http://zret.blogspot.com/2009/06/linea-notte.html
Linea notte
"Linea notte" è il format che R.A.I. 3 trasmette subito dopo la mezzanotte. Nonostante le apparenze, non è un programma di informazione, ma un bric à brac che si potrebbe definire un'americanata, se non fosse molto peggiore di certi prodotti d'oltreoceano. Conducono "a rotazione" un goffo Maurizio Mannoni ed un insipido Antonio Di Bella, attorniati da un gineceo di "giornaliste" in erba, incapaci di leggere i titoli e gli occhielli delle testate di regime, senza incespicare decine di volte e senza infiorare il discorso di insopportabili intercalari ("va be', niente, come dire, assolutamente, no...").
Il Mannoni interpella per lo più degli ospiti improbabili ed ignoranti che pubblicizzano i loro libri ancora più improbabili su temi fondamentali come il seno di Sant'Agata e la sagra della lumaca affumicata. Non mancano i collegamenti con gli inviati all'estero che ripetono stancamente le veline del sistema sull'influenza suina, il volo 447, la mafia, le elezioni in Iran. Quasi in ogni puntata le prodezze dell'eroico Obama sono evocate con commossa partecipazione e con epica gravità dalla corrispondente-bardo da New York, appena uscita dalla centrifuga.
Insomma, un polpettone indigesto in linea con la più scalcinata e pericolosa programmazione televisiva, ma con una sintassi serrata e dinamica che tenta di sfumare la noia infinita e paludata di interventi solennemente fatui e di ospiti insulsi.
Per tentare di colmare il vuoto abissale, per tentare di dare sostanza al chiacchiericcio di azzimati direttori, vicedirettori, balbettanti redattori, soubrettes assurte a mezzebustine, Linea notte ricorre alla tecnologia più avveniristica ed agli effetti speciali: monitor interattivi rutilanti, prime pagine di giornali che appaiono, scompaiono, si ingrandiscono tosto che, con studiata noncuranza, la telefonista improvvisatasi redattrice, sfiora lo schermo. Non manca, in questa volgare fiera della stupidità spacciata con improntitudine per giornalismo, un riferimento più o meno subliminale alle scie chimiche: una striscia biancastra su fondo azzurro scorre sullo schermo alle spalle dei commedianti.
Con questa sfacciata e subdola esibizione iconica delle chemtrails, nell'ambito della volontà di assuefare i telespettatori all'orrore dell'avvelenamento globale, "Linea notte" tocca il fondo che... non è certo un editoriale.
Il Mannoni interpella per lo più degli ospiti improbabili ed ignoranti che pubblicizzano i loro libri ancora più improbabili su temi fondamentali come il seno di Sant'Agata e la sagra della lumaca affumicata. Non mancano i collegamenti con gli inviati all'estero che ripetono stancamente le veline del sistema sull'influenza suina, il volo 447, la mafia, le elezioni in Iran. Quasi in ogni puntata le prodezze dell'eroico Obama sono evocate con commossa partecipazione e con epica gravità dalla corrispondente-bardo da New York, appena uscita dalla centrifuga.
Insomma, un polpettone indigesto in linea con la più scalcinata e pericolosa programmazione televisiva, ma con una sintassi serrata e dinamica che tenta di sfumare la noia infinita e paludata di interventi solennemente fatui e di ospiti insulsi.
Per tentare di colmare il vuoto abissale, per tentare di dare sostanza al chiacchiericcio di azzimati direttori, vicedirettori, balbettanti redattori, soubrettes assurte a mezzebustine, Linea notte ricorre alla tecnologia più avveniristica ed agli effetti speciali: monitor interattivi rutilanti, prime pagine di giornali che appaiono, scompaiono, si ingrandiscono tosto che, con studiata noncuranza, la telefonista improvvisatasi redattrice, sfiora lo schermo. Non manca, in questa volgare fiera della stupidità spacciata con improntitudine per giornalismo, un riferimento più o meno subliminale alle scie chimiche: una striscia biancastra su fondo azzurro scorre sullo schermo alle spalle dei commedianti.
Con questa sfacciata e subdola esibizione iconica delle chemtrails, nell'ambito della volontà di assuefare i telespettatori all'orrore dell'avvelenamento globale, "Linea notte" tocca il fondo che... non è certo un editoriale.
Primo!
ReplyDeleteE quindi?
Visto che fanno vedere una scia qualunque allora PER FORZA stanno facendo propaganda contro le scie??
Ma sei il primo a fartela contro da solo: dici che dove vivi succedono un sacco di cose e poi vieni smentito subito da chi ti vive vicino e posta le foto...
Ma va a lavorare, và!
...e magari trova un lavoro anche a tuo fratello...
ReplyDeleteInvidia (nei confronti di chi ha anche un minimo di celebrità), paranoia (la scia sullo sfondo) e la solita stoccata su Obama (mmm...). Insomma, il solito Zret.
ReplyDeleteAntonio curati, le sciecomiche, che mi sa ti sogni anche di notte, sono per te un chiodo fisso.
ReplyDeleteMa perché Zret ce l'ha così tanto con Obama?
ReplyDeleteZret è l'alfiere del tutto va male. Ovvio che ce l'abbia anche con Obama e con chiunque detenga un briciolo di potere superiore al suo (praticamente dal preside in su); è un apocalittico che combatte gli integrati (nel senso del libro di Umberto Eco, altruo suo odiatissimo).
ReplyDeleteEh no, non mi deve toccare Antonio di Bella.. quando c'è ospite lui su Caterpillar devo anche atterrare col tanker per non perdermi nemmeno una sillaba alla radio.
ReplyDeleteProfessò, lascia perdere la scia e prova a pensare un po' alla fi'a....
ReplyDeletesouffle..
ReplyDeleteun'sà chell'è la fi'a.
Un paio di anni a Firenze molti secoli fa... spero di ricordare bene.
Non me ne vogliano i toscani. :D