http://zret.blogspot.ch/2014/07/collezionisti.html
Collezionisti
Quanti
collezionano oggetti! Chi colleziona i classici francobolli, chi
insulse schede telefoniche o figurine di calciatori, soldatini di
piombo, orologi a cucù… Qualcuno raccoglie libri che non leggerà mai, un
altro dischi che non ascolterà.
Che cosa li spinge ad accumulare cose su cose, a riempire mensole, scrigni e scatole di carabattole? E’ una sorta di horror vacui, un modo per tentare di riempire l’incolmabile vuoto della vita. E’ una coazione a ripetere: si aggiudicano un francobollo raro che mancava alla collezione ed un brivido di estasi li percorre. Già, però, dopo pochi giorni l’aura di quel prezioso cimelio è quasi del tutto svanita e ricomincia la queste per appropriarsi di qualcos’altro. E’ una ricerca interminabile.
A ben vedere, pochi sono immuni da questa mania. Qualcuno, come Casanova, colleziona amanti, un altro automobili e la differenza è sottile. L’impulso ad accumulare è anche nell’avido che simbolicamente impila monete su monete, ma pure nell’asceta. Costui allinea trionfi sulla carne e sulla concupiscenza.
Qualche cupido erede cercherà nella chincaglieria ammassata dal collezionista un oggetto di valore per rivenderlo. Si disferà, infastidito, di tutto il resto.
Che cos’è poi l’esistenza, se non una collezione di istanti, settimane, mesi, giorni, anni, spesso dolorosi?
Guardiamoci attorno: tutto è collezione. L’universo è una collezione di corpi celesti. Il collezionista annovera nel suo armamentario milioni di galassie, stelle, quasar, pulsar, buchi neri, miliardi di esseri viventi, dalle sembianze più disparate, dispersi su miliardi di pianeti. Ammucchia cadaveri nei cimiteri, neonati nelle nursery forse per pareggiare i conti e sembra non stancarsi mai: al momento seguitano a sbocciare astri e gli entomologi non hanno ancora finito di classificare gli insetti.
Che senso ha il collezionismo? Forse è un tentativo di durare oltre il tempo, oltre la morte. E’ la proiezione di parte del proprio essere nelle cose, consci che esse resteranno, quando la vita sarà svaporata.
E’ come se, attraverso tutto quel coacervo, il trapassato intendesse dire: “Io sono tuttora qui..." E non è così.
Che cosa li spinge ad accumulare cose su cose, a riempire mensole, scrigni e scatole di carabattole? E’ una sorta di horror vacui, un modo per tentare di riempire l’incolmabile vuoto della vita. E’ una coazione a ripetere: si aggiudicano un francobollo raro che mancava alla collezione ed un brivido di estasi li percorre. Già, però, dopo pochi giorni l’aura di quel prezioso cimelio è quasi del tutto svanita e ricomincia la queste per appropriarsi di qualcos’altro. E’ una ricerca interminabile.
A ben vedere, pochi sono immuni da questa mania. Qualcuno, come Casanova, colleziona amanti, un altro automobili e la differenza è sottile. L’impulso ad accumulare è anche nell’avido che simbolicamente impila monete su monete, ma pure nell’asceta. Costui allinea trionfi sulla carne e sulla concupiscenza.
Qualche cupido erede cercherà nella chincaglieria ammassata dal collezionista un oggetto di valore per rivenderlo. Si disferà, infastidito, di tutto il resto.
Che cos’è poi l’esistenza, se non una collezione di istanti, settimane, mesi, giorni, anni, spesso dolorosi?
Guardiamoci attorno: tutto è collezione. L’universo è una collezione di corpi celesti. Il collezionista annovera nel suo armamentario milioni di galassie, stelle, quasar, pulsar, buchi neri, miliardi di esseri viventi, dalle sembianze più disparate, dispersi su miliardi di pianeti. Ammucchia cadaveri nei cimiteri, neonati nelle nursery forse per pareggiare i conti e sembra non stancarsi mai: al momento seguitano a sbocciare astri e gli entomologi non hanno ancora finito di classificare gli insetti.
Che senso ha il collezionismo? Forse è un tentativo di durare oltre il tempo, oltre la morte. E’ la proiezione di parte del proprio essere nelle cose, consci che esse resteranno, quando la vita sarà svaporata.
E’ come se, attraverso tutto quel coacervo, il trapassato intendesse dire: “Io sono tuttora qui..." E non è così.
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La collezione del fratellonzo studiato é quella di sparare cazzate usando un linguaggio pseucolto. Quella del fratellonzo non studiato invece é quella delle figure di merda.
ReplyDeleteQualcuno raccoglie libri che non leggerà mai,
ReplyDeleteSi, conosciamo il tipo... :D
"e ricomincia la queste per appropriarsi di qualcos’altro. E’ una ricerca interminabile"
ReplyDeleteehm, è "quest" professo', senza la E finale: mai giocato a Space Quest, King's Quest eccetera? (ragazzi che nostalgia...)
"Qualcuno, come Casanova, colleziona amanti, un altro automobili e la differenza è sottile"
ReplyDeleteah be'...
le solite cazzate di un proFESSOre incapace bilioso razzista ceh dimostra ogni giorno di esser un COGLIONE che, purtroppo, insegna MALE facendosi prendere per il culo dai suoi allievi IN TUTTE LE CLASSI e in OGNI ANNO SCOLASTICO
ReplyDelete"Che cosa li spinge ad accumulare cose su cose"
ReplyDeleteMa deve esserci per forza un "secondo fine"?
Il solo piacere di raccogliere qualcosa che ci ricorda qualcosa d'altro non basta?
Deve esserci per forza una ragione per far scrivere a z(c)retino seghe mentali come questa? Non potrebbe semolicemente tacere?