L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

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Friday, April 29, 2011

Studio americano: la metà della carne alimentare è infetta

http://controcorrente83.blogspot.com/2011/04/studio-americano-la-meta-della-carne.html

Studio americano: la metà della carne alimentare è infetta


Notizie nefaste per i carnivori. Uno studio americano condotto dalla Infectious Diseases Society of America – e pubblicato sulla rivista Clinical Infectious Diseases – informa che circa la metà di tutta la carne e del pollame dei negozi americani è infetto.
In particolare, la carne esaminata (per la precisione il 47%) contiene in tassi elevati lo Staphylococcus aureus, un batterio legato a molte comuni malattie umane. In oltre la metà dei casi, questi batteri si sono rivelati resistenti ad almeno tre classi di antibiotici: in poche parole, sono delle vere e proprie bombe biologiche.
Certo, non che non si potesse già immaginare, ma per la prima volta è stata notificata nero su bianco la pericolosità connessa al consumo dei cibi animali più comuni. Che risultati simili siano ovvi, può facilmente essere dedotto prendendo in considerazione la forte presenza di farmaci e ormoni usati negli allevamenti del bestiame, resi necessari ovviamente per far fronte alla grossa quantità di carne voluta dalla produzione: un farmaco oggi e un farmaco domani e la generazione di batteri ultra-allenati e resistenti è assicurata.
Cosa significa questo in soldoni? Semplice: “le infezioni stanno diventando sempre più resistenti agli antibiotici esistenti”, ha detto il dottor Hughes, presidente del’IDSA. In ancora meno parole: gli antibiotici sono sempre meno utili, sia a fronte di un’alimentazione ricca di tossine e batteri che per un uso sconsiderato di questo tipo di farmaci.
La situazione è così poco simpatica da indurre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ad adottare come tema centrale del Giorno Mondiale della Salute proprio la resistenza agli antibiotici. Sorge quasi automatica dunque la corsa agli armamenti: pare che diversi enti di ricerca stiano cercando di creare almeno una decina di super-antibiotici in grado anche di debellare gli ultimi batteri incriminati.
Molto poco da queste istituzioni, invece, viene detto sulla prevenzione e sull’adozione di comportamenti alimentari e salutistici più “sensati” per il nostro organismo. Possibile? Che la “resistenza” davvero problematica non sia quella agli antibiotici ma quella alla revisione delle proprie abitudini e certezze? La domanda, naturalmente, è retorica.
L’articolo completo in questione è: A. E. Waters, T. Contente-Cuomo, J. Buchhagen, C. M. Liu, L. Watson, K. Pearce, J. T. Foster, J. Bowers, E. M. Driebe, D. M. Engelthaler, P. S. Keim, L. B. Price. Multidrug-Resistant Staphylococcus aureus in US Meat and Poultry. Clinical Infectious Diseases, 2011; DOI: 10.1093/cid/cir181.

Fonte tratta dal sito .

4 comments:

  1. Controcorrente, ti sei preso la briga di leggere il contenuto dello studio citato??

    Ho come il sospetto che se si va a leggerlo non sostiene la tesi che c'è nel tuo copia-e-incolla...

    Anche perchè fare uno studio su poco più di 100 campioni e fare una generalizzazione è come minimo RIDICOLO...

    Vai a leggere lo studio e poi ne riparliamo.

    Jabba

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  2. Vediamo di far luce senza falsi allarmismi

    quel tipo di batterio è molto comune e non infetta solo la carne ma anche latticini prodotti caseari, prodotti di pasticceria, ovvero tutti gli alimenti ricchi di proteine e zuccheri che per mancata osservanza delle norme igieniche o di conservazione creano un ambiente ottimale alla riproduzione del batterio in questione. La cottura uccide il batterio ma i cibi cotti possono riessere contaminati se la loro conservazione e manipolazione non rispetta le normative igieniche. i controlli sanitari costanti sulle filiere di produzione servono proprio a questo, altrimenti saremo tutti lì con la febbre ed altri sgradevoli sintomi. la prima fonte di contaminazione avviene da parte dell' uomo.

    "S. aureus è un batterio presente sulla cute e sulle mucose dell’uomo e di altri mammiferi; è altresì in grado di colonizzare la mammella degli animali produttori di latte (vacche, pecore, capre). L’uomo è il principale responsabile della contaminazione degli alimenti, in particolare quelli che subiscono manipolazioni durante le fasi di produzione, commercializzazione e somministrazione."

    "La patologia di interesse alimentare causata da S. aureus è denominata “intossicazione stafilococcica” (IS) o "intossicazione da enterotossina stafilococcica”. E’ una malattia poco grave, autolimitante, raramente letale, che richiede ospedalizzazione dei pazienti colpiti in circa il 10% dei casi (normalmente persone molto giovani o anziani). Pur essendo una patologia di modesta entità clinica ha un forte impatto socio-economico in quanto risulta ancora molto diffusa."

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  3. @Claudio...

    E' per quello che dici tu che consiglio al nostro amico di andarsi a leggere lo studio in questione.

    Già dall'abstract non pare di poterci "leggere" tutto quello che ne deduce controcorrente nel suo "copia-e-incolla".

    Il problema è che qui hai voglia a far luce... ;-)

    Jabba

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  4. il problema è la superficialità e le considerazioni estrapolate su di essa, è come leggere un bignami e pretendere di conoscere i dettagli del testo originale

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