http://zret.blogspot.com/2010/02/il-serpente-di-bronzo.html
Il serpente di bronzo
Necustan, Nehustan o Nehushtan (in ebraico, נחושתן o נחש הנחושת) è il nome del serpente di Mosè.
La Bibbia racconta che Mosè, per persuadere il Faraone che le sue parole provenivano da Dio, scaraventò per terra il suo bastone che si trasformò in serpente. Il sovrano egizio dunque chiamò i suoi maghi che ripeterono l'incantesimo, ma, a prova della superiorità del Dio di Mosè, il serpente del legislatore divorò i rettili dei maghi egizi. (Esodo 7:8-12) Secondo Numeri 21:4-8, Mosè, indispettito dall'infedeltà del popolo per cui aveva tanto tribolato, mandò dei serpenti velenosi ad uccidere i peccatori. Pentito per il suo impeto d'ira, forgiò ed eresse un serpente di bronzo: chiunque, morso dai serpenti velenosi, si sarebbe potuto salvare, solo guardando verso il manufatto bronzeo. Il serpente dovette essere venerato da alcune comunità di Ebrei ancora nell'VIII secolo: infatti il re di Giuda, Ezechia (716 a.C.- 687 a.C.) distrusse tutti gli idoli ed anche il Nehustan, "perché gli Israeliti bruciavano incenso e lo chiamavano Nehustan". (Secondo libro dei Re 18:4)
Gesù usa l'immagine del serpente di rame in Giovanni 3:14.15, istituendo un'analogia tra l'innalzamento del serpente ed il Figlio dell'uomo che dovrà essere innalzato onde "chiunque creda in lui abbia la vita eterna".
Anthony S. Mercatante ricorda che l'immagine eretta dal legislatore era simile a quella dedicata al dio (o dea?) della vita Nin-gis-zida (sum., dnin-is-zi-da), appartenente al pantheon dei Sumeri. Era patrono della medicina e può essere considerato un nume della fertilità e della natura, ma era anche associato al mondo sotterraneo: il suo nome in sumero significa "signore del buon albero". Era legato simbolicamente ad una specie di serpente cornigero. Per primo fu raffigurato già alla fine del III millennio a.C. come rettile che si attorciglia attorno ad un'asta, anticipando il Caduceo di Hermes, il bastone di Asclepio e quello di Mosè.
In ebraico il vocabolo Nehustan contiene una radice "nag" molto antica che si rintraccia nel sanscrito "naga": questo morfema si rileva nelle lingue semitiche con "nachash", come nell'inglese "snake".
Sarebbe interessante comprendere il vero significato del Nechustan, cercando di isolare, di là dall'alone mitico, un nucleo riconducibile ad una credenza radicata in conoscenze probabilmente sumere circa la genesi della vita (il D.N.A.?). Con ciò, non intendo asserire che i simboli sono mere trasfigurazioni di contenuti empirici, sebbene si debba ricordare che cifre ed immagini, all'interno di alcuni cicli, adombrano fenomeni astronomici, in primis la precessione degli equinozi. Come è noto, il simbolo è denso e multiforme e qualsiasi interpretazione, per quanto profonda, non lo esaurisce. Qui, però, ci troviamo di fronte alla possibilità che il testo biblico conservi un "segnale" anche se "disturbato" di una tradizione molto antica, in cui il serpente potrebbe alludere non solo alla vita ed alla rigenerazione.
E' leggittimo pensare alla reminiscenza di un contatto con esseri anguiformi: tale interpretazione è stata propugnata da vari studiosi. Credo, però, che, se concentrassimo l'attenzione non tanto sul serpente, i cui significati sono numerosi ed anche antitetici, ma sul materiale con cui fu costruito, il bronzo (o rame), si potrebbero scoprire interessanti correlazioni, ad esempio con l'oro che secondo la Torah, rivestiva sia all'interno sia all'esterno, il legno di cedro con cui era stata costruita l'Arca dell'Alleanza. Il collegamento con l'Arca è individuabile pure in una tradizione, secondo la quale in origine la cassa conteneva un serpente, poi l'effigie di un dio serpente. Questo animale ricorda, per i suoi movimenti sinuosi e repentini, la folgore.
Sono in gioco forse delle energie...
Fonti:
Enciclopedia dei simboli, a cura di H. Biedermann, Milano, 1999, s.v. serpente
Enciclopedia delle religioni, Milano, 2001, s.v. Sumeri
A. S. Mercatante, Dizionario dei miti e delle leggende, Roma, s.v. Arca del Patto, serpente
La Bibbia racconta che Mosè, per persuadere il Faraone che le sue parole provenivano da Dio, scaraventò per terra il suo bastone che si trasformò in serpente. Il sovrano egizio dunque chiamò i suoi maghi che ripeterono l'incantesimo, ma, a prova della superiorità del Dio di Mosè, il serpente del legislatore divorò i rettili dei maghi egizi. (Esodo 7:8-12) Secondo Numeri 21:4-8, Mosè, indispettito dall'infedeltà del popolo per cui aveva tanto tribolato, mandò dei serpenti velenosi ad uccidere i peccatori. Pentito per il suo impeto d'ira, forgiò ed eresse un serpente di bronzo: chiunque, morso dai serpenti velenosi, si sarebbe potuto salvare, solo guardando verso il manufatto bronzeo. Il serpente dovette essere venerato da alcune comunità di Ebrei ancora nell'VIII secolo: infatti il re di Giuda, Ezechia (716 a.C.- 687 a.C.) distrusse tutti gli idoli ed anche il Nehustan, "perché gli Israeliti bruciavano incenso e lo chiamavano Nehustan". (Secondo libro dei Re 18:4)
Gesù usa l'immagine del serpente di rame in Giovanni 3:14.15, istituendo un'analogia tra l'innalzamento del serpente ed il Figlio dell'uomo che dovrà essere innalzato onde "chiunque creda in lui abbia la vita eterna".
Anthony S. Mercatante ricorda che l'immagine eretta dal legislatore era simile a quella dedicata al dio (o dea?) della vita Nin-gis-zida (sum., dnin-is-zi-da), appartenente al pantheon dei Sumeri. Era patrono della medicina e può essere considerato un nume della fertilità e della natura, ma era anche associato al mondo sotterraneo: il suo nome in sumero significa "signore del buon albero". Era legato simbolicamente ad una specie di serpente cornigero. Per primo fu raffigurato già alla fine del III millennio a.C. come rettile che si attorciglia attorno ad un'asta, anticipando il Caduceo di Hermes, il bastone di Asclepio e quello di Mosè.
In ebraico il vocabolo Nehustan contiene una radice "nag" molto antica che si rintraccia nel sanscrito "naga": questo morfema si rileva nelle lingue semitiche con "nachash", come nell'inglese "snake".
Sarebbe interessante comprendere il vero significato del Nechustan, cercando di isolare, di là dall'alone mitico, un nucleo riconducibile ad una credenza radicata in conoscenze probabilmente sumere circa la genesi della vita (il D.N.A.?). Con ciò, non intendo asserire che i simboli sono mere trasfigurazioni di contenuti empirici, sebbene si debba ricordare che cifre ed immagini, all'interno di alcuni cicli, adombrano fenomeni astronomici, in primis la precessione degli equinozi. Come è noto, il simbolo è denso e multiforme e qualsiasi interpretazione, per quanto profonda, non lo esaurisce. Qui, però, ci troviamo di fronte alla possibilità che il testo biblico conservi un "segnale" anche se "disturbato" di una tradizione molto antica, in cui il serpente potrebbe alludere non solo alla vita ed alla rigenerazione.
E' leggittimo pensare alla reminiscenza di un contatto con esseri anguiformi: tale interpretazione è stata propugnata da vari studiosi. Credo, però, che, se concentrassimo l'attenzione non tanto sul serpente, i cui significati sono numerosi ed anche antitetici, ma sul materiale con cui fu costruito, il bronzo (o rame), si potrebbero scoprire interessanti correlazioni, ad esempio con l'oro che secondo la Torah, rivestiva sia all'interno sia all'esterno, il legno di cedro con cui era stata costruita l'Arca dell'Alleanza. Il collegamento con l'Arca è individuabile pure in una tradizione, secondo la quale in origine la cassa conteneva un serpente, poi l'effigie di un dio serpente. Questo animale ricorda, per i suoi movimenti sinuosi e repentini, la folgore.
Sono in gioco forse delle energie...
Fonti:
Enciclopedia dei simboli, a cura di H. Biedermann, Milano, 1999, s.v. serpente
Enciclopedia delle religioni, Milano, 2001, s.v. Sumeri
A. S. Mercatante, Dizionario dei miti e delle leggende, Roma, s.v. Arca del Patto, serpente
E se invece avessero fatto a "chi ce l'ha più lungo?".
ReplyDeleteUhm....
ReplyDelete...Pensandoci bene, tutto ciò potrebbe contenere le istruzioni codificate segretissime ed esoteriche per costruire una pila atomica sumera. Vai, professore! Ci vorrà parecchio tempo, ma ce la puoi fare ^_______^
E' leggittimo pensare alla reminiscenza di un contatto con esseri anguiformi: tale interpretazione è stata propugnata da vari studiosi.
ReplyDeleteEcco. Va' a ripassare l'ortografia italiana, eppoi smettila di sparar vaccate. Non dico altro per non infierire sulla tua pochezza e indirettamente su di te, professore di 'sta minchia.
ilpeyote anguiforme
....chiunque, morso dai serpenti velenosi, si sarebbe potuto salvare, solo guardando verso il manufatto bronzeo....
ReplyDeleteanche l'uso disinibito,, della punteggiatura,, la dice lunga,, sui meriti che l'hanno,, portato alla laurea!;.
Faccia di bronzo... :P
ReplyDeleteSaluti
Michele
Faccia, faccia... ma non di bronzo! A meno che non abbia una protesi al posto dei glutei...
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