L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

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Thursday, April 22, 2010

(Al)italia flop, ma (Air) France decolla. Enne di Effe

http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.com/2010/04/alitalia-flop-ma-air-france-decolla.html

(Al)italia flop, ma (Air) France decolla. Enne di Effe


E' singolare che dopo il black out dei voli, Alitalia risulti prossima al fallimento mentre Air France, più sana che mai, pronta a magnarsela. Ma perché, dico io, Air France non ha subito lo stesso black out, se non peggio? Certamente, ma Air France - per ca il 35% pubblica - ha molto più cash -da signoraggio - in tasca - oltre a un maggior numero di rotte - con cui potere effettuare concorrenza sleale e shopping nel belpaese, che manco a farlo apposta si trova al centro del Mediterraneo, quel Mediterraneo di cui la Francia vuole avere il predominio con la presidenza dell'Union pour la Méditerranée che si prefigge d'imporre la lex esagonale nel controllo di acqua, energia solare, bonifica ambientale e autostrade del mare di tutto il mediterraneo. Predominio a vantaggio delle multinazionali francesi ma con i nostri soldi (metà dei fondi provengono dalla Cassa Depositi e Prestiti).

D'altronde non è sorprendente visto che il presidente della CDP è quel Bassanini (marito della Lanzillotta, dalla legge omonima di privatizzazione dei servizi) che, a giudicare dal curriculum, è normale che serva più gli interessi della Francia che non quelli dell'Italia, oserei dire anche a discapito dell'Italia: amministratore dell'ENA - la elitaria scuola di amministrazione pubblica FR - dal 2001 al 2005, membro del comitato di valutazione delle strategie ministeriali nel 2003 di Jean-Pierre Raffarin, Ufficiale della Légion d'honneur francese, e membro della "Commission pour la libération de la croissance française (“Commissione per la liberazione della crescita francese” sic) anche detta Commission Attali... Singolare che non si parli di conflitto d'interessi in questo caso, e si agisce come se gli Stati non esistessero più.

Lo stesso schema prevale nell'accordo sul nucleare, idem per la fusione delle brigate alpine con quelle francesi sotto cappello NATO, idem per l'elettricità, idem per l'acqua privata, idem per la prossima fusione per incorporazione di Alitalia in Air France, del resto si sta compiendo una fusione incorporazione dell'intera Italia nella Francia, stiamo diventando un suo dipartimento d'oltre mare, una provincia dell'Europa dei banchieri per così dire più sfortunata della Francia, ma più fortunata della Grecia, visto che adesso la possiamo "aiutare" a tassi usurai... Altri paesi hanno un minimo di controllo sulla banca centrale, che utilizzano per calmierare la rabbia sociale distribuendo briciole di signoraggio nella rete di sicurezza sociale, da noi inesistente.

Come stupirci: la Francia ha vinto la guerra, e si è ritagliata un posto di riguardo nel dopoguerra, prima con De Gaulle che cominciò a metà degli anni sessanta a richiedere il rimborso in oro dei dollari ricavati dalle esportazioni, poi con un occhio di riguardo da parte della Commissione europea in materia di concorrenza. E infatti la Francia ha ancora tante società di Stato - EDF, Areva, - e altre a partecipazione mista - Air France, Suez Gaz de France - controllate direttamente o indirettamente dal governo. Il quale ha anche un suo funzionario nella gestione della Banque de France. Il che presuppone una spartizione del bottino signoraggio ANCHE con lo Stato, dietro le quinte, sebbene il sistema della aste pubbliche consegni del tutto la moneta e il suo tasso al cartello bancario degli specialisti dei titoli di Stato...

N. Forcheri (20/4/2010)

Il Fatto Quotidiano: ''Alitalia flop, torna in pista Air France''
Salta l'italianità della compagnia. Azionariato in fuga. Nuovi esuberi in arrivo.

Alitalia è in crisi profonda, e presto potrebbe diventare del tutto francese, ossia potrebbe essere inglobata da Air France. Non sono solo gli effetti della nube di cenere sui cieli europei, quella che non fa volare gli aerei e che fa perdere molti milioni di euro al giorno alle compagnie aeree. Ma anche quelli di un progetto che non aveva un gran futuro, e il cui destino, prima o poi, doveva essere quello prospettato dal vecchio governo Prodi: di finire in mano ad Air France.
"Aeroflop di governo"La cenere sui cieli di mezz’Europa semmai, ha solo accelerato questa lunga agonia. Lo sostiene anche Il Fatto Quotidiano, sulla cui prima pagina oggi campeggia il titolo “Aeroflop di governo”. E’ Stefano Feltri a pagina 4 a spiegare in quale stato versa Alitalia, e quali sono le preoccupazioni dei dipendenti il cui 33% circa – nel caso l’azienda venga inglobata in Air France – perderà il suo posto di lavoro.

Alitalia perde 5-10 milioni al giorno Secondo i calcoli de Il Corriere della Sera smentiti da Alitalia, la compagnia in questi giorni di cieli chiusi sta perdendo tra i 5 e i 10 milioni di euro al giorno. E questo potrebbe portare presto a ridiscutere i nuovi assetti dell’azionariato.
Anche secondo i conti fatti dal professor Ugo Arrigo della Bicocca di Milano, la nuova Alitalia non soltanto conferma l’abitudine a presentare conti negativi, ma va addirittura peggio della vecchia: “Ha perso di meno in cifra assoluta ma di più in rapporto ai ricavi”.

Il passaggio ad Air France è scontato La pensa così Alessandro Penati, economista indipendente consultato da Il Fatto: “Alitalia è una compagnia che non ha futuro, le cose sono andate peggio di quanto pensassero il governo e gli azionisti, adesso dovranno andare con il cappello in mano da Air France”.
Le voci di un’accelerazione dell’inevitabile passaggio di Alitalia in mani francesi infatti si intensificano. Il 26 marzo scorso il quotidiano economico parigino Les Echos ha dato quasi per certo che Alitalia sta per subire lo stesso destino di Klm, cioè essere inglobata nella compagnia transalpina.
E a Il Fatto risulta che anche in ambienti molto vicini agli azionisti forti dell’ex compagnia di bandiera la soluzione francese sia data per scontata.

L'azionariato è in fuga e i piloti sono ben consapevoli che “se l’azienda finirà ai francesi la flotta dovrà ridursi da 120 a 80 aeromobili”. Insomma, molte altre persone perderanno il loro posto di lavoro.
Ma per conoscere le condizioni reali della compagnia non resta che aspettare la presentazione del bilancio prevista per fine giugno. Solo dopo gli attuali azionisti dovranno decidere se ricapitalizzare la compagnia o abbandonarla al suo destino. Ma per quanto risulta a Il Fatto Quotidiano, la maggior parte degli azionisti non vede l’ora di andarsene.
Ultimo aggiornamento: 20/04/10

Mail da Ampugnano@gmail.com, comitato contro l'aeroporto di Ampugnano

5 comments:

  1. Si, però con tutto il signoraggio di cui gode airfrance basta che i piloti alitalia si mettano d'accordo: quelli che restano minacciano di denunciare i signoraggisti e così si fanno dare doppio stipendio che poi girano ai colleghi licenziati. Tanto, per airfrance, far stampare qualche pacco in più di pezzi da 500 al costo di 35 cts l'uno.... mica sarà un problema??

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  2. Pero' Enne di Effe sembra, dalla foto su FB alquanto gnocca!!
    Peccato che sia cosi' fuori di melone, un vero spreco !!!

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  3. ma che cazzo dice questa sciroccata ? 5 / 10 milioni di euro al giorno di perdita ? ne perdeva uno al giorno la vecchia alitalia.

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  4. Ma perche' Alitalia sarebbe prossima al fallimento? Boohhh

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  5. "Ma perche' Alitalia sarebbe prossima al fallimento?"

    Ma perchè questi qui (da zret e straker a giuditta e @lice nel paese delle cazzatiglie) sono dei portasfiga incredibili: tirano jettature a tutto e tutti, meglio stargli alla larga!

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