Lo ammetto: sono un somarone.
Eppure chimica l'ho studiata sia quando ho fatto l'istituto tecnico per geometer sia al primo anno di universita'.
Ma qui mi vengono dubbi amletici. Leggo nel post ubique d'o'comandante "L’ingrediente non tanto segreto: Stadis 450":
L’E.P.A. classifica il dinonylnaphthalene sulfonic acid, sale di bario come sostanza chimica HPV, cioè che è prodotto o importato negli Stati Uniti in quantità di un milione di libre all’anno. Lo stesso studio riporta che, in base ai risultati sulla tossicità, il dinonylnaphthalene sulfonic acid, un particolare sale di bario, appare essere il più biologicamente attivo della categoria.
Mi sembrava di ricordare che un acido NON e' un sale. Un acido e una base si combinano in acqua e sale, ma un acido e un sale sono cose diverse.
Sbaglio? Oppure esiste un sale che si chiama whatever acid?
Scopo del Blog
Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.
Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.
Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.
Ciao e grazie della visita.
Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:
http://indipezzenti.blogspot.ch/
https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/
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Tuesday, March 10, 2009
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Come al solito Sterker non perde occasione di far notare la sua abissale ignoranza
ReplyDeleteMikhail Lanart-Hastur
Ps primo
Inoltre quel composto, se immesso in una turbina di aereo, viene completamente distrutto.
ReplyDeleteVedi punto 10) sul mio post http://nico-murdock.blogspot.com/2009/03/dopo-le-tante-figuracce-ci-riprova.html
Avevo letto il post di Nico.
ReplyDeleteMi aveva turbato un acid che allo stesso tempo era un sale.
Francamente non merita perderci più di tanto tempo dietro a quello che scrive straker.
ReplyDeleteIn uno dei suoi innumerevoli curricola, mi pare che abbia affermato di aver insegnato chimica.
Sebbene io non conosca i regolamenti della scuola, non mi risulta che, anche avesse veramente una laurea in architettura, possa insegnare tale materia. A maggior ragione se fosse diplomato geometra.
Al massimo (dico massimo) potrebbe aver fatto il cosidetto ITC, insegnante teorico pratico (magari come supplente), cioè assistente di laboratorio, con il compito di trasportare vetreria o boccioni di sostanze da una parte all'altra.
La profonda ignoranza in chimica (e fosse solo lì) si vede con la confusione tra silicon, silicone, silicio ecc, che dimostra nelle traduzioni ad orecchio dall'inglese.
Questi caso non è molto diverso.
L'ibrido italiese dinonylnaphthalene sulfonic acid, sale di bario è l'inesatta ma parallela traduzione di uno dei possibili nomi chimici della sostanza. dinonylnaphthalene sulfonic acid, bariun salt
Il CAS (v. sotto) sceglie di classificare i sali con il nome dell'acido seguito dal nome del metallo (o catione, più esattamente).
Il sale comune, quindi, viene classificato come hydrochloric acid, sodium salt. Ovviamente un conto è il nome che fa da chiave in un elenco, un altro è quello che viene usato da chi sa cosa sia quella sostanza. Chi si limita a copincollare un temine ( e peggio traducendolo malamente) dimostra semplicemente che non sa di cosa sta parlando. Purtroppo ne parla lo stesso.
Per la cronaca, il più "antico" articolo che descrive questo "nostro" sale di bario, è un brevetto tedesco (DE 1055006) depositato nel 1953 e pubblicato nel 1959. Non so come mai questo lasso di tempo (normalmente ci sono uno-due anni a seconda della legislazione del paese).
Sarà l'effetto della "latenza" dovuta ai sali di bario? Al Vibravito di turno l'ardua sentenza.
mc
nota:
Il CAS (Chemical Abstrac Service) è un'organizzazione legata alla American Chemical Society che si prede la briga di recensire e catalogare praticamente tutti gli articoli o brevetti di chimica, e la banca dati che li contiene (o i libri di una volta) sono chiamati CA (Chemical Abstract) per semplicità.
Lo stesso fa per ogni sostanza descritta, alla quale viene attribuito un numero (Registry Number, o RN) che la identifica univocamente.
Questa è la "scheda" del prodotto in questione:
RN 25619-56-1 LREGISTRY
CN Naphthalenesulfonic acid, dinonyl-, barium salt (2:1) (CA INDEX NAME)
OTHER CA INDEX NAMES:
CN Naphthalenesulfonic acid, dinonyl-, barium salt (8CI, 9CI)
OTHER NAMES:
CN Barium dinonylnaphthalenesulfonate
CN Dinonylnaphthalenesulfonic acid barium salt
CN Na Sul BSN
CN Na Sul BSN 50MS
CN Nacorr 1151
CN Nacorr 1153
CN T 705
CN T 705 (corrosion inhibitor)
DR 84843-17-4, 27195-98-8
MF C28 H44 O3 S . 1/2 Ba
i campi con CN sono i più comuni nomi chimici o commerciali del prodotto.
E' da notare che è dichiarato proprio come "corrosion inhibitor" e non "people exterminator"
chapeau a Mastro
ReplyDeletePiccolo appunto chimico: i sali di bario sono composti ionici, quindi si possono sciogliere (e non sempre)nei solventi polari, come l'acqua, un composto ionico NON si scioglie nei solventi apolari come gli idrocarburi. Potete fare una semplice prova sperimentale: prendete un pizzico di sale da cucina (cloruro di sodio) e provate a scioglierlo nel kerosene, potete agitare per un'eternità, non si scioglierà niente. Se poi siete scettici provate a procurarvi un sale di bario (cloruro o nitrato ad esempio) e fate la prova.
ReplyDeletePiccolo appunto chimico: i sali di bario sono composti ionici, quindi si possono sciogliere (e non sempre)nei solventi polari, come l'acqua, un composto ionico NON si scioglie nei solventi apolari come gli idrocarburi.
ReplyDeleteLa cosa è un pelino più complicata.
Un sale di bario di questo tipo (o di calcio, o di altro metallo) è sì ionico, ma è attaccato ad un "residuo idrocarburico" (in questo caso due catene lunghe 9 atomi di carbonio + i due anelli della naftalina).
Quello che si viene a formare è di fatto un sapone, avendo una parte idrofila (il gruppo solfonico salificato) e una lipofila (il resto della catena, detta anche idrofoba nel senso di incazzata perché citata a vanvera dai sciachimisti).
Non c'è quindi vera e propria solubilità, ma una dispersione più o meno stabile; sia in acqua che in idrocarburi.
I sali citati (di bario o altro) come nitrati, cloruri ecc. invece non hanno parti lipofile, e sono quindi inesorabilmente insolubili in idrocarburi.
mc
@mastrocigliegia
ReplyDeleteHai ragione, comunque c'è un altro punto che vorrei far notare: il bario colora la fiamma di verde, quindo osservando i motori accesi dei reattori si dovrebbe vedere una fiamma verde, cosa che non ho mai visto in nessun filmato.
Sapone di Bario...
ReplyDeletePotremmo metterlo sulmercato per la prossima stagione!!!
Saluti
Michele
il bario colora la fiamma di verde, quindo osservando i motori accesi dei reattori si dovrebbe vedere una fiamma verde, cosa che non ho mai visto in nessun filmato.
ReplyDeleteCerto.
Vedi che il condizionamento mentale a qualcosa serve...
mc
ps.
Una risposta un po' più tecnica:
Veramente a me pare che le fiamme non si vedano uscire da un reattore, e comunque anche se si vedessero, la quantità di bario sarebbe veramente piccola: probabilmente il verde non si vedrebbe neanche (per colorare la fiamma in modo visibile all'occhio, la quantità è tutt'altro che piccola).
In realtà c'è, in questa storia, un'ennesima contraddizione (una più o una in meno... chissenefrega?).
Lo stesso straker ammette che quel sale di bario ...è un composto antiruggine. Resiste all'abrasione ed è stabile in condizioni di umidità, n.d.t..
Che si decida: è un additivo (magari inquinante: su questo nessuno discute) o è uno strumento di devastazione ?
Secondo lo studio dell'EPA (ammesso che sia vero) appare essere il più biologicamente attivo della categoria..
Ma lo studio pare riguardare solo la categoria. dei sali di Ba e Ca di quel particolare acido. Volendo essere assurdamente generosi si potrebbe estendere gli antiruggine in generale.
Possibile che non ci sia un prodotto che faccia più danni (se questo è lo scopo ultimo dell'aggiunta), che sia più efficiente o più economico o quant'altro e che non debba cercarlo tra gli antiruggine? (1)
Ma, ammesso che se ne sia accorto, a straker non importa nulla.
Lui è contento "quando gli sciachimisti fanno ooh!" per aver letto un po' di paroloni che neanche sanno cosa vogliono dire. Figuriamoci trarne delle conseguenze.
mc2 ( e=)
(1) Se invece che come veleno, si volesse vedere questo sale di bario come "mangiaacqua", il responsabile del nwo dovrebbe essere rimosso. Un chilo d'acqua, per essere "mangiata", richiede poco meno di due chili di bario metallico (circa 1900g, per la precisione). Usando invece questo sale, occorrerebbero quasi venti chili di di-nonil-naftalen-solfonato di bario (19580g).
Alla faccia dell'efficienza!
@mastrociliegia
ReplyDeleteUna risposta un po' più tecnica:
Veramente a me pare che le fiamme non si vedano uscire da un reattore, e comunque anche se si vedessero, la quantità di bario sarebbe veramente piccola: probabilmente il verde non si vedrebbe neanche (per colorare la fiamma in modo visibile all'occhio, la quantità è tutt'altro che piccola).
Mettendosi dietro ad un aereo con i reattori accesi qualcosa di fiamma si dovrebbe vedere, poi ci sono i jet militari che hanno i postbruciatori.
Sono d'accordo che una piccolissima quantità di bario non colorerebbe la fiamma, ma secondo gli sciachimisti gli aerei ne spargono a tonnellate...
Ohh, finalmente riesco a commentare!
ReplyDeleteA volte non e' bello essere dai clienti...
Dunque, come dice Hanmar sul suo blog, le quantita' contano eccome.
Stando alla Shell, che il Jet-A1 lo produce, di ADDITIVO Stadis 450 nel carburante ce ne vanno al massimo 3 mg/L.
Il quale Stadis 450 a sua volta, stando alla sua scheda di rischio (per forza di cose, pubblica!) contiene meno del 10% di "di-nonil-naftalen-solfonato di bario" .
Quindi, siamo a 300 microgrammi/litro di questa sostanza, che fanno a occhio e croce 30 microgrammi di bario per litro di carburante.
Parlando di inuqinanti e pericolosita', e' quel che si dice guardare l'albero e non vedere la foresta.
Per Nico: quel coso, se ho capito bene, viene usato come antistatico (a cosa serva aumentare la conducibilita' elettrica di un combustibile, non me lo chiedere!). Che venga bruciato nella camera di combustione, quindi, credo che non freghi niente a nessuno: il suo lavoro, a quel punto, l'ha gia' fatto.
Si fa sempre più chiaro quindi che forse ha ragione il Dott. Montanari quando disse:
ReplyDelete"Un dubbio: Perché sono venuti ad attaccare proprio noi, proprio adesso che arriva qualche soldo per gli ammalati, e proprio adesso che le nanopolveri sono state ufficialmente riconosciute come causa patogena? Non è che questi signori cerchino, magari a rischio di rendersi ridicoli, di distogliere un’attenzione in certi ambienti fastidiosa riguardo alle armi all’uranio impoverito e al tungsteno o riguardo alle polveri che quella fonte splendida di guadagno illecito che sono gl’inceneritori assicurano, per dirottare quell’attenzione altrove?
quel coso, se ho capito bene, viene usato come antistatico (a cosa serva aumentare la conducibilita' elettrica di un combustibile, non me lo chiedere!)
ReplyDeleteAvevo visto da qualche parte (credo gloogando "electrostatic planes" o simili) che ci sono stati incidenti.
Il combustibile è un idrocarburo, quindi di per sè isolante. Nelle operazioni di rifornimento, passando tra pompe e tubature, con l'attrito si può caricare elettricamente come il nastro di un generatore van der Graaf e, alla prima occasione, liberarsi della carica elettrostatica accumulata con una scintilla.
Inutile descrivere le conseguenze.
mc
Hei raga, come mi ha fatto notare Simone sul suo blog, quell'additivo non contiene proprio il bario!
ReplyDeleteHo letto male la scheda che ho lincato nel mio ultimo commento: c'e' il solfonato, non il suo sale di bario.
Aveva ragione eSSSe ad essere perplesso.
Credo che anche Straker abbia preso un granchio.
Ah, dimenticavo: grazie per la risposta, Mastrocigliegia.
ReplyDelete