http://zret.blogspot.com/2010/02/step-by-step-dai-borboni-alla-moneta.html
Step by step: dai Borboni alla moneta unica mondiale
La storia è costellata di stereotipi interpretativi, se non di vere menzogne. Così, se sfrondiamo la storia risorgimentale della reboante e zuccherosa retorica, ci accorgiamo che il processo che portò all'unità d'Italia fu una spregiudicata guerra di conquista voluta dalle élites massoniche europee. Fortunatamente alcuni storici ed intellettuali (ad esempio, Gramsci) l'hanno compreso, senza inquadrare, però, gli eventi all'interno di un criminale progetto a lungo termine, teso a calpestare le tradizioni regionali e nazionali per costruire, passo dopo passo, una compagine planetaria di tipo tirannico. Gli Oscurati non hanno fretta e perseguono un piano le cui tappe di attuazione coincidono spesso con date simboliche. Dopo l’unità d’Italia è stata perseguita la creazione di un superstato europeo, presupposto di un'ulteriore semplificazione geo-politica del quadro internazionale, a sua volta base per l’instaurazione di un governo unico mondiale.
Se isoliamo il caso relativo al Regno delle due Sicilie, ci imbattiamo in una serie di rimozioni e pregiudizi duri da spezzare. Di solito la monarchia dei Borboni che regnò sull'Italia meridionale e la Sicilia sino al 1861, viene dipinta come una dinastia retriva, nell'ambito di uno stato “feudale” ed arretrato. Ora, nel Regno delle due Sicilie esistevano delle sperequazioni sociali ed economiche, ma la situazione degenerò, quando lo stato meridionale fu annesso all'Italia. Miseria, emigrazione e brigantaggio furono le inevitabili e tragiche conseguenze di una scellerata invasione, perpetrata da massacratori “idealisti” (Nino Bixio) e da scaltri avventurieri (Giuseppe Garibaldi), al servizio dei Savoia.
Basti ricordare che fu introdotto il servizio militare obbligatorio, causa di infiniti mali tra le classi meno abbienti (si rilegga l'implicita, ma implacabile denuncia contenuta nel romanzo "I Malavoglia"). Basti ricordare che, mentre lo stato borbonico contemplava cinque tributi, il Regno d'Italia moltiplicò gabelle ed imposte. Non solo, scrive Vitale Onorato in "Atto finale, atto di forza": "Nel Regno delle due Sicile operava una bella zecca che coniava bei ducati d'argento e d'oro, applicando ante-litteram le regole del credito sociale di Douglas, sistema che nacque un secolo dopo. La zecca dei Borboni era così rinomata che altri governi ne desideravano le monete. Anche il Regno Unito apprezzava molto quella zecca, come molte altre cose: infatti ne sfruttava le miniere di zolfo, il vino di Marsala etc."
Un florido settore manifatturiero e la costruzione di infrastrutture (si pensi, ad esempio, alla ferrovia Napoli-Portici) stavano lentamente promuovendo lo sviluppo nel regno borbonico, uno sviluppo strozzato dalla dominazione sabauda. Gli stessi Savoia furono carnefici e vittime: la cricca mondialista abbatté, ad una ad una, le monarchie europee o le corruppe. Oggi persevera con la distruzione delle culture nazionali e locali (lingua, retaggio, struttura produttiva...), usando come arma, in primo luogo, il controllo del denaro, trasformato da moneta sonante in carta ed in numerario virtuale, elettronico. Non siamo cittadini e nemmeno numeri, ma codici a barre. L'usura legalizzata, attraverso il signoraggio, stritola le economie, affama i cittadini, cagiona lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. Ezra Pound vide giusto. Gli Oscurati, pur ciechi, guardano lontano, alla moneta unica mondiale: "Unity in diversity" è il motto scritto sulla moneta che la Cabala intende introdurre, obtorto collo. "Unity", l'unità acquisisce il suono sinistro di una realtà totalitaria. "Diversity"? Dove sopravviva questa diversità non è dato sapere: l'omologazione regna incontrastata. Della sovranità nazionale e delle memorie patrie restano solo le macerie.
Dopo che si sono impadroniti dei paesi indipendenti, i tagliagole e le sanguisughe si intrudono oggi nella mente, con i loro orridi tentacoli tecnologici.
Questa tecnologia, volta esclusivamente al dominio, è la pietra tombale di una “civiltà” senz'anima.
Se isoliamo il caso relativo al Regno delle due Sicilie, ci imbattiamo in una serie di rimozioni e pregiudizi duri da spezzare. Di solito la monarchia dei Borboni che regnò sull'Italia meridionale e la Sicilia sino al 1861, viene dipinta come una dinastia retriva, nell'ambito di uno stato “feudale” ed arretrato. Ora, nel Regno delle due Sicilie esistevano delle sperequazioni sociali ed economiche, ma la situazione degenerò, quando lo stato meridionale fu annesso all'Italia. Miseria, emigrazione e brigantaggio furono le inevitabili e tragiche conseguenze di una scellerata invasione, perpetrata da massacratori “idealisti” (Nino Bixio) e da scaltri avventurieri (Giuseppe Garibaldi), al servizio dei Savoia.
Basti ricordare che fu introdotto il servizio militare obbligatorio, causa di infiniti mali tra le classi meno abbienti (si rilegga l'implicita, ma implacabile denuncia contenuta nel romanzo "I Malavoglia"). Basti ricordare che, mentre lo stato borbonico contemplava cinque tributi, il Regno d'Italia moltiplicò gabelle ed imposte. Non solo, scrive Vitale Onorato in "Atto finale, atto di forza": "Nel Regno delle due Sicile operava una bella zecca che coniava bei ducati d'argento e d'oro, applicando ante-litteram le regole del credito sociale di Douglas, sistema che nacque un secolo dopo. La zecca dei Borboni era così rinomata che altri governi ne desideravano le monete. Anche il Regno Unito apprezzava molto quella zecca, come molte altre cose: infatti ne sfruttava le miniere di zolfo, il vino di Marsala etc."
Un florido settore manifatturiero e la costruzione di infrastrutture (si pensi, ad esempio, alla ferrovia Napoli-Portici) stavano lentamente promuovendo lo sviluppo nel regno borbonico, uno sviluppo strozzato dalla dominazione sabauda. Gli stessi Savoia furono carnefici e vittime: la cricca mondialista abbatté, ad una ad una, le monarchie europee o le corruppe. Oggi persevera con la distruzione delle culture nazionali e locali (lingua, retaggio, struttura produttiva...), usando come arma, in primo luogo, il controllo del denaro, trasformato da moneta sonante in carta ed in numerario virtuale, elettronico. Non siamo cittadini e nemmeno numeri, ma codici a barre. L'usura legalizzata, attraverso il signoraggio, stritola le economie, affama i cittadini, cagiona lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. Ezra Pound vide giusto. Gli Oscurati, pur ciechi, guardano lontano, alla moneta unica mondiale: "Unity in diversity" è il motto scritto sulla moneta che la Cabala intende introdurre, obtorto collo. "Unity", l'unità acquisisce il suono sinistro di una realtà totalitaria. "Diversity"? Dove sopravviva questa diversità non è dato sapere: l'omologazione regna incontrastata. Della sovranità nazionale e delle memorie patrie restano solo le macerie.
Dopo che si sono impadroniti dei paesi indipendenti, i tagliagole e le sanguisughe si intrudono oggi nella mente, con i loro orridi tentacoli tecnologici.
Questa tecnologia, volta esclusivamente al dominio, è la pietra tombale di una “civiltà” senz'anima.
Zret e' partito bene, poi ha cominciato a tirare fuori le solite stronzate sul complotto criminale globale. Si e' ripreso poi denunciando le scelleratezze sabaude nel sud. Infine si e' perso completamente con le stronzate sul signoraggio e cose simili.
ReplyDelete