http://zret.blogspot.ch/2014/11/alla-deriva.html
Alla deriva
Quando
Siddharta Gautama (il futuro Buddha, il Risvegliato) uscì dal sontuoso
palazzo in cui aveva trascorso, del tutto ignaro del male, l’infanzia e
la giovinezza, si accorse con sgomento dell’esistenza del dolore,
vedendo un malato, un vecchio ed una salma.
Siddharta tuttavia si imbatté “solo” nel male di natura ed è già enorme. Come tollerare il male storico, quello radicato nel genere umano e nei suoi controllori? Come si può biasimare chi, di fronte alla malvagità e all’ipocrisia che piantano i loro neri stendardi nel cuore della Terra, è sfiorato dal dubbio di vivere in un mondo alla deriva, abbandonato dal senso e dalla luce? Come può lo spettacolo vastissimo e lacerante della sofferenza lasciare indifferenti?
Lo scrittore Massimo Bontempelli, in un suo racconto, si chiede: “Perché mai l’umanità che, a pensarla tutta insieme, è così ricca di motivi divini, appena la sfiori nei suoi elementi, la trovi carica di veleno?”
Potremmo anche domandarci: per quale ragione un universo mirabile e lambito da suoni celestiali, è questa bolgia spaventosa? Sono interrogativi senza risposta.
Un tempo l’angoscia poteva essere lenita nella contemplazione della natura; oggi lo scempio regna incontrastato in ogni dove.
Siamo esuli, ma l’esilio non è una condizione biografica, bensì ontologica. Siamo orfani di genitori smemorati, distratti? Così siamo naufragati su una gelida e deserta sponda del cosmo ed attendiamo l’alba. Un barlume balugina oltre il confine della notte… ma è lontanissimo.
Siddharta tuttavia si imbatté “solo” nel male di natura ed è già enorme. Come tollerare il male storico, quello radicato nel genere umano e nei suoi controllori? Come si può biasimare chi, di fronte alla malvagità e all’ipocrisia che piantano i loro neri stendardi nel cuore della Terra, è sfiorato dal dubbio di vivere in un mondo alla deriva, abbandonato dal senso e dalla luce? Come può lo spettacolo vastissimo e lacerante della sofferenza lasciare indifferenti?
Lo scrittore Massimo Bontempelli, in un suo racconto, si chiede: “Perché mai l’umanità che, a pensarla tutta insieme, è così ricca di motivi divini, appena la sfiori nei suoi elementi, la trovi carica di veleno?”
Potremmo anche domandarci: per quale ragione un universo mirabile e lambito da suoni celestiali, è questa bolgia spaventosa? Sono interrogativi senza risposta.
Un tempo l’angoscia poteva essere lenita nella contemplazione della natura; oggi lo scempio regna incontrastato in ogni dove.
Siamo esuli, ma l’esilio non è una condizione biografica, bensì ontologica. Siamo orfani di genitori smemorati, distratti? Così siamo naufragati su una gelida e deserta sponda del cosmo ed attendiamo l’alba. Un barlume balugina oltre il confine della notte… ma è lontanissimo.
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?
ReplyDelete¿
Delete!
ReplyDeleteZret, sei ancora vergine, vero?
ReplyDeleteSegnalo l'ultima video fatica di straker (oltre alle solite balle ed insulti vari si esibisce anche in una pietosa imitazione di DeMassis):
ReplyDeletehttp://salvo5puntozero.tv/lapoteosi-del-complottismo-scie-chimiche-e-rosario-marciano-14112014/
Lannes ci riprova: a giugno voleva la marcia su roma di 1 milione di italiani, ora riprova con 100000:
ReplyDeletehttp://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2014/11/scie-chimiche-la-marcia-su-roma.html
Cosa non si fa per raccatatre quattro soldi!
"100 mila cittadine e cittadini che rallegrano (?!?!?) ad oltranza, e in maniera nonviolenta la protesta, fino alla cessazione definitiva dell'irrorazione bellica.
DeleteAlla sensibilizzazione rigorosamente critica (?!?!?) e alla denuncia documentata deve necessariamente seguire l'azione di massa"
vabbè dài, questo si squalifica da solo
Lo sapevate? Il komandante è anche un luminare della medicina, ecco cosa scrive sul suo fogna blog:
ReplyDeleteStraker sabato, novembre 15, 2014 3:57:00 PM
Personalmente ho guarito un melanoma che mi aveva colpito con il metodo Simoncini. Se possibile è meglio non farsi mai toccare, se si vuole sopravvivere.
Peccato non abbia mai avuto un melanoma. Peccato davvero.
DeleteSi è un vero peccato che non l'abbia mai avuto
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