http://straker-61.blogspot.com/2010/02/nanotecnologie-per-rimuovere-gli.html
Nanotecnologie per rimuovere gli inquinanti: nuove conferme alle acquisizioni di ricercatori come la Dottoressa Staninger e la Palit
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Una recente ricerca eseguita presso la Rice University potrebbe portare a nuove tecnologie per bonificare le aree che hanno subìto sversamenti di petrolio ed acque di falda inquinate: si è riusciti, infatti, a mostrare come sottili particelle di metallo e carbonio possano intrappolare goccioline di petrolio nell’acqua che si autoassemblano – a decine di milioni - per formare minuscole sacche sferiche. Inoltre, gli studiosi hanno trovato che la luce ultravioletta ed i campi magnetici potrebbero essere usati per orientare le nanoparticelle, determinando un capovolgimento delle “sacche” ed il rilascio del loro carico, una caratteristica che potrebbe essere utile anche per la somministrazione di farmaci.
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I nanocavi multisegmentati, ottenuti dai ricercatori, sono simili a "bastoncini nanoscopici” formati grazie alla connessione di due nanomateriali con differenti proprietà: in principio venivano impiegati nanotubi di carbonio a cui venivano collegati corti segmenti di oro. Ma, secondo Ajayan, con l’aggiunta di vari altri segmenti, di nichel o di altri materiali, i ricercatori possono creare nanostrutture effettivamente multifunzionali.
La tendenza di questi nanobastoni ad assemblarsi in miscele acqua-olio è dovuta alla proprietà di avere l’estremo di oro idrofilo e l’estremo in carbonio idrofobo. Come hanno dimostrato Ajayan e colleghi, le goccioline di olio sospese in acqua vengono incapsulate a causa della tendenza strutturale ad allineare gli estremi carboniosi verso il petrolio. Con goccioline di acqua sospese sul petrolio, si è riusciti a invertire il fenomeno e ad imbrigliare la gocciolina di acqua.
Fonte: altrogiornale.org
E' sempre bello consultare le numerose ed attendibili fonti di questi ammassi di parole a caso.
ReplyDeleteEh, e allora?
ReplyDeleteChe cazzo c'azzecca una tecnologia innovativa per separare gli idrocarburi dalla matrice per poi bonificarla con le scie comiche?
Mio caro comandante, mi spieghi perche' per immettere i nanotubi nella falda sotterranea e nel sottosuolo dovrei spanderli a 10.000 metri di quota?
Mah...
Saluti
Michele
Ps: qualcuno lo avvisi che nelle bonifiche si usano anche i terribili batteri :P
La tendenza di questi nanobastoni ad assemblarsi in miscele acqua-olio è dovuta alla proprietà di avere l’estremo di oro idrofilo e l’estremo in carbonio idrofobo.
ReplyDeleteIn altre parole è sapone.
mc
Mastro, per la precisione nano-sapone.
ReplyDeleteAnzi, nano-tensio-attivo.
Poi mi verra' in mente qualche altro prefisso o suffisso.
:D
Saluti
Michele
Buongiorno, sono Mork da Ork, per caso un cialtrone denominato comandante clusò m'ha cercato?
ReplyDeleteilpeyote nano nano
Premesso che qualsiasi bambino sveglio si accorge che quello nella foto è un filo elettrico con una crimpatura all'estremità come quelli che si trovano comunemente negli apparecchi telefonici o nei citofoni ecc.. (si distinguono addirittura i segni lasciati dalle pinze).. premessa questa cialtronata ed ennesima falsificazione... Da qualdo in quà l'oro è idrofilo?
ReplyDeleteOrso, non e' l'oro in quanto tale ad essere idrofilo, quanto la struttura acui esso e' collegato.
ReplyDeleteSe riesci a costruire una molecola fatta in maniera tale da "spostare" le cariche negative da una parte lasciano esposte quelle positive (per i complottisti, sto tranciando l'argomento col machete, ok?) la puoi rendere idrofila anche se i suoi componenti base non lo sono.
Saluti
Michele
(che ora si prende le bacchettate da mastro...)
Hammar questo lo comprendo. Ma nella traduzione cialtronesca sembrerebbe asserire che l'oro è idrofilo... poi magari ho frainteso. Scrivono talmente tante minchiate.
ReplyDeleteVoglio dire. Una tecnologia di questo tipo potrebbe servire a potabilizzare l'acqua in Africa, estrarre sostanze ed elementi diffusi nei liquidi anche se presenti in concentrazioni che con le tecnologie attuali non ne rendono conveniente lo sfruttamente (esempio i minerali rari disciolti in acqua. Magari trova anche applicazioni mediche... ma secondo loro è tutto da condannare perché potrebbe essere legato alla loro teoria della fava...
Ma che vadano a lavorare cialtroni.
La Staninger, infatti, tempo fa rintracciò, nei filamenti estratti dalle ferite dei malati di Morgellons, correlabili a quelli di ricaduta delle scie, delle nanostrutture con un segmento d'oro.
ReplyDeleteCome li ha rintracciati, con il suo microscopio giocattolo ? :D:D:D
Ecco le vere fonti degli scopiazzatori sanremesi: non è altrogiornale, ma "le scienze" http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Nanotecnologie_per_rimuovere_gli_inquinanti/1331473
ReplyDeleteCialtronescamente (come al solito, da esperti mondiali della specialità) travisano il tutto per metterci dentro Staninger e nanonano di 'sta minchia. L'articolo è del 2008, e parla di tecnologia "anti-inquinamento" e possibili altre applicazioni in campo medico.
ilpeyote pensano che s'è tutti fessi
Tigre, non poteva certo linkare un articolo di Le Scienze, orrido giornaletto al servizio del NWO... :D
ReplyDeleteSaluti
Michele
Hai ragione, Hanmar. Quelli di altrogiornale hanno però avuto il pudore di farlo, 'o comandante clusò probabilmente non ha visto il link, se avesse saputo che proveniva da uno degli organi ufficiali dello SMOM...
ReplyDeleteilpeyote guarda meglio e ritenta
Ah, la tecnologia, questa orrida fonte di continui attentati alla salute... XD
ReplyDeleteSono proprio ossessionati!
Ma che bella banda di cialtroni sti complottari del menga
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