L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Wednesday, August 25, 2010

Il rapimento di Myrna Hansen: un’operazione dei militari?

http://zret.blogspot.com/2010/08/il-rapimento-di-myrna-hansen.html

Il rapimento di Myrna Hansen: un’operazione dei militari?

Myrna Hansen, una donna di ventotto anni e suo figlio di sei, videro cinque U.F.O. planare su un pascolo, mentre ella stava guidando verso casa, in una strada rurale di Cimarron, New Mexico, il 5 maggio del 1980. La Hansen ebbe un missing time di quattro ore e confuse memorie di un rapimento. In seguito, mediante una seduta di ipnosi regressiva, la donna ricordò quanto avvenuto. Secondo la sua ricostruzione, due figure in tute bianche erano uscite da una delle astronavi per dirigersi verso una mucca che mutilarono con un coltello da diciotto pollici.

La sventurata rammentò di essere stata catturata, insieme con il figlioletto e che furono condotti su navi separate. Alla malcapitata, che invano tentò di resistere, furono tolti i vestiti. Fu poi sottoposta ad un esame che fu interrotto da un uomo alto: costui si scusò e ordinò che gli alieni fossero puniti per la loro azione.

Poi guidò la Hansen in un giro all’interno dell’aeronave. L’ U.F.O. quindi decollò: ella vide un paesaggio che credette fosse ad occidente di Las Cruces ed un’altra zona nei paraggi di Roswell. Quindi fu portata in una base sotterranea. Qui riuscì fugacemente ad introdursi in un luogo dove l’attendeva un orrido spettacolo. Si trovò, infatti, in una stanza in cui erano allineati dei contenitori pieni di un liquido: nei cilindri galleggiavano parti di corpi umani [ vedi filmato ]. La Hansen fu trascinata fuori da tale area. Fu allora sottoposta, assieme al figlio, ad un doloroso processo di condizionamento che coinvolse rumori assordanti e lampi. Infine i due sequestrati furono riportati a bordo dell'U.F.O. che volò verso il sito in cui era stato perpetrato il rapimento.

Il caso della Hansen fu indagato dal noto psichiatra ed ufologo Leo Sprinkle e dall'ingegnere Paul Bennewitz. Essi furono impressionati dagli agghiaccianti particolari della storia: la visione dei cilindri, la mutilazione ed il dissanguamento di bovini all’interno dell’installazione ipogea, gli impianti che gli extraterrestri(?), prima di rilasciare le vittime, avevano inserito nel loro organismo, con il fine di controllarli a distanza.

Roberto Malini, che, però, non precisa la fonte da cui ricava l’informazione, afferma che il ratto fu compiuto da militari camuffati da Grigi. I militari impiantarono nella Hansen e nel figlio un microprocessore controllato dalla base di Manzano, nel New Mexico.

L’episodio, qui compendiato, sembrerebbe essere la dimostrazione o di una cooperazione tra alieni malevoli e terrestri o che le abductions sono opera dell’esercito, come sostenuto da vari ricercatori, tra cui Helmut Lammer che coniò pure il termine “milabs” (crasi di “military abductions”).

Il caso della Hansen, che annovera gli ingredienti tipici dei rapimenti, è uno dei pochi che si può connettere alle M.A.M., misteriose mutilazioni animali. La vicinanza degli eventi alla struttura militare di Manzano indurrebbe ad ipotizzare il coinvolgimento, in questi misfatti, dei servizi segreti che si prefiggono – secondo certi autori - l’obiettivo di suscitare nell’opinione pubblica odio e sospetto verso i visitatori. Le false abductions rientrano nella attività di guerra psicologica per condizionare cittadini usati come cavie, attraverso la somministrazione di psico-farmaci, l’uso della realtà virtuale, le sevizie, l’ipnosi e l’impianto di microsensori. I suoni rintronanti e le luci corrusche con cui culminò l’esperienza della Hansen e del figlio paiono indicare un’operazione di plagio percettivo e psichico affinché la vittima si convinca che il rapimento è legato ai soliti Grigi.

E’ arduo fornire una risposta definitiva in merito. Certo è che l’”Intelligence” ha molte scelleratezze da nascondere e non solo nel campo ufologico-xenologico. Il “rilascio” di informazioni in materia di avvistamenti U.F.O., per opera di governi ed autorità, è solo e sempre depistaggio o una forma raffinata di censura.

Fonti:

Autore non indicato, Abduction of Myrna Hansen, 2009
G. Casale, La saga delle E.B.E., 2005
R. Malini, U.F.O. il dizionario enciclopedico, Firenze, Milano, 2003, s.v. abduction


Articolo correlato: F. Lamendola, Due casi ufologici brasiliani di terrestri uccisi dal “raggio della morte” di creature aliene, 2010




Monday, August 16, 2010

Joseph

http://zret.blogspot.com/2010/08/joseph.html

Joseph

Il caso di Alan Godfrey, risalente al 28 novembre 1980, è uno dei più noti esempi britannici di presunto rapimento alieno. In qualità di ufficiale di polizia nel West Yorkshire, in una fredda ed umida mattina, alle 5.15, l'uomo era impegnato nella ricerca di alcuni capi di bestiame, di cui era stata denunciata la scomparsa, quando ebbe la ventura di imbattersi in un grande oggetto posto di traverso sulla strada di Todmorden. L'oggetto assomigliava ad una trottola: la sua veloce rotazione scuoteva le fronde degli alberi ed i cespugli. La superficie bagnata della strada risultava asciugata laddove si librava l’U.F.O. Secondo la descrizione dell'agente, nella parte centrale dell'aeromobile si apriva una fila di finestre, mentre la parte inferiore ruotava. Godfrey ebbe la presenza di spirito di disegnare l'oggetto su un taccuino per i rapporti.

Una volta sparito l'ordigno, l'agente scoprì di trovarsi più in basso lungo la carrozzabile, senza, però, ricordarsi di essersi ivi recato. Interrogato sotto ipnosi, egli rammentò di essere stato sequestrato e portato a bordo dell'U.F.O. e di essere stato esaminato su un tavolo. A bordo del disco, l'uomo aveva incontrato un essere barbuto dalle sembianze umane. Costui, solennemente avviluppato in un tabarro bianco, gli rivelò di chiamarsi Joseph. Nell'astronave, si trovavano anche altre creature alte un metro e dieci circa, dalle teste a forma di lampada. Gli alieni comunicarono telepaticamente, affermando che sarebbero tornati. Godfrey, attraverso sedute di regressione, tenute da uno psichiatra di Manchester, aggiunse altri particolari: ricordò che il motore dell'auto si era spento all'improvviso e delle interferenze sul telefono della vettura. Dopo che l'abitacolo fu inondato da una luce abbacinante, egli perse coscienza. Godfrey ritrasse gli ufonauti di bassa statura come simili ad androidi: la descrizione del rapito evoca i classici Grigi, anche se con qualche differenza.

Godfrey venne licenziato in seguito al clamore suscitato dalla divulgazione della sua esperienza.

Un aspetto inquietante della vicenda – non mi consta sia stato approfondito dai ricercatori - è la sparizione del bestiame, evento da cui principiò l'avventura di Godfrey. E’ noto che, in alcuni casi, si rileva la scomparsa di animali da allevamento (per lo più mucche, cavalli e pecore) in concomitanza con l’avvistamento di strane luci nella notte. Questi animali sono spesso poi ritrovati, ma morti e con alcuni organi asportati.

La circostanza più singolare coincide con la figura di Joseph che, nella sua ieraticità e nel nome, contiene un quid di “biblico”, come osservò lo stesso Godfrey. Quest’aura sacrale di Joseph (un mascheramento? Una mistificazione?) ricorda il vissuto dell’ingegnere statunitense Brian Scott che riferì di essersi imbattuto a Garden Grove, in California il 22 dicembre del 1975, in un essere semitrasparente che si presentò come The Host (L’Ospite). Così si espresse il testimone: “Host parlava con una voce il cui suono richiamava un qualche tipo di linguaggio computerizzato. La voce sembrava uscire da me: era una voce interiore che, però, non era mia. L’entità affermò che io ero tutt’uno con lui. Ripeté: ‘Io sono, io sono’. Steiger nota una reminiscenza con intento blasfemo del nome con cui Dio si palesò a Mosé sul Monte Sinai: infatti YHWH dovrebbe significare “Io sono colui che sono” o “Io sono colui che è” o meglio “Io sono colui che sarà”.


Fonti:

J. Randles, Le regole dell’Ufologia, 1998
Id.,
Police constable Alan Godfrey's abduction in West Yorkshire, England
Z. A. , Abduction nel mondo, 2007


VIDEO CORRELATO




Thursday, July 29, 2010

Chi ruba giacinti?

http://zret.blogspot.com/2010/07/chi-ruba-giacinti.html

Chi ruba giacinti?

"Chi ruba giacinti?" E' questo il titolo di un romanzo tedesco. Piante, animali e specialmente uomini scompaiono dalla Terra nelle maniere più impensate. Pullulano le congetture sulle cause delle inesplicabili sparizioni, finché un anziano scienziato riesce a sciogliere l'enigma: gli scomparsi sono stati rapiti e trasportati su un satellite artificiale costruito dagli abitanti di un lontano pianeta. Gli alieni sono in procinto di invadere la Terra. Nel loro attrezzatissimo laboratorio spaziale, i cosmonauti studiano la struttura ed il comportamento degli esseri che popolano "il mondo dell'ossigeno".

L'opera narrativa, edita negli anni '60 del XX secolo, pare anticipare la saga dei rapimenti. Ogni anno circa tremila persone scompaiono tra Stati Uniti d'America e Regno Unito: di loro si perde ogni traccia. In non pochi casi purtroppo, si tratta di bambini che finiscono tra le grinfie di adepti appartenenti a sette abominevoli.

Alcuni sequestri, come è noto, sono attribuiti a presunti alieni, altri ai militari talora in combutta con gli extraterrestri. Sono episodi che non determinano, però, la sparizione della persona, perché il malcapitato viene prelevato diverse volte per essere poi rilasciato, spesso senza ricordi o con ricordi molto sfocati dell'evento. Sui fini di tali rapimenti, è tutto un ventaglio di ipotesi: si va dallo scopo di ibridazione umano-aliena al trasferimento di memorie, dal fine di studio all'istruzione e preparazione dei rapiti in vista di epocali accadimenti futuri...

Queste abductions testimoniano una silenziosa invasione? Si ha talora l'impressione che alcuni uomini siano sostituiti da cloni: è uno scenario da libro di fantascienza, eppure potrebbe spiegare perché certe persone paiono trasformate in involucri vuoti. Dove finiscono i rapiti di cui non si sa più alcunché? In un'altra dimensione? Su una microluna come nel romanzo sopra citato? Scivolano, attraverso un crepaccio, in un altro tempo? E' plausibile che, nel caso di scienziati e di ricercatori scomodi per il sistema, essi vengano prelevati ed eliminati o costretti a continuare i loro studi in totale segretezza, sotto la rigida sorveglianza dei loro carcerieri.

Fortunatamente, alcuni rapimenti falliscono: la notte del 13 settembre 1953 fu perpetrato un tentativo di ratto a Brovst, in Danimarca, ai danni di una donna che tornava in bicicletta da un paese vicino. Due possenti creature si staccarono d'un tratto dagli alberi, si lanciarono sulla vittima, cominciando a trascinarla verso l'aperta campagna. La donna si salvò, divincolandosi con tutte le sue forze dagli aggressori e gettandosi in un torrente: il giorno dopo, interrogata sull'accaduto, dichiarò che le era parso non trattarsi di uomini, ma di creature mostruose, le cui membra mandavano riverberi dorati. Non una parola né un ansito erano sfuggiti ai sequestratori durante la lotta. La malcapitata, venendo a contatto con i loro corpi, non aveva incontrato né un tessuto né pelle, ma "qualcosa di freddo e ruvido, come le squame dei pesci".




Saturday, May 29, 2010

U.F.O. e potere

http://zret.blogspot.com/2010/05/ufo-e-potere.html

U.F.O. e potere

Molti si chiedono per quale motivo i governi si ostinino a non rilasciare informazioni sugli U.F.O. (molti sono velivoli terrestri) e sugli alieni. Essi ritengono che le notizie centellinate, gli archivi messi a disposizione del pubblico, files con i rapporti circa gli avvistamenti, non siano bastevoli per fugare i dubbi e chiarire una volta per tutte il mistero sugli oggetti volanti non identificati e le civiltà extraterrestri. Bisogna avere un'idea davvero ingenua degli esecutivi e degli stati, in cui non esistono - come taluno afferma - apparati deviati, poiché gli stati sono deviati per definizione. Bisogna essere degli sprovveduti per pensare che le autorità decidano di svelare novità destabilizzanti.

Che cosa dovrebbero, infatti, dichiarare? Che il governo segreto planetario da decenni dispone di tecnologie che potrebbero affrancare l'umanità dalla dipendenza dai combustibili fossili? Come si potrebbe soggiogare l'umanità con la fandonia dell'effetto serra da biossido di carbonio e come potrebbero le multinazionali lucrare ingenti profitti? E' assodato che i militari dispongono di conoscenze e di ritrovati che, se applicati nel mondo civile, risolverebbero ipso facto tutte le più gravi questioni energetiche, economiche, ecologiche, sanitarie... Come potrebbero, però, le abominevoli classi dirigenti adottare la strategia problema-reazione-risoluzione senza l'abbrivo del problema? Come potrebbero controllare i popoli e dirigerli verso un invocato totalitarismo?

Che cosa dovrebbero, infatti, dichiarare? Che alcuni governi hanno stipulato patti criminali con entità infide, svendendo gli uomini, ridotti a capi di bestiame, in cambio di tecnologie esotiche? Che i vertici mondiali sono certi di conquistare il dominio totale del pianeta, con la collaborazione degli Altri? Che da secoli (o forse da millenni) l'umanità è schiacciata da forze oscure e sanguinarie?

Che cosa dovrebbero, infatti, dichiarare? Dovrebbero ammettere che i militari perpetrano i rapimenti (Milabs)? Che si combatte una guerra invisibile? Che la meta finale non è il controllo delle risorse, ma quello delle menti e, in un delirio di faustiana hybris, l'egemonia sulla vita e sulla natura stessa.

Sono queste ed altre le tetre verità che i potenti dovrebbero divulgare, dimostrando di essere degli ipocriti, dei bugiardi e dei pervertiti, loro che amano ostentare saggezza, rettitudine e disinteresse. Sarebbero rivelazioni sconvolgenti in grado di delegittimare una classe di parassiti, suscettibili di esautorarla del suo immondo ed illegale potere.

Dunque è necessario che le verità siano censurate o filtrate o intrecciate a credibili menzogne. Forse un giorno, quando sin l'ultimo cittadino sarà trasformato in suddito, in automa radiocomandato, queste ed altre circostanze saranno mostrate in mondovisione. Allora, dopo una lunga e spasmodica attesa, il servo reagirà con un annoiato sbadiglio.



Wednesday, March 17, 2010

Le linee temporali di Stan Romanek

http://zret.blogspot.com/2010/03/le-linee-temporali-di-stan-romanek.html

Le linee temporali di Stan Romanek

Stan Romanek è un cittadino del Colorado, le cui esperienze circa gli incontri con gli extraterrestri sono considerate tra le più documentate. Egli sostiene di essere in possesso di video, di numerose fotografie e di prove fisiche del suo vissuto. Il primo avvistamento di Romanek risale al 27 dicembre 2000. Egli, da allora, sostiene di aver avuto più di cento esperienze individuali.

Romanek ha, in passato, prodotto fotografie di cicatrici sul suo corpo, dovute - stando al testimone - ai suoi rapitori. Egli ha anche esibito fotografie di segni di combustione nel cortile dell'appartamento in cui abita nonché di un U.F.O. mentre decolla. Il contattato ha anche elaborato strane equazioni, la cui autenticità ha causato infuocate controversie. Nel 2003, quando l'uomo viveva in Nebraska, installò una videocamera per riprendere quello che egli pensava fosse un voyeur. Grande fu la sua sorpresa, allorché si accorse che il video mostrava presumibilmente la testa di un furtivo extraterrestre in atto di sbirciare attraverso la finestra di casa.

A Romanek si devono pure delle sibilline predizioni, frutto dei suoi abboccamenti con i visitatori. Egli reputa che l'umanità sia ormai prossima a qualcosa di cruciale: è necessario prepararsi per affrontare il cambiamento che è un bivio. Se non compiamo il passo decisivo per maturare, saremo perduti, sebbene il rapito ritenga che il percorso temporale stia deviando verso una situazione un po' più propizia rispetto a quanto paventato, allontanandoci dal Nuovo ordine mondiale.

Romanek è autore di un libro intitolato Messages (scritto insieme con J. Allen Danelek): nel testo ripercorre le sue (dis)avventure e descrive gli alieni da lui fotografati o filmati, tra cui Grandpa e Boo, due Grigi dalla pelle bluastra, il collo magro, le braccia lunghe ed esili.

Il caso di Romanek, benché riproponga per lo più i motivi della classica casistica inerente ai contattati, se ne discosta per l'importanza che assumono le equazioni sopra accennate e, in parte, per il variegato campionario di ufonauti che l'uomo asserisce di aver incontrato. Si passa così dai noti Grigi ad esseri evoluti, da creature che proverrebbero dal futuro intente a recuperare informazioni genetiche perdute, ad altre che rapiscono gli uomini per salvare la loro razza. Gli alieni in alcune circostanze sono percepiti come esseri fisici, in altre occasioni, come entità interdimensionali.

L'aspetto che mi pare più interessante è il cenno ai segmenti temporali che "altri" sarebbero in grado di controllare, forse percorrendo tali "sentieri" in ambo le direzioni, verso il passato e verso il futuro. Sono concetti che vengono generalmente relegati nel limbo delle fantasie più fervide, ma che, sfrondati di risvolti inverosimili, potrebbero contenere un'ombra di verità.

Fonti:

P. Harris, Così fotografo gli alieni, in X Times, n. 17, marzo 2010

http://www.stanromanek.com/


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Wednesday, December 2, 2009

Peter Pasini: il marchio di un rapito

http://zret.blogspot.com/2009/12/peter-pasini-il-marchio-di-un-rapito.html

Peter Pasini: il marchio di un rapito

Peter Pasini è un tenore lirico australiano abitante nei pressi di Melbourne. Pasini, nel luglio del 1988, (altre fonti indicano il mese di giugno) – secondo il suo racconto – fu rapito da un equipaggio di un U.F.O. Da quella volta i rapimenti si succedettero più volte: in Ufologia i soggetti che vengono sequestrati in più occasioni sono definiti repeaters. Il giovane tenore dichiarò: “Da allora la mia famiglia ed io non abbiamo più avuto pace. Abbiamo traslocato tre volte, ma gli alieni ci seguono.”

Johannes Fiebag ricostruisce le vicissitudini di Pasini nel modo seguente: “Il primo rapimento ebbe luogo a Rosenwood, una piccola località vicina ad Ipwich, nell’Australia meridionale. 'Erano circa le 21 ed io mi trovavo in casa. All’improvviso, sentii un impulso irrefrenabile di uscire all’aperto. Quando guardai giù in strada, vidi un pallone dorato che volava seguendo i binari della ferrovia. Sulle prime pensai si trattasse di un nuovo modello di aereo, ma non faceva alcun rumore. M’incamminai verso di esso. Quello che mi sorprese di più era il senso di pace e di distensione che la luce dell’oggetto mi infondeva. Pur essendo di un chiarore abbagliante, non mi feriva minimamente gli occhi. Mentre me ne stavo lì affascinato da quella luce, apparve una figura umana tutta bianca e lucente come seta, con un’enorme testa, grandi occhi spioventi e bocca sottile come un taglio. Mi guardò, poi tutto sparì intorno a me. La prima cosa di cui mi ricordo ancora dopo questo fatto è che mi trovavo nel giardino di casa'. Ma non è tutto: qualcuno gli versò sulla testa uno strano liquido freddo, una sostanza trasparente e gelatinosa che gli cola giù per le guance. 'In quel momento mi accorsi che, accanto a me, stava inginocchiato mio fratello Gary: anch’egli aveva visto la luce'. Barcollando i due fratelli rientrano in casa e constatano con sorpresa che la loro madre sta dormendo profondamente, visto che dal momento in cui sono usciti di casa, sono trascorse sei ore. 'Quando mi guardai allo specchio del bagno – continua Pasini – scorsi sulla fronte un marchio rosso e circolare che mi faceva un male d’inferno. Avevo anche piccole bolle dietro le orecchie'. Per oltre un anno l’allora sedicenne Peter Pasini trascina la vita tormentata dal ricordo degli inspiegabili casi di quella notte”.

In seguito il giovane decise di consultare un ipnotizzatore: gli tornò alla mente un letto di metallo sul quale era stato adagiato, una fortissima luce bianca ed un umanoide che, preso un cilindro scuro, glielo aveva puntato contro. L’ufonauta inserì il cilindro nell’orecchio sinistro dell’adolescente che perse i sensi. Quando si destò, Peter era seduto davanti ad una finestra circolare da cui potè ammirare un cielo punteggiato di stelle.

Il caso di Peter Pasini snocciola il repertorio classico delle abductions: bagliori corruschi, esami medici a bordo di un’astronave, cicatrici e soprattutto la raggelante paura. Un aspetto concernente l’esperienza di Pasini merita di essere approfondito: il marchio sulla fronte che, insieme con l’innesto probabilmente introdotto nel malcapitato (si ricordi lo strumento a forma di tubo diretto nell’orecchio sinistro), testimonia che il vissuto ha un fondamento nella “realtà” fisica. In altri casi, infatti, si può ritenere che le esperienze dei rapiti si situino in una dimensione mentale, benché sia arduo indicare il confine (se tale confine veramente esiste) tra piano concreto e sfera psichica. Non si può neppure essere sicuri che Pasini incontrò degli extraterrestri, giacché, come è stato ipotizzato dai ricercatori Lammer e Boylan, falsi scenari di abduction possono essere creati dai militari, somministrando droghe e per mezzo di sofisticate tecnologie.

Pasini si convinse che gli era stato impiantato un microprocessore cerebrale: in effetti, pur avendo cambiato casa più volte, i suoi persecutori riuscirono a rintracciarlo anche nelle nuove abitazioni, forse grazie all’innesto miniaturizzato che consentiva loro di localizzare la vittima. Se gli impianti hanno solo questa funzione… [1]

[1] Nel 1990 Pasini fu protagonista di un avvistamento: mentre stava osservando il pianeta Venere che sorgeva ad oriente, vide un oggetto sigariforme e con una luce rossa pulsante. Il velivolo si librò per scomparire nel cielo notturno. Cinque minuti dopo, l’uomo scorse una nube scura nella direzione in cui l'ordigno era apparso.


Fonti:

J. Fiebag, Gli Alieni, Roma, 1994
R. Malini, U.F.O., il dizionario enciclopedico, Firenze-Milano, 2003, s.v. Pasini Peter
Research digest dell'UFORA, a cura di Keith Basterfileld, 1990




Saturday, July 18, 2009

Censura e cesura

http://zret.blogspot.com/2009/07/censura-e-cesura.html

Censura e cesura

Mercoledì 15 luglio Italia Uno ha mandato in onda la trasmissione "Mistero", condotta da Enrico Ruggeri. Senza entrare nel merito della controversa storia che ha per protagonista Giovanna, donna che afferma di essere stata rapita da esseri alieni, è, però, doveroso evidenziare un'"anomalia" della puntata. Mercoledì scorso, infatti, è stato invitato il ricercatore Massimo Fratini che avrebbe dovuto soffermarsi sulle cosiddette milabs, ossia military abductions, i rapimenti perpetrati dai militari e di cui sono poi accusati presunti extraterrestri.[1]

Non è questa la sede per pronunciarsi sullo spinoso tema, ma è sintomatico che l'intervento di Fratini sia stato clamorosamente potato, sicché si è trasformato, giocoforza, in un rapido e generico cenno. Forse qualcuno non vuole che, nel prime time televisivo, sia divulgata una questione tanto scabrosa, da cui si evinca che apparati dello stato sono coinvolti in azioni scellerate. Resta il fatto che questa censura fa il paio con la disinformazione imperante. Così, non appena si scopre e si intuisce che servizi segreti deviati (o servizi segreti tout court?), forze armate, strutture di potere sono implicati in losche operazioni, i vari guardiani del sistema, anche contro la volontà di autori, conduttori e registi, intervengono per insabbiare, ridimensionare e ridicolizzare fatti e ricercatori.

E' una delle strategie peculiari dei Quisling il cui scopo principale è ricondurre gli avvenimenti e le interpretazioni nell'alveo rassicurante, ma falso dell'ufficialità. Questi collaborazionisti, banditori di una visione del reale riduttiva e menzognera, agiscono nell'interesse delle élites, il cui modus operandi è descritto con graffiante precisione dalla direttrice di "X Times", Lavinia Pallotta, nell'editoriale comparso sull'ultimo numero della rivista ed intitolato "La lotta ai parassiti". E' una riflessione che ben inquadra la situazione politica ed economica attuale, forse vicina ad una cesura storica.

Cogliamo l'occasione, nell'ambito di questa glossa, per esprimere la nostra vicinanza all'amica Lavinia.

[1] Si legga su tale soggetto, M. Fratini, Nuove sconcertanti rivelazioni sul caso Giovanna, 2009