L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Tuesday, September 25, 2012

Le mille e una palla: fiabe mediatiche contro l'Iran


http://arcadianet.blogspot.it/2012/09/le-mille-e-una-palla-fiabe-mediatiche.html


Le mille e una palla: fiabe mediatiche contro l'Iran

 Le mille e una palla: fiabe mediatiche contro l'Iran

Per tenere occupata l'attenzione dell'opinione pubblica un nemico immaginario e fiabesco come l'Iran è sempre un ottimo oggetto di dibattito e le ultime notizie sulla Repubblica Islamica, notizie, si badi bene, di mainstreaming, confermano questa tendenza.



Indipendentemente dall'obiettivo strategico che la nomenclatura vuole perseguire abbattendo questo paese ostile all'assetto globale auspicato dai Bilderberg e simili, è ormai imbarazzante rilevare l'assoluta inverosimiglianza delle notizie riferite.



Ieri si è saputo che l'Iran intende porre severe restrizioni all'uso della Rete partendo in particolare da Google e dai servizi connessi arrivando, si dice, a una sorta di intranet nazionale isolato dal resto della Rete mondiale. Sino ad oggi per la verità la Repubblica Islamica ha sempre stretto il pugno intorno al web, vuoi per l'oscurantismo attribuito agli Ayatollah, vuoi per la necessità di controllare uno strumento col quale l'Occidente ha già infiltrato e messo in crisi altri paesi.

Tuttavia non si capisce perché il salto di qualità nella censura dell'Iran sulla Rete debba scandalizzare l'opinione pubblica italiana, europea e nordamericana nel momento in cui la medesima censura vige anche da noi. Certo, la censura non riguarda lo strumento in sé, nel momento in cui il web è sostanzialmente accessibile a tutti, ma il flusso delle informazioni. Queste sono liberamente consultabili ma chi ce le fornisce sono sempre e comunque testate coartate dal Sistema e i nomi di direttori ed editori ne forniscono una prova esaustiva. [mi raccomando: la prossima volta apri un blog, invece che su blogspot/google, su una piattaforma iraniana. Anzi: prova a immaginare se anche qui ci fosse un regime 'tipo Ayatollah': vediamo quanti secondi durerebbero le tue cazzate]



In proposito è bene anche ricordare quanto avvenuto in occasione dell'arrivo del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad all'assemblea generale dell'Onu. Sarebbe giusto e interessantissimo soffermarsi sul merito del suo discorso circa il disinteresse esplicito dei paesi occidentali verso l'arsenale atomico di israele [faccio il complottista di 'sta fava: come mai l'unico paese con l'iniziale minuscola è Israele? Ma va' Hgare sui cactus, va'. E poi a pulirti con le ortiche] e la preoccupazione esasperata per un arsenale atomico iraniano che non esiste, che forse mai esisterà e che se dovesse esistere non può certo subire le condanne di chi le armi nucleari le ha usate.

Quello che preme sottolineare è che giornalisti del New York Post, ripeto, giornalisti e quindi addetti all'informazione, non si tratta ufficialmente di militanti sionisti, hanno inviato al presidente iraniano un cesto con tipici prodotto ebraici, un opuscolo sul museo dell'olocausto e un biglietto per uno spettacolo teatrale di tema ebraico. [preme sottolineare la tua idiozia, che cosa avrebbero dovuto regalargli, una collezione di matrioske? Un San Daniele? Una cassetta di vodka, barolo ecc.? No, son stati magari provocatorii ma signori]

Questo episodio ben evidenzia la malafede e la posizione aprioristica di quella stampa americana ed occidentale che dovrebbe fornire sull'Iran e le questioni che lo riguardano un'informazione oggettiva. Senza contare, mi preme dirlo, il voluto dirottamento dell'attenzione da parte dei pennivendoli del Post dalla questione del sionismo a quella ebraica, due cose fondamentalmente differenti.

Se è vero che Ahmadinejad ha sempre puntato il dito contro israele [errare humanum ecc... Sempre minuscolo, Israele, eh?] e stigmatizzato la speculazione ideologica e mediatica che gli israeliani fanno dell'olocausto, è altrettanto vero che egli non ha mai negato l'olocausto stesso e nemmeno ha mai espressi sentimenti antisemiti, considerando pure la numerosa comunità ebraica in Iran.

Il fatto che i giornalisti abbiano invece impostato l'ironia del loro cesto di benvenuto sulla questione ebraica piuttosto che su quella sionista lascia ben intendere quanto ci si possa fidare quando leggiamo i giornali o ascoltiamo i tg.



Ma quello che sorprende di più ancora una volta, considerando la maldestra costruzione della montatura anti-Iran e la ripetizione dei soliti schemi mediatici nel tempo, è l'assoluta incapacità di un'opinione pubblica ipnotizzata di comprendere queste dinamiche.
 
Simone