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Etologia dei ricercatori di confine
Sia
chiaro che quanto segue non vuole essere un giudizio sulle persone, né tanto
meno una critica, ma un’analisi, in un’ottica etologica, di alcuni
comportamenti, alla ricerca di un modello che possa avere caratteristiche
e valori universali.
I
personaggi di cui voglio occuparmi sono conosciuti sia tramite la tivù - per
quanto può esserlo una loro fugace apparizione - sia soprattutto sul web. Il
primo è Rosario Marcianò, che è stato ospite una tantum della trasmissione “Mistero”, di Italia
Uno, sul tema delle scie chimiche; il secondo è Antonio Chiumiento, che è stato
ospite di Giancarlo Magalli, di RAI2, sul tema dell’alieno di Mortegliano.
Entrambi
sono principalmente conosciuti sul web avendo il primo alcuni siti e il secondo tre profili su Facebook. Entrambi scrivono libri e producono CD, per divulgare il loro Verbo, ed hanno la loro affezionata schiera di
seguaci a cui fa da contraltare una altrettanto agguerrita schiera di
detrattori. Si ipotizza che i debunkers che li attaccano siano pagati da qualche
ministero, occulto o palese che sia. Ambedue si occupano di studi di confine,
geoingegneria il primo e ufologia il secondo ed infine, a coronamento di queste
analogie, non posso fare a meno di dire che entrambi mi hanno bannato, dopo un
periodo in cui ai loro occhi apparivo come amico.
E’
cambiata in essi la percezione che avevano di me: Marcianò mi ha classificato
come
persona indesiderata a causa della mia - a suo dire - eccessiva accondiscendenza nei confronti del suo mortale nemico Angelo Nigrelli, mentre Chiumiento mi ha cancellato dalle amicizie di Facebook, come ha fatto con chiunque lo abbia contestato, a causa della mia insistenza a voler conoscere altri presunti testimoni dell’incontro ravvicinato di Mortegliano.
persona indesiderata a causa della mia - a suo dire - eccessiva accondiscendenza nei confronti del suo mortale nemico Angelo Nigrelli, mentre Chiumiento mi ha cancellato dalle amicizie di Facebook, come ha fatto con chiunque lo abbia contestato, a causa della mia insistenza a voler conoscere altri presunti testimoni dell’incontro ravvicinato di Mortegliano.
C’è
un’altra cosa che i due personaggi hanno in comune, la loro origine
meridionale, abitando in Altitalia, il Marcianò in Liguria e il Chiumiento in Friuli. E in
tal caso forse si può dire che come i negri hanno la musica nel sangue, così i
terroni hanno la coda di paglia, ovvero sono permalosi. Per inciso, ho usato
volutamente i termini “negri” e “terroni”, ma senza investirli di connotati
acrimoniosi, perché mi piace essere politicamente scorretto.
Naturalmente,
si tratta di luoghi comuni, questi, che lasciano il tempo che trovano e la spiegazione
di tanta suscettibilità, sia nel Marcianò che nel Chiumiento, è che si tratti
di una normale reazione psicologica essendo stati ed essendo tuttora attaccati
ferocemente su internet a colpi d’insulti, dileggi e prese in giro più o meno
velenose, cosa che evidentemente fa perdere il sano giudizio sugli esseri umani
e non permette di riconoscere un nemico da un semplice conoscente.
Essere
attaccati alla lunga porta ad una valutazione del prossimo a schema
manicheistico, per cui o si sta dalla loro parte o si sta dall’altra parte
della barricata. Non ci sono più le vie di mezzo, le zone grigie, né i paesi
non allineati.
Noi
sappiamo che la realtà è molto più complessa di quel che appare ed è fatta di
almeno cinquanta sfumature di grigio, di nero o di rosso. Finché per comodità
si classificano le persone con cui si ha a che fare tra gli amici oppure tra i
nemici, non si fa gran danno e tale operazione serve solo per una maggiore
serenità dell’individuo interessato - una specie di legittima difesa - ma se tale
atteggiamento manicheo travalica certi confini, si finisce per perdere il lume
della ragione e per non accorgersi che gli interlocutori non sono
necessariamente mossi da ostilità o da desiderio di attaccare briga, ma
potrebbero essere semplicemente animati da sano scetticismo o da una tolleranza
nei confronti dei presunti nemici più elastica dei soggetti in esame.
Sia
Marcianò che Chiumiento hanno impiegato più di un anno a classificarmi tra i
nemici,
dopo che erano arrivati anche al punto di stimarmi per le mie convinzioni, al 99 % tuttora coincidenti con le loro ma, evidentemente, fa parte dell’animo umano il vezzo di ricercare più le cose che dividono che non quelle che uniscono.
dopo che erano arrivati anche al punto di stimarmi per le mie convinzioni, al 99 % tuttora coincidenti con le loro ma, evidentemente, fa parte dell’animo umano il vezzo di ricercare più le cose che dividono che non quelle che uniscono.
Si fa
presto ad accusare il governo ombra, gli Illuminati, la cricca massonico-giudaica
o altre potenze più o meno occulte, di mettere in opera il famoso divide et
impera. A me viene il
sospetto che le divisioni e le discordie siano fisiologiche nella psiche umana
e che si verificherebbero anche se non ci fossero capi a comandarci, anche se
per ipotesi l’umanità realizzasse una società anarchica, dove non esistessero
né servi né padroni.
Io la
vedo come, da parte di Marcianò e Chiumiento, una ricerca del pelo nell’uovo,
che però, con le lenti d’ingrandimento che usano abitualmente, non è un
semplice pelo, ma una trave di grosse dimensioni.
Forse
hanno dimostrato con me anche troppa pazienza, bannandomi dopo tanto tempo,
eppure ciò che li ha irritati è stata la mia richiesta di prove a suffragio di
quanto da essi affermato, ma nel caso di Marcianò anche la mia tolleranza nei
confronti di Angelo Nigrelli.
I
rapporti tra me e Marcianò hanno cominciato a guastarsi quando ho chiesto che
venissero forniti i nominativi del passeggero che fece il prelievo in quota,
a bordo di un aereo, di polvere raschiata da un finestrino, nonché del
laboratorio che fece le analisi chimiche.
All’epoca
collaboravo ancora con Stampa Libera e il dibattito si svolse su quel forum.
Marcianò si rifiutò di rivelare i nomi, per proteggere il testimone dagli attacchi
dei debunkers,
esattamente la spiegazione data sempre da Chiumiento a proposito di coloro che
si trovarono sulla rotonda di Mortegliano insieme a Leonard D’Andrea, l’unico
testimone finora conosciuto.
Se può
essere apprezzabile la volontà di non sottoporre al fuoco di fila degli insulti
e dei dileggi persone che non se la sentono di apparire in pubblico e che
magari hanno chiesto specificatamente la privacy, è anche vero che questa omertà alla
fine logora i ricercatori indipendenti e finisce per inficiare l’intera
impalcatura delle supposizioni e delle presunte testimonianze.
Infatti,
nei processi in tribunale, la prima cosa che viene chiesta a un testimone sono
le generalità, ma chissà perché quando si tratta di questioni importanti come
l’aerosol clandestino e la presenza aliena sulla Terra, questa modalità non è
più valida e i ricercatori in oggetto non la considerano necessaria.
A me
personalmente danno fastidio coloro che non hanno il coraggio delle proprie
idee e che, per non essere infastiditi da debunkers professionisti e dilettanti,
preferiscono restare nell’ombra. A questi sedicenti testimoni, sia che abbiano
assistito al raro evento di un IR3 o che abbiano analizzato la morchia
raschiata in un aereo, io direi: “Non volete che i vostri nomi siano pubblici?
Fate a meno di testimoniare! Statevene zitti e continuate a fare le vostre
faccende quotidiane. La scienza di confine non fa per voi”.
I
ricercatori che accondiscendono a tali timide testimonianze commettono l’errore
di essere troppo teneri e di darsi la zappa sui piedi. Nel caso dell’ufologo,
dopo un anno dalla prima comunicazione ufficiale da parte dell’unico testimone
palese, Chiumiento ci è riuscito alla grande, a darsi la zappa sui piedi, ma
con Marcianò quella del raschiatore di morchia e del laboratorio misterioso è
stato l’unico scivolone della sua carriera di studioso di geoingegneria.
Almeno, per quello che mi risulta.
Nel
Vecchio Testamento c’è una frase detta da Yahweh al suo popolo eletto, che
suppergiù dice così: “O Israele, se fossi stato caldo o al contrario freddo ti
avrei accettato, ma siccome sei stato tiepido io ti vomiterò dalla mia bocca!”.
Perfino a
Geova degli Eserciti non piacciono le persone indecise e titubanti. Ma se a
Marcianò l’unica défaillance della sua carriera si può perdonare, a Chiumiento non è possibile
applicare la stessa benevolenza, specie se si considera che per sua stessa
ammissione uno dei testimoni dell’incontro con l’alieno, il primo giunto sulla
rotonda alle 22.40 di quel lontano sabato 11 febbraio 2012, era anche disposto
a venire allo scoperto se lo si fosse reputato opportuno. E allora, se non
viene richiesta la privacy, come mai non è stato accontentato? E’ forse il Chiumiento a
decidere quali testimoni devono apparire in pubblico e quali no? Alla fine, è
lui stesso a rinforzare le accuse a suo carico di essersi inventato tutto, con
la complicità di Leonard e di suo padre, ex militare in pensione.
In questo
senso, Chiumiento si è dato la zappa sui piedi e ha finito per avvalorare
l’accusa di aver pianificato la sceneggiata dell’alieno a scopi commerciali,
ovvero per vendere il libro che ne è scaturito.
Io l’ho
comprato, essendo andato alla presentazione nella palestra delle scuole
di
Mortegliano, l’ho letto e non ho trovato ciò che cercavo, cioè sono rimasto con gli stessi dubbi di prima. E così succede anche andando alle sue conferenze. Viene raccontata la stessa storia e non vengono fornite le risposte essenziali alle domande che contano: chi sono gli altri testimoni? Che ruolo hanno avuto i militari in tutta la vicenda? Etc, etc.
Mortegliano, l’ho letto e non ho trovato ciò che cercavo, cioè sono rimasto con gli stessi dubbi di prima. E così succede anche andando alle sue conferenze. Viene raccontata la stessa storia e non vengono fornite le risposte essenziali alle domande che contano: chi sono gli altri testimoni? Che ruolo hanno avuto i militari in tutta la vicenda? Etc, etc.
Con
Marcianò le cose sono un po’ migliori. Se Chiumiento ha convalidato la fama di ciarlatano,
rovinandosi la reputazione con le sue stesse mani, Marcianò viene definito come
un venditore di frottole, ma almeno non c’è nessun libro da vendere e
occupandosi di scie chimiche non si fanno né soldi, né carriera. Da questo
punto di vista Rosario è più pulito e i suoi detrattori hanno una freccia in
meno nella loro faretra. Questi ultimi sono più in difficoltà con lui e non
possono nemmeno accusarlo di commettere reato di procurato allarme, come
qualcuno ipotizzava per Chiumiento, perché le scie bianche nel cielo le vediamo
tutti. Solo i ciechi e i distratti non le vedono.
Che
esistano razze aliene è assodato, che siano già sulla Terra è altrettanto
verosimile, ma anche i gas rilasciati dagli aerei sono evidenti di per sé e si
tratta solo di vedere di cosa sono composti.
Avendo
partecipato ai forum di tutt’e due le tematiche mi sono fatto un’idea delle
tecniche e dei trucchi messi in pratica dai detrattori. Quelli delle scie
chimiche portano avanti discussioni dotte sulla natura dei gas e sulla
tecnologia aeronautica, insultando pesantemente sia Rosario Marcianò che suo
fratello Antonio. Quelli dell’alieno di Mortegliano non hanno argomenti dotti
da accampare e si sono limitati a fare attacchi ad personam, insultando l’ufologo di Porcia in
maniera indegna. In questo caso, come capita regolarmente, non avendo
argomenti, si insulta l’interlocutore. Un po’ come fa Sgarbi in tivù.
I
ricercatori indipendenti, coloro che vorrebbero conoscere la realtà delle cose,
o anche semplicemente i curiosi, navigando sul web si trovano spesso di fronte
a invereconde discussioni con insulti incrociati e, se la loro curiosità non è
abbastanza forte, scappano a gambe levate e non si fanno più vedere sul sito
dedicato. In questo modo vincono i debunkers, che sono pagati per ridicolizzare la
tematica e scoraggiare la gente dall’interessarsene. Questo spiega perché
recentemente sia Zret che Tanker Enemy hanno inserito la
registrazione obbligatoria (come ha fatto anche il Gazzettino), cosa che mi
preclude la possibilità di commentare sui due interessanti siti, essendomi
ormai definitivamente rovinato la reputazione agli occhi dei due Marcianò.
Del resto,
ho dovuto fare qualcosa di simile anch’io con il mio blog a causa di un
disturbatore che mi stava “spammando” di brutto un articolo.
L’ideale
sarebbe che non ci fossero oppositori pagati per gettare scompiglio e rovinare
il
buon umore alla gente, già per altri versi infastidita da aerei inquinatori e da mille altri inconvenienti più prosaici, ma su questa Terra esiste da sempre il bene e il male, i cattivi e i buoni, gli amici e i nemici, oltre alle già citate cinquanta sfumature di grigio. Non è un mondo perfetto e capisco che ci si debba difendere.
buon umore alla gente, già per altri versi infastidita da aerei inquinatori e da mille altri inconvenienti più prosaici, ma su questa Terra esiste da sempre il bene e il male, i cattivi e i buoni, gli amici e i nemici, oltre alle già citate cinquanta sfumature di grigio. Non è un mondo perfetto e capisco che ci si debba difendere.
Di
ufologia si parla dal secondo dopo guerra e non è mai diventata una scienza
“adulta”. Con ufologi come Chiumiento, che non mi faccio scrupoli a definire,
rispettosamente, un pasticcione, sarà difficile che l’ufologia faccia il salto
di qualità, ma di scie chimiche si parla solo da pochi anni. L’obiettivo non è
che diventi una scienza riconosciuta ufficialmente, ma che venga presa in esame
dalla maggior parte delle persone, dato che al momento siamo ancora in
pochi ad occuparcene.
Con le
scie chimiche non c’è nessun traguardo da raggiungere, se non che vengano fatte
cessare, ma per questo c’è bisogno di una presa di coscienza da parte della
popolazione.
C’è
bisogno di formare nelle coscienze quella massa critica raggiunta la quale il
castello di carte della Matrix che ci hanno costruito intorno crollerà in un
battibaleno. Per nostra sfortuna, complici i prezzolati debunkers, il raggiungimento del punto di rottura
oltre il quale il problema si risolverà di botto, sembra allontanarsi
continuamente, tanto che la fiducia che ciò avvenga mentre siamo ancora in vita
va scemando vieppiù.
Aumenta
il numero di coloro che aspettano un cambiamento, anche senza sapere niente
dell’esistenza della geoingegneria, ma al momento i segnali non sono per nulla
incoraggianti.
Se la
questione dell’esistenza o meno di alieni nostri coinquilini può essere
trascurata, la faccenda dell’inquinamento dell’ambiente non può essere
allegramente ignorata, ma questo è esattamente ciò che sta succedendo. Le scie
chimiche sono solo l’ultima trovata dei padroni del mondo in fatto di
contaminazioni dei nostri corpi e dell’ambiente. Vanno ad aggiungersi alle
tradizionali forme di pollution, contro cui Verdi ed ecologisti si sono battuti per anni.
Stante la
scomparsa del movimento ecologista e i disastri che si accavallano uno dietro
l’altro, come onde del mare, si direbbe che non ci sia speranza di nessun
genere. Non ditemi che sono pessimista, ma non faremo semplicemente in tempo a
raggiungere la
massa critica. Gli eventi precipiteranno prima che l’umanità se
ne accorga. Mi vengono in mente molti paragoni di natura venatoria,
dall’uccellagione alle tonnare e ad altre forme di trappola con cui gli animali
vengono catturati.
Anche noi
siamo animali e una qualche Nemesi vendicativa sta facendo a noi ciò che noi
facciamo alle bestie. Siamo in trappola e ancora non ce ne siamo accorti.
Anche se
mi hanno bannato, rispetto il lavoro di Chiumiento e soprattutto dei fratelli
Marcianò. Non porto loro rancore. Non avrebbe senso, giacché i nemici sono
altri e se ne stanno ben nascosti nella loro cabina di regia.
Sono
conscio d’essere ben lontano dall’aver fornito un quadro esauriente della
psicologia dei due personaggi in oggetto, ma almeno posso giungere alla conclusione
che fare i ricercatori di confine non è agevole e ci si fa molti nemici.
Io li
perdono per avermi allontanato e catalogato come traditore. Non mi sento in
guerra con nessuno, se non con gli oppressori d’animali e i calpestatori della
giustizia e perciò non vedo alcun motivo valido per odiare i debunkers, pur considerandoli dannosi per la
verità.
La vita è un gioco, alla fin fine, e siccome non ne usciremo vivi, è meglio prendersela comoda.
La vita è un gioco, alla fin fine, e siccome non ne usciremo vivi, è meglio prendersela comoda.