L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

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Thursday, December 15, 2011

Il carbonato di calcio nelle scie chimiche

http://www.tankerenemy.com/2011/12/il-carbonato-di-calcio-nelle-scie.html

Il carbonato di calcio nelle scie chimiche


Il carbonato di calcio (CaCO3) è un costituente del calcio [BUUUUUUAAAH AH AH AH AH], delle concrezioni calcaree, della pietra da calce, ma è ricavabile anche artificialmente ed usato in varie industrie. E' un sale pochissimo solubile in acqua, ma abbastanza solubile in presenza di biossido di carbonio in seguito alla formazione di bicarbonato. Questa reazione reversibile è molto importante nel ciclo geochimico del calcio. Essa dà luogo anche, nel caso di acqua ad elevata durezza temporanea, alla formazione di incrostazioni in tubi e caldaie.

Il calcare, ricco di carbonato di calcio, è la materia prima per la produzione di calce viva. Tale prodotto era già conosciuto ed usato da vari popoli antichi. A causa della sua notevole pericolosità, la lavorazione era affidata a pochi lavoratori opportunamente addestrati. Essi la mescolavano con la sabbia per ottenere la malta impiegata nelle costruzioni. Il calcare, ridotto in frammenti delle dimensioni di pochi centimetri, veniva introdotto in apposite fornaci, riscaldato fino a 800-1000 gradi Celsius per una decina di ore, durante le quali si verificava la cosiddetta “calcinazione”, una reazione chimica che libera biossido di carbonio (CO2) e produce l’ossido di calcio, cioè la calce viva. La calce viva è una sostanza bianca, porosa e molto igroscopica. Se bagnata con acqua, la calce viva innesca una reazione termica grazie alla quale la temperatura si innalza fino a 300 gradi Celsius. Se è posta a contatto con un materiale infiammabile, lo incendia rapidamente.

La  diffusione del carbonato di calcio con le chemtrails è, come abbiano già rilevato, dannosa per l’agricoltura. I suoli calcarei, infatti, sono inadatti alle colture: principale difetto dei terreni calcarei consiste nella ridotta fertilità a causa dell'immobilizzazione di alcuni elementi nutritivi. Tale difetto è lieve nei terreni moderatamente calcarei, mentre si manifesta in modo più intenso al di sopra di PH 8. Poche piante manifestano tutta la loro potenzialità produttiva in questo tipo di terreno.

In aggiunta a questa implicazione, va considerato che il composto in esame è soggetto a reazioni chimiche e termiche inerenti a proprietà igroscopiche, ossia di assorbimento dell’umidità. Il crollo dei valori igrometrici in atmosfera e l’aumento delle temperature, tipiche conseguenza di molte attività di aerosol, sono fenomeni che si possono spiegare anche chiamando in causa il carbonato di calcio, mentre il tanto demonizzato biossido di carbonio, stando a studi recenti, non risulta determinante nel cosidettto “effetto serra”.

Dunque valori termici inusualmente alti per questo periodo, scarse o scarsissime precipitazioni nevose sono situazioni indotte dalla Biogeoingegneria clandestina ed illegale e non manifestazioni naturali. Occorre ribadirlo.

La mappa mostra l'irradiamento???

Wednesday, October 13, 2010

Il caso di Bob White: la prova definitiva circa l’esistenza di civiltà aliene?

http://zret.blogspot.com/2010/10/il-caso-di-bob-white-la-prova.html

Il caso di Bob White: la prova definitiva circa l’esistenza di civiltà aliene?

L’avvistamento U.F.O. che vide coinvolto Robert Lee (Bob) White non è il solito (anche se sorprendente) resoconto relativo ad una luce misteriosa nella notte o ad un velivolo di presunta origine extraterrestre, poiché è un unicum nella storia dell’investigazione sui dischi volanti: la straordinarietà consiste nel reperimento, in seguito al passaggio di un misterioso aeromobile, di un oggetto che risulta, con ogni probabilità, di fabbricazione aliena.

Robert Lee White (1931- 2009) è un cantante ed attore statunitense. E’ apparso in alcune serie televisive ed in qualche pellicola, come “Butterlfly”, dove ha recitato a fianco di Stacy Keach e di Pia Zadora.

Nel 1985 la vita di White cambiò improvvisamente: mentre stava viaggiando, sulla sua automobile, da Denver a Las Vegas, Bob e la sua compagna furono protagonisti di un incontro ravvicinato del terzo tipo. I due, infatti, poterono osservare sbalorditi, al confine tra il Colorado e lo Utah, un ordigno non identificato che solcava il cielo. Lo stupore crebbe, quando Bob trovò un oggetto metallico che era caduto dall’U.F.O.: egli non rivelò mai alcunché dell’accaduto fino a quando andò in pensione, nel 1996.

In quell’anno Bob, su consiglio del M.U.F.O.N, cui si era rivolto, mandò un frammento dell’oggetto al N.I.D.S. (National Institute of Discovery Science).[1] L’istituto a sua volta consegnò il reperto ad un laboratorio del New Mexico affinché fosse compiuta un’analisi metallurgica. Altri esami furono condotti alla fine degli anni ‘90 del XX secolo, mentre vari programmi televisivi e radiofonici dedicarono spazio ad uno dei più significativi casi dell’Ufologia.

Bob White firmò una dichiarazione giurata circa il suo avvistamento. Nel 1998 superò l’esame con il poligrafo. Nel 2000 venne a sapere che l’oggetto da lui reperito era identico a quello descritto in un documento recentemente declassificato e riferito ad un episodio occorso nel 1940. L’oggetto era esaminato all’interno di un rapporto militare del Counter Intelligenge Corps. Il file era denominato “Flying saucer from Denmark”. Nello stesso anno Bob ed il suo socio, Larry Cekander, aprirono il Museo dell’inesplicabile a Reed Springs (Montana).

Furono in seguito condotti altri test del “manufatto”: risultò che irradiava energia elettromagnetica, raggi gamma e neutroni.

Le analisi più accurate dell’oggetto furono eseguite da David Lamb, esperto in fisica dei materiali. L’artefatto rivelò la struttura policristallina di un semiconduttore. Vi fu rintracciata una concentrazione di argento pari al 4,3 per cento: sulla Terra l’argento in questa concentrazione è usato come catalizzatore nelle reazioni chimiche. Lamb affermò che, associato all’alluminio, potrebbe essere usato per dissipare campi elettromagnetici. Lo scienziato ipotizzò che fosse un quasi-cristallo di struttura molto complessa. Quasi-cristalli di questo tipo sono stati creati solo negli ultimi anni nell’ambito della nanotecnologia.[2]

Secondo altri studiosi, che, però, non motivano le loro conclusioni, l’oggetto di White sarebbe sovrapponibile a prodotti terrestri.


[1] Il M.U.F.O.N., Mutual U.F.O. network è una delle più importanti associazioni ufologiche del mondo, nata negli Stati Uniti nel 1973, in seguito alla crisi di due gruppi storici, l’A.P.R.O. ed il N.I.C.A.P.

[2] I quasi-cristalli sono solidi di composti intermetallici che, pur presentando caratteristiche simile a quelle dei cristalli, ne differiscono per una posizione non periodica degli elementi costitutivi ed in quanto si discostano dalle leggi della cristallografia. I materiali quasi-cristallini sono per lo più rappresentati da leghe di alluminio con nichel, ferro e cobalto. I quasi-cristalli possiedono notevole leggerezza, resistenza alle deformazioni e buona conduttività. Fu un materiale quasi-cristallino quello reperito a Roswell nel 1947?


Fonti:

Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, s.v. quasi-cristalli
R. Malini, U.F.O., il dizionario enciclopedico, Milano- Firenze, 2002, s.v. M.U.F.O.N.
B. White, U.F.O. hard evidence, 2009



Sunday, October 3, 2010

Lo spartiacque della chimica

http://www.tankerenemy.com/2010/10/lo-spartiacque-della-chimica.html

Lo spartiacque della chimica

Galileo si può ignorare, il Sole no. (L. Ostuni)

"Scie chimiche": in questa dicitura diventata ormai quasi tragicamente banale si concentra la quintessenza venefica di questi tempi crepuscolari. La chimica, che nacque già come snaturamento e semplificazione della scienza alchemica, domina da alcuni decenni il mondo, con tutte le sue nutrite e spesso dannose conseguenze. Fu negli anni ‘50 del XX secolo che la chimica cominciò ad invadere il pianeta: fu demonizzata la Cannabis indica da cui si sarebbero potuti ricavare fibre tessili, materiali sostitutivi della plastica, farmaci e carburanti. La coltivazione della Cannabis fu dichiarata illegale prima negli Stati Uniti, poi via via nei vari paesi del mondo. L’industria petrolchimica si espanse in ogni dove, offrendo e soprattutto imponendo prodotti che, riversati sui mercati, entrarono nella vita quotidiana, nelle linde, asettiche abitazioni dei cittadini, incantati dalle comodità di un mondo sintetico. Intanto il fatturato delle società, che controllavano l’estrazione e la raffinazione del greggio, crebbe in modo esponenziale. Le multinazionali chimiche e farmaceutiche allungarono i loro tentacoli urticanti sul globo.

L’agricoltura, l’industria alimentare, la zootecnia, la produzione di farmaci e molti altri settori si legarono alla chimica da cui non si sono più emancipati. Se è vero che alcuni medicinali possono essere utili, soprattutto quando occorre alleviare dei sintomi, è indubbio che molti rimedi naturali sono di gran lunga più efficaci e con effetti collaterali minori o inesistenti. La natura è sempre più spesso criminalizzata. Come oggi si accusa dei cosiddetti cambiamenti climatici il vitale biossido di carbonio, si sono negli anni passati demonizzati i raggi ultravioletti del Sole: è necessario esporsi ai raggi solari con gradualità e con vari accorgimenti, ma la luce solare è benefica. Privare le piante, gli animali e gli uomini di questo dono salutifero è un delitto: innumerevoli studi dimostrano che il Sole è giovevole nella cura di molte malattie e che favorisce il benessere psico-fisico. Risulta dunque tanto più grave che siano generate coltri chimiche che, filtrando la luce della nostra stella, creano un ambiente livido in cui l’uggia e le patologie possono soltanto prosperare. Il Sole non è solo un’enorme centrale dove avvengono reazioni di fusione nucleare: è energia vitale, un mandala cosmico.[1]

Quale futuro attende le attuali generazioni di bambini e di adolescenti, costretti a “vivere” in un mondo insalubre, abituati ad alimentarsi con cibi transgenici e pieni di coloranti, di conservanti, di edulcoranti artificiali, ad usare il dentifricio con il fluoro, a trascorrere intere giornate davanti al televisore o invischiati nelle ragnatele elettromagnetiche di cellulari, forni a microonde, reti wireless, intrappolati in città in cui esalano mortali vapori di benzene…? Tutto ciò è stato ideato ed attuato con scientifica crudeltà dal sistema: gli alunni trascorrono mattina e pomeriggio in luoghi chiusi illuminati da lampade al neon, sospettate di causare melanomi. Imprigionati in tetre scuole in cui non si apprende quasi nulla o dove si è indottrinati, queste generazioni cresceranno deboli nel corpo ed ancor più nello spirito. I giovani di oggi, divenuti adulti, saranno operai-schiavi, impiegati-schiavi, imprenditori-schiavi e perpetueranno il loro malsano stile di vita in case-loculi, in fabbriche ed uffici.

La chimica e l’elettronica hanno trasformato la vita: esiste oggi ancora qualcosa di naturale? I cosmetici, i detergenti, i filtri solari, i vaccini, i prodotti per l’igiene personale, i farmaci… sono altrettante bombe pronte ad esplodere da un momento all’altro. Occorre recuperare un contatto con la realtà e riscoprire i legami con la natura, prima che sia troppo tardi: è necessario imparare ad osservare, a discernere, a provare empatia… Ancora più perniciosa delle miscele tossiche che gli avvelenatori ci ammanniscono è il disamore per la bellezza e la verità.

Troveremo maestri per gli allievi della televisione? Esiste una via d’uscita? Se esiste, essa passa attraverso la consapevolezza: essere consci delle insidie tese dal sistema per costruire un’esistenza scevra di condizionamenti e di luoghi comuni. L’ultimo barlume di speranza è affidato alla denuncia implacabile dell’ipocrisia con cui il potere ammanta le sue diaboliche iniziative. Nessun potere è filantropo. Lo stato è una costruzione demoniaca. L’ultimo barlume è nella Coscienza che nessuna tecnologia può soverchiare. Anzi, l’enfasi sulla tecnologia, tipica delle élites, è segno di arrogante debolezza.

“Scie chimiche”: in questo sintagma – espressione quanto mai idonea - culmina la degradazione del pianeta, l’intossicazione e l’abbrutimento dell’umanità. Le chemtrails sono l’inevitabile coronamento di un malefico piano chimico-tecnologico volto a devastare ed a distruggere le ultime isole naturali ed a demolire gli ultimi baluardi di civiltà. Non bisogna, però, desistere né disperare: infatti in questo apogeo di orrore si palesa la vittoria finale sulle tenebre. La gigantesca piramide, minata nella sua base, già mostra crepe ed è destinata a crollare. Miseramente.


[1] Sulle proprietà terapeutiche della luce, si vedano almeno i seguenti studi:

F. Marchesi, La luce che cura, Milano, 2002 con doviziosa bibliografia inclusa
A. Meluzzi, T. Margiotta, G. Francesetti,"La luce come terapia, Pavia, 1990
J. N. Ott, Health and Light: the effects of natural and artificial light on Man and other living things, 1950
N.E. Rosenthal, Seasonal affective disorder and phototeraphy, in Annals of the New York Academy of Sciences, 453, 1985


Articolo correlato: Freeskies, Exit strategy?, 2010




Sunday, May 2, 2010

L'acqua che esce dai rubinetti è inquinata

http://www.tankerenemy.org/2010/05/lacqua-che-esce-dai-rubinetti-e.html

L'acqua che esce dai rubinetti è inquinata

Pubblichiamo un trafiletto sulla contaminazione dell'acqua "potabile" in Italia. E' inutile evocare misteriose ed inverosimili cause, come accaduto ad Orvieto: l'inquinamento si spiega in primo luogo, ricordando che ogni giorno sono disperse, mediante gli aerei della morte, tonnellate di metalli e composti chimici. Notizie del genere, lungi dall'essere riconducibili alle preoccupazioni delle autorità per la salute dei cittadini, paiono un obliquo incitamento ad acquistare bottiglie di minerale, favorendo così le multinazionali che monopolizzano questo lucroso mercato. Sennonché, il liquido contenuto in bottiglie confezionate per di più con plastica cancerogena, non è certo meno venefico di quello che sgorga dai rubinetti.


L'acqua del rubinetto è contaminata: a lanciare l'allarme è un comitato scientifico incaricato dalla Commissione europea. La qualità delle acque "potabili" italiane andrebbe bene per gli adulti, ma non per i bambini al di sotto dei dodici anni, in particolar modo per i neonati. L'acqua del rubinetto sarebbe contaminata da arsenico, boro e fluoruro, elementi tossici che scorrono nelle nostre tubazioni. I livelli di tali inquinanti, in alcune regioni, superano di cinque volte quelli consentiti dalle norme europee.


Fonte: Ecplanet.com


Thursday, January 28, 2010

Il trimetialluminio nelle scie chimiche

http://chemtrails-education.blogspot.com/2010/01/il-trimetialluminio-nelle-scie-chimiche.html

Il trimetialluminio nelle scie chimiche

Un razzo NASA propulso con trimetilalluminio  come additivoInteressante la foto della N.A.S.A. a sinistra: l'immagine è stata scattata durante un esperimento durante il quale un razzo ha disperso trimetilalluminio [ C6 H18 Al2 ], usato come comburente. Il collegamento con le scie chimiche è immediato, quindi abbiamo controllato come si comporta questo composto.

La caratteristica notevole è che il trimetilalluminio è in forma liquida (quindi può essere stoccato nei serbatoi) e reagisce spontaneamente con l'umidità dell'aria, aumentando di volume, così come accade, ad esempio, con la schiuma epossidica.

Questa è la nostra ipotesi in merito:

1) E' impossibile stoccare a lungo termine alluminio in polvere sospeso in un liquido: la polvere, prima o poi, sedimenterebbe, inoltre l'alluminio in polvere danneggerebbe i delicati apparati dei turbofan. Il trimetilalluminio, invece, è liquido e si trasforma in ossido di alluminio, in polvere finissima, quando viene a contatto con l'aria, dopo essere stato nebulizzato. Inoltre è un composto altamente infiammabile, per cui riteniamo che venga usato come additivo per il carburante.

Bisogna rilevare che tra le principali forniture militari sia dell'unione europea sia statunitensi figura proprio il trimetilalluminio.

Courtesy by Wikipedia

2) Frequentemente si vedono scie espandersi a dismisura e velocemente, sebbene i valori di umidità relativa, come indicato dai radiosondaggi, siano molto bassi. In altri casi si osservano coperture artificiali, sempre con parametri di umidità non idonei alla formazione delle contrails e quindi tanto meno adatti alla sovrasaturazione, fenomeno del tutto inventato dalla N.A.S.A. per coprire le operazioni con scie chimiche di tipo persistente - Progetto cloverleaf [1]. Non siamo dunque di fronte a scie di condensa persistenti per sovrasaturazione, ma a vere e proprie formazioni che simulano le contrails, ma che tali non sono.

L'incremento di volume delle scie avviene a causa di una reazione del trimetilalluminio con l'umidità atmosferica residua che viene catturata nella fase di espansione delle sostanze disperse. Da qui il calo dei valori igrometrici in atmosfera, in concomitanza con le attività dei tankers ed in sinergia con la diffusione di bario ed altri elementi igroscopici.

Per ogni mole di alluminio, pari a 26 grammi, si formano 3 moli d'acqua pari a 54 grammi (più del doppio). Perciò si può supporre che i tankers disperdano trimetilalluminio che ha densità di circa 700Kg per metro cubo. Il trimetilalluminio brucia "senza fiamma" con una reazione chimica con l'ossigeno dell'aria come comburente.

Quando osserviamo l'espansione progressiva delle scie, ciò è dovuto al trimetile che via via reagisce con l'ossigeno dell'aria, liberando acqua e che è poi il risultato che vediamo: scie che si allargano in modo spropositato anche se non si raggiungono i valori di umidità sufficienti alla cosidetta (mistificazione della N.A.S.A.) sovrasaturazione.

NB: l'acqua di combustione del cherosene è molto inferiore in quantità: genera le normali scie di condensazione (laddove siano presenti le condizioni di quota, pressione, umidità relativa, temperatura) che non si espandono mai, ma si dissolvono in pochi secondi.


[1] Il progetto cloverleaf fu un’operazione iniziata nel 1998. In precedenza varie zone degli Stati Uniti erano state selezionate per l’operazione “chemtrails”, con l’intento di sperimentare tutte le tecniche di spargimento e per stabilire quali fossero i limiti di ogni aereo e quali le condizioni meteo ottimali. Una volta stabilito questo, iniziò un programma nazionale, che continua tuttora sotto nomi in codice diversi. I due nomi che ricorrono più spesso sono “Operazione Cloverleaf” (foglia di trifoglio) e “Operazione Rain Dance” (danza della pioggia). Nel giro di pochi mesi dall’inizio dell’operazione sugli Stati Uniti, le scie chimiche furono esportate su vaste parti di decine di Paesi, con la notevole eccezione della Cina.

L'ipotesi in questo articolo formulata è stata anche avvalorata dal National Center for Atmospheric Research di Boulder (California): infatti, secondo questo centro, "il solo modo per creare nuvole artificiali nell'aria secca è introdurre abbastanza particolato nell’atmosfera per attirare e addensare tutta l’umidità disponibile, trasformandola in un vapore visibile [trimetilalluminio n.d.r.]. Se questa procedura viene ripetuta spesso, il risultato è una foschia che non porta pioggia ma siccità”.



Fonti:

http://en.wikipedia.org/wiki/Trimethylaluminium
http://it.wikipedia.org/wiki/Chimica_metallorganica

Ringraziamo l'amico chembusterboy per la preziosa collaborazione fornitaci.


Leggi qui un interessante approfondimento



Monday, January 4, 2010

Scie chimiche e diminuzione dell'irraggiamento solare nell'eziologia di alcune patologie

http://www.tankerenemy.com/2010/01/scie-chimiche-e-diminuzione.html

Scie chimiche e diminuzione dell'irraggiamento solare nell'eziologia di alcune patologie

Gli studi della tossicologa californiana, Hildegarde Staninger, hanno condotto all'individuazione dello stronzio tra gli elementi dei nano-tubi inclusi nei polimeri dispersi con le scie chimiche. Lo stronzio (Sr) è un elemento chimico dal reticolo cristallino cubico. E' piuttosto scarso nella crosta terrestre (0,04 per cento circa), ma assai diffuso, perché quasi sempre presente in tracce più o meno rilevanti nei minerali di calcio. Lo stronzio ha l'aspetto di un metallo bianco-argenteo, molle che si ossida rapidamente all'aria e che reagisce violentemente con l'acqua, sviluppando idrogeno. Le sue proprietà fisiche e chimiche sono quelle di un metallo alcalino-terroso, intermedie fra quelle del calcio e quelle del bario. Per la sua grande analogia con il calcio (i raggi degli ioni Ca++ e Sr++ differiscono di pochissimo), lo stronzio può sostituirlo nelle parti scheletriche degli animali: infatti esistono organismi che lo fissano selettivamente come certi protozoi radiolari.

A proposito di questo elemento, la Staninger osserva: "I livelli delle emissioni atmosferiche dello stronzio sono monitorati dall'Ufficio Foreste degli Stati Uniti. Lo stronzio interagisce con i metaboliti [1] della vitamina D ed innesca meccanismi tossicologici che provocano carenze di vitamina D. I nanotubi sono stati realizzati in silicio-carbonio e stronzio. Lo stronzio è elemento d'elezione per via del suo uso come materiale sensore rice-trasmittente nella progettazione delle nano-antenne d'avanguardia".

La vitamina D o calciferolo è una vitamina liposolubile contenuta in pesce, uova e latticini, ma prodotta anche dall'organismo umano per azione dei raggi solari su un precursore (7-deidrocolesterolo) presente nella cute; la forma attiva principale è l'1,25 colecalciferolo, risultato di processi di idrossilazione che avvengono a livello epatico e renale. Stimola l'assorbimento di calcio e fosfati nell'intestino. La sua carenza provoca alterazioni ossee e rachitismo. La diminuzione dell'irraggiamento solare e l'accumulo di stronzio nell'organismo concorrono dunque a determinare il deficit di vitamina D, alla base di varie patologie, non esclusi i tumori, favoriti appunto dalla scarsità del calciferolo.


[1] I metaboliti sono sostanze che prendono parte alle reazioni chimiche che si verificano nell'organismo o che derivano da esse.

Fonti:

Enciclopedia delle Scienze, Milano, 2005, s.v. stronzio e Vitamina D
Parkinson news, Deficit di vitamina D nei pazienti parkinsoniani, anno VIII, n. 2, aprile 2009
H. Staninger, Inibizione della colinesterasi come risultato dell'esposizione ad emissioni aeree di materiali nano-compositi, 2009




Tuesday, October 20, 2009

Gli ingredienti velenosi delle scie chimiche

Ci manca solo il titanio di bario (qui a 1:07 della seconda parte)... a fine post la lista completa delle sostanze rilasciate con le scie.

http://www.tankerenemy.com/2009/10/gli-ingredienti-velenosi-delle-scie.html

Gli ingredienti velenosi delle scie chimiche

Nel luglio 2009 sono state compiute alcune analisi chimiche che si riferiscono al particolato rilevato in campioni di aria prelevati a Phoenix, Arizona. L'Arizona, come quasi tutti gli stati della Federazione, subisce pesanti irrorazioni chimico-biologiche. I risultati degli esami sono stati tradotti in istogrammi molto eloquenti. Naturalmente i soliti ciarlatani della disinformazione affermeranno che si tratta di "normale" inquinamento ambientale, ma gli alti livelli di vari elementi chimici si spiegano solo chiamando in causa le attività clandestine ed illegali di aerosol.

Dalle analisi emerge che - bisognava aspettarselo - l'alluminio fa la parte del leone con 39.000 parti per milione. Sono stati rilevati anche ferro (17.300 parti per milione), bario (2.100), zinco (1.100), rame (172), manganese (487), piombo (56), cadmio (1,70), cromo (48), nickel (34), arsenico (48), antimonio (26).

I valori rilevati superano di gran lunga i limiti consentiti per legge (in alcuni casi, non esiste un limite stabilito) ed è quindi palese che le concentrazioni rintracciate sono nocive. E' ozioso attribuire tali abnormi concentrazioni solo alla contaminazione ordinaria (stabilimenti industriali, traffico veicolare, attività agricole, inceneritori...) che pure contribuisce, ma non in misura determinante. In aree non industrializzate e lontane da centri urbani si rilevano spesso quantità notevoli di alluminio e bario, come dimostrato da Luigina Marchese in Pioggia di alluminio. Le scie chimiche quindi costituiscono, oggi giorno, la maggiore fonte di inquinamento: è difficile quantificare, ma non saremo lontani dal vero se attribuiremo alle chemtrails almeno l'80 per cento della polluzione ambientale, visti i frequentissimi sorvoli di città ed aree rurali per opera degli aerei della morte.

Ricordiamo che non solo l'alluminio ed il bario sono veleni, ma anche gli altri metalli. Il piombo è neurotossico: usato nella benzina, prima che fosse sostituito dal cancerogneno benzene (bel colpo!) oggi usato nei cosiddetti carburanti "verdi", attacca soprattutto il sistema nervoso. Alcuni derivati del cromo sono fortemente tossici ed inquinanti; lo stesso vale per i sali di antimonio. Anche l'arsenico è velenoso, soprattutto sotto forma di composto inorganico.

Si comprende dunque perché molte persone spesso avvertono uno sgradevole sapore metallico in bocca: i metalli copiosamente diffusi in atmosfera sono all’origine di questo altrimenti incomprensibile sintomo.

Insomma, una pietanza a base di veleni ci viene ammannita dai militari e dai nostri governi, ogni giorno... Buon appetito.

Consulta qui i risultati delle analisi.



Thursday, August 27, 2009

Siccità in India: sotto accusa le scie chimiche

[commenti miei - eSSSe]

http://www.tankerenemy.com/2009/08/siccita-in-india-sotto-accusa-le-scie.html

Siccità in India: sotto accusa le scie chimiche

Il nostro amico ed assiduo lettore Arturo [a coppie di se stesso da solo, ndr] ci ha segnalato, tra gli altri, un breve articolo pubblicato dal quotidiano "La Repubblica". Il trafiletto si impernia sulla siccità che sta affliggendo l'India. I militari, con le loro scellerate operazioni, basate sul mostruoso connubio tra scie chimiche (spesso contenenti composti igroscopici) ed onde elettromagnetiche, sono riusciti nel loro intento: sconvolgere gli equilibri del regime monsonico, sicché le piogge, che dissetavano ampie regioni del subcontinente indiano e del sud est asiatico, non cadono più o sono assai scarse. Alla stagione secca, che già metteva a dura prova l'agricoltura indiana, la flora e la fauna, ora è subentrata una stagione semiarida.

Che cosa fa il governo di New Delhi per contrastare le attività chimico-biologiche nei cieli dell'Unione indiana? Niente! Perché? Perché, come quasi tutti i governi (forse solo l'esecutivo dell'Ecuador non è coinvolto) sa, ma tace colpevolmente. E' mai possibile che i vertici militari di uno stato, che è anche una potenza nucleare, non ordinino ai caccia della sua aviazione di intercettare i velivoli chimici, [sono completamente pazzi!!!] mentre, violando lo spazio aereo, diffondono veleni? E' possibile, anzi è normale, in quanto i governi sono succubi di élites criminali che impongono le loro folli e distruttive decisioni. Obtorto collo o corrotte con privilegi e fiumi di denaro, le classi "dirigenti" dei vari paesi obbediscono al diktat di potentati sovranazionali. I risultati di questa inetta "politica" sono disastrosi.



Emergenza acqua a Mumbai (ex Bombay, n.d.r.). La capitale finanziaria dell'India sta vivendo una crisi allarmante: le forniture idriche sono state tagliate del 15 per cento e, da ottobre, subiranno un'ulteriore riduzione del 30 per cento. Unica risoluzione? La pioggia. Per ingraziarsi il dio di riferimento, dieci sacerdoti indù si sono immersi per quattro ore in cisterne piene d'acqua, recitando i mantra previsti nel rituale del Varuna Yajna.


Leggi qui il trafiletto tratto dal quotidiano di regime "La Repubblica".



posted by Zret

Wednesday, July 8, 2009

Il torio nelle scie chimiche

New entry!!! Il torio! Pero' si sta avvicinando. Presto nelle scie chimiche trovera' anche idrogeno e ossigeno combinati con legami covalenti...


http://dirtyskyes.blogspot.com/2009/07/il-torio-nelle-scie-chimiche.html

Il torio nelle scie chimiche

Alcuni ricercatori hanno individuato, tra gli elementi diffusi per mezzo delle scie chimiche, anche il torio. Il torio è un elemento chimico piuttosto diffuso nella litosfera, sebbene in ambienti geologici poco comuni ed in basse concentrazioni. La sua abbondanza relativa (15 parti per milione) è di poco inferiore a quella del piombo e tre volte superiore a quella dell’uranio. Il minerale da cui si estrae il torio è la monazite, in cui è associato al cerio. I tredici isotopi del torio oggi conosciuti sono tutti radioattivi. L’isotopo naturale è il torio 232 che ha una lunghissima vita media: 1,4 X 10 alla decima anni! Tra gli isotopi artificiali deve essere ricordato il torio 233, la cui vita media è di 22 minuti, ottenuto con bombardamento con neutroni del torio 232 e che, decadendo, origina l’uranio 233.

Il torio metallico è molto duttile e piuttosto tenero, in polvere è grigio. Esso è usato come assorbitore di gas nella tecnica dell’alto vuoto ed anche per la produzione di elettrodi e cellule fotoelettriche sensibili a certe radiazioni ultraviolette, ma la più rilevante applicazione è in campo nucleare.

Quando il torio viene sparso con le scie velenose, si deve pensare in primo luogo, tenendo conto della mente depravata dei criminali che hanno concepito ed attuato l’operazione, che tale elemento radioattivo serva per causare patologie tra la popolazione. Sono note, infatti, le pericolose e talora letali conseguenze della radioattività sugli organismi viventi, tra cui le mutazioni genetiche e varie forme tumorali, come la leucemia. Il torio quindi è un “ottimo” strumento per quello che, in inglese, è definito depopulation system, ossia sistema per il decremento demografico, perpetrato con i virus (dell’AIDS in primis), le radiazioni non ionizzanti, il fluoro nei dentifrici, il Prozac nell'acqua potabile, l’aspartame, gli psicofarmaci etc. L'esposizione al torio in atmosfera può portare ad un aumento del rischio di cancro ai polmoni, al pancreas ed al sangue.

Non si può escludere che l’impiego di questo elemento risponda ad altri scopi, un po’ meno diabolici: poiché il torio metallico assorbe i gas, potrebbe essere impiegato, in sinergia con il bario, per alterare la composizione dei gas atmosferici. Infine, essendo il torio metallico sensibile a certe radiazioni ultraviolette, potrebbe essere sparso nella ionosfera per determinare o catalizzare particolari reazioni con i raggi UV, costituiti da una radiazione elettromagnetica di lunghezza d’onda compresa tra 0,1 e 0,4 micron di millimetro. La proprietà saliente di questi raggi è quella di favorire moltissime reazioni fotochimiche.

Comunque sia, lo spargimento di torio è la riprova (qualora se ne avverta ancora il bisogno) di chi siano veramente coloro che decidono il destino del mondo e dell’umanità: degli assassini assai peggiori dei nazisti che, almeno, non osavano trincerarsi ipocritamente dietro parole vuote come democrazia, libertà e giustizia, per giustificare i loro atroci, innominabili misfatti.



Fonti:

M. Castle,
Resoconti da tutta la nazione indicano che l’agenda si è intensificata in questi ultimi mesi, 2006
Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, sotto le voci torio ed ultravioletto
Scienze naturali, a cura di M. Tozzi, Milano, s.v. nucleare energia
A.Worthington,
Irrorazione ed armi elettromagnetiche nell’era della guerra nucleare, 2004

Thursday, June 11, 2009

Le cellule di Kerala ed i polimeri di ricaduta

http://www.tankerenemy.com/2009/06/le-cellule-di-kerala-ed-i-polimeri-di.html

Le cellule di Kerala ed i polimeri di ricaduta

Nell'estate del 2001 a Kerala, nell'India sud orientale, cadde una pioggia di colore tra il rosa ed il rossastro. La notizia fu pubblicata nell'aprile del 2006 sulla rivista Astrophysics and space science in un articolo intitolato La pioggia rossa di Kerala e la sua possibile origine extraterrestre. Godfrey Louis, ordinario di Fisica teorica ed applicata all'Università Mahatma Gandhi, ha analizzato al microscopio ed a diverse temperature campioni dell'anomala pioggia, scoprendovi cellule con spessi pareti rosse. Queste cellule, prive di D.N.A., contengono idrogeno, silicio, ossigeno, carbonio ed alluminio. Inoltre Louis, sottoponendo il materiale a differenti emissioni di raggi UV, ha rilevato picchi variabili di autofluorescenza, fenomeno riscontrabile nelle cellule biologiche, sebbene le cellule "aliene" siano prive di proteine.

L'autofluorescenza è "una caratteristica tipica dei composti organici e delle cellule in particolare. In campo biologico, l'autofluorescenza è un fenomeno originato dai mitocondri e dai lisosomi nelle cellule, ma anche dalla matrice extracellulare ricca di collagene ed elastina. In particolare le molecole organiche che causano autofluorescenza sono prevalentemente amino-acidi aromatici e lipo-pigmenti". Molte delle sostanze coinvolte negli aspetti organizzativi e metabolico-funzionali del materiale biologico si comportano da fluorofori endogeni, ovvero sono in grado di emettere un segnale di fluorescenza, quando eccitati ad opportune lunghezza d'onda. Le caratteristiche del segnale di fluorescenza dipendono dalla natura e dalla concentrazione di tali fluorofori, dalla loro distribuzione all'interno del substrato biologico e dalla proprietà fisico-chimiche del loro microambiente.

Insomma, pare che ci si trovi di fronte ad un rompicapo, poiché le cellule di Kerala paiono qualcosa di intermedio tra inorganico ed organico. "E' significativo che esse includano il silicio. Il silicio è l'unico elemento in grado di generare, come il carbonio, catene complesse e può essere adoperato per creare dei sistemi neuronali e cerebrali di tipo artificiale o meglio, dei sistemi in cui il confine tra biologico ed elettronico è assai sfumato. Il silicio è in grado di immagazzinare energia (non a caso, i pannelli fotovoltaici di nuova generazione sono costruiti con celle di silicio) e di condurre l'elettricità".

Da non trascurare un altro "mattoncino" delle cellule di Kerala, l'alluminio, uno fra gli elementi peculiari delle scie tossiche.

Considerando gli elementi chimici e le particolarità delle cellule indiane, viene da pensare che, se esse non sono di origine esogena, la loro struttura chimica e la loro ratio siano state in parte riprodotte in laboratori militari per creare composti cross over, inorganico-organico, materiali artificiali, ma bio-compatibili come quelli reperiti nel materiale di ricaduta delle chemtrails.

L'accostamento carbonio-silicio richiama alla mente uno dei sinistri progetti della Cabal: è un piano volto a determinare un passaggio della specie umana dalla matrice carbonio alla matrice carbonio-silicio. Questa graduale metamorfosi è uno degli scopi dell’operazione di aerosol clandestino?

Un episodio simile occorse nel 1994 nello Stato di Washington.




Articoli correlati:

- Dopo la pioggia il virus che causa nausea e vomito (articolo del quotidiano La Stampa)
- Strani filamenti nelle urine di soggetti apparentemente sani


Fonti:

Autore non indicato, Il mistero della fluorescenza nelle cellule rosse di Kerala, 2009, in Fenix, n. 8, giugno 2009
Tursiops, Polimeri di ricaduta: altre analisi, 2008, tratto da Sciebuccinasco
Zret, La questione silicio, 2009




posted by Zret

Thursday, May 21, 2009

Elementi e salute: l'alluminio

http://www.tankerenemy.com/2009/05/elementi-e-salute-lalluminio.html

Elementi e salute: l'alluminio

L'amico di Heymotardnews sta curando una approfondita sinossi degli elementi chimici collegati all'inquinamento ambientale, causato o aggravato dalle scie chimiche. Abbiamo deciso di pubblicare la sua ricerca sull'alluminio, tra i metalli più diffusi tramite le chemtrails ed all'origine di vari disturbi e patologie, anche gravi, come l'Alzheimer, la S.L.A. ed il Parkinson: sono malattie provocate, in primis, dall'accumulo di metalli nell'organismo.


Alluminio

Si tratta di un metallo duttile e leggero dal colore argenteo vivo, ma facilmente ricoperto da un sottile strato di ossidazione che si forma rapidamente quando è esposto all'aria. L'alluminio non è magnetico e non è infiammabile a temperature ordinarie, pur essendo estremamente avido di ossigeno. Ha soltanto un isotopo naturale, l’aluminium-27, che non è radioattivo.


Applicazioni

L’alluminio è importante per la sua resistenza all'ossidazione e per la leggerezza delle sue leghe. L'alluminio è, infatti, usato in molte industrie per realizzare i manufatti più svariati e riveste quindi una grossa importanza nell'economia mondiale. I componenti strutturali costruiti in leghe d’alluminio sono fondamentali per l'industria aerospaziale e molto importanti in altre aree di trasporto e costruzione in cui sono richieste leggerezza, durevolezza e resistenza.

L'uso dell'alluminio è secondo solo a quello del ferro. Puro, forma facilmente leghe con molti elementi quale rame, zinco, magnesio, manganese e silicio.

Quasi tutti gli specchi moderni, compresi quelli dei telescopi, sono costituiti da un rivestimento riflettente sottile di alluminio posto sulla superficie posteriore di un vetro.

Altre applicazioni riguardano circuiti elettrici e rivestimenti atermici. A causa della sua alta conducibilità e del prezzo relativamente basso, se confrontato con quello del rame, l'alluminio era ampiamente usato negli Stati Uniti per le linee elettriche domestiche negli anni ‘60. Si manifestarono, però, problemi di funzionamento a causa del più alto coefficiente di dilatazione termica e della sua tendenza a creparsi sotto una pressione stabile e continua, entrambi eventuali cause d'allentamento del contatto. La corrosione galvanica, infine, ne aumenta la resistenza elettrica.

Lo sviluppo più recente nella tecnologia dell'alluminio è la produzione di schiuma di alluminio attraverso l'aggiunta di un composto metallico fuso (un metallo ibrido) in grado di rilasciare un gas di idrogeno. L'alluminio fuso deve prima essere ispessito ed a tale scopo vengono aggiunti ossido di alluminio o fibre di carburo di silicio. Il risultato è una schiuma solida che è usata nei tunnel stradali e nelle navicelle spaziali.


L'alluminio nell'ambiente

Anche se l'alluminio è un elemento molto abbondante nella crosta terrestre, stimato in percentuali attorno all'8%, è molto raro nella sua forma pura, mentre è facilmente reperibile come minerale di bauxite. Sotto forma di idrossido non solubile, caratterizza fortemente i terreni che lo contengono.

L'alluminio è fra i metalli più difficili da raffinare esistenti sulla terra: il motivo è che esso si ossida molto velocemente ed il suo ossido è un composto estremamente stabile che, a differenza della ruggine sul ferro, non si sfalda via. La ragione stessa per cui l'alluminio è usato in molte applicazioni spiega perché è così difficile da produrre.

Parecchie gemme sono composte da cristalli chiari di ossido di alluminio, noti come corindone. La presenza di tracce di altri metalli genera i vari colori: il cobalto forma gli zaffiri azzurri, il cromo forma i rubini rossi. Entrambe le gemme sono oggi facili ed economici da produrre artificialmente.

Il recupero del metallo dai rottami riciclati è diventato una componente importante dell'industria di alluminio. La produzione industriale mondiale del metallo nuovo si aggira intorno alle 20 tonnellate per anno ed una simile quantità viene riciclata. Le riserve note sono pari a 6 miliardi di tonnellate.


Effetti sulla salute dell'alluminio

L'esposizione ad elevate concentrazioni può causare problemi di salute. La forma ionica di alluminio solubile in acqua ha particolari effetti nocivi. Si trova solitamente in soluzione assieme ad altri ioni, come nel cloruro di alluminio. L'assunzione di alluminio può avvenire attraverso il cibo, attraverso la respirazione e tramite il contatto con la pelle. Un'assunzione continuata di concentrazioni significative di alluminio può provocare seri effetti sulla salute, come i seguenti:

- danneggiamento del sistema nervoso centrale

- demenza

- perdita della memoria

- indebolimento generale e stanchezza cronica (astenia)

- forte tremore

- malattia di Alzheimer

- morbo di Parkinson

L'alluminio costituisce un rischio in certi luoghi di lavoro, come le miniere dove può essere presente nell'acqua. Le persone che lavorano nelle fabbriche dove si impiega l'alluminio durante i processi di produzione possono riscontrare problemi ai polmoni, quando ne respirano polvere. L'alluminio può causare problemi ai pazienti di malattie renali, quando entra nell'organismo durante le dialisi renali.

L'inalazione di polveri fini e di ossido di alluminio è stata indicata come causa di danni e di fibrosi polmonari. Questo effetto, noto come malattia del rasoio, è complicato dalla presenza di silicio e di ossidi di ferro nell'aria inalata.

Effetti ambientali dell'alluminio

[...] Disperso in atmosfera sotto forma di particolato viene usato per creare un plasma elettroconduttivo ad usi militari ed uno schermo ai raggi solari. Alte concentrazioni di alluminio causano non soltanto effetti sui pesci, ma anche su uccelli e su altri animali che mangiano i pesci e gli insetti contaminati e sugli animali che respirano alluminio attraverso l'aria. Le conseguenze sugli uccelli che mangiano i pesci contaminati consistono nell'assottigliamento dei gusci delle uova e nella nascita di pulcini sotto peso. Le conseguenze sugli animali che respirano alluminio attraverso l'aria possono essere problemi ai polmoni, perdita di peso e diminuzione dell'attività.

Un altro effetto negativo per l'ambiente dell'alluminio è che i suoi ioni possono reagire con i fosfati e ciò li induce ad essere meno disponibili per gli organismi acquatici. Alte concentrazioni di alluminio possono essere presenti non soltanto inegli ecosistemi e nell'aria soprattutto a seguito di intense irrorazioni aeree, ma anche nell'acqua freatica. Ci sono consistenti prove infatti sulla capacità dell'alluminio di danneggiare le radici degli alberi, quando gli alberi, attraverso l'apparato radicale, si approvvigionano di acque di falda.


Fonte: lenntech.com

Articoli correlati:

- Il piano di Edward Teller e la truffa dell'effetto serra, 2008
- Il trimetilalluminio nelle scie chimiche, 2008


Leggi qui l'articolo pubblicato su Heymotardnews.




posted by Zret

Tuesday, November 18, 2008

Nuvole di bario

Abbiamo tradotto un breve studio sul bario, tra i "protagonisti" delle scie chimiche. Il testo, tratto da Theblanketeffect, si riferisce alle operazioni di manipolazione in alta atmosfera, studiate dalla giornalista indipendente ed attivista Carolin Williams Palit. La ricercatrice ritiene che tali interventi siano volti non allo studio di fenomeni fisici, ma alla militarizzazione dello spazio. Le sue conclusioni, fondate sull'analisi di documenti ufficiali in parte declassificati e su altri riscontri, sono plausibili.

Interessante nell'articolo è il riferimento circa la possibilità di ionizzare (strappare l'elettrone) il bario, con estrema facilità. Inoltre appare significativo il dettaglio secondo cui questo elemento chimico viene ionizzato dai raggi solari e di conseguenza lo spostamento delle nubi chimiche sembra dipendere dai campi elettromagnetici più che dalle correnti. Si nota, infatti, come spesso le scie chimiche si muovano in direzione opposta alle formazioni nuvolose naturali.

Un atomo può essere ionizzato attraverso l'assorbimento di luce. L'atomo di bario è particolarmente facile da ionizzare, poiché il suo elettrone esterno ha un legame molto debole.

Se enormi quantitativi di bario sono diffusi nello spazio, per creare delle nubi, gran parte del bario viene ionizzato dalla luce solare nell'arco di un minuto. La nuvola così generata si sposta in relazione all'energia elettromagnetica nello spazio e può essere usata per studiare i campi elettrodinamici.

In pratica il bario è incluso in contenitori insieme con ossido di rame e questi recipienti sono rilasciati attraverso razzi o satelliti ed incendiati. La reazione chimica risultante genera enorme calore, ma poiché è diffuso nello spazio più bario di quanto si possa combinare chimicamente, parte dell'elemento si vaporizza a formare una grande nuvola verdognola. [1]


[1] La colorazione verde è dovuta al nitrato di bario, usato anche nei fuochi d'artificio.

Leggi qui il testo in inglese.


Monday, November 10, 2008

L'invasione dei nanopolimeri

Caspita, un nanopolimero a forma di bicicletta...




Pubblichiamo un resoconto tratto dal sito Scie Buccinasco dell'amico Tursiops, relativo ad una caduta di filamenti polimerici: è un inquietante fenomeno che ci viene segnalato in questi giorni da varie parte d'Italia. Molti lettori hanno, infatti, notato pseudo-ragnatele precipitare dal cielo in concomitanza con il passaggio degli aerei della morte. Precisiamo ancora una volta che queste fibre assai tenaci ed appiccicose nulla c'entrano né con le ragnatele, la cui composizione chimica è differente, essendo le tele degli Aracnidi costituite da proteine, né con i cosiddetti "capelli d'angelo" o bambagia silicea. In quest'ultimo caso, si tratta di esili fili osservati, in qualche rara occasione, dopo l'avvistamento di U.F.O. I "capelli d'angelo" hanno struttura chimica non confrontabile con i filamenti di polimeri. In seguito ad analisi di laboratorio, la bambagia silicea è risultata essere un composto di vetroborosilicico, laddove le fibre contenute nelle scie tossiche contengono carbonio, silicio, alluminio, ferro, calcio, sodio, cloro, rame, litio e magnesio.

Ringraziamo il gentilissimo Dottor Giorgio Pattera, per la tempestiva segnalazione.



Oggi, 8 novembre 2008, nei cieli di Buccinasco (MI), sono accaduti fenomeni atmosferici davvero strani. Strani per gli altri, ma non per chi, come noi, è impegnato da tempo nello studio del fenomeno "scie chimiche".

E' pomeriggio quando esco e vedo attaccati ad un palo moltissimi filamenti bianchi.

Non mi sono nuovi, ma, avendo pochi dati a disposizione non potevo sbilanciarmi: sarebbero potuti essere semplici ragnatele, anche se, dentro di me, sapevo che non era così. I filamenti in questione erano davvero lunghi ed anche spessi.



Decido allora di mettere il guanto di lattice e di prelevare un campione da portare a casa per farlo poi analizzare. Mentre mi accingo a prelevare il "filo", ho modo di constatare che non si tratta di ragnatele o comunque di sostanze naturali per alcuni semplici e logici motivi:

- le ragnatele si spezzano, queste fibre no e si attaccano;
- le ragnatele hanno una trama, queste fibre no: sono dei lunghi filamenti ed un ragno non costruirebbe mai fili senza trame per catturare le prede;
- le ragnatele non volano in cielo per kilometri e non si attaccano ai pali elettrici ed alle cime degli alberi, sventolando a seconda del vento.

Una volta raccolto il campione, scatto anche delle foto. Guardo il cielo e vedo i soliti aerei (tankers) chimici che rilasciano la solita scia chimica. Questa volta oltre al solito aereo, nel cielo azzurro si distinguono bene cadere (CADERE) dei filamenti bianchi, gli stessi che ho trovato attaccati ai pali ed alle piante!



Era la prima volta in cui mi capitava di assistere ad uno spettacolo così preoccupante e spaventoso. Si vedevano chiaramente scendere questi polimeri dal cielo! E, guarda caso, la caduta era evidente ogni qual volta passava un aereo con scia chimica al seguito. Non esagero nel dire che oggi sono piovuti polimeri. [...]


Leggi qui il resoconto sul blog Scie Buccinasco.