L'immensa sputtanata a Zelig

Il blog che si sta visitando potrebbe utilizzare cookies, anche di terze parti, per tracciare alcune preferenze dei visitatori e per migliorare la visualizzazione. fai click qui per leggere l'informativa Navigando comunque in StrakerEnemy acconsenti all'eventuale uso dei cookies; clicka su esci se non interessato. ESCI
Cliccare per vederla

Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/

Showing posts with label rapimenti alieni. Show all posts
Showing posts with label rapimenti alieni. Show all posts

Sunday, June 26, 2011

Tutte le sfumature del Grigio (seconda ed ultima parte)

http://zret.blogspot.com/2011/06/tutte-le-sfumature-del-grigio-seconda.html

Tutte le sfumature del Grigio (seconda ed ultima parte)

Leggi qui la prima parte.

Suzanne Hansen vive in Nuova Zelanda dove gestisce sia un gruppo di sostegno agli experiencers sia un’associazione di ricerca. Ella è protagonista di alcune interazioni con presunte intelligenze esterne: attraverso sedute di regressione ipnotica, la donna ricordò una connessione anteriore alla sua nascita. Si percepì all’età di otto anni, quando vide una sfera di luce blu che i Grigi le spiegarono sarebbe divenuta suo figlio. Suzanne riferì un altro interessante episodio: un giorno, mentre stava per portare a termine la sua prima gravidanza, fu prelevata e portata a bordo di un’astronave, scortata da due creature. Gli ufonauti le comunicarono che si sarebbe dovuta unire a qualcuno. La puerpera rammentò di essersi sentita infusa di luce, mentre un Grigio chiarì che nel mondo erano migliaia i bambini venuti alla luce nell’ambito di un progetto per propiziare cambiamenti positivi ed il miglioramento della specie umana.

Josh, un experiencer australiano, affermò di aver visitato in astrale un grande vascello in cui incontrò anime ed una grande varietà di esseri gioiosi e saggi in grado di cambiare le loro sembianze, da quelle umane a nastri di luce, con un atto della volizione. Notò che gli occupanti dell’astronave erano composti da bolle effervescenti di energia.

La britannica Helen Sanderson, autrice di un libro di prossima pubblicazione, riferisce il vissuto della figlia Fay. Prima che Fay nascesse, gli extraterrestri separarono l’embrione dal corpo della gestante in diverse occasioni, al fine di eseguire le regolazioni che le avrebbero consentito di vivere sia sulla terra sia sulle navi spaziali. I visitatori riescono a compiere tale operazione, separando l’anima dal soma per mezzo di rotazioni degli strati di Merkavah (anelli) attorno al nostro corpo in direzioni diverse ed a differenti velocità(?). Questo accade in molti casi di rapimento: è prelevata l’anima (o il corpo astrale? n.d.r.) e l’involucro materiale lasciato, ma quando l’anima viene reintrodotta, essa ricorda la sua gestione-estrazione, portandone la memoria sotto forma di contusioni e cicatrici sulla pelle.

Un’altra contattata, Hayley, si avventura nelle seguenti delucidazioni: gli Altri sono impegnati in esperimenti genetici. Il cambiamento avverrà come un’onda che attraverserà la specie Homo sapiens sapiens. Esiste una connessione tra tutto e tutti, tra noi ed il divino.

Mary Rodwell collega queste ed altre relazioni alla teoria dell’universo olografico, evidenziando che alla natura profonda del cosmo soggiace l’interconnessione di ogni fenomeno: siamo quindi tutti anime con ruoli precisi, ma nella stessa danza cosmica. [1]

Senza indugiare nell’analisi delle varie testimonianze (si possono leggere, se si vuole approfondire gli articoli della categoria Ufologia) mi sembra meritevole di qualche glossa l’esperienza di Fay la cui interpretazione dei rapimenti, delle loro modalità e fini, pare un tentativo, per opera di un’astuta intelligenza, di schermare una ben diversa verità. La giustificazione dei segni sul corpo come effetto di uno choc dell’anima è capziosa.

In ogni caso, non si può escludere che sia in atto un'evoluzione della specie umana o di parte di essa, sebbene si resti molto perplessi di fronte a certi resoconti che non sono molto dissimili da quelli di altri rapiti i quali, però, hanno vissuto le abductions in modo traumatico. L’esegesi cambia, ma il substrato sovente combacia. E' vero che, come scrive Nietzsche, “non esistono i fatti, ma le interpretazioni”, tuttavia…

[1] Sul retroterra concettuale del modello in oggetto, si potrà leggere tra breve “La teoria dell’universo olografico: alcune implicazioni filosofiche”.

Fonti:

Mary Rodwell, Gli alieni siamo noi, traduzione di M. Baiata, in X Times n. 31 e 32
Id., Extraterrestri, coscienza umana e dimensioni dell’anima, l’intima connessione, 2011, traduzione di noiegliextraterrestri


Wednesday, June 22, 2011

Sei giorni sulla Terra

Vi invito anche a leggere il post dedicato a questo capolavoro da Perle Complottiste


http://zret.blogspot.com/2011/06/sei-giorni-sulla-terra.html

Sei giorni sulla Terra

“Sei giorni sulla Terra” è la nuova pellicola di Varo Venturi. Il dottor Davide Piso è un professore universitario che si occupa di rapimenti. Isolato all’interno dell’ambiente accademico, Davide incontra persone possedute da extraterrestri che, sotto ipnosi, svelano la presenza di un parassita. Un giorno una giovane dai capelli rossi, la fascinosa Saturnia (la brava Laura Glavan), chiede all’ordinario di indagare sull’entità che si è intrusa in lei.

Piso così viene a conoscenza di una realtà inesplorata: la sua scoperta lo porta in rotta di collisione con l’aristocrazia nera nonché con la “cupola” di esseri provenienti da lontani pianeti e da conturbanti dimensioni.

Il regista, noto per l’atipico “Nazareno”, interpreta in modo persuasivo il protagonista, avvalendosi della fotografia gotica di Daniele Baldacci, ma non riesce a drammatizzare le tesi malanghiane: nel film latitano le emozioni e la suspense, mentre gli stessi luoghi in cui sono ambientare le scene clou sono illustrati freddamente.[1]

L’opera, più che una trasposizione in chiave cinematografica delle vicende legate ai rapimenti alieni, è una didascalica esposizione di quanto Corrado Malanga ha in questi anni elaborato. Vero è che il lungometraggio non appartiene al sottogenere fantascientifico, a differenza di quanto ha concluso qualche critico corrivo, ma il gusto del racconto è azzerato dall’esigenza di dichiarare le concezioni dell’ufologo di Pisa.

Non sono pochi i limiti della produzione: scansione rigida e sequenziale degli eventi nei sei giorni cui si riferisce il titolo, recitazione meccanica di molti attori, sceneggiatura piatta, intreccio che, nonostante l’originalità del retroterra ideologico (gli alieni cattivi che tentano di ghermire l’anima per accedere alla sfera divina), ricorda troppo da vicino cose già viste.

L’espediente narrativo (?) del 666, interpretato come frequenza che imprigiona l’umanità in una matrice – ma pare che in origine il numero della Bestia fosse il 616 – evoca l'originale trovata di “Essi vivono”. I rapiti che, quando sotto ipnosi, gracchiano i minacciosi messaggi dell'extraterrestre, ci paiono una ripresa involontariamente comica del celebre “L’esorcista”. Si obietterà, affermando che le idee xenologiche di Malanga sono imparentate con la demonologia, ma appunto ricalcarle in modo pedissequo non giova alla narrazione. Quello che più lascia perplessi è, però, il messaggio: inespressivo e quadrato come un codice a barre, con la risoluzione affidata ad un ambiguo Gesuita

Invano la regia cerca di sopperire, ad esempio con i frenetici movimenti di macchina, ad un racconto statico. Il risultato è un film che non avvince, ma che neppure convince. Compresso in poco tempo l’universo demiurgico ed oscuro di Malanga, lo si rende, nonostante il costante richiamo ad Anima, ancora più aritmetico ed antropocentrico. D’altronde Anima è solo una forma particolare di energia: se non è traducibile in numeri, poco ci manca.

“Questa non è ufologia”, protesta qualcuno, ancorato, a ragione o a torto, alla ricerca classica. “Questo non è cinema”, si potrebbe chiosare. Soprattutto dispiace che un film imperniato su Anima, ne sia del tutto privo.

[1] La presente recensione non è una disamina degli studi compiuti da Malanga sulle interferenze aliene, studi di cui alcune conclusioni sono interessanti.

Leggi qui la recensione di Lavinia Pallotta e qui la presentazione di Giuseppe Di Bernardo.


Tuesday, July 20, 2010

Jim Sparks e l’ufologia ecologista

http://zret.blogspot.com/2010/07/jim-sparks-e-lufologia-ecologista.html

Jim Sparks e l’ufologia ecologista

"Jim Sparks è cresciuto in Florida.[...] I suoi rapimenti cominciarono nel 1988 ed hanno cambiato la sua vita per sempre. Oggi, Jim si è accorto che non è solo, poiché molti altri hanno vissuto e vivono esperienze simili. Il suo vissuto è diverso da quello della maggior parte dei sequestrati, in quanto egli ha un ricordo quasi totale delle sue avventure. Nei due decenni in cui egli si è incontrato con i visitatori, è venuto al corrente di sorprendenti tecnologie che potrebbero eliminare il nostro bisogno di combustibili fossili, creando energia gratuita. Jim vive nel deserto del Nevada. Nel 2007, principiò a lavorare a tempo pieno per educare il pubblico, per quanto riguarda lo scenario dei rapimenti alieni e dei loro scopi. Jim ha inoltre costituito la 'Fondazione Terra' per contribuire a salvare le foreste pluviali."

Jim Sparks è autore di un volume intitolato "The keepers". Nel testo egli racconta i numerosi sequestri di cui è stato vittima per opera di alieni e descrive i suoi incontri con esseri intelligenti dai quali ha ricevuto una mole imponente di informazioni, soprattutto a proposito di una forma di energia non inquinante. L'opera contiene un accorato messaggio per l'umanità: "il nostro pianeta sta morendo".

E' dunque questo il profilo bio-bibliografico di un rapito le cui "rivelazioni" non si discostano molto dagli strabilianti ragguagli ammanniti dalla pletora di contattisti e contattati. Sparks, però, al campionario di altri autori che, se non altro, pur nell'ambito di eventi ai confini della realtà, mantengono una certa logica interna, non si perita di contraddirsi. Così i suoi ufonauti, pur essendo degli ecologisti ("Il pianeta sta morendo" è lo sgomento monito ripetuto dai solleciti alieni... non ce n’eravamo accorti), non esitano a collaborare (!) con i militari terrestri, noti per il loro amore per la natura oltre che per il loro spirito umanitario. Non solo, questi angelici visitatori amano indossare uniformi: de gustibus. E' probabile che Sparks sia in buona fede e che non si sia avveduto di essere lo zimbello al centro di una cosmica turlupinatura. I suoi amici dello spazio poi sono tanto naives da rivolgersi, secondo il suo racconto, ai governanti della Terra per offrire loro tecnologie che emanciperebbero il pianeta dal petrolio e dell’uranio. Insomma, dei piazzisti che hanno scelto proprio i clienti più adatti.

Tralasciamo le clamorose incongruenze in cui incorre Sparks. Egli riferisce di Rettiliani, di Grigi e di esseri provenienti dal futuro che sbarcano nel nostro tempo per prelevare uomini da cui estrarre materiale genetico. In alcune occasioni, il ricordo dei suoi incontri è cancellato, in altri, secondo lui, no: con quali criteri e per quali ragioni recondite non è dato sapere. Si ha l'impressione che Sparks abbia shakerato i principali temi della vulgata ufologica per darci da trangugiare questo beverone.

L'aspetto più urtante del messaggio diffuso da Sparks è la dolciastra insistenza su temi ambientalisti. Nei dialoghi tra lui e gli extraterrestri, costoro esprimono preoccupazione per quanto sta accadendo sulla Terra: stiamo inquinando i fiumi, i laghi e persino l'aria che respiriamo. Aspettate: ne prendo nota. Per questo motivo i visitatori lo hanno incitato a manifestare la loro inquietudine all'umanità. Sarà il caso di iscriversi a Greenpeace. Sparks ha scritto un libro e da anni tiene conferenze. Si sa: i libri e le conferenze cambiano il mondo.

Sulle cause dell'inquinamento e del collasso ormai prossimo del pianeta, gli alieni di Sparks sono, more solito, generici. Non accennano neppure alle scie chimiche né all’uranio impoverito. Sarà forse tutta colpa del biossido di carbonio? Probabile che gli intrusi, con cui l'autore ha avuto moltissimi abboccamenti, siano in verità degli opportunisti interessati a preservare i loro "capi di bestiame" (non tutti, alcune mucche sono allevate per la produzione di latte, ma altre sono avviate al macello). Nel frattempo questi presunti alieni stringono patti segreti con la casta dei militari e raccontano fandonie all'"eletto" di turno.

Il volume di Sparks si intitola “The keepers”, ossia “I Guardiani”… certo, i guardiani del gregge umano.




6 commenti:

ginger ha detto...

Già, perchè mai i visitatori dovrebbero voler indossare proprio le vesti militari, visti i rapporti di questi ultimi con la difesa ambientale? E' duro credere che si tratti di alieni eccentrici...
Ciao

Zret ha detto...

Ginger, se sono alieni, sono del tutto inaffidabili. Avere commercio con i militari non è un bel biglietto da visita.

Ciao e grazie.

ginger ha detto...

Sono d'accordo: "alla larga". Ciao

ANGELO CICCARELLA ha detto...

Caro Zret, questi racconti di rapiti, sono puerili depistaggi, quando non addirittura mezzucci per sbarcare il lunario grazie ad un argomento che oggi tira. Tra canalizzatori, medium, rapiti, l'ufologia si sta imputtanendo. Convegni in cui partecipano tali personaggi, declassano tutto l'ambiente, ormai già al tubo del gas. Sarò nostalgico, ma l'ufologia negli anni settanta era un'altra cosa. Non mancavano mitomani e furbetti, ma erano minoritari rispetto ai seri ricercatori e appassionati con un minimo di discernimento. Oggi se non sei stato rapito almeno una volta, non ti invitano nemmeno ai convegni.
Vedi, io non pretendo di essere creduto per le esperienze che ho fatto, ma non potrò certo essere accusato di farci i soldi. La mia posizione come tu ben sai, non è certo quella di un riduzionista della realtà, anzi, quello che non sopporto è il mercimonio che si fa di un enigma ben lungi dall'essere svelato. Oramai, girano certi personaggi nel mondo ufologico internazionale, che non rientrano nemmeno più tra le strategie governative come agenti del discredito, ma semplicemente millantatori in cerca dei gonzi da spennare.
Usciamo dal pantano di Eleusi.

Zret ha detto...

Angelo, hai compiuto un'implacabile e doverosa analisi di questa pseudo-ufologia furbesca e mercenaria.

Ciao e grazie.

Zret ha detto...

Tuttavia la copertina del libro è discreta.

Monday, June 21, 2010

Tre minchiate al prezzo di una

Ron Noel, l'uomo controllato dagli alieni?


A giudicare da quanto accaduto a Ron Noel, un americano di 49 anni, gli alieni ci marchierebbero come animali e ci controllerebbero dalle più lontane galassie: dopo 40 anni da quando gli alieni lo avrebbero rapito, l’uomo ha infatti scoperto di avere nel proprio corpo un sofisticato e potentissimo trasmettitore composto da una sostanza metallica, che secondo il dott. Roger Leir che sta studiando il caso, sarebbe in grado di stimolare la generazione di cellule ossee e perciò non provocherebbe né rigetto né infiammazioni.

L’uomo era andato a farsi fare delle radiografie perché gli era stata diagnosticata la sindrome del tunnel carpale ed il radiologo, forse notando qualcosa di strano ma non identificabile, gli chiese se avesse degli impianti metallici. La stessa sera, per caso, Ron vide una trasmissione televisiva in cui si parlava del dottor Roger Leir come il massimo esperto di estrazione di impianti alieni e come uno dei maggiori rappresentanti della ricerca nel campo dell’ufologia: decise perciò di interpellarlo.

“Ron Noel mi ha consultato 2 o tre anni fa – ricorda il dott. Leir – ma prima di fare qualsiasi intervento estrattivo ho voluto capire bene di cosa si trattasse. La dottoressa Ivonne Smith ha sottoposto il paziente ad una terapia ipnotica durante la quale ha descritto gli alieni, esseri senza bocca ma che gli parlavano direttamente nella testa dicendogli di non avere paura e che avrebbe dimenticato tutto, il rapimento e l’innesto di un oggetto nel braccio; poi gli sono state fatte delle speciali radiografie dalle quali si è vista una piccola macchia vicino all’osso del suo braccio, successivamente ho fatto la misurazione delle radiazioni per mezzo di un contatore Geiger che non ha rilevato nulla, infine ho usato un misuratore di frequenze molto sofisticato che ha individuato nel braccio di Ron un trasmettitore frequenze capaci di raggiungere il più profondo e lontano universo”.


Il braccio di Ron, inoltre, è stato osservato con una speciale luce ultravioletta e si è osservato che, in corrispondenza dell’ubicazione del minuscolo oggetto appariva un segno, una specie di marchio a forma di C presente anche in altre persone che avevano raccontato di essere state rapite dagli alieni.

Il dott. Leir, che confessa di essere stato un super scettico e di essersi interessato allo studio dell’ufologia solo per dimostrare che tutto quanto si raccontava in proposito non era altro che menzogna, ora, dopo avere estratto a 16 persone 16 oggetti trasmettitori tra cui uno che usava la stessa frequenza della NASA, si dice convinto oltre ogni dubbio che i rapimenti degli alieni possono essere veri, che la stessa persona può essere rapita più volte nel corso della vita come pare sia successo a Ron Noel e che questi minuscoli e particolari oggetti potrebbero inviare informazioni sia a qualcuno che si trovi vicino a noi che a qualcuno che si trovi ad inimmaginabili distanze.


link: http://www.ufoonline.it

UFO AVVISTATO A PADOVA: "30 SFERE IN CIELO"

L'ufo a  Padova (foto da Il Gazzettino)
Luci dal cielo. Luminose, accecanti e velocissime. Una coppia di Cadoneghe ne ha contate una trentina, ma altri testimoni descrivono uno schieramento di almeno cento palle di fuoco che si sono ricorse sopra il cielo di Cadoneghe. Oggetti non identificati che domenica sera, poco dopo le 22.30, hanno tenuto Domenico Zanardino, 33 anni, e sua moglie Erika Camparin, 30 anni, con i residenti di via Garibaldi con il naso all'insù. Lo racconta il quotidiano Il Gazzettino sul suo sito web. Un insolito avvistamento che Zanardino, è riuscito a filmare con la sua videocamera. «Ne abbiamo contate trenta: erano luci infuocate a forma di rombo e dalla fessura che s'intravedeva il fascio di luce accecante - racconta la moglie Erika, - eravamo in salotto e siamo stati entrambi attratti dalla strana luce che arrivava dal cielo. Siamo usciti in terrazzo e abbiamo queste strane luci venirci incontro. Erano tantissime, allineate una dietro l'altra, e si muovevano rapidamente. Quello che mi ha colpito è che non si sentiva alcun rumore. Arrivavano da lontano e man mano che si avvicinavano erano sempre più veloci». Le palle di luce hanno attirato l'attenzione anche di altri residenti e degli avventori del bar. Tra loro c'è chi giura di averne contate addirittura cento. «Tutti ci chiedevano cosa mai fossero quelle luci e da dove venissero. Poi mio marito ha preso la telecamera e si è messo a filmare. Altre persone hanno provato con il telefonino». Le luci, al momento non ancora identificate, si sono rincorse per circa un quarto d'ora tra lo stupore della gente che le ha poi osservate sparire nel cielo. Aerei? Asteroidi? Palloncini sonda? Ufo? L'interrogativo rimane.

Guarda il video


Luci sull’Adriatico, UFO di ritorno?


Alba Adriatica – Luci arancioni ieri sera tra le 32,15 e le 23,45 apparentemente sull’Adriatico, non molto a largo, di fronte ad Alba Adriatica e Villa Rosa di Martinsicuro. Due sciami, uno di cinque-sei, un secondo poco dopo di sette luci; in ogni sciame uno o due luci vistosamente più grandi delle altre. Formazione di diverse figure geometriche, tra le quali almeno una volta l’immancabile triangolo. Movimento lento, ascensionale e discdensionale, ma anche trasversale. Dopo qualche minuto, le luci si affievoliscono e si dissolvono come spegnendosi. Fuochi artificiali? No, come pare da escludere qualche altro gioco estivo per attirare i curiosi. O almeno, viene assicurato che giochi nessuno ne ha messi in scena. Le luci sono state viste da molte persone, qualcuno ha anche avvertito i carabinieri. Le ipotesi più disparate, come sempre, e l’immancabile “esperto” di UFO che garantisce: oggetti volanti non identificati. Per l’Adriatico, del resto, sarebbe solo un ritorno. Nel 1978 vi fu una serie impressionante di avvistamenti e fenomeni, un peschereccio affondò senza alcuna tempesta e l’equipaggio risultò morto: ma non di annegamento, bensì di paura. Di qualcosa che veniva fuori dal mare, si disse e si scrisse. Alcuni dei fenomeni restarono, e restano, non spiegati, come i danni ad una centrale elettrica sul Gran Sasso, verificatisi in coincidenza con l’apparizione di strane cose in cielo. Centinaia gli inviati, gli operatori, i fotografi accorsi dall’Italia e dall’estero.
In molti prevale lo scetticismo, però qualcosa in cielo si vedeva, ieri sera. E non sarebbe la prima volta in questo periodo di continue e ripetute apparizioni di luci arancioni, una clamorosa a Roma lo scorso 6 giugno, fotografata da agenti dell’Aeronautica della contraerea, rapportata e registrata nei documenti militari. In cielo diverse luci, anche disposte a triangolo, visibilissime e fotografate. Altri avvistamenti del genere sono stati numerosi in Campania e in Calabria: You Tube è stracolmo di foto e filmati, qualcosa di singolare deve pur esserci: o sono tutti pazzi e mistificatori? Anche l’Aeronautica? Il caso di Alba non pare agli esperti uno dei più clamorosi, ma quasi “normale” tra tante segnalazioni. Chi o cosa c’è nel cielo che scorrazza e danza? Decisamente soprendente una foto (dalla Campania) ben scattata e ben ingrandita: ritrae (senza trucchi, viene assicurato) un corpo sferico grande, color arancione, sfumato nella parte posteriore, e attorno un grappolo di luci più piccole che sembrano orbitare per poi sparire: come se entrassero nel corpo maggiore o si allontanassero per le loro evoluzioni. Controllare e verificare, You Tube è lì. Le foto che pubblichiamo ritraggono due dei tanti fenomeni del genere, sulla costa della Campania e su quella del Lazio)


fonte: http://www.inabruzzo.com/?p=42079

Wednesday, March 17, 2010

Le linee temporali di Stan Romanek

http://zret.blogspot.com/2010/03/le-linee-temporali-di-stan-romanek.html

Le linee temporali di Stan Romanek

Stan Romanek è un cittadino del Colorado, le cui esperienze circa gli incontri con gli extraterrestri sono considerate tra le più documentate. Egli sostiene di essere in possesso di video, di numerose fotografie e di prove fisiche del suo vissuto. Il primo avvistamento di Romanek risale al 27 dicembre 2000. Egli, da allora, sostiene di aver avuto più di cento esperienze individuali.

Romanek ha, in passato, prodotto fotografie di cicatrici sul suo corpo, dovute - stando al testimone - ai suoi rapitori. Egli ha anche esibito fotografie di segni di combustione nel cortile dell'appartamento in cui abita nonché di un U.F.O. mentre decolla. Il contattato ha anche elaborato strane equazioni, la cui autenticità ha causato infuocate controversie. Nel 2003, quando l'uomo viveva in Nebraska, installò una videocamera per riprendere quello che egli pensava fosse un voyeur. Grande fu la sua sorpresa, allorché si accorse che il video mostrava presumibilmente la testa di un furtivo extraterrestre in atto di sbirciare attraverso la finestra di casa.

A Romanek si devono pure delle sibilline predizioni, frutto dei suoi abboccamenti con i visitatori. Egli reputa che l'umanità sia ormai prossima a qualcosa di cruciale: è necessario prepararsi per affrontare il cambiamento che è un bivio. Se non compiamo il passo decisivo per maturare, saremo perduti, sebbene il rapito ritenga che il percorso temporale stia deviando verso una situazione un po' più propizia rispetto a quanto paventato, allontanandoci dal Nuovo ordine mondiale.

Romanek è autore di un libro intitolato Messages (scritto insieme con J. Allen Danelek): nel testo ripercorre le sue (dis)avventure e descrive gli alieni da lui fotografati o filmati, tra cui Grandpa e Boo, due Grigi dalla pelle bluastra, il collo magro, le braccia lunghe ed esili.

Il caso di Romanek, benché riproponga per lo più i motivi della classica casistica inerente ai contattati, se ne discosta per l'importanza che assumono le equazioni sopra accennate e, in parte, per il variegato campionario di ufonauti che l'uomo asserisce di aver incontrato. Si passa così dai noti Grigi ad esseri evoluti, da creature che proverrebbero dal futuro intente a recuperare informazioni genetiche perdute, ad altre che rapiscono gli uomini per salvare la loro razza. Gli alieni in alcune circostanze sono percepiti come esseri fisici, in altre occasioni, come entità interdimensionali.

L'aspetto che mi pare più interessante è il cenno ai segmenti temporali che "altri" sarebbero in grado di controllare, forse percorrendo tali "sentieri" in ambo le direzioni, verso il passato e verso il futuro. Sono concetti che vengono generalmente relegati nel limbo delle fantasie più fervide, ma che, sfrondati di risvolti inverosimili, potrebbero contenere un'ombra di verità.

Fonti:

P. Harris, Così fotografo gli alieni, in X Times, n. 17, marzo 2010

http://www.stanromanek.com/


Condividi su Facebook26




Wednesday, December 2, 2009

Peter Pasini: il marchio di un rapito

http://zret.blogspot.com/2009/12/peter-pasini-il-marchio-di-un-rapito.html

Peter Pasini: il marchio di un rapito

Peter Pasini è un tenore lirico australiano abitante nei pressi di Melbourne. Pasini, nel luglio del 1988, (altre fonti indicano il mese di giugno) – secondo il suo racconto – fu rapito da un equipaggio di un U.F.O. Da quella volta i rapimenti si succedettero più volte: in Ufologia i soggetti che vengono sequestrati in più occasioni sono definiti repeaters. Il giovane tenore dichiarò: “Da allora la mia famiglia ed io non abbiamo più avuto pace. Abbiamo traslocato tre volte, ma gli alieni ci seguono.”

Johannes Fiebag ricostruisce le vicissitudini di Pasini nel modo seguente: “Il primo rapimento ebbe luogo a Rosenwood, una piccola località vicina ad Ipwich, nell’Australia meridionale. 'Erano circa le 21 ed io mi trovavo in casa. All’improvviso, sentii un impulso irrefrenabile di uscire all’aperto. Quando guardai giù in strada, vidi un pallone dorato che volava seguendo i binari della ferrovia. Sulle prime pensai si trattasse di un nuovo modello di aereo, ma non faceva alcun rumore. M’incamminai verso di esso. Quello che mi sorprese di più era il senso di pace e di distensione che la luce dell’oggetto mi infondeva. Pur essendo di un chiarore abbagliante, non mi feriva minimamente gli occhi. Mentre me ne stavo lì affascinato da quella luce, apparve una figura umana tutta bianca e lucente come seta, con un’enorme testa, grandi occhi spioventi e bocca sottile come un taglio. Mi guardò, poi tutto sparì intorno a me. La prima cosa di cui mi ricordo ancora dopo questo fatto è che mi trovavo nel giardino di casa'. Ma non è tutto: qualcuno gli versò sulla testa uno strano liquido freddo, una sostanza trasparente e gelatinosa che gli cola giù per le guance. 'In quel momento mi accorsi che, accanto a me, stava inginocchiato mio fratello Gary: anch’egli aveva visto la luce'. Barcollando i due fratelli rientrano in casa e constatano con sorpresa che la loro madre sta dormendo profondamente, visto che dal momento in cui sono usciti di casa, sono trascorse sei ore. 'Quando mi guardai allo specchio del bagno – continua Pasini – scorsi sulla fronte un marchio rosso e circolare che mi faceva un male d’inferno. Avevo anche piccole bolle dietro le orecchie'. Per oltre un anno l’allora sedicenne Peter Pasini trascina la vita tormentata dal ricordo degli inspiegabili casi di quella notte”.

In seguito il giovane decise di consultare un ipnotizzatore: gli tornò alla mente un letto di metallo sul quale era stato adagiato, una fortissima luce bianca ed un umanoide che, preso un cilindro scuro, glielo aveva puntato contro. L’ufonauta inserì il cilindro nell’orecchio sinistro dell’adolescente che perse i sensi. Quando si destò, Peter era seduto davanti ad una finestra circolare da cui potè ammirare un cielo punteggiato di stelle.

Il caso di Peter Pasini snocciola il repertorio classico delle abductions: bagliori corruschi, esami medici a bordo di un’astronave, cicatrici e soprattutto la raggelante paura. Un aspetto concernente l’esperienza di Pasini merita di essere approfondito: il marchio sulla fronte che, insieme con l’innesto probabilmente introdotto nel malcapitato (si ricordi lo strumento a forma di tubo diretto nell’orecchio sinistro), testimonia che il vissuto ha un fondamento nella “realtà” fisica. In altri casi, infatti, si può ritenere che le esperienze dei rapiti si situino in una dimensione mentale, benché sia arduo indicare il confine (se tale confine veramente esiste) tra piano concreto e sfera psichica. Non si può neppure essere sicuri che Pasini incontrò degli extraterrestri, giacché, come è stato ipotizzato dai ricercatori Lammer e Boylan, falsi scenari di abduction possono essere creati dai militari, somministrando droghe e per mezzo di sofisticate tecnologie.

Pasini si convinse che gli era stato impiantato un microprocessore cerebrale: in effetti, pur avendo cambiato casa più volte, i suoi persecutori riuscirono a rintracciarlo anche nelle nuove abitazioni, forse grazie all’innesto miniaturizzato che consentiva loro di localizzare la vittima. Se gli impianti hanno solo questa funzione… [1]

[1] Nel 1990 Pasini fu protagonista di un avvistamento: mentre stava osservando il pianeta Venere che sorgeva ad oriente, vide un oggetto sigariforme e con una luce rossa pulsante. Il velivolo si librò per scomparire nel cielo notturno. Cinque minuti dopo, l’uomo scorse una nube scura nella direzione in cui l'ordigno era apparso.


Fonti:

J. Fiebag, Gli Alieni, Roma, 1994
R. Malini, U.F.O., il dizionario enciclopedico, Firenze-Milano, 2003, s.v. Pasini Peter
Research digest dell'UFORA, a cura di Keith Basterfileld, 1990




Sunday, November 8, 2009

Il plico misterioso

http://zret.blogspot.com/2009/11/il-plico-misterioso.html

Il plico misterioso

Il plico misterioso è il libro pubblicato da Maja Ricci Andreini. Dopo aver letto l'intervista che l'autrice ha rilasciato a Pino Morelli (vedi X Times n. 11), incuriosito, ho deciso di acquistare la pubblicazione, ma prima ho scritto all'autrice Andreini per chiederle se l'opuscolo includeva qualche informazione sulle scie chimiche che, piaccia o no, sono il fulcro di molti eventi attuali. La Ricci Andreini mi ha risposto con cortesia e sollecitudine, ma affermando che, sebbene nel testo siano toccati vari temi fondamentali, non sono inclusi riferimenti alla chemtrails.

Ebbene, se si legge tra le righe, un cenno obliquo alle scie si rintraccia e questo non sorprende. Prescindendo da ciò, qual è il valore di questa testimonianza, della storia con al centro una coppia di giovani morti in circostanze misteriose, dopo aver visto la loro vita sconvolta da una serie di avvenimenti sbalorditivi? Ci chiediamo anche in che misura siano verificabili gli episodi narrati. Le scomparse apparentemente inspiegabili sono frequenti e non si può escludere che la trama sia dipanata in modo realistico: bisognerebbe cercare di approfondire le vicissitudini dei due giovani più che indugiare sulle rivelazioni concernenti "Dio, la struttura e la storia dell'universo, l'immortalità ed il futuro della Terra".

Infatti queste informazioni sono del tutto teoriche: si possono affiancare alla serqua di messaggi canalizzati, ricevuti da contattisti e rapiti. Non è qui importante stabilire il grado di plausibilità di certe comunicazioni dalla presunta matrice aliena (ognuno si impegnerà per adattarle alla sua Weltanschauung o per incastrarle in un diagramma consequenziale oppure le rigetterà, ritenendole frutto di una fervida fantasia, se non addirittura illusioni arcontiche), ma considerare l'irruzione dell'insolito nella nostra esistenza ordinaria. I vissuti che deragliano nel mondo dell'enigma ci spalancano le porte di una percezione paradossale, apocalittica. Possiamo ignorare gli interrogativi e le risposte da cui dipendono le svolte del destino? Le domande si aggrovigliano ai silenzi, ma il senso è nella tensione che, simile ad una fiamma allungata verso l'alto, rivela la nostalgia del luogo natio.

Più che nelle questioni abissali che il computer alieno (viene in mente il telefilm Il ritorno degli Arconti) snocciola con taglio un po' didascalico, l'interesse del titolo mi pare dovuto all'atmosfera stranita che l'autrice evoca nella parte iniziale: coincidenze, incontri con personaggi segnati dalla sorte, vicende anodine che precipitano in tragedie private. E' la tragedia della solitudine e dell'incomunicabilità per cui l'unico rimedio è nella relazione con gli "altri" e nel dialogo con chi parla una lingua incompresa ed incomprensibile. E' questa l'assurdità della nostra epoca condannata al non-senso, all'oblio delle antiche, solenni verità, anelante ad un contatto con dimensioni che sfuggono quanto più se ne intravedono i riflessi e le ombre. E' un'epoca in cui il cinema, la letteratura a cavallo tra incubo e realtà, insieme con gli ultimi bagliori del cielo offrono il succedaneo di una liberazione agognata con estenuante, cieca disperazione.




Tuesday, October 27, 2009

La sbalorditiva storia di Alec Newald

http://zret.blogspot.com/2009/10/la-sbalorditiva-storia-di-alec-newald.html

La sbalorditiva storia di Alec Newald

Essi hanno descritto il viaggio nel tempo, ricordando che nell'universo la materia non è solida. Tutto è basato su onde e su modelli di risonanza: più la risonanza è veloce, più un oggetto appare solido. Questo vale anche per il tempo che è un'onda con una sua frequenza. (A. Newald)

"Co-evolution" del Neo-zelandese Alec Newald è "la vera storia di un uomo scomparso per dieci giorni e portato in un mondo extraterrestre".

Nel 1989 Alec scomparve per dieci giorni e tornò stordito e confuso. Egli stava guidando attraverso un nebbioso passo di montagna, quando fu rapito da esseri amichevoli. Naturalmente, al suo ritorno sulla terra, Alec ricevette la visita di "scienziati" che parevano essere al corrente dei visitatori e curiosi di sapere che cosa l'uomo avesse appreso circa la civiltà aliena. La sua caparbia resistenza ad ogni collaborazione gli creò seri problemi sicché in seguito Alec fu incarcerato per sei mesi con l'accusa di ricettazione.

A pagina 125 del libro, l'autore scrive: "Ho ragione di credere che nei prossimi anni avverrà un contatto con gli extraterrestri... Un gruppo di alieni appartenenti a differenti razze approccerà un gruppo scelto di uomini, sia civili sia militari... ciò accadrà contemporaneamente in diverse regioni del mondo. Mi è stato riferito che i bambini saranno coinvolti come gli adulti."

Nel testo è riportato che Alec è anche al centro di un programma di ibridazione con una donna aliena di nome Zeena da cui ha ricevuto varie informazioni: gli Anziani tra gli alieni sono dotati di straordinari poteri mentali sì che possono anche fermare un carro armato con il pensiero. I loro oggetti volanti sono propulsi dalla mente. Durante la storia della loro evoluzione, essi compirono un tentativo di salto dimensionale, con il risultato che rimasero intrappolati tra due dimensioni. Il simbolo del loro pianeta è un triangolo tagliato che allude all'incompiutezza del loro viaggio tra i diversi livelli della realtà. Essi ritengono esista un'energia nell'universo che trova espressione nell'"intelaiatura" di una Mente universale.

Zeena affermò di essere un ibrido e di provare emozioni che hanno stupito gli stessi Anziani della sua gente. Gli alieni, i quali comunicano per via telepatica, hanno anche rivelato ad Alec che alcune civiltà stellari hanno tentato dei contatti con i terrestri, ma senza riuscirvi. Gli uomini usano la tecnologia per cercare altre forme di vita nell'universo, dimenticando che la materia contiene una forma di intelligenza: bisogna cercare la vita in reami non fisici.

Le rivelazioni ricevute da Newald non si discostano molto dai messaggi di numerosi contattisti e contattati, ma alcune informazioni sono conferme di quanto in seguito ipotizzato, altre delineano uno scenario esopolitico dai connotati inquietanti. Alec Newald afferma che il gruppo umano con RH negativo è di origine esterna: questa asserzione trova un addentellato in altri resoconti e nella cosiddetta teoria dell'intervento extraterrestre, un tempo sostenuta da alcuni studiosi di paleoastronautica ed oggi anche da qualche paleontologo e biologo. Molto interessanti sono le descrizioni delle città e delle dimore in cui abiterebbero i visitatori: Alec ricorda piramidi molto simili a quelle egizie. L'autore le raffigura nel modo seguente: "Le costruzioni sembravano di vetro o di plastica semitrasparente. Sull'apice era collocata una torre spiraliforme, qualcosa di simile ad un'antenna. Al vertice dell'antenna si trovava un bulbo luminoso acceso sia di notte sia di giorno. (Vedi immagine in testa all'articolo).



La notizia che, però, appare più attuale (quasi profetica) e coerente con quanto forse sta accadendo in questi ultimi anni nei nostri cieli, si impernia su un presunto conflitto tra terrestri ed alieni. Questa guerra si starebbe combattendo ogni giorno nella nostra atmosfera e vedrebbe impegnati astronavi aliene e militari del nostro pianeta che usano laser, armi a raggi di particelle e sistemi a microonde: i militari stanno tentando in ogni modo di impedire che questo popolo esterno entri in contatto con l'umanità e che torni sulla Terra dove gli alieni sbarcarono in età preistorica. Pare che gli extraterrestri, in numero di gran lunga inferiore ai loro avversari, siano riluttanti ad usare la forza contro i militari e che rispondano al fuoco, solo quando sono direttamente minacciati.

Fonti:

A. Newald, Co-evolution, 1997
Autore non indicato, The story of Alec Newald and his e.t. contact
Intervista rilasciata da Alec Newald a Peter Weissbach


Articolo correlato: U.F.O. nella zona vesuviana: misteriosi duelli nei cieli, 2009



Monday, August 24, 2009

Tra due fuochi

http://zret.blogspot.com/2009/08/tra-due-fuochi.html

Tra due fuochi

Katharina Wilson è una musicista ed investigatrice del M.U.F.O.N., protagonista di alcune esperienze con presunti extraterrestri al confine tra contatti ed abductions. La Wilson è autrice di due libri: il primo risale al 1993 e si intitola The alien jigsaw (Il rompicapo alieno); il secondo, I forgot what I wasn't supposed to remember, è stato reso disponibile gratuitamente in Rete, nel 2007.

Come molti altri contattati e rapiti, la donna ha ricevuto anticipazioni sul futuro dell'umanità dai visitatori. Nell'articolo L'Inferno sulla terra (titolo quanto mai appropriato), inquietante sunto del suo vissuto, l'autrice racconta alcuni episodi di contatto, tra cui uno apocalittico.

"Guardai poi alla mia sinistra e vidi un altro schermo a circa 10 iarde (9 metri) da me, nella stanza. Stava mostrando un'altra immagine, differente di un alieno di aspetto cattivo, con la pelle bruno-rossiccia e gli occhi neri. Mi sembrò che le sue fattezze fossero intenzionalmente accentuate. Le linee sulla sua pelle erano nere ed esagerate, diverse da quelle di un essere reale. Seppi immediatamente, forse grazie alla telepatia o ad una conoscenza interiore, che quell'immagine era "costruita" e l'alieno era raffigurato malvagio dalla comunità religiosa e dai media sulla terra. Questa è l'immagine che gli uomini al potere mostreranno al mondo attraverso la televisione, dicendo che è il demonio e l'anticristo.[...] L'immagine sarebbe stata mostrata al mondo, mentre i media avrebbero fatto credere alla gente che era l'anticristo per convincere la maggior parte dell'umanità che tutti gli alieni sono malvagi."

La cospirazione cosmica contempla un supremo inganno ed un gioco di ruoli in cui gli Oscuri appaiono benevoli e viceversa. Esiste chi contrasta le legioni delle tenebre? Rispondere di no significa ritenere l'universo il dominio incontrastato del Male. E' una concezione ahrimanica. E' possibile, però, che siamo presi tra due fuochi, in mezzo a fazioni in lotta tra loro per la supremazia sul pianeta. Certo, il conflitto, a prescindere da natura e scopi dei belligeranti, non sarà indolore né la vittoria è alla portata di mano. Vorrei anch'io credere ad una palingenesi senza pegno, ma sarebbe come pensare che si possa percorrere una lunga galleria senza perdersi nel buio, non essendo costretti a procedere a tentoni o con fiaccole rischiaranti appena l'oscurità.

Qualcuno ha prospettato la parousia di un falso Cristo, di un Cristo tecnologico, ma la Wilson paventa l'avvento di uno pseudo-Anticristo creato dai Distruttori per coagulare il consenso della popolazione mondiale ad un'altra guerra contro un nemico fittizio o un amico non riconosciuto. Sarà l'ennesimo conflitto voluto da sanguinarie élites, complice la televisione. E' noto: la bugiarda televisione non solo è la "verità": la fonda pure. I fautori dell'ipotesi monopolare hanno spianato la strada, la strada per l'inferno. Quanto a lungo durerà l'ora di odio contro Goldstein? Se veramente poi esistono civiltà extraterrestri ostili come quelle delineate con taglio manicheo da Philip J. Corso, possibile che l'unica risoluzione risieda nelle armi?

Forse sono fantasie quelle della Wilson o memorie-schermo. Forse sbagliamo ad intravedere i prodromi dell'ultima epoca con le sue incredibili scenografie e con scontri che coinvolgeranno forze esterne. Chi sono i demoni e gli angeli? Chi può saperlo? Siamo prossimi ad un bivio: bisognerà vedere se sapremo discernere la direzione giusta.

Fonti:

K. Wilson, L'inferno sulla Terra, 2009
Id., The alien jigsaw, 1993