http://zret.blogspot.com/2010/08/discorso-del-metodo.html
Discorso del metodo
E finalmente, ansimante,
si rende conto della dannata sorte:
la vita è riempirsi di domande
nella speranza di scordar la morte.
E, liberato, sorride
e scopre l'amara burla.
"So tutto", si dice,
"Ma, in fondo, nulla".
(T.M.)
La scienza è un'ostrica.
Vladimiro Arangio-Ruiz (Napoli 1887 - Firenze, 1952) è un filosofo che fu docente alla Normale di Pisa ed alla facoltà di Magistero di Firenze. Determinante nella sua formazione fu in gioventù l'incontro nel capoluogo toscano con il giovane poeta e pensatore, Carlo Michelstaedter, di cui pubblicò gli scritti. Dal suo interesse per il pensiero di Giovanni Gentile, trasse ispirazione per sviluppare il suo "moralismo assoluto". Aduggiate, per lo più, da una pur parziale adesione all'attualismo, in due saggi, "Discorso del metodo", e "Che cos'è filosofia", Arangio-Ruiz riesce a declinare alcune interpretazioni che preludono a Kuhn ed a Feyerabend.
L'amico fraterno del grande Michaelstaedter controbatte a chi, come lo stesso Gentile, esige sistematicità nel pensiero: contro l'alterigia degli eruditi e la presunta oggettività della scienza, l'autore partenopeo rivaluta l'arte maieutica di Socrate, ossia un approccio esplorativo ai temi fondamentali. In "Che cos'è filosofia", Arangio-Ruiz scrive con una prosa un po' involuta, ma denotando un'attitudine dialettica e critica: "Filosofia non è sapere, non possesso ma ricerca; ché, quando filosofia si atteggia a scienza, quando trova una dolcezza nel sapere e, invece di sapere per vivere, vuol vivere per sapere, si fa del sapere una diversa, una fittizia vita; invece di essere sofferenza vissuta e speranza, vuol essere sapere di codesta sofferenza e di codesta speranza - non è più filosofia."
Infatti quella del pensiero è una via negationis ed a chi la percorre non è offerto il sedativo del possesso, l’alloro della supposta verità scientifica. L'indagine è sempre in fieri e, una volta raggiunta la meta (provvisoria), l'itinerario continua. Spesso la via si biforca e procedere può significare retrocedere. Qui si situa l'inconciliabile diversità rispetto alla scienza, almeno quella dogmatica, che è l'indirizzo egemone. Scienziato si può non essere, ma filosofo non si può non essere, poiché la filosofia è consustanziale alla vita, alla sua apertura interrogativa sul mondo, laddove la scienza è paga dei suoi risultati teorici e delle sue anestetiche conferme sperimentali. Essa, attaccata come un'ostrica allo scoglio, non rinunzia ai suoi paradigmi (meglio paradogmi), se non quando costretta da rivoluzioni epocali. Inoltre la scienza si arroga il diritto di tutto spiegare e, nonostante l''estrema contraddittorietà dei modelli, pretende di imporre un'interpretazione esaustiva ed univoca.
Alle ubbie religiose sono sottentrate le superstizioni scientifiche: l'ortodossia scientifica si impianta nel centro del reale, a somiglianza di un microprocessore nel cervello. Questa struttura rigida consuona con le esigenze dei cittadini medio-bassi, avidi di rassicuranti certezze (siano pure confortevoli bugie). Mettere in discussione il dato, la dimostrazione, la stessa verifica implica il rischio del vuoto ad ogni passo e la vertigine dell'ignoto. E' troppo per chi è uso a costruire la sua casa di paglia sul soffice, ma cedevole terreno di "Focus" o di "Superquark". Inetti e pusillanimi, gli uomini preferiscono una menzogna accademica, magari referata, ad una tragica rivelazione. Bene annota C. Pellizzi: "I comuni mortali, colti o incolti, temono le voci forti, le verità laceranti, gli errori decisivi. Il mondo 'intellettuale' è sibaritico."
si rende conto della dannata sorte:
la vita è riempirsi di domande
nella speranza di scordar la morte.
E, liberato, sorride
e scopre l'amara burla.
"So tutto", si dice,
"Ma, in fondo, nulla".
(T.M.)
La scienza è un'ostrica.
Vladimiro Arangio-Ruiz (Napoli 1887 - Firenze, 1952) è un filosofo che fu docente alla Normale di Pisa ed alla facoltà di Magistero di Firenze. Determinante nella sua formazione fu in gioventù l'incontro nel capoluogo toscano con il giovane poeta e pensatore, Carlo Michelstaedter, di cui pubblicò gli scritti. Dal suo interesse per il pensiero di Giovanni Gentile, trasse ispirazione per sviluppare il suo "moralismo assoluto". Aduggiate, per lo più, da una pur parziale adesione all'attualismo, in due saggi, "Discorso del metodo", e "Che cos'è filosofia", Arangio-Ruiz riesce a declinare alcune interpretazioni che preludono a Kuhn ed a Feyerabend.
L'amico fraterno del grande Michaelstaedter controbatte a chi, come lo stesso Gentile, esige sistematicità nel pensiero: contro l'alterigia degli eruditi e la presunta oggettività della scienza, l'autore partenopeo rivaluta l'arte maieutica di Socrate, ossia un approccio esplorativo ai temi fondamentali. In "Che cos'è filosofia", Arangio-Ruiz scrive con una prosa un po' involuta, ma denotando un'attitudine dialettica e critica: "Filosofia non è sapere, non possesso ma ricerca; ché, quando filosofia si atteggia a scienza, quando trova una dolcezza nel sapere e, invece di sapere per vivere, vuol vivere per sapere, si fa del sapere una diversa, una fittizia vita; invece di essere sofferenza vissuta e speranza, vuol essere sapere di codesta sofferenza e di codesta speranza - non è più filosofia."
Infatti quella del pensiero è una via negationis ed a chi la percorre non è offerto il sedativo del possesso, l’alloro della supposta verità scientifica. L'indagine è sempre in fieri e, una volta raggiunta la meta (provvisoria), l'itinerario continua. Spesso la via si biforca e procedere può significare retrocedere. Qui si situa l'inconciliabile diversità rispetto alla scienza, almeno quella dogmatica, che è l'indirizzo egemone. Scienziato si può non essere, ma filosofo non si può non essere, poiché la filosofia è consustanziale alla vita, alla sua apertura interrogativa sul mondo, laddove la scienza è paga dei suoi risultati teorici e delle sue anestetiche conferme sperimentali. Essa, attaccata come un'ostrica allo scoglio, non rinunzia ai suoi paradigmi (meglio paradogmi), se non quando costretta da rivoluzioni epocali. Inoltre la scienza si arroga il diritto di tutto spiegare e, nonostante l''estrema contraddittorietà dei modelli, pretende di imporre un'interpretazione esaustiva ed univoca.
Alle ubbie religiose sono sottentrate le superstizioni scientifiche: l'ortodossia scientifica si impianta nel centro del reale, a somiglianza di un microprocessore nel cervello. Questa struttura rigida consuona con le esigenze dei cittadini medio-bassi, avidi di rassicuranti certezze (siano pure confortevoli bugie). Mettere in discussione il dato, la dimostrazione, la stessa verifica implica il rischio del vuoto ad ogni passo e la vertigine dell'ignoto. E' troppo per chi è uso a costruire la sua casa di paglia sul soffice, ma cedevole terreno di "Focus" o di "Superquark". Inetti e pusillanimi, gli uomini preferiscono una menzogna accademica, magari referata, ad una tragica rivelazione. Bene annota C. Pellizzi: "I comuni mortali, colti o incolti, temono le voci forti, le verità laceranti, gli errori decisivi. Il mondo 'intellettuale' è sibaritico."
Magnifico Zret, dovresti raccogliere questi tuoi interventi in un libro. Ti consiglio il titolo adatto: " Critica dell'idiozia pura".
ReplyDeleteE ci credo che gli piace Michelstaedter! Era iper depresso come lui! Sta a vedere che fa la sua stessa fine ...
ReplyDeleteEssa [la scienza], attaccata come un'ostrica allo scoglio, non rinunzia ai suoi paradigmi (meglio paradogmi), se non quando costretta da rivoluzioni epocali.
ReplyDeleteOk. Diamola per buona.
Ma tu, caro Zret, con quale rivoluzione, mutazione, rivelazione, osservazione rinunzieresti ai tuoi paradigmi che vedono scie chimiche, controllo mentate e alieni sotto ogni sasso?
Inoltre la scienza si arroga il diritto di tutto spiegare e, nonostante l''estrema contraddittorietà dei modelli, pretende di imporre un'interpretazione esaustiva ed univoca.
Cosa fanno le scie chimiche & HAARP?
Piovere
Venire la siccità
Caldo
Freddo
Nebbia
Controllo mentale.
Malattie
Manovre anti-alieni
Manovre pro-alieni
Favorire radar e comunicazioni radio
Impedire radar e comunicazioni radio
Favorire incendi (con l' SO2)
... e chissà cosa mi dimentico.
Alla faccia della contraddittorietà dei modelli e dell' interpretazione esaustiva ed univoca
L’ondata di caldo artificiale ha colpito e sta colpendo anche gli Stati Uniti dove l’agricoltura è prostrata da anni di siccità e dalla diffusione aerea di parassiti. Per quale misterioso motivo la repubblica stellata dovrebbe accanirsi contro la sua stessa economia e popolazione, mentre attacca il tradizionale “antagonista”?
ReplyDeleteCome sputtanarsi da soli con una frase.
Il bello è che esiste Internet e manco l'usate per cercare le informazioni che vi servono Quindi la produzione agricola sarebbe "prostrata" da anni? Il che implica che non potrebbe essere in crescita di produzione, giusto???
Ecco.... fatti un giro qui....
http://www.agcensus.usda.gov/index.asp
Sarà, magari è solo un sito governativo che spaccia falsi risultati...
E allora come mai i contadini americani non sono in piazza a protestare? Forse i loro dati di produzione coincidono con le rilevazioni ufficiali??
Quindi... niente da fare...
Anche qui avete toppato come sempre!
Jabba
Porkaccia..
ReplyDeleteHo postato nel topic errato!!! ;-)
Jabba
Zret, lascia stare la Trasformata di Fourier chè non è roba per te!
ReplyDeleteTerra Nova se f(x)=g(x)*h(x) allora F(x)=G(x)H(x)
ma perchè questo tizio deve cianciare di ciò che non conosce ? zret stampa le tue porcherie su un rotolo di carta igienica, è il miglio uso che se ne possa fare
ReplyDeleteDopo la volpe e l'uva, Zret e le trasformate di Fourier...
ReplyDeleteLa scienza è un'ostrica.
ReplyDeleteSi, tony, e tu si' nu'stronzo.
Saluti
Michele