http://zret.blogspot.com/2009/09/il-cerchio-di-sangue.html
Il cerchio di sangue
"Best seller in Francia, questo romanzo d'esordio di Jérome Delafosse ("Il cerchio di sangue", n.d.r.), giovane giornalista scientifico, è già stato venduto in dieci paesi e presto diventerà un film. Motivo di tanto successo: un personaggio tagliato col coltello, storia da far accapponare la pelle, solida documentazione storico-scientifica, ritmo. L'intreccio si snoda dai ghiacciai della Norvegia a Parigi e quindi alla Malatestiana di Cesena, dove, con apparecchiature ultramoderne, si sta restaurando il manoscritto di Elias, risalente al 1694. Da quelle pagine, affiorano orribili mutilazioni e rarissimi veleni. Le stesse mutilazioni che Nathan, il protagonista ritrova in tre soldati della Prima guerra mondiale, sepolti nei ghiacci. Nathan Fahl ha perso la memoria in un incidente, mentre tentava di recuperare del cadmio da una nave affondata. Fugge dalla clinica dov'è ricoverato, perché qualcuno lo vuole morto. Chi? Per scoprirlo, Nathan deve ritrovare sé stesso ed il proprio passato, indagando attraverso il genocidio del Ruanda per approdare all'infuocato deserto del Sudan, dove si chiude il suo cerchio di sangue".[...] R. Mistretta
Nuoce all'opera prima di Delafosse l'accostamento con Dan Brown e con altri fiacchi scrittori di thriller [detto da Zret fa un po' sorridere], il cui unico pregio è un certo mestiere nello sbrogliare la matassa degli accadimenti: inserito in questo solco di letteratura di consumo, non ci si può attendere molto da un romanzo che tuttavia si apprezza per i tempi serrati e per la sobrietà del linguaggio. Purtroppo i tòpoi del genere si rintracciano un po' tutti e culminano nel mito del terrorismo esterno.
Il piatto forte del pasto ammannito dallo scrittore francese è il riferimento, adombrato nella finzione, ad un episodio realmente accaduto: un paio d'anni fa degli "scienziati" statunitensi, con la scusa di creare un vaccino, riesumarono i corpi di alcuni Inuit, deceduti a causa della cosiddetta "influenza spagnola", per estrarne il D.N.A. con cui è stato poi creato in laboratorio il virus dell'influenza A/H1N1. Chi riportò, a suo tempo, questa notizia fu accusato di astrologare, ma di recente anche una televisione di regime, come La 7, ha confermato il tutto.
Il rimando a marcatori genetici ed a gruppi umani che sono scelti come bersagli specifici per l'inoculazione di agenti patogeni protende la narrazione nell'attualità più apocalittica, dove i militari, in strutture segrete, elaborano piani di sterminio e di controllo che i media corrotti sino al midollo presentano come vaccinazioni e misure sanitarie globali.
Quale interesse avrebbero i governi, zelanti artefici dell'avvelenamento planetario, a salvare vite umane, non si comprende. Nondimeno gli esecutivi, colti in flagrante delitto, centinaia di volte, intenti ad agire contro la popolazione, con guerre, genocidi, "sperimentazioni" in vivo, codici totalitari, stragi di stato... godono ancora incredibilmente di discreta fiducia tra il cittadino medio-basso.
"Il cerchio di sangue", se letto non tanto per seguire le rocambolesche disavventure del protagonista, ma per internarsi nei cunicoli di un sistema schizofrenico, potrà aprire qualche porta. Sull'inferno.
Nuoce all'opera prima di Delafosse l'accostamento con Dan Brown e con altri fiacchi scrittori di thriller [detto da Zret fa un po' sorridere], il cui unico pregio è un certo mestiere nello sbrogliare la matassa degli accadimenti: inserito in questo solco di letteratura di consumo, non ci si può attendere molto da un romanzo che tuttavia si apprezza per i tempi serrati e per la sobrietà del linguaggio. Purtroppo i tòpoi del genere si rintracciano un po' tutti e culminano nel mito del terrorismo esterno.
Il piatto forte del pasto ammannito dallo scrittore francese è il riferimento, adombrato nella finzione, ad un episodio realmente accaduto: un paio d'anni fa degli "scienziati" statunitensi, con la scusa di creare un vaccino, riesumarono i corpi di alcuni Inuit, deceduti a causa della cosiddetta "influenza spagnola", per estrarne il D.N.A. con cui è stato poi creato in laboratorio il virus dell'influenza A/H1N1. Chi riportò, a suo tempo, questa notizia fu accusato di astrologare, ma di recente anche una televisione di regime, come La 7, ha confermato il tutto.
Il rimando a marcatori genetici ed a gruppi umani che sono scelti come bersagli specifici per l'inoculazione di agenti patogeni protende la narrazione nell'attualità più apocalittica, dove i militari, in strutture segrete, elaborano piani di sterminio e di controllo che i media corrotti sino al midollo presentano come vaccinazioni e misure sanitarie globali.
Quale interesse avrebbero i governi, zelanti artefici dell'avvelenamento planetario, a salvare vite umane, non si comprende. Nondimeno gli esecutivi, colti in flagrante delitto, centinaia di volte, intenti ad agire contro la popolazione, con guerre, genocidi, "sperimentazioni" in vivo, codici totalitari, stragi di stato... godono ancora incredibilmente di discreta fiducia tra il cittadino medio-basso.
"Il cerchio di sangue", se letto non tanto per seguire le rocambolesche disavventure del protagonista, ma per internarsi nei cunicoli di un sistema schizofrenico, potrà aprire qualche porta. Sull'inferno.
Tempo qualche mese, raggiunta una certa fama e anche questo Delafosse entrerà a far parte nel gruppo degli odiati da Zret causa "rosicamento"
ReplyDeleteSembra una trama da romanzo di Clive Cussler, Marco Buticchi e altri autori del genere (che a me piace molto).
ReplyDeleteForse forse mi tocca ringraziare Zret per la segnalazione?
Mi sa che compro il libro...
ReplyDeleteZret brutta cosa l'invidia vero? A parte scrivere palle che non stanno né in cielo né in terra e farti prendere per il culo dai tuoi allievi sai fare altro?
ReplyDeleteMikhail Lanart-Hastur
Come DinDonDan Brown uno scrittore "fiacco"?
ReplyDeleteMa se zret non fa altro che nominare illuminati a destra ed a manca???
Vabbe', la coerenza non e' di questo mondo. Ma nemmeno di zeta reticuli... :D
Saluti
Michele
@ Hanmar
ReplyDelete... ma non vorrai mica paragonare gli illuminati di Zret con quelli di Dan! I primi si oscurano, di tanto in tanto, diventando oscurati, quelli di Dan sono sempre luminosi!
Lo ripeto: voglio leggere un racconto scritto da Zret.
ReplyDeletePerò sembra che non abbia proprio voglia di scriverlo. :)
Ma cos'è questa storia del virus dell'influenza spagnola? Ma se Corrado pubblica articoli che dicono che i virus non esistono e che la spagnola è stata causata dai vaccini!
ReplyDeleteQui uno dei due dice idiozie, anzi no, facciamo tutti e due (a coppie di due, naturalmente)
@ Elle
ReplyDeleteZret posta dal 2005: secondo te non ci sono abbastanza "racconti" (oggi faccio un fioretto e modero il linguaggio!) da leggere? Se non ti basta puoi sempre soddisfare il tuo impellente desiderio acquistando i libri. Li ha scritti e pubblicati proprio per lettori smaniosi di abbeverarsi alla fonte della sua prosa e del suo sapere. Mica per fare soldi, che dopotutto non sarebbe una colpa, se il contenuto non fosse ad alto contenuto fuffaro.
@Margotti Street:
ReplyDeleteHeheh! :)
Mi piacerebbe vedere come se la cava lui nel "mestiere nello sbrogliare la matassa degli accadimenti" con tanto di caratterizzazione dei personaggi.
La fantasia c'è, la grammatica pure....tecnica narrativa, ci vuole, Prof!
Penna d'oca e calamaio!