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Hanno assassinato John Kleeves ( articolo di Rutilio Sermonti - Rinascita )
Seminascosto in cronaca, un laconico trafiletto di “nera” ha informato in questi giorni il popolo bue che l’ingegnere Stefano Anelli, sessantaduenne, trovandosi in auto con la nipote Monica, presso Rimini, colto da subitanea follia, aveva ucciso la giovane, seduta al suo fianco, con un colpo di balestra al collo, e poi si sarebbe suicidato sparandosi, sempre al collo, con la stessa balestra. Delitto-suicidio, assurdo, con modalità impossibili, ma la gente è abituata a bersi tutto dicendo bah. Invece, la logica c’era. Una logica agghiacciante, orrenda, ma peraltro così abituale, da parte dei “Liberatori” del mondo, da apparire quasi monotona. Perchè l’ingegner Anelli altro non era che lo scrittore, studioso e politologo di eccelso livello, che, con lo pseudonimo di John Kleeves, ha svelato a tutti noi, con libri, articoli e conferenze innumerevoli, il putridume che si cela dietro l’ipocrita democrazia Usa. Non è stato il solo, certo. Ma nessuno gli è stato pari come ricchezza di informazione e di documentazione e come acutezza d’indagine, tanto che la bestia sanguinaria ha dovuto incassare i suoi colpi maestri, senza trovare, tra i suoi tanti pennivendoli, neanche uno in grado di sconfessarlo o di smentirlo. Si erano ridotti solo a mobilitare tutta la loro rete di influenze e di ricatti perchè i suoi scritti non avessero diffusione tra il “grande pubblico”, e cioè tra i perfetti imbecilli che costituiscono la loro granitica “base”.
Ma non era agli imbecilli che John Kleeves intendeva rivolgersi. Egli intendeva raggiungere e rafforzare coloro che avevano bisogno della verità, come mezzo di lotta per la redenzione umana. E - nonostante tutto – c’è riuscito! In ognuno di noi, i suoi insegnamenti e le sue rivelazioni sono ormai parte integrante della nostra cultura, e quindi del nostro orientamento. E la sua requisitoria pacata, obbiettiva, implacabile, continuava senza sosta a fornirci notizie e considerazioni preziose, per combattere le menzogne e le truffe con cui la casta apolide dei Grandi Usurai, che dispoticamente governa la “grande democrazia” americana, ha sconciato il mondo.
Allora, come sempre in simili frangenti, essi fanno intervenire i “Servizi”. I servizi (abbreviazione di servizi segreti) non sono che l’indicazione con uno stesso nome di cose ben diverse, accomunate soltanto dall’essere istituzionalmente coperte dal c.d. “segreto di Stato”.
Quando esisteva ancora la civiltà, le nazioni avevano dovuto ricorrere ai “Servizi d’informazione” come necessario succedaneo, nella guerra moderna, della palese azione militare, in funzione di spionaggio e di contro-spionaggio. Realmente nell’ambito dell’informazione, quindi. Ma, impadronitasi del super-potere globale la casta sopra menzionata, i “servizi” assunsero prontamente lo stampo criminale di coloro che servivano. Ben oltre le mediocri prestazioni informative, essi divennero gigantesche associazioni per delinquere, legibus solutae e fuori (neanche a dirlo) da qualsiasi controllo democratico, specialiste in sequestri di persona, nella messa in scena di avvenimenti fasulli (tipo Twin Towers), e anche negli assassinii a comando, camuffati da incidenti o da suicidii, come quello di Anelli, a mezzo di... balestra.
Anche chi scrive, novantenne e superinvalido com’è, all’infausta notizia ha sentito, prepotente, l’impulso di procacciarsi un’arma e di correre urlando a scannare tre o quattro dei “sepolcri imbiancati” mandanti degli assassini o complici di essi. Riacquistato però il lume della ragione, ha sentito solo rafforzarsi in sé la ferrea determinazione che è stata di tutta la sua vita, e uguale effetto, spera, l’ennesimo infame crimine sortirà sui camerati vecchi e giovani che, in tutta Italia, non si arrendono.
Onore a te, John Kleeves! Chiniamo tutti le nostre insegne dinanzi alle tue spoglie straziate. Ma tu non sei morto. Sei vivo e ancora combatti in tutti noi che hai illuminati col tuo sapere e il tuo acume. E sta pur certo che di quello ci faremo senza sosta divulgatori ed epigoni. E le Grandi Carogne avranno, ancora una volta, fallito.
Ma non era agli imbecilli che John Kleeves intendeva rivolgersi. Egli intendeva raggiungere e rafforzare coloro che avevano bisogno della verità, come mezzo di lotta per la redenzione umana. E - nonostante tutto – c’è riuscito! In ognuno di noi, i suoi insegnamenti e le sue rivelazioni sono ormai parte integrante della nostra cultura, e quindi del nostro orientamento. E la sua requisitoria pacata, obbiettiva, implacabile, continuava senza sosta a fornirci notizie e considerazioni preziose, per combattere le menzogne e le truffe con cui la casta apolide dei Grandi Usurai, che dispoticamente governa la “grande democrazia” americana, ha sconciato il mondo.
Allora, come sempre in simili frangenti, essi fanno intervenire i “Servizi”. I servizi (abbreviazione di servizi segreti) non sono che l’indicazione con uno stesso nome di cose ben diverse, accomunate soltanto dall’essere istituzionalmente coperte dal c.d. “segreto di Stato”.
Quando esisteva ancora la civiltà, le nazioni avevano dovuto ricorrere ai “Servizi d’informazione” come necessario succedaneo, nella guerra moderna, della palese azione militare, in funzione di spionaggio e di contro-spionaggio. Realmente nell’ambito dell’informazione, quindi. Ma, impadronitasi del super-potere globale la casta sopra menzionata, i “servizi” assunsero prontamente lo stampo criminale di coloro che servivano. Ben oltre le mediocri prestazioni informative, essi divennero gigantesche associazioni per delinquere, legibus solutae e fuori (neanche a dirlo) da qualsiasi controllo democratico, specialiste in sequestri di persona, nella messa in scena di avvenimenti fasulli (tipo Twin Towers), e anche negli assassinii a comando, camuffati da incidenti o da suicidii, come quello di Anelli, a mezzo di... balestra.
Anche chi scrive, novantenne e superinvalido com’è, all’infausta notizia ha sentito, prepotente, l’impulso di procacciarsi un’arma e di correre urlando a scannare tre o quattro dei “sepolcri imbiancati” mandanti degli assassini o complici di essi. Riacquistato però il lume della ragione, ha sentito solo rafforzarsi in sé la ferrea determinazione che è stata di tutta la sua vita, e uguale effetto, spera, l’ennesimo infame crimine sortirà sui camerati vecchi e giovani che, in tutta Italia, non si arrendono.
Onore a te, John Kleeves! Chiniamo tutti le nostre insegne dinanzi alle tue spoglie straziate. Ma tu non sei morto. Sei vivo e ancora combatti in tutti noi che hai illuminati col tuo sapere e il tuo acume. E sta pur certo che di quello ci faremo senza sosta divulgatori ed epigoni. E le Grandi Carogne avranno, ancora una volta, fallito.
P.S.
Riguardo a questo argomento, sono usciti nei giorni scorsi, sul sito ComeDonChisciotte, due articoli:
Assassinato John Kleeves? ( a firma di Gianluca Freda - blogghete!!! )
La morte di John Kleevens ( Stefano Anelli ) ( a firma di Miguel Martinez - kelebeklerblog.com/ )
Onore a te, John Kleeves!
ReplyDeleteSi si!!!
Onore a un pazzo criminale che adorava degli assassini, che per motivi idioti ha ucciso una persona.
Come dire... COGLIONE!
Sarebbe da riempirlo di insulti, ma per non sciacallare su questa tragedia, lasciamo perdere.
ReplyDeleteCosì, per curiosità: prove che sia stato ammazzato? Nessuna.
DOPPIAMENTE COGLIONE.
Ma non era agli imbecilli che John Kleeves intendeva rivolgersi.
ReplyDeleteilpeyote era ai coglioni come te che intendeva rivolgersi IDIOTA
ps: captcha = PATOCCO
Salve, scusate, la smettete di offendermi? se Luka78 è un coglione allora mi suicido!!
ReplyDeleteAh, scusate, forse intendevete
Coglione, con la maiuscola...
Ma è stato appurato che Kleeves fosse Anelli alla fine? All'inizio tutto era partito da una supposta rassomiglianza fra due foto.
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