http://zret.blogspot.com/2010/02/la-confraternita.html
La Confraternita
Nel celeberrimo romanzo di Orwell, "1984", viene descritta la Confraternita, un movimento clandestino capeggiato da Emmanuel Goldstein, che si batte contro il regime del Grande fratello. E' un'invenzione narrativa di notevole rilevanza, poiché nell'opera si intuisce che questa "quinta colonna" è stata creata dal sistema stesso per snidare gli oppositori, convincendoli altresì che è possibile contrastare il potere. L'ideologia di Goldstein si basa su un libro in cui sono svelati alcuni stratagemmi che sono adottati per plagiare i "cittadini" di Oceania. E' quindi il sistema stesso ad ostentare i suoi intrighi e talora i suoi punti deboli, nella certezza che nessuno potrà mai rovesciare lo stato, simile ad un'entità astratta dotata di vita propria, a prescindere dagli esponenti stessi del Partito interno.
Ha nociuto al capolavoro di Orwell il riferimento, sottolineato dai critici, allo stalinismo ed al nazionalsocialismo: sebbene l'autore intendesse adombrare la perversità dei regimi totalitari che schiacciarono l'Europa prima e durante il Secondo conflitto mondiale, soprattutto egli guardava al futuro, presagendo l'ineluttabile involuzione autoritaria della "democrazia". Il costante paragone con Stalin e con Hitler appartiene al machiavellismo delle istituzioni attuali che focalizzano l'attenzione sempre sugli altri e sul passato: noi siamo democratici; essi sono delle canaglie; il presente è il regno della libertà; il passato è il dominio della tirannide. E' la strategia di indottrinamento che si esplica, ad esempio, in un'iniziativa come "la giornata della memoria", ossia un modo per rimuovere e nascondere i genocidi di oggi, convogliando le reazioni emotive dell'opinione pubblica su tragici eventi storici di cui si tacciono abilmente i veri responsabili ed i retroscena inconfessabili, nell'ambito di una storia scritta dai vincitori-"liberatori", occulti alleati, ieri come oggi, degli oppressori.
Queste ed altre iniziative di cartapesta, oltre a denotare pura malvagità, sono talmente tronfie e rozze che, anche fossero (ammettiamolo per assurdo), volte a fini nobili, causerebbero comunque conati di vomito. Tale e tanta è la loro pacchianeria.
Così di Hitler si censurano le origini ebraiche per parte di madre (la matrilinearità è più importante della linea genetica maschile, poiché il D.N.A. mitocondriale si trasmette attraverso le donne), omettendo che, subito dopo l'Anschluss del 1938, il Fuhrer ordinò la distruzione del cimitero austriaco dove erano sepolti alcuni suoi parenti. Si inculca una versione ipocrita e dolciastra degli avvenimenti per condizionare in particolar modo le nuove generazioni che, mentre sono indotte a condannare i metodi della "Gioventù hitleriana", sono controllate e manipolate con gli stessi metodi utili per forgiare una "Gioventù neo-hitleriana".
Questi sono dunque gli espedienti del potere: la commistione tra verità e menzogne, l'infiltrazione dei gruppi che si oppongono al sistema. Uno degli strumenti con cui sono intorbidate le acque e mescolate le carte è il cinema. Prendiamo, ad esempio, il film "Invasion": nella pellicola, non eccelso rifacimento dell'inimitabile produzione per la regia di Don Siegel, "L'invasione degli ultracorpi" (1956), si possono riconoscere tre protezioni, come in molti altri lavori cinematografici. La prima protezione coincide con la finzione: il pubblico che segue il film è indotto, in ultima istanza, a castrarne l'intreccio ed i messaggi, riconducendoli nell'ambito della fantasia, anche quando sono molto più verosimili di molte notizie divulgate dai media mainstream. La seconda protezione è costituita dalla matassa inestricabilmente imbrogliata tra verità, mezze verità, bugie, con la tendenza a rivelare verità che debbono essere, però, lette al contrario. (Vedi L'ambiguità di Matrix, un controdiscorso). La terza protezione, la più difficile da scavalcare, a guisa di serratura la cui combinazione può essere indovinata solo in un caso su un milione, è la simbologia, l'insieme di cifre ed emblemi inseriti spesso in modo subliminale e che la maggior parte degli spettatori non nota neppure o, se li nota, relega nel confuso novero delle coincidenze.
In "Invasion", si anticipano eventi futuri decisi dal Governo occulto: si diffonde una pandemia a causa di un virus proveniente dallo spazio esterno. Distinguiamo e leggiamo al contrario: la Cabal ha veramente l'intenzione di scatenare una pandemia, ma il virus non è alieno, bensì creato in laboratorio negli Stati Uniti. Per combattere il contagio viene attuata con successo una campagna di vaccinazione di massa. Distinguiamo e leggiamo al contrario: la campagna per l'inoculazione degli antidoti è stata promossa, ma i vaccini non salvano, bensì causano malattie o uccidono. Una battuta su cui il pubblico dovrebbe riflettere, se non fosse fagocitato dal vortice della storia, è affidata ad una giornalista che domanda ad un responsabile della sanità come sia stato possibile ai laboratori medici creare un vaccino a pochi giorni dalla diffusione del virus.
Infine, scoperti i precipui e dozzinali escamotages con cui il sistema perpetua, rafforza ed esalta sé stesso (sono sempre i medesimi e sempre più grossolani, ma non importa perché la massa è viepiù decerebrata: si pensi a come si sia riusciti ad installare negli scali aerei i body scanners, in breve tempo e senza colpo ferire, grazie ad una sciatta finzione televisiva), benché sia arduo trovare un modo per abbattere il Leviatano, è agevole rilevarne la bruttezza, la volgarità ed il kitch.
La bruttezza del sistema ci salverà?
Ha nociuto al capolavoro di Orwell il riferimento, sottolineato dai critici, allo stalinismo ed al nazionalsocialismo: sebbene l'autore intendesse adombrare la perversità dei regimi totalitari che schiacciarono l'Europa prima e durante il Secondo conflitto mondiale, soprattutto egli guardava al futuro, presagendo l'ineluttabile involuzione autoritaria della "democrazia". Il costante paragone con Stalin e con Hitler appartiene al machiavellismo delle istituzioni attuali che focalizzano l'attenzione sempre sugli altri e sul passato: noi siamo democratici; essi sono delle canaglie; il presente è il regno della libertà; il passato è il dominio della tirannide. E' la strategia di indottrinamento che si esplica, ad esempio, in un'iniziativa come "la giornata della memoria", ossia un modo per rimuovere e nascondere i genocidi di oggi, convogliando le reazioni emotive dell'opinione pubblica su tragici eventi storici di cui si tacciono abilmente i veri responsabili ed i retroscena inconfessabili, nell'ambito di una storia scritta dai vincitori-"liberatori", occulti alleati, ieri come oggi, degli oppressori.
Queste ed altre iniziative di cartapesta, oltre a denotare pura malvagità, sono talmente tronfie e rozze che, anche fossero (ammettiamolo per assurdo), volte a fini nobili, causerebbero comunque conati di vomito. Tale e tanta è la loro pacchianeria.
Così di Hitler si censurano le origini ebraiche per parte di madre (la matrilinearità è più importante della linea genetica maschile, poiché il D.N.A. mitocondriale si trasmette attraverso le donne), omettendo che, subito dopo l'Anschluss del 1938, il Fuhrer ordinò la distruzione del cimitero austriaco dove erano sepolti alcuni suoi parenti. Si inculca una versione ipocrita e dolciastra degli avvenimenti per condizionare in particolar modo le nuove generazioni che, mentre sono indotte a condannare i metodi della "Gioventù hitleriana", sono controllate e manipolate con gli stessi metodi utili per forgiare una "Gioventù neo-hitleriana".
Questi sono dunque gli espedienti del potere: la commistione tra verità e menzogne, l'infiltrazione dei gruppi che si oppongono al sistema. Uno degli strumenti con cui sono intorbidate le acque e mescolate le carte è il cinema. Prendiamo, ad esempio, il film "Invasion": nella pellicola, non eccelso rifacimento dell'inimitabile produzione per la regia di Don Siegel, "L'invasione degli ultracorpi" (1956), si possono riconoscere tre protezioni, come in molti altri lavori cinematografici. La prima protezione coincide con la finzione: il pubblico che segue il film è indotto, in ultima istanza, a castrarne l'intreccio ed i messaggi, riconducendoli nell'ambito della fantasia, anche quando sono molto più verosimili di molte notizie divulgate dai media mainstream. La seconda protezione è costituita dalla matassa inestricabilmente imbrogliata tra verità, mezze verità, bugie, con la tendenza a rivelare verità che debbono essere, però, lette al contrario. (Vedi L'ambiguità di Matrix, un controdiscorso). La terza protezione, la più difficile da scavalcare, a guisa di serratura la cui combinazione può essere indovinata solo in un caso su un milione, è la simbologia, l'insieme di cifre ed emblemi inseriti spesso in modo subliminale e che la maggior parte degli spettatori non nota neppure o, se li nota, relega nel confuso novero delle coincidenze.
In "Invasion", si anticipano eventi futuri decisi dal Governo occulto: si diffonde una pandemia a causa di un virus proveniente dallo spazio esterno. Distinguiamo e leggiamo al contrario: la Cabal ha veramente l'intenzione di scatenare una pandemia, ma il virus non è alieno, bensì creato in laboratorio negli Stati Uniti. Per combattere il contagio viene attuata con successo una campagna di vaccinazione di massa. Distinguiamo e leggiamo al contrario: la campagna per l'inoculazione degli antidoti è stata promossa, ma i vaccini non salvano, bensì causano malattie o uccidono. Una battuta su cui il pubblico dovrebbe riflettere, se non fosse fagocitato dal vortice della storia, è affidata ad una giornalista che domanda ad un responsabile della sanità come sia stato possibile ai laboratori medici creare un vaccino a pochi giorni dalla diffusione del virus.
Infine, scoperti i precipui e dozzinali escamotages con cui il sistema perpetua, rafforza ed esalta sé stesso (sono sempre i medesimi e sempre più grossolani, ma non importa perché la massa è viepiù decerebrata: si pensi a come si sia riusciti ad installare negli scali aerei i body scanners, in breve tempo e senza colpo ferire, grazie ad una sciatta finzione televisiva), benché sia arduo trovare un modo per abbattere il Leviatano, è agevole rilevarne la bruttezza, la volgarità ed il kitch.
La bruttezza del sistema ci salverà?
Ormai (scusate la ripetizione, è l'ultima volta che lo dico) guardo solo le figure, dei post d'o professore.
ReplyDeleteQuesta locandina fa schifo, troppo rosso che vorrebbe sembrar sangue.
ilpeyote illustratore
Il film l'ho visto su Sky, e giuro che mentre lo vedevo ho pensato: "Scommetto che zret ci fa un articolo"
ReplyDeleteTaaac puntuale come il Natale, ecco che ti arriva il pamphlet. Anch'io mi ripeto:
Quale parte della frase "CAZZO E' UN FILM, E' UNA INVENZIONE!" non è chiara?
Credo il CAZZO, Iroman One.
ReplyDeleteSai, credo che ormai si sia dimenticato a che scopo l'evoluzione lo ha sviluppato.
Saluti
Michele