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IL LAVORO
August 16th, 2010 —
Al tempo della schiavitù le persone erano sfruttate e costrette a lavorare per il padrone che, per mantenerne il sostentamento, offriva loro vitto e alloggio. Al giorno d’oggi la maggioranza della popolazione si trova a dover lavorare parecchie ore al giorno, e per gran parte dei giorni della settimana, in cambio di denaro, per garantire a se e alla propria famiglia il nutrimento ed un tetto sopra alla testa. Balza all’occhio che la differenza non è poi così abissale, e che forse la schiavitù non ha mai avuto fine come la “storia” ci insegna, ma si è addirittura intenificata coinvolgendo la quasi totalità della popolazione. Quello che cambia è la modalità in cui quest’obbligo viene perpetrato: se prima veniva utilizzata la violenza, oggi la schiavitù scaturisce dalla necessità. In altre parole, per soppravvivere è necessario sottomettersi.
I risultati sono due: in primo luogo le persone bruciano la gran parte della propria vita nello svolgere azioni e comportamenti che non dovrebbero appartenergli, in secondo luogo si viene privati del tempo che sarebbe altresì utilizzato nell’accrescere il proprio spirito tramite l’esperienza e la riflessione.
In altre parole non solo non si ha più il tempo per riflettere, perchè ingabbiati in un contesto/prigione che non dovrebbe appartenere a nessuna creatura vivente, ma non si ha nemmeno più il tempo per vivere, perchè in seguito ad ore ed ore di lavoro, il tempo “libero” deve per forza di cose essere rivolto al riposo.
Ma se nella società attuale esiste il tempo “libero”, come potrebbe essere definito il resto del tempo a disposizione?
Un’ altra grave conseguenza di questo sistema lavorativo è che ingloba la vita stessa delle persone, concentrando la loro attenzione su problemi facenti parte del lavoro stesso e distogliendole totalmente dagli scenari globali che stanno prendendo forma ad opera degli occulti detentori del potere.
In altre parole si riducono le persone ad affrontare problemi di minor rilevanza, impedendo alle stesse di inquadrare la situazione sociale e politica in un contesto più ampio, permettendo così a chi manipola le nostre sorti di agire indistrurbato.
"Al giorno d’oggi la maggioranza della popolazione si trova a dover lavorare parecchie ore al giorno, e per gran parte dei giorni della settimana, in cambio di denaro, per garantire a se e alla propria famiglia il nutrimento ed un tetto sopra alla testa. Balza all’occhio che la differenza non è poi così abissale, e che forse la schiavitù non ha mai avuto fine come la “storia” ci insegna, ma si è addirittura intenificata coinvolgendo la quasi totalità della popolazione"
ReplyDeleteLe persone si trovano a dover lavorare perchè la manna dal cielo al massimo per chi ci crede è caduta una sola volta in tutta la storia dell'umanità. Purtroppo il cibo va ricavato dai raccolti o dagli allevamenti, per raccogliere i frutti il campo va coltivato, irrigato, concimato e arato. Va in parole povere lavorato ergo senza lavoro creperemmo tutti di fame.
La schiavitù corrisponde alla prestazione di un servizio senza corrispettivo. Dato che il lavoro è retribuito non si può parlare di schiavitù, questo un bambino di cinque anni lo capisce a quanto pare il minchione no.
Ho sempre sospettato che dietro a molti complottisti si nasconda una grande dose di frustrazione.
ReplyDeleteE credo che la maggior parte di loro non riceva alcuna gratificazione (anche perché incapace di trovarla) dal lavoro che svolge.
Questa è l'ennesima conferma.
Mosquito... hai idea di quanto lavoro occorre anche solo per costruire il computer che stai utilizzando?
Eh si, per strakkino il lavoro e' davvero qualcosa di sconosciuto
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