di Montalk
Traduzione di Anticorpi.info
Persone vuote. Burattini. Pupazzi. Robot. Portali organici. Comprimari.
Cosa significano questi aggettivi?
Sono stati coniati da coloro che in maniera indipendente - spesso attraverso processi deduttivi differenti -
hanno
constatato lo stesso sconcertante fenomeno del quale ancora non
esistono definizioni ufficiali: alcuni individui sembrano difettare
interiormente di qualcosa; qualcosa di estremamente
importante. Tutto ciò benché non siano necessariamente meno
intelligenti, di successo, oppure fisicamente integri di chiunque altro.
Nel corso degli anni ho ricevuto diverse email da lettori che sono
giunti autonomamente alla stessa conclusione.
Hanno notato che alcune persone siano stranamente vuote, e mono-dimensionali.
Questa osservazione è difficile da razionalizzare, in
particolare alla luce del lavaggio del cervello con cui la società
moderna è pervenuta alla omologazione degli individui, mediante
il concetto politicamente corretto ma irrealistico secondo cui tutti sarebbero del tutto uguali a questo mondo; concetto che ignora le differenze sostanziali derivanti da:
- fattore ambientale
- fattore genetico
- soprattutto, fattore metafisico
Premessa.
Ho
sviluppato la idea delle persone vuote nel 1999, dopo aver compiuto una
serie di ricerche sulla sociopatia e psicopatia, condizioni che la
cultura medica definisce "Disturbi da Personalità Antisociale."
Il mio interesse per l'argomento
è scaturito dallo essere stato costretto per molti anni a sopportare
vessazioni da parte di qualcuno che - in seguito mi resi conto - aveva
tutte le caratteristiche tipiche del sociopatico.
Espressioni come senza cuore e senz'anima, le quali possono sembrare puramente retoriche, nella mia esperienza travalicavano la allegoria e apparivano letteralmente veri.
Gli occhi di questa persona erano come vuoti, ed i suoi modi denotavano
una essenza molto superficiale. Alla fine mi resi conto che tali
condizioni fossero
presenti anche in
alcuni soggetti che non apparivano sociopatici, in quanto la loro
assenza di cuore era mascherata da una facciata di buon adattamento
sociale. In altre parole, ciò che la psichiatria definisce Disturbo da Personalità Antisociale è
solo la più estrema, criminale, sciatta manifestazione di una
condizione che in molti altri casi si manifesta in modo socialmente
accettabile e meno incriminante. E' attraverso le convenzioni sociali che si mimetizzano le persone vuote presenti nella popolazione.
Ma cosa manca loro? La risposta è chiara se guardiamo ai loro comportamenti e alla qualità delle loro risorse di coscienza.
Caratteristiche comportamentali e psichiche.
Il loro comportamento tende verso un disinvolto, superficiale, egoistico, narcisistico, mondano, aggressivo materialismo. A
volte questi tratti si celano sotto una lucida facciata sociale, ma
chiunque prestando un minimo di attenzione può scorgerli oltre il
travestimento. Mancano di individualità, di pensiero indipendente, e sono fortemente sbilanciate verso una mentalità da gregge.
Dimostrano di non possedere la
comprensione di qualsiasi cosa si ponga al di fuori della sfera
materiale dei cinque sensi, e non nutrono interesse verso le questioni
metafisiche, eccetto che sotto forma di accessori che fruttino un tornaconto sociale. Appaiono inoltre incapaci di empatia, di coscienza e di reale spirito di sacrificio.
Tuttavia
sono in grado di allestire uno spettacolo di apprensione o altruismo per fini di manipolazione. Ad esempio
lacrime di coccodrillo
per suscitare simpatia, o gesti altruistici per ricavare un tornaconto.
L'esame della loro psiche rivela qualcosa di interessante. Vi è una
certa semplicità, basilarità ed inerzia nella loro essenza, anche quando
gli intelletti sono sviluppati.
A
differenza di altri individui la loro energia cosciente è diffusa,
sorda, vacua e amorfa piuttosto che solida, frizzante e concentrata.
Insomma, le loro menti sono come castelli di sabbia identici a castelli
reali. C'è qualcosa di animalesco e grezzo che pilota i loro corpi.
Sembrano possedere consapevolezza proprio come le piante e gli animali,
cioè
manca loro la cosciente consapevolezza di sé che gli esseri umani dovrebbero avere.
Esiste una differenza importante tra la semplice consapevolezza e la consapevolezza di sé.
Spirito: il fattore mancante.
Il
fattore mancante è ciò che conferisce ad un essere umano la
auto-consapevolezza e la capacità di ideali e di valori trascendenti.
Tutto ciò va oltre meri fattori
biologici come disfunzioni cerebrali, geni difettosi o fattori culturali
come una cattiva educazione, dal momento che questi ultimi non sono che
difetti della macchina biologica, mentre il problema qui riguarda la consapevolezza nello utilizzo della macchina biologica. Quella percezione intuitiva o chiaroveggente che coinvolge fattori metafisici.
Come potremmo definire tale superiore fattore di coscienza assente in alcune persone?
Di solito viene chiamato anima, definizione che tuttavia ha
causato troppa confusione in passato. Ad esempio, i lettori occasionali
non hanno familiarità con la definizione di 'assenza di anima' e tendono
a confonderla con la totale assenza di coscienza. In realtà la
espressione esprime una assenza "di coscienza individualizzata."
No, queste persone in realtà sono in possesso di energia animica in
virtù dello essere vivi, ma tale energia non è intrisa di vera
sensibilità e consapevolezza di sé. Quindi definirò tale scintilla
'spirito' e la descriverò come segue:
"Lo
spirito è il nucleo della coscienza individuale, aspetto permanente del
proprio essere che rappresenta il vero Sé, ed accumula esperienze e
saggezza spirituale nel corso di tutta la vita, sopravvive alla morte
fisica e si reincarna per continuare a crescere verso il compimento del
proprio potenziale."
E'
la scintilla divina, la sede del libero arbitrio, il frammento
olografico del Creatore che risiede al centro del vostro essere,
l'osservatore interiore cosciente in grado di osservare anche la sua
propria auto-osservazione.
Sembra che non tutti gli esseri umani siano dotati dello spirito.
Chi ne è sprovvisto non possiede consapevolezza di sé, individualità, saggezza, empatia, intelligenza creativa, o coscienza.
Ciò che conferma ulteriormente questa ipotesi è che, come verrà
discusso in seguito, si può osservare una totale assenza di sincronismo,
sogni simbolici, lezioni spirituali, crescita della anima, e karma nelle loro vite.
Ciò sembra piuttosto plausibile, dal momento che costoro
non posseggono quello elemento permanente che sopravvive alla morte e
si reincarna, traendo giovamento dalle esperienze appena elencate.
Sono esseri temporanei la
cui conoscenza si costituisce poco prima della nascita e si dissolve
subito dopo la morte. Se così fosse sarebbe comprensibile come mai
costoro non recepiscano le lezioni di vita spirituale; in assenza di un
elemento di congiunzione con le loro esistenze passate, in
assenza di un Sé superiore in qualità di accompagnatore, non possono
nutrire un genuino interesse per tutto ciò che serva un fine che
trascenda la loro attuale esistenza mortale.
Pertanto è da attendersi che
siano particolarmente materialiste e mondane nelle loro ambizioni;
particolare confermabile mediante la loro semplice osservazione.
Altri fattori.
Come possiamo capire meglio tutto questo?
Attraverso la analisi dei vari
fattori e il modo in cui si combinano per formare un essere, siamo in
grado di cogliere le numerose differenze e similitudini tra esseri umani
dotati di spirito ed esseri umani senza spirito.
A parte lo spirito, gli altri fattori sono corpo ed anima.
Anima è l'interfaccia fisica-energetica tra corpo e spirito. Gli occultisti suddividono l'anima in corpi eterici ed astrali. Le già menzionate persone 'vuote' sono dotate di corpo ed anima, ma mancano di spirito.
Ciò detto, è evidente che esse posseggano qualche tipo di energia
cosciente, tuttavia è assente il nucleo permanente che sopravvive
costantemente tra le incarnazioni.
L'anima è costituita da due componenti, l'eterico e l'astrale.
Il fattore eterico è un campo quantistico di spinta che preserva il corpo fisico dalla disintegrazione entropica. Oppure, per dirla più semplicemente, è energia vitale che impedisce al corpo di decomporsi.
Il fattore astrale è più astratto e intangibile. Funziona come la sede dei sentimenti e delle passioni. I
sentimenti non sono solo reazioni chimiche neurologiche, né sono
semplici pensieri astratti. Piuttosto, sono energie vivide residenti da
qualche parte nel mezzo; quella zona a metà strada tra il tutto fisico
ed il tutto metafisico è ciò che si dice componente astrale dell'anima.
Corpo ed Ego.
Il corpo è lo strumento biologico attraverso cui interagiamo con il nostro ambiente fisico.
Ogni corpo si manifesta con le
proprie peculiari predisposizioni ereditarie, unità biologiche, istinti
ed algoritmi comportamentali impressi in esso attraverso la
programmazione sociale. Tali influenze
deterministiche convergono per creare una intelligenza artificiale che -
per impostazione predefinita - governa il corpo come un pilota
automatico può governare un aeroplano.
Tale intelligenza artificiale è definita ego.
Il suo scopo primario è quello di garantire la sopravvivenza del corpo
attraverso l'ottimizzazione del suo comportamento rispetto allo ambiente
circostante, fisico e sociale. In altre parole, sono i
condizionamenti esterni a programmare l'ego affinché possa garantirsi la
sopravvivenza nello stesso ambiente da cui provengono i
condizionamenti.
Ma l'ego non è in possesso di una vera e propria coscienza. E' solo un
software che controlla per via neurale (e transitivamente, eterica) un
hardware che simula una identità vivente. Essendo solo un software, il
suo unico scopo è effettuare una serie di calcoli meccanici relativi
alle situazioni contingenti, così che anziché soffermarsi a riflettere
su di esse profondamente e consapevolmente, possa rispondere in tempi
brevi alle situazioni esterne.
Le funzioni dell'ego sono dunque come un software deputato alla
automatizzazione delle interazioni con gli altri esseri umani e alla
dotazione di una maschera identitaria programmata dalla nascita e
consona allo ambiente locale. Il tutto assomiglia agli avatar del gioco The Sims, i quali appaiono e si comportano come persone e continuano ad agire coerentemente anche quando non sono dirette dal giocatore.
Il problema è che mentre l'ego è un fattore del tutto appartenente al passato, lo spirito si pone al di fuori del tempo lineare. Il primo è completamente deterministico, il secondo è completamente non deterministico. Il primo è un prodotto della materia, il secondo una condensazione permanente di coscienza. I
due fattori sono governati da impulsi che spesso si pongono in netto
contrasto, dal momento che uno agisce nel senso della materialità;
l'altro nel senso della spiritualità.
La nostra coscienza quotidiana, nota anche come sé inferiore,
è una commistione di entrambi i fattori, vale a dire che la parte
spirituale è oscurata dalla maschera di ego e si identifica con esso in
maniera analoga ad un pilota così assorbito nell'atto di guidare il suo
mezzo da sentirlo come un prolungamento del proprio corpo.
Influenze fisiche o spirituali sull'anima.
Ciò detto vediamo che l'anima, posta tra corpo e spirito al fine di mediare tra di essi, viene influenzata da entrambi.
Essa concilia la gestione dello
individuo tanto in funzione degli impulsi spirituali, quanto da quelli
corporali. Ad esempio, il corpo astrale reagisce sia ad un farmaco
chimico che induca sensazioni di euforia attraverso il corpo, che agli
impulsi euforici di una nobile gioia spirituale, sebbene gli effetti sul
piano astrale non siano identici.
Allo stesso modo, la struttura del corpo eterico può risultare alterata
sia da lesioni del corpo fisico che da blocchi o anomalie del corpo
astrale, con conseguenze al livello eterico. Qualsiasi influenza
esercitata sulla anima dal corpo e dallo spirito produce effetti che
permangono in essa. Ecco perché l'ego è come un software che viene
eseguito sia a livello neurale che eterico.
Conseguenze della assenza dello Spirito.
Sulla
base di quanto appena detto, consideriamo cosa accade quando un
individuo è in possesso di corpo, di ego, di anima, ma non possiede lo
spirito.
In primo luogo,
la
sua intera esistenza è il risultato di una serie di influenze
materiali, come la genetica e lo ambiente. La sede della sua
apparente intelligenza è l'ego. E senza il contrappeso dello spirito, il
suo ego finisce per dominarle. Pertanto, in conformità con la
funzione dello ego, tali persone si dedicano solo a questioni materiali e
alla loro sopravvivenza sociale.
Si noti
che le persone dotate di spirito e connesse con i loro impulsi
spirituali spesso compiono scelte che non soddisfano necessità
finanziarie, conquiste sociali o desideri egoistici; scelte che
si pongono in contrasto ai principi evolutivi darwiniani, e che servono
solo fini spirituali. Tali impulsi sono assenti nelle persone prive di
spirito, la cui essenza è del tutto ottimizzata per la sopravvivenza nel
mondo fisico.
In assenza di coscienza, empatia o
battaglie interiori tra gli impulsi dell'ego ed i relativi deterrenti
disciplinati dallo spirito, queste persone possono accedere molto più
rapidamente e facilmente ai vertici dei loro ambienti mondani, in quanto
le loro azioni sono poste in essere a prescindere dalle conseguenze nei
confronti del prossimo.
Per comprendere meglio la differenza da punto di vista metafisico, si
consideri la diseguaglianza esistente tra persone dotate di spirito e
prive di spirito, nell'ambito del rapporto con la morte fisica.
Spirito e anima - annidati l'uno dentro l'altra, abbandonano
contemporaneamente il corpo fisico. Dopo un pò la componente eterica
della anima si disintegra e rimane solo lo spirito, nidificato
all'interno del corpo astrale. In seguito anche il corpo astrale si
disintegra. La disintegrazione dei corpi eterici e astrali, cioè lo
scioglimento della anima è noto nello esoterismo cristiano come la
'seconda morte.'
Lo spirito liberato quindi sopravvive alla morte prima di reincarnarsi.
La reincarnazione coinvolge lo spirito formando intorno ad esso una
nuova anima, con cui scivola in un nuovo corpo fisico. Le
predisposizioni, i talenti e gli squilibri che ha acquisito nelle vite
precedenti influenzano la nuova incarnazione. In caso di persone non
dotate di spirito, la esistenza ha inizio nel modo seguente.
Proprio come il feto si forma all'interno del grembo materno, l'anima si
aggrega e si unisce al corpo. Questa combinazione produce una
rudimentale consapevolezza.
Dopo la
nascita l'individuo è solo un prodotto della genetica e dello ambiente, a
causa della assenza di spirito. Senza un contrappeso spirituale gli
impulsi biologici e di programmazione sociale diventano gli unici
stimoli esistenziali. Alla morte fisica l'anima evacua il corpo,
forse contenente un'impronta persistente dell'ego, e dopo qualche tempo
essa si dissolve e viene riassorbita nel lago di energie da cui si è
originariamente formata. Nulla della loro identità sopravvive.
Per le persone prive di spirito questa esistenza è anche l'unica. Si
formano venendo al mondo e si dissolvono al momento di dipartire. Non
può essere altrimenti in assenza di un nucleo di coscienza
individualizzata.
Così, tutto ciò che sperimenta una persona dotata di spirito a causa
della continuità delle sue incarnazioni, è assente nella vita di una
persona priva di spirito. Ad esempio,
l'individuo
senza spirito non ha alcun bisogno di lezioni esistenziali o esperienze
di apprendimento spirituali; che scopo avrebbero simili esperienze se
tutto ciò che si è maturato in vita svanisce con la morte?
E così non hanno alcun interesse per le lezioni di umiltà, empatia, compassione, comprensione o perdono.
Invece di evolversi attraverso la
maturazione spirituale, si evolvono solo nel senso di un migliore
adattamento alla vita materiale. Per esempio, mentre una persona
spirituale riesce a identificare gli errori nei comportamenti e lavorare
su di essi, sviluppando umiltà, una persona senza spirito semplicemente
impara a dissimulare i suoi comportamenti così che il suo prossimo non
abbia a che notarli.
Il
Karma è
un ulteriore fattore metafisico assente nella esistenza della gente
priva di spirito. Circolano molte idee sbagliate riguardo il karma,
quindi per prima cosa vorrei esporre la mia concezione di esso, prima di
mostrare come la sua assenza influisce sulla vita di una persona priva
di spirito.
Il Karma (il tipo negativo) è
semplicemente un debito spirituale o uno squilibrio acquisito come
conseguenza della violazione del proprio libero arbitrio o di quello del
proprio prossimo.
La violazione del proprio libero arbitrio ha luogo quando si compie una
scelta in uno stato di ignoranza, identificandosi con l'ego ed agendo
per soddisfare i suoi impulsi, si viola una diversa scelta compiuta
durante uno stato spiritualmente più sobrio.
Una volta commessa una violazione del libero arbitrio, lo spirito
superiore identificabile con la coscienza deplora l'errore e si impegna a
rimediare, e ciò benché il se inferiore identificabile con l'ego cerchi
di ignorare tale proposito. Lo squilibrio karmico attira così una serie
di esperienze che forniscono una lezione finalizzata alla correzione
della scelta compiuta, nella esistenza attuale oppure nella successiva.
La lezione è universale e non necessita del ricordo della scelta
originale che ha provocato la reazione, ma solo la comprensione di un
insegnamento.
La esperienza karmica non è un percorso obbligato, mentre risulta
obbligatorio imparare la lezione. Dunque il karma a volte può essere
mitigato oppure evitato mediante una piena comprensione dello errore
senza dovere necessariamente passare attraverso la durezza della
esperienza karmica. Tuttavia
senza lo spirito non esiste vero libero arbitrio, e in mancanza di quest'ultimo nessuna vera lezione può essere appresa.
Pertanto,
le persone senza spirito non hanno il karma e vivono completamente secondo la casualità e la legge della giungla. Mentre
alcuni individui dotati di spirito potrebbero nascere gravati da un
handicap karmico, per quelli privi di spirito simili handicap si
traducono strettamente in una questione di fortuna o ereditarietà, e non
servono alcun fine metafisico.
Discorso simile vale per i tempi
e le modalità della morte. Le persone dotate di spirito sono in grado
di pianificare liberamente le loro esistenze prima di incarnarsi,
compreso il modo in cui moriranno, mentre quelle sprovviste di spirito
muoiono in conseguenza di circostanze casuali, senza scopo o
significato, a meno che la loro morte in qualche modo svolga un ruolo
significativo nel disegno preincarnativo di un individuo dotato di
spirito.
Altri significativi fattori assenti sono i
sogni simbolici, il sincronismo, un maggiore orientamento intuitivo che
li rende artefici del loro personale destino. Le persone senza
spirito non vivono alcuna esperienza di questo genere, in quanto non
possono, né devono. Dovrebbe risultare ovvio il ruolo giocato dallo
spirito nello ambito di simili fattispecie, ma per chiarezza mi
soffermerò sulla questione. I sogni simbolici servono principalmente per
mettere al corrente una persona di uno o più squilibri spirituali che
necessitano di correzione, ma una persona priva di spirito non riceve
simili messaggi. Ciò perché essa non possiede qualcosa che glieli invii.
Senza un nucleo permanente di individualità, non ha "Sé Superiore", che
è la perfetta manifestazione futura dello spirito la quale retrocede
nel tempo per aiutare le estensioni di se stesso all'interno del passato
lineare. E senza un Sé Superiore, nessuno può avere una guida intuitiva
interiore che fornisca avvisi e protezione.
Così, mentre nella esistenza di
una persona dotata di spirito possono verificarsi alcuni strani
sincronismi che piegano le leggi della realtà per salvarli da una morte
prematura, in quella di una persona priva di spirito la sopravvivenza è
affidata solo alla casualità.
Esiste inoltre una differenza per quanto riguarda i chakra, tra persone dotate e non dotate di spirito.
I
chakra sono centri energetici vorticosi che collegano l'anima con il
corpo, e che collegano lo spirito con il corpo attraverso l'anima.
Ogni centro coincide con le principali ghiandole del corpo fisico, e
ognuno di essi assolve una diversa funzione comportamentale. I
chakra inferiori sono associati con sfumature comportamentali come
l'istinto fisico, gli impulsi sessuali, le emozioni di base, il potere
personale, e l'attività intellettuale. Chiunque possiede i chakra inferiori.
Le persone senza spirito tuttavia non hanno bisogno di chakra superiori, vale a dire il Cuore, la Corona, ed il Terzo Occhio, in quanto si tratta di centri collegati esclusivamente allo spirito.
Il chakra del Cuore,
centro di emozioni superiori quali la compassione, l'empatia, la gioia
spirituale, è assente poiché manca uno spirito cui possa essere
associato.
Il chakra della Corona,
centro della comprensione intuitiva, della originalità, della
creatività, e collegamento con la verità oggettiva, è anche esso
assente.
Il chakra del Terzo Occhio,
situato tra le sopracciglia, serve per la percezione dei fenomeni e dei
concetti al di là del mondo materiale, sicché le persone prive di
spirito - confinate nel mondo dei cinque sensi - non hanno alcun bisogno
di esso.
Di conseguenza, un'altra
differenza tra i dotati e i non dotati di spirito è che i primi
dispongono di tutti e sette i chakra, mentre nei secondi sono assenti i
tre chakra superiori (cuore, corona, ed il terzo occhio).
Se si riflette sulle conseguenze
di una simile situazione, è facile comprendere come tale postulato
spieghi l'intera gamma di osservazioni che abbiamo fatto circa le
persone prive del fattore 'spirito.'
Persone dotate di spirito, ma ancora 'dormienti.'
A questo punto ci si chiederà quale sia la differenza tra le persone prive di spirito e quelle il cui spirito è dormiente o immaturo. Dopotutto, entrambe appaiono spesso del tutto coinvolte nella illusione della 'Matrix' materiale.
Entrambe non sono consapevoli di sogni simbolici e sincronismo, né riescono a manifestare molta empatia.
Per esempio, esistono persone
negative che sono completamente succubi dei loro ego e di forze esterne
negative, le quali possono commettere crimini violenti e persino omicidi
di massa, senza battere ciglio. Non tutte sono prive di spirito. Ma
tutte non odono la voce dello spirito quando si tratta di impegnarsi in
simili comportamenti disumani.
In alcune di esse lo spirito è del tutto assente, mentre in altre lo
spirito è dormiente. La differenza tra tali due categorie è che una
persona dotata di spirito immaturo o dormiente possiede potenziale
spirituale in forma latente. Perciò, sebbene in minima quantità, in esse
si intravede la presenza del fattore spirituale. Possono subire
le conseguenze di un debito karmico causato da scelte ignoranti, e -
sebbene siano portate a ignorarli - continuano a recepire sogni che
tentano di sensibilizzarle in merito agli squilibri spirituali nella
vita. Esse possono ancora sperimentare l'aiuto sincronico nel plasmare
le loro esistenze contro le probabilità, sebbene non se ne avvedano. Nelle persone prive di spirito tale potenziale è del tutto assente. Costoro semplicemente non possono crescere spiritualmente. Quanto
detto non è una dichiarazione teorica, ma una lezione appresa dopo
avere preso dolorosamente atto di come queste persone non mostrino alcun
segno di crescita o evoluzione, non importa quanto aiuto e opportunità
siano state loro fornite. Nel migliore dei
casi finiscono per adattarsi, ma si tratta di comportamenti indotti dal
condizionamento e da una serie di calcoli opportunistici, piuttosto che
da una comprensione reale.
Esiste poi una ulteriore importante differenza. Chiunque
possieda lo spirito conduce una vita adeguata alle sue necessità
spirituali. Quindi vi è una corrispondenza tra la sua maturità
spirituale ed il suo stile di vita. Gli spiriti giovani e
immaturi conducono una vita grezza perché l'esistenza di base è tutto
ciò che serve loro, insieme a tutto ciò che comporti un guadagno. Nel
vivere questa vita priva di spirito essi sono guidati dalle circostanze e
dalla astuzia, non importa che siano mendicanti, dirigenti aziendali, o
autori famosi. In assenza dei vincoli tracciati dalla necessità
spirituali, i 'senza spirito' non hanno limiti o progetti di crescita
che strutturino le loro esistenze.
Psicopatici, sociopatici e narcisisti.
Le manifestazioni più estreme della assenza di spirito sono note in psicologia come personalità psicopatiche, sociopatiche o narcisistiche.
Le persone dotate di spirito che
annoverano tali tare sono tenute in ostaggio dai loro ego, ma possono
essere riabilitate. Anziché essere assente la loro empatia è soffocata o
dirottata. Costoro non sono veri psicopatici, ma persone spirituali che
soffrono di disturbi della personalità.
L'autentica psicopatia e sociopatia non può essere curata in quanto
sussiste qualcosa di fondamentalmente viziato alla base dei soggetti
che ne sono affetti. Essi mancano completamente di empatia e rimorso, qualità che non possono essere sviluppate, ove non esistenti.
La natura incurabile della psicopatia è un fatto accettato in
psicologia. La causa viene ascritta ad un'anomalia nei centri cerebrali
del dolore e della paura.
Di conseguenza - in assenza della influenza di bilanciamento arrecata
dallo spirito - tali anomalie conducono ad una serie di errori
incontrollati nella programmazione del ego, i quali finiscono per
svilupparsi al punto da interessare questioni mediche e giuridiche. Ciò
che il sistema medico può diagnosticare è soltanto la manifestazione
estrema di una condizione che è purtroppo diffusa tra la popolazione.
Molte
altre persone mancanti di spirito ma dotate di ego ben funzionanti
riescono a controllare la assenza di empatia e rimorso camuffandole con
comportamenti indotti dalla programmazione sociale.
Perché senza spirito? Cosa dice la letteratura.
La
letteratura abbonda di teorie sui motivi per cui alcune persone non
sarebbero in possesso di una componente superiore di coscienza, e quali
scopi servirebbero nel grande schema delle cose.
Dato che non sono il primo a
fare questa osservazione, vorrei ora accennare agli argomenti addotti da
altri autori per spiegare tale condizione.
John Baines scrive nel libro L'uomo Stellare che gli
esseri umani, come tutte le specie animali, sarebbero uniti da una
anima collettiva per la intera loro specie. Tale inconscio collettivo
eserciterebbe sugli umani una influenza de-individualizzante che
sospingerebbe verso la mentalità da gregge ed il gregariato.
Rupert Sheldrake definisce tale condizione
'campo morfogenetico.' Le persone che non sviluppano la propria individualità cosciente sarebbero in sostanza
semplici
automi creati dalla influenza soporifera dello inconscio collettivo,
mere estensioni della mentalità da alveare. Il loro obiettivo esoterico
sarebbe quello di separarsi dal branco sviluppando la propria volontà e
diventando così esseri liberi.
Rudolf Steiner ha espresso opinioni analoghe. Nella sua opera fondamentale, La Filosofia della Libertà, ha affrontato proprio questo problema. Steiner asserisce che fintanto
che gli esseri umani obbediscono alla autorità esterna ed ai loro
istinti biologici e bestiali, non potranno mai esseri liberi. La libertà deriva da una scelta basata sulla comprensione intuitiva di ciò che ciascuna opzione comporta e significa.
Tale atto di libero arbitrio
richiede acume e introspezione spirituale così che le scelte provengano
da un luogo di autentica comprensione. Steiner ha riconosciuto come non tutti posseggano la necessaria confidenza per esercitare intelligentemente il libero arbitrio.
Anche
Gurdjieff si esprime pressappoco negli stessi termini. Nel testo
Vedute sul Mondo Reale riassume la propria posizione.
Gli
esseri umani nascono come tabule rase, macchine biologiche, senza
consapevolezza di sé. Ad un certo punto nel corso della esistenza ogni
persona può sviluppare un "io" oppure decadere verso la direzione
opposta, verso una completa meccanizzazione.
Secondo Gurdjieff le persone
'vuote' sarebbero coloro che non hanno sviluppato la consapevolezza di
sé come avrebbero dovuto, sebbene noi tutti incominciamo la esistenza su
un piano neutrale, di parità. Da parte mia non credo che le cose stiano
in questi termini, in quanto esistono neonati e bambini che dimostrano
chiaramente di possedere una alta sensibilità, rispecchiata in
comportamenti di auto-consapevolezza, ed altri neonati e bambini che
invece ne sono privi, il che introduce il fattore 'reincarnazione' in
alcune persone e la assenza di spirito in altre persone.
Boris Mouravieff ebbe
modo di scrivere estesamente circa il tema della esistenza dello
spirito. L'argomento viene trattato nei suoi tre volumi della serie
Gnosi,
in particolare nel secondo e terzo volume. Il suo approccio è basato
sul cristianesimo esoterico, e così attinge a piene mani dalle sacre
scritture pur tenendo da conto la tradizione della
Quarta Via di Gurdjieff, la quale sembra risalire agli insegnamenti sofistici.
Secondo l'interpretazione che Mouravieff ha dato del Libro della Genesi, prima
di Adamo ed Eva esistevano già gli esseri umani, tuttavia solo Adamo ed
Eva e la loro discendenza avrebbero ricevuto il soffio dello spirito di
Dio.
Per
cui oggi esisterebbe una commistione tra due sotto-razze di esseri
umani: i pre-adamitici senza spirito, e gli adamitici dotati di spirito.
Mouravieff spiega come i
pre-adamitici avrebbero lo scopo di drenare energie dagli adamitici,
attività insita nell'ambito della catena alimentare cosmica. Ritiene
inoltre che i pre-adamitici posseggano una unica anima di gruppo, e che
solo a seguito di ulteriori eoni evolutivi tale anima collettiva si
differenzierà in spiriti individuali uguali a quelli di cui gli adamitici sono già in possesso.
Infine, le Trascrizioni Cassiopeiane ricalcano il pensiero di Mouravieff e forniscono alcune ulteriori intuizioni fondamentali in materia.
La fonte di tali canalizzazioni sostiene che alcune persone sarebbero 'portali vuoti' che:
- servono al lavoro della intelligenza altrui.
- posseggono auree uniformi tra loro
- non posseggono i chakra superiori
- possono imitare il possesso dello spirito riflettendo la propria energia animica
- in ultima analisi, servono come portali per lo accesso nella nostra realtà di esseri negativi iper-dimensionali
Tutto ciò è in linea con le mie
osservazioni e gli scritti di Mouravieff e Gurdjieff, ed appaiono più
realistiche rispetto ai punti di vista tradizionalistici dei maestri
appena citati.
John Baines asserisce che alcuni
esseri umani sono estensioni di una unica anima umana collettiva,
mentre i Cassiopeiani affermano che essi sono estensioni di particolari
gruppi animici animali.
Affermano che
tali cosiddetti "portali organici" fungono da trait d'union
tra il regno umano e quello animale, drenando energie dagli esseri
umani dotati di spirito, per poi farle confluire nei gruppi animici
animali allo scopo di accelerarne la evoluzione. Tuttavia loro funzione
originaria è stata successivamente dirottata da forze superiori
negative, che hanno iniziato a sfruttarle per soddisfare il loro proprio
fabbisogno di energie.
Dunque ciò che ho scritto in questo articolo non è assolutamente
originale e inaudito. Ho semplicemente studiato in maniera indipendente
gli individui 'vuoti', nel triennio 1999-2001; dopodiché ho articolato
quanto appreso con una serie di speculazioni personali e teorie, fino a
pervenire alla teoria enunciata in questa sede.
Credo che esistano diversi motivi per cui alcune persone manchino dello spirito.
Alcune nascono in questa condizione perché nessuno spirito mette radici in loro, come succede ad alcuni posti in un teatro, i quali restano vuoti perché nessuno compra il relativo biglietto.
Altri possono aver iniziato il loro cammino possedendo uno spirito, ma perdendolo a un certo punto della esistenza. Ciò potrebbe accadere di colpo, a causa di abusi o di gravissimi traumi, oppure gradualmente, dopo
decenni di sistematici atti contrari ai dettami della coscienza.
Non tutti i defunti sono
necessariamente cadaveri. Alcuni possono continuare a esistere sotto
forma di gusci vuoti, echi di loro stessi, privi dello spirito che un
tempo dava loro la scintilla.
Esistono poi altri fenomeni oscuri, come i cadaveri rianimati dagli
alieni mediante alte tecnologie, cloni umani e altri tipi di umanoidi
artificiali che mancano di spirito, ma si tratta di casi estremamente
rari e quindi non vale la pena discuterne in questo articolo.
In questa sede preferisco limitarmi a parlare di un ampia percentuale di
popolazione cui il fattore 'spirito' manca per cause naturali; persone
sempre esistite nel corso della storia, e che in virtù di una natura
predatoria e amorale hanno sempre gravitato nell'ambito delle alte
sfere sociali, economiche e politiche, rendendo il mondo un posto
inospitale nei confronti degli impulsi spirituali.
I benefici della comprensione.
Come
si può convenire, l'idea che alcune persone non siano dotate di spirito
rende estremamente spiegabile il lato robotico, animalesco, predatorio
di una parte della umanità.
Molti di noi sono ingannati dal
falso presupposto che saremmo tutti sostanzialmente uguali
interiormente; che mettendoci nei panni del nostro prossimo, con uno
sforzo potremmo comprenderne appieno le motivazioni. Ma non tutti gli
atti disumani discendono da variabili ambientali. Esistono
casi in cui, anche se ci sforziamo di immaginarci al posto di coloro i
quali siano artefici di simili atti, sappiamo che non avremmo agito allo
stesso modo. Questo perché la causa delle motivazioni di tali persone
non è ambientale, ma metafisica.
Chi ignora la possibilità della esistenza di persone prive di spirito
continua a scuotere la testa in segno di frustrazione, assistendo ad una
serie di comportamenti altrui che proprio non riesce a concepire e
razionalizzare. Quando hanno a che fare uno psicopatico privo di
spirito, ad esempio, è facile che tali individui si lascino facilmente
ingannare e manipolare. Solo dopo essersi bruciati molte e molte volte
realizzano che alcuni esseri umani sono semplicemente un diverso tipo di
animale, che alcuni esseri umani non sono correggibili perché agiscono
pienamente in conformità con la loro natura predatoria.
Quanto appena detto è particolarmente vero per la elite psicopatica che gestisce questo pianeta-prigione.
Essi non possono essere riabilitati mostrandogli gli errori nei loro
comportamenti, né essere persuasi con appelli alla empatia.
Cautela e Conclusione.
Non sarebbe saggio, tuttavia, guardare dall'alto in basso o con disprezzo i senza spirito.
Sono ciò che sono, e vivono le loro vite secondo la loro natura. Essi
non dovrebbero essere trattati diversamente da come si fa con un
animale selvatico che agisce secondo la propria natura selvaggia.
E' solo concependo fino in fondo la impossibilità dei senza spirito di
raggiungere standard spirituali più elevati, che si tiene lontana la
frustrazione derivante dai loro comportamenti. E' non aspettandosi
troppo da loro, e comprendendo il motivo per cui si comportano in un
certo modo, che la frustrazione lascia il posto ad una matura
consapevolezza. Né vale la pena darsi da
fare per cercare di individuare chi sia dotato di spirito e chi non lo
sia, perché nei casi ambigui si finisce per scivolare nella paranoia.
Dal momento che il modo di essere di coloro i quali hanno uno spirito
compongono un sottoinsieme di numerosi comportamenti inequivocabili e
univoci, è solo constatando tale organicità comportamentale che si può
giungere ad una rapida e certa identificazione, ma solo di coloro i
quali siano certamente dotati di spirito. In questi casi è chiaramente
percepibile la vitalità nei loro occhi, una energia chiara e unica nelle
loro parole, una originalità e indipendenza nei loro processi di
pensiero.
Domande frequenti.
D - Come faccio a capire se sono una persona senz'anima?
R - Se hai sperimentato anche una sola caratteristica spirituale, allora non sei un senza spirito. Il
fatto stesso che ti poni una simile domanda, che coltivi un simile
dubbio, indica consapevolezza di sé e capacità di introspezione, che
sono entrambe caratteristiche di chi possiede uno spirito. Indipendentemente
da ciò, è preferibile partire sempre dalla presunzione che tu sia
dotato di spirito, e lavorare per sviluppare qualità come la intuizione,
la empatia, la lucidità, anche quando i tuoi impulsi egoistici
inferiori cercano di impedirti di agire su tali qualità.
D - Ho il sospetto che il mio (amico, coniuge, genitore) sia una persona priva di spirito. Cosa devo fare?
R -
Accantona per un attimo la questione se siano o meno senza spirito, e
concentrati unicamente sulla domanda se sia possibile continuare a
vivere al loro fianco. Sono talmente
manipolativi, drenanti, offensivi o comunque così dannosi per il tuo
benessere da indurti a pensare di allontanarti da loro? Se è così,
allora non importa se abbiano o meno uno spirito: prendi il largo. Oppure
sono cordiali, positivi e stare insieme a loro produce in te dei
benefici? Anche in questo caso, non importa se abbiano o meno uno
spirito.
In sintesi, dal punto di vista pratico è sufficiente sapere se sia possibile o meno convivere con loro.
La distinzione tra persone con spirito e senza spirito entra in gioco nei casi in cui si abbia a che fare con persone
psicopatiche, le quali anche dopo aver promesso molte volte di cambiare
continuano a tornare sui loro modi violenti. A quel punto è meglio
concludere che probabilmente agiscono perfettamente in linea con la loro
autentica, immutabile natura.
Gli ingenui che presumono che
nel loro intimo tutte le persone siano ugualmente benevole,
proseguiranno a razionalizzare ogni abuso, ma coloro i quali avranno
sviluppato una maggiore esperienza nel riconoscere i sintomi della
assenza di spirito, alla fine salveranno sé stessi.
D - Ma questo concetto circa la gente priva di spirito non
é in qualche modo divisivo, razzistico, persecutorio, e antitetico
rispetto alla idea di uguaglianza umana, di unità, di armonia e
fratellanza?
R - Se la teoria è corretta, allora la verità non può essere ignorata per questioni di correttezza politica. Se essa viene applicata correttamente, essa può condurre ad una maggiore stabilità e armonia nel lungo periodo.
Ad esempio, ogni tentativo di
una società utopistica è fallita perché furono tutti basati su una serie
di ingenui luoghi comuni a proposito della composizione della umanità,
in parte composta da egoisti, psicopatici, predatori che hanno sempre
finito per distruggere l'utopia.
Se l'utopia si fosse basata
sulla comprensione di simili tipologie umane, sarebbero potute essere
applicate alcune misure in grado di prevenire la sua degenerazione.
Inoltre, una teoria non dovrebbe essere biasimata per via delle
conseguenze della sua errata applicazione; coloro che non la applicano
correttamente finiscono per utilizzarla come veicolo per la
soddisfazione del proprio ego, piuttosto che per esigenze prettamente
spirituali. Anziché scartare la teoria a causa della sua scorretta
interpretazione, lo sforzo dovrebbe essere profuso per prevenire la sua
cattiva applicazione.
Infine, l'unità del creato può essere riconosciuta anche senza sacrificare la coscienza delle diversità funzionali che lo compongono. Solo
con la corretta comprensione di ogni singolo fattore l'unità potrà
infine essere riconosciuta con la massima chiarezza, piuttosto che
proseguire sulla strada di questa pura beatitudine ignorante.
Articolo in lingua inglese pubblicato sul sito
Montalk
Link diretto al sito:
http://montalk.net/
Traduzione a cura di Anticorpi.info