snobismo dell’originalità a tutti i costi. Intrecci intricati, eroi sopra le righe, una finta presa sulla realtà, alla Saviano, mestierante delle "verità" preconfezionate dai media delle oligarchie. Non crediamo a chi afferma di essere animato dalla passione per la verità: se non è uno sciocco, è un tronfio retore dell’antimafia, della "legalità". Ecco le storie impregnate di cronaca nera alla Lucarelli, adatte al palato grossolano di utenti che si succhiano le serie televisive con Carabinieri in gonnella. Istituzioni sciroppose difendono il cittadino dai crimini catodici.

L’altra faccia della patacca è il racconto pseudo-storico, magari ambientato in un Medioevo di cartapesta dove il monaco ed il cavaliere si esprimono come un frequentatore di discoteche. Qual è la differenza tra un romanzo ed uno scemeggiato? Tutto è piatto, dozzinale, stiracchiato… sempre le solite risciacquature.

E’ molto più saggio, se se ne è capaci, scrivere fulminei aforismi o saggi appuntiti. La vita, questa linea spezzata tra la nascita e la morte, può congelarsi in un romanzo che sia altrettanto spezzato, incastrato, protruso. Ben venga allora lo strappo, non ricucito nel quietismo consolatorio della morale corrente, in stile recita scolastica. Sia il solco nella bonaccia del tedio, l’arricciatura sulla pagina liscia. Le contraddizioni si possono ricomporre quando squarciano il perbenismo, quando sovvertono il pensiero dominante. 


Sunday, April 18, 2010

Codice Genesi

http://zret.blogspot.com/2010/04/codice-genesi.html

Codice Genesi

“Codice Genesi” è la recente pellicola per la regia dei fratelli Albert ed Allen Hughes, con Denzel Washington, Mila Kunis e Gary Oldman, tra gli interpreti principali. Il titolo originale, snaturato nella versione italiana, è l’augusto "Book of Eli", trasparente e scontata allusione alla Bibbia. In un mondo post-nucleare, cumulo di rovine e deserto punteggiato di alberi scheletriti, il protagonista, un uomo solitario, cerca di portare in salvo la Bibbia, l'opera che può offrire una speranza all'umanità del futuro. Il pellegrino è osteggiato e blandito dal malvagio Carnegie (Gary Oldman), ma - come si conviene negli intrecci più bolsi - aiutato dalla di lui figlia, Solara (Mila Kunis).

Che il filone post-apocalittico abbia ormai stuccato, Hollywood sembra non accorgersi, visto che continua ad ammannire queste produzioni in cui alla povertà delle idee si tenta di sopperire con una pletora di citazioni colte e di significati pretenziosi. Qui addirittura, tra le altre fonti, si scomoda il capolavoro di Ray Bradbury, "Fahreneit 451", per imbastire un apologo didattico dove la Bibbia diventa simbolo ambiguo del potere e della conoscenza, come se gli uomini, liberatisi della soffocante mediazione costituita dalle gerarchie sacerdotali, dovessero comunque accettare la mediazione degli interpreti.

Quale sarà l'interpretazione corretta, quella che più avvicina alla verità? Chi, se non l'eroe integerrimo ed impavido, cerca e custodisce la Gnosi? Non sono quindi casuali, benché inopportuni, i riferimenti omerici nell'ulissiaco protagonista che vede perché cieco e che a Carnegie, il quale gli domanda "Chi sei tu?", risponde: "Nessuno" (sic). I valori emblematici nel film si sprecano (dal nome Eli, adombrante il profeta Elia ed Elohim, a Solara che riempie d'acqua la borraccia del sitibondo viandante, in una prosaica evocazione dell'età acquariana) e sono simili a quelle perline scintillanti, ma di nessun valore che i visi pallidi donavano ai nativi americani per ingraziarseli o per ottenere merci pregiate.

In effetti, si adotta una furbesca captatio benevolentiae nei confronti dello spettatore medio soprattutto statunitense che sul comodino tiene la Bibbia accanto alla scatola dei sonniferi. Il testo sacro, che non bruciava nei roghi con cui gli inquisitori incendiavano i libelli degli "eretici", è l'oggetto di una devozione monolitica, di una fede che rischia di sdrucciolare nel fondamentalismo d chi brandisce la Bibbia, senza averla mai letta. Non è forse una coincidenza se, in questo come in altri lavori cinematografici, il ruolo del campione è affidato ad un attante dal nome ebraico, quasi, alla fine, la prospettiva per l'avvenire dovesse passare per un sentiero determinato. [1]

Così, nonostante la grandiosità dei campi lunghi di un film in cui sceneggiatura e soggetto hanno il fiato corto, "The Book of Eli", culmina in un'Apocalissi… ma senza alcuna Rivelazione.

[1] Si pensi al bellissimo Dark city.


Tuesday, November 3, 2009

La metamorfosi

http://zret.blogspot.com/2009/11/la-metamorfosi.html

La metamorfosi

Gregorio Samsa, svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo. (F. Kafka)

Una recente puntata di "Voyager" ha dedicato un servizio alla Massoneria. Il contributo, superficiale e fuorviante, si è tradotto in una specie di panegirico della Massoneria cosiddetta speculativa. Chi scrive ritiene che, sebbene alcune logge e certi affiliati a questa società segreta fossero animati da lodevoli intenti, presto cominciarono le infiltrazioni sicché, accantonati ideali forse astratti, ma nobili, già al principio del XIX secolo, la Massoneria era ormai tralignata e volta a perseguire un graduale, ma perverso programma egemonico. Se consideriamo la storia risorgimentale, sfrondandola degli allori e della retorica celebrativa, cogliamo in filigrana un piano che, coinvolgendo celebri "eroi" come Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, portò a costruire le premesse degli abominevoli stati e superstati attuali. E' possibile che ancora oggi esistano logge innocue o che perseguono fini condivisibili, ma ormai la Massoneria è tutt'uno con i progetti e le scelleratezze delle vomitevoli élites globalizzatrici.

Purtroppo a questa degenerazione "Voyager" non ha neppure accennato: ne è scaturito un elogio dolciastro e falso di Washington, Franklin e "fratelli". Naturalmente non si è ricordato che Mazzini fu in odore di satanismo; satanista fu Benjamin Franklin. La perigliosa virata del programma condotto da Giacobbo è, però, solo uno dei tanti passi falsi di una trasmissione che sta sempre più sdrucciolando nella disinformazione e nella propaganda. "Voyager", già nato e cresciuto all'insegna dell'ambiguità, (si ricordi la sbilanciata e pilatesca puntata sulle scie chimiche), sta subendo, quasi certamente per pressioni dei servizi, un inquietante processo di sblendorizzazione.

Ne è sintomo la tendenza a ridimensionare questioni ed ipotesi eretiche che già prima erano trattate in modo da non irritare troppo l'inquisitore Kattivix ed i suoi ligissimi dipendenti [n.d.eSSSe: vi ricordate quand qualcuno diceva "non rientra nelle nostre priorita' occuparci dei disinformatori..." ?]. Come scrissi, il ridimensionamento prelude spesso alla negazione. Un altro indizio di questa "normalizzazione" è la creazione del nuovo format "Voyager storia", in cui un fiacco Giacobbo pare la pallida (ma rubiconda) controfigura di Alberto Angela, già parodia di sé stesso ed impegnato, in infantili programmi come "Ulisse", a fare strame della cultura antica e medievale, con il funesto contributo di ammuffiti "esperti".

E' veramente penoso subire i soporiferi e banali servizi sui gladiatori romani, sulle esplorazioni geografiche, sugli impavidi piloti della Prima guerra mondiale... : sembra di leggere le pagine consunte di un sussidiario usato nelle scuole elementari di trent'anni fa. La noia è infinita: temi triti e ritriti presentati sempre con lo stesso taglio convenzionale e per di più in modo menzognero. "Voyager storia" è una trasmissione didascalica, ma che non insegna alcunché, un'inutile replica di Ulisse, una minestra riscaldata insaporita solo con un pizzico di pepe, come gli U.F.O. di Mussolini.

Non ci attendiamo che la televisione di stato affronti temi rilevanti con serietà e sagacia, ma almeno tempo fa "Voyager" offriva qualche spunto, benché estemporaneo. Ora ci manca solo che a condurlo mandino Kattivix e la metamorfosi del programma sarà compiuta, una metamorfosi kafkiana...