http://zret.blogspot.it/2013/08/il-nulla-e-tutto-paradigmi-e-paradossi.html
Il Nulla è Tutto: paradigmi e paradossi della cosmologia
Si sta sgretolando un altro idolo: oggi non pochi cosmologi cominciano a dubitare che la teoria del Big bang sia plausibile; alcuni la rigettano in toto. Siamo prossimi al superamento – Kuhn docet
– di un paradigma scientifico. Così si cerca di comprendere che cosa
esistesse prima del principio. Gli scienziati, incapaci di scrollarsi di
dosso la logica aristotelica, rifiutano in genere l’idea che il Tutto
possa essere scaturito dal Nulla, sebbene alla fine questa sia l’unica
conclusione ammissibile, pur nel suo carattere paradossale. Perciò
certuni ipotizzano che questo universo sia stato generato da un altro
universo, a sua volta prodotto da un altro e così all’infinito. Il
problema non è risolto, ma solamente spostato.
Altri cosmologi stanno elaborando diversi sistemi più o meno complessi, persuasi che un giorno o l’altro formuleranno l’equazione tale da spiegare la genesi del cosmo. E’ palese che sono elucubrazioni talora eleganti, ma sterili. Nessuno mai, soprattutto attraverso la matematica e la logica, strumenti razionali, potrà dar conto di ciò che razionale non è.
Forse pochi pensatori come Leopardi si sono accostati ad una possibile verità: il poeta recanatese sentì che la realtà è un “solido nulla”. Se cancelliamo la venatura esistenziale di questa intuizione, possiamo isolare una potente idea: l’universo è nulla e, nel contempo, tutto. Esso origina dalla negazione di sé stesso. La solidità si abbraccia all’inconsistenza. Leopardi avvertì la sostanziale illogicità dell’essere e, rinunciando a chiarirla, preferì ostentarla con la sua arte interrogativa e tetramente umoristica.
Che pensare allora dei conati concettuali con cui qualcuno tenta di ottenere la quadratura del cerchio? Il fisico Mikio Kaku riconosce che il nulla assoluto è inconcepibile per cui abdica, accontentandosi di un nulla relativo, il vuoto in cui aleggia l’energia prima di tramutarsi in materia (massa). E’ un arretramento speculativo, neppure al riparo da sfide teoriche abnormi.
E’ evidente che, quando ci si imbatte in questioni refrattarie alla logica, è insensato ostinarsi ad usarla. Sarebbe più onesto ammettere che il cosmo è autocontradittorio, “enigma a sé stesso” per riprendere una celebre espressione di Agostino d’Ippona. Invece assistiamo all’apoteosi della logica e della matematica, le discipline che, quanto più sono congruenti in sé stesse, tanto più si allontanano dalla realtà. Non saranno i rompicapo dialettici a motivare il mondo, a consentirci di conoscere anche solo un’ombra della sua elusiva, evanescente essenza.
Mi lasciano dunque perplesso quei sistemi con cui si decifra l’essere con i soliti ingredienti: una spruzzata di matrici, un briciolo di formule, una buona dose degli immancabili capisaldi appartenenti alla fisica quantistica. Mi pare che il libro “Godman”, pur pregevole, rientri in codesto orientamento. E’ una tendenza che si gloria di offrire una visione esaustiva del Reale. In verità, quando si spiega tutto, non si spiega alcunché.
Concediamo pure che qualcuno un giorno riesca a conciliare la fisica del macrocosmo con quella del microcosmo: bisognerà poi non solo illustrare come e perché lo zero diventi uno, ma pure esporre per quale ragione in questo enigmatico, sconfinato universo, popolato da miliardi di galassie erranti nelle tenebre, sia sorta la vita. La vedo molto, molto grama. Non basta! Bisognerà pure definire per quale ragione ed in che maniera si sia insinuato il male, l’ingiustizia primigenia che intrappola le cose nel loro incomprensibile destino di nascita, dolore, decadenza e morte.
Di fronte a tali quesiti vertiginosi, stordenti, tace la “nostra povera ragione”. Resta solo il silenzio, ancora più nudo e gelido di quello che schiaccia una notte vuota e buia.
Altri cosmologi stanno elaborando diversi sistemi più o meno complessi, persuasi che un giorno o l’altro formuleranno l’equazione tale da spiegare la genesi del cosmo. E’ palese che sono elucubrazioni talora eleganti, ma sterili. Nessuno mai, soprattutto attraverso la matematica e la logica, strumenti razionali, potrà dar conto di ciò che razionale non è.
Forse pochi pensatori come Leopardi si sono accostati ad una possibile verità: il poeta recanatese sentì che la realtà è un “solido nulla”. Se cancelliamo la venatura esistenziale di questa intuizione, possiamo isolare una potente idea: l’universo è nulla e, nel contempo, tutto. Esso origina dalla negazione di sé stesso. La solidità si abbraccia all’inconsistenza. Leopardi avvertì la sostanziale illogicità dell’essere e, rinunciando a chiarirla, preferì ostentarla con la sua arte interrogativa e tetramente umoristica.
Che pensare allora dei conati concettuali con cui qualcuno tenta di ottenere la quadratura del cerchio? Il fisico Mikio Kaku riconosce che il nulla assoluto è inconcepibile per cui abdica, accontentandosi di un nulla relativo, il vuoto in cui aleggia l’energia prima di tramutarsi in materia (massa). E’ un arretramento speculativo, neppure al riparo da sfide teoriche abnormi.
E’ evidente che, quando ci si imbatte in questioni refrattarie alla logica, è insensato ostinarsi ad usarla. Sarebbe più onesto ammettere che il cosmo è autocontradittorio, “enigma a sé stesso” per riprendere una celebre espressione di Agostino d’Ippona. Invece assistiamo all’apoteosi della logica e della matematica, le discipline che, quanto più sono congruenti in sé stesse, tanto più si allontanano dalla realtà. Non saranno i rompicapo dialettici a motivare il mondo, a consentirci di conoscere anche solo un’ombra della sua elusiva, evanescente essenza.
Mi lasciano dunque perplesso quei sistemi con cui si decifra l’essere con i soliti ingredienti: una spruzzata di matrici, un briciolo di formule, una buona dose degli immancabili capisaldi appartenenti alla fisica quantistica. Mi pare che il libro “Godman”, pur pregevole, rientri in codesto orientamento. E’ una tendenza che si gloria di offrire una visione esaustiva del Reale. In verità, quando si spiega tutto, non si spiega alcunché.
Concediamo pure che qualcuno un giorno riesca a conciliare la fisica del macrocosmo con quella del microcosmo: bisognerà poi non solo illustrare come e perché lo zero diventi uno, ma pure esporre per quale ragione in questo enigmatico, sconfinato universo, popolato da miliardi di galassie erranti nelle tenebre, sia sorta la vita. La vedo molto, molto grama. Non basta! Bisognerà pure definire per quale ragione ed in che maniera si sia insinuato il male, l’ingiustizia primigenia che intrappola le cose nel loro incomprensibile destino di nascita, dolore, decadenza e morte.
Di fronte a tali quesiti vertiginosi, stordenti, tace la “nostra povera ragione”. Resta solo il silenzio, ancora più nudo e gelido di quello che schiaccia una notte vuota e buia.
Pubblicato da
Zret
Ennesima sega mentale del fratellonzo imparato ...
ReplyDeleteMa non c'ha un ca$$o di meglio da fare che appestare il web con le sue pippe?
ReplyDeleteSi sta sgretolando un altro idolo: oggi non pochi cosmologi cominciano a dubitare che la teoria del Big bang sia plausibile; alcuni la rigettano in toto.
ReplyDeleteMah, che io sappia è l'esatto contrario, ovverosia quelli che non credono al Big Bang ormai si contano sulle dita delle mani. Su come si sia svolto l'attimo ci sono discussioni, ma nessuno lo mette in dubbio.
Ennesima puttanata scritta dal fratellonzo stronzo della coppia "Scemo e più Scemo". Ma scendere la strada di casa loro ed andare su una spiaggia invece di scrivere queste puttanate no?
AHAHAHAHAHAHAHAH, io sono al mio primo giorno di ferie e già mi stanno spuntando le branchie.
ReplyDeleteQuesto coglione è in ferie da metà/fine giugno e se ne sta tappato in casa a farsi simili pippe.
Si può essere più falliti di così?
Zretino, sei un fallito.
Strakkino, sei un coglione.
Ubi maior, Strakkino cessat.
quando si leggono gli "scritti" di zret si ha l'esempio lampante di cosa sia il nulla LOL
ReplyDeleteNooooooo ... Leopardi noooo ...
ReplyDeleteBrutto, rachitico, gobbo e sfigatissimo (parlavo di zretino ...)
XD
Gli scienziati, incapaci di scrollarsi di dosso la logica aristotelica, rifiutano in genere l’idea che il Tutto possa essere scaturito dal Nulla
ReplyDeleteBeh questo è sostanzialmente quello che è il Big Bang, da una singolarità senza dimensioni è nato l'universo. Mi sembra evidente che il fratellonzo imparato pensi al Big Bang come allo scoppio di un enorme petardo.
Il fatto poi che la teoria del Big Bang lasci diversi punti interrogativi non ha nulla a che fare con le elucubrazioni segaiole di zretino
Forse zret ha visto qualche puntata di un programma su focus tv che parla proprio del big bang.
ReplyDeleteAvevo seguito il programma per alcuni minuti. Si trattava di divulgazione molto all'acqua di rose, che punta ad un pubblico al limite dell'analfabetismo scientifico.
Ho notato (non so se in quella serie o altre analoghe: non le seguo con attenzione) che pongono come problematiche delle questioni in realtà banali (almeno nei termini con cui sono presentate). Sono fatte in modo che lo spettatore riesca a formulare tra sé e sé la risposta che viene poi (ovviamente) confermata dall'espertone di turno. Così si solletica l'amor proprio di chi segue il programma con una operazione di fidelizzazione.
Lo scopo finale di quelle trasmissioni può anche essere lodevole (della serie "piuttosto che niente meglio piuttosto"), ma considerarle un punto di riferimento dell'evoluzione del pensiero scientifico è cosa che può fare solo un ignorante superficialone.
Cioè zret.