http://zret.blogspot.com/2010/12/salvatori-e-carnefici.html
Salvatori e carnefici
Chi avrebbe mai potuto immaginarlo in passato? L’ufologia ci ha portato sul limitare di una teologia dubitosa, interrogativa. Infatti, se è vero che l’universo è popolato di razze intelligenti, come pensano molti cosmologi ed esobiologi, ci chiediamo quale sia la relazione che intercorre tra le nazioni delle stelle ed il Creatore.
In verità, in questi ultimi anni il quadro delle ipotesi ufologiche si è spaccato: da un lato si disegna uno scenario di esseri benevoli in conflitto con la funesta Cabala del nostro pianeta. La Terra sarebbe uno dei pochi pianeti-prigione in un creato edenico. Altri ricercatori, invece, evocano insidiose interferenze aliene in un cosmo che pare “un accampamento di demoni”. E’ ovvio che questi due scenari sono rispettivamente due concezioni: nel primo caso un Dio amorevole e benigno attende solo che alcuni popoli evolvano per portare l’intera creazione al "punto omega" (Teillhard de Chardin); nel secondo, l’universo è un gigantesco teatro di guerra, dove razze bellicose si contendono l’egemonia di pianeti e sistemi solari. Un demiurgo pazzo gioca ad accendere ed a spegnere stelle, a plasmare ed a disintegrare mondi, mentre meteore ed asteroidi schizzano in uno spazio gelido, proiettati ai confini della notte. Questo universo entropico ed irrazionale, nato dal caso, corre verso la morte ed il silenzio. Civiltà sorgono, crescono, decadono, muoiono, mentre le orbite vuote dei buchi neri fissano il nulla, in una solitudine siderale.
Sebbene sia difficile aderire all’ipotesi monopolare che, tra l’altro, sancisce un antropocentrismo cosmico (terrestri con anima ed alieni brutti e cattivi), non mi sento di accogliere la versione edulcorata ed idealizzata degli extraterrestri angelici, chioma bionda e fluente, occhi cerulei. Sono ufonauti quanto mai pazienti e tolleranti: se avessero voluto, avrebbero potuto rovesciare, in un amen, la dittatura che schiaccia la popolazione di Gaia. Evidentemente sono buddhisti e poi - si sa - vige il principio della non-interferenza.
Probabilmente la verità sta nel mezzo, ma è una verità sfocata ed ammantata di perplessità.
Qual è il ruolo della specie umana in questo giuoco interplanetario? Siamo figli di Dio o schiavi di dei minori? Qualcuno ha agito da intermediario? Se l’interpretazione di Sitchin, Russo e altri ci vede come lavoratori alle dipendenze di signori poco o punto divini, la visione di Nigel Kerner ci trasforma in vittime di razze predatrici intente a cercare qualcosa la cui vera natura sfugge a noi come a loro. I Grigi descritti da Kerner sono androidi impegnati in una missione che non hanno neanche ben compreso e per conto di chi forse oggi è estinto. Questi Grigi sono simili a quei giocattoli meccanici che sbattono contro gli ostacoli, di qua e di là, finché non si esaurisce la carica.
Ha senso introdurre i concetti di caduta e redenzione per altre razze intelligenti? Questa domanda è ineludibile per i Cristiani. Alcuni di loro immaginano un percorso di colpa e salvezza anche su lontani pianeti; altri vedono nella Terra il centro del Tutto, poiché la vicenda dell’Incarnazione è una nostra prerogativa.
Echeggia la domanda iniziale sul rapporto tra queste stirpi e la Trascendenza: esuli che sperano, disperati, di tornare in patria, un po’ come noi… E’ l’universo ad essere stato bandito dal Paradiso e non l’Adam?
Se veramente la Terra è tra il martello di Arconti stranieri e l’incudine di potentati terreni, ci chiediamo quale sia il motivo di questo concorso di circostanze avverse. Fu solo sfortuna? Altrove che succede?
La via d’uscita non è il viaggio verso altri corpi celesti, ma verso altre dimensioni, scisse da questa.
In verità, in questi ultimi anni il quadro delle ipotesi ufologiche si è spaccato: da un lato si disegna uno scenario di esseri benevoli in conflitto con la funesta Cabala del nostro pianeta. La Terra sarebbe uno dei pochi pianeti-prigione in un creato edenico. Altri ricercatori, invece, evocano insidiose interferenze aliene in un cosmo che pare “un accampamento di demoni”. E’ ovvio che questi due scenari sono rispettivamente due concezioni: nel primo caso un Dio amorevole e benigno attende solo che alcuni popoli evolvano per portare l’intera creazione al "punto omega" (Teillhard de Chardin); nel secondo, l’universo è un gigantesco teatro di guerra, dove razze bellicose si contendono l’egemonia di pianeti e sistemi solari. Un demiurgo pazzo gioca ad accendere ed a spegnere stelle, a plasmare ed a disintegrare mondi, mentre meteore ed asteroidi schizzano in uno spazio gelido, proiettati ai confini della notte. Questo universo entropico ed irrazionale, nato dal caso, corre verso la morte ed il silenzio. Civiltà sorgono, crescono, decadono, muoiono, mentre le orbite vuote dei buchi neri fissano il nulla, in una solitudine siderale.
Sebbene sia difficile aderire all’ipotesi monopolare che, tra l’altro, sancisce un antropocentrismo cosmico (terrestri con anima ed alieni brutti e cattivi), non mi sento di accogliere la versione edulcorata ed idealizzata degli extraterrestri angelici, chioma bionda e fluente, occhi cerulei. Sono ufonauti quanto mai pazienti e tolleranti: se avessero voluto, avrebbero potuto rovesciare, in un amen, la dittatura che schiaccia la popolazione di Gaia. Evidentemente sono buddhisti e poi - si sa - vige il principio della non-interferenza.
Probabilmente la verità sta nel mezzo, ma è una verità sfocata ed ammantata di perplessità.
Qual è il ruolo della specie umana in questo giuoco interplanetario? Siamo figli di Dio o schiavi di dei minori? Qualcuno ha agito da intermediario? Se l’interpretazione di Sitchin, Russo e altri ci vede come lavoratori alle dipendenze di signori poco o punto divini, la visione di Nigel Kerner ci trasforma in vittime di razze predatrici intente a cercare qualcosa la cui vera natura sfugge a noi come a loro. I Grigi descritti da Kerner sono androidi impegnati in una missione che non hanno neanche ben compreso e per conto di chi forse oggi è estinto. Questi Grigi sono simili a quei giocattoli meccanici che sbattono contro gli ostacoli, di qua e di là, finché non si esaurisce la carica.
Ha senso introdurre i concetti di caduta e redenzione per altre razze intelligenti? Questa domanda è ineludibile per i Cristiani. Alcuni di loro immaginano un percorso di colpa e salvezza anche su lontani pianeti; altri vedono nella Terra il centro del Tutto, poiché la vicenda dell’Incarnazione è una nostra prerogativa.
Echeggia la domanda iniziale sul rapporto tra queste stirpi e la Trascendenza: esuli che sperano, disperati, di tornare in patria, un po’ come noi… E’ l’universo ad essere stato bandito dal Paradiso e non l’Adam?
Se veramente la Terra è tra il martello di Arconti stranieri e l’incudine di potentati terreni, ci chiediamo quale sia il motivo di questo concorso di circostanze avverse. Fu solo sfortuna? Altrove che succede?
La via d’uscita non è il viaggio verso altri corpi celesti, ma verso altre dimensioni, scisse da questa.
Uff che palle zret ...
ReplyDeleteBravo zret, vattene in un'altra dimensione. Sparisci!
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