http://scienzamarcia.blogspot.co.uk/2012/09/3-articoli-da-leggere.html
3 articoli da leggere
Questa volta vi propongo 3 articoli tratti da altri siti:
Microchip, negli Stati Uniti si organizza la resistenza:
L’Ue assalta la sovranità alimentare e Mario Monti dichiara illegale l’agricoltura a “chilometro zero”.
Inifne, per quanto sia scritto dal solito gatekeeper che nasconde l'esistenza delle scie chimiche, può essere interessante l'articolo sul MES di C. Messora:
Pubblicato da
corrado
Ed ecco i tre articoli
Microchip…negli States la resistenza si organizza
In alcune scuole americane è partito un progetto pilota per far abituare i bambini ad indossare un microchip RFID durante la permanenza negli ambienti scolastici, attraverso alcuni gadget come la tessera identificativa scolastica “microchippata”, la divisa scolastica con trasmettitore incor-porato e addirittura un collare (!) da indossare proprio come gli animali domestici… Il governo americano vorrebbe garantire “la sicurezza” degli studenti, tracciandone tutti gli spostamenti per ridurre la percentuale di coloro che “marinano” la scuola.Sono questi i primi passi che il NWO sta muovendo a livello sperimentale per rendere familiare alle nuove inesperte generazioni l’intimo contatto con un microchip capace di monitorare le loro vite. Ebbene forse hanno sbagliato tempistica o valutato male i loro “polli”, perchè negli ultimi giorni questi progetti non hanno fatto altro che scatenare malumori popolari e proteste pubbliche contro l’uso di questa tecnologia.
Le scene che vedete nel video sono del tipo che qualche anno fa ci immaginavamo nei film futuristici tipo “Orwell 1984“, ma sono un segno concreto che perfino in America (per eccellenza la patria del controllo di massa) le persone non si fanno mettere nel sacco così facilmente. I microchip sono da decenni nei programmi di controllo del NWO: la strategia per la loro introduzione è graduale, procede poco alla volta per diluire i cambiamenti nel tempo ed attutirne l’impatto emotivo. Se il loro primo passo felpato ha sortito questi effetti sonanti, i nostri “controllori” hanno poco da stare allegri. La gente non dorme più, dovrebbero tenerne conto.
In effetti, se le persone reagiscono in massa come fa nel video la gente di San Antonio, e dimostrano lo stesso livello di consapevolezza, quale scusa potranno mai escogitare per indurre l’impianto di massa? La sicurezza? La salute? No, non funzionerebbero mai per coloro che conoscono la finalità a lungo termine del progetto. Ricordate sempre che la legge del consenso, esplicito o tacito, è alla base delle manipolazioni del NWO. Il potere è sempre stato, e sempre sarà in mano nostra. Attraverso l’arma dell’informazione, (per citare uno dei manifestanti nel video…) facciamo diventare RFID l’acronimo di Revitalize Freedom,Indipendence and Democracy (Rivitalizziamo la Libertà, l’Indipendenza e la Democrazia).
L’associazione “We Are Change” (“Noi Siamo il Cambiamento”, n.d.t.) ha protestato contro l’obbligo per gli studenti della scuola di San Antonio di indossare un collare con un microchip RFID per il tracking (tracciatura degli spostamenti, n.d.t.). L’associazione, i genitori e gli studenti, assieme ai preoccupati concittadini, hanno parlato al consiglio del distretto scolastico indipendente di Northside, facendo presente ai convenuti che ciò rappresenta una violazione dei diritti civili e religiosi dei bambini, oltre a costituire una seria minaccia per la salute.
Il Governo non si cura tanto degli adulti, ormai rigidi nei loro schemi di idee, quanto delle nuove generazioni. Sente il dovere di assoggettarle… ecco perchè il congresso ha reso tutto “legale” molto tempo fa. A proposito, “programma pilota” significa che il progetto arriverà molto presto anche nella vostra nazione, devono solo sciogliere alcuni nodi del loro piano, come per esempio trovare un modo di imporlo anche a quelli a cui non piace.
STIAMO CHIEDENDO UNA MORATORIA PER IL TRACCIAMENTO RFID DEGLI STUDENTI
Chiediamo perentoriamente al distretto scolastico indipendente di Northside di sospendere immediatamente l’uso della tecnologia RFID per tracciare gli spostamenti degli studenti fino a quando non verrà condotta una valutazione ufficiale dell’impatto sulla sicurezza, sulla salute e sulla privacy. Chiediamo al distretto di:
• Sospendere immediatamente il rilascio delle tessere scolastiche d’identità taggate con microchip RFID, e di ritirare quelle già consegnate;
• Disattivare tutte le apparecchiature di monitoraggio RFID già installate ed in uso nei locali scolastici;
• Notificare formalmente ai genitori degli studenti che la prevista implementazione della tecnologia RFID è stata sospesa in attesa di una valutazione ufficale dell’impatto sulla sicurezza, sulla salute e sulla privacy;
• Indire un incontro pubblico per consentire alle parti interessate di condividere le loro opinioni e le loro preoccupazioni su questo progetto di localizzazione degli studenti;
• Assicurare un clima rispettoso e non discriminatorio per studenti, genitori e membri dello staff che porteranno le loro obiezioni al progetto di tracking RFID adducendo motivazioni religiose e filosofiche.
[Fonte - Tratto da I Lupi di Einstein]
Non si scherza, l’élite illuminata non lascia nulla al caso:
cominciare dalla scuola, significa impiantare negli studenti una
determinata mentalità, in modo da far sembrare normale il controllo e il
dominio sulle loro vite.
Inizialmente, il progetto di Carta Digitale dello Studente prevedeva la possibilità di iscriversi ai corsi, pagare la mensa scolastica, prendere in prestito i libri in biblioteca. Poi, in un secondo momento, si è pensato di utilizzare il microchip per tracciare e monitorare i movimenti degli studenti in tutti i campus americani. Facendo leva sul fine “educativo” di tali mezzi, il governo ha costretto i distretti scolastici ad adottare la tecnologia RFIDper garantire la sicurezza degli studenti, l’impegno nello studio e una più efficiente gestione burocratica degli istituti scolastici.
Si stima che circa 1700 studenti siano già stati coinvolti nel programma con il permesso dei genitori. Ai gruppi di studenti viene assegnato una sorta di “mentore” che controlla e sovraintende le azioni e il redimenti degli scolari e che i ragazzi, almeno una volta la settimana, devono contattare e riferire l’andamento degli studi. Lo stile è molto simile a quello di un giudice di sorveglianza per studenti che non hanno commesso ancora un crimine, ma che potenzialmente, nella mente di questi signori, potrebbero consumarlo.
A pensarci bene, quello che sta succedendo nelle scuole americane, non è altro che l’epilogo di un processo cominciato diversi anni fa. In effetti, gli strumenti per monitorare i nostri movimenti e le nostre azioni sono molteplici e operativi da tempo: GPS, Internet, Telecamere per il controllo del traffico, cellulari, telecamere di sorveglianza, riconoscimento facciale, pagamenti elettronici.
Quando furono diffusi i cosiddetti “social network“, quali Facebook, Twitter e Google+, ci fu detto che, oramai, l’epoca della privacy era tramontata, in quanto gli utenti stessi sono portati a condividere la informazioni più personali. Ebbene, dopo questa preparazione psicologica e sociale, siamo pronti per il prossimo passo: dal tramonto della privacy, al tramonto della libertà: gli utenti stessi, non più in grado di scelte autonome e – magari – sbagliate, chiederanno al sistema quale cibo acquistare, quale partner sposare, quanti figli avere e quanto sesso fare… benvenuti nel terzo millennio! [Fonte]
Come se non bastasse, dopo i vari sistemi da Grande Fratello che
fanno diventare sempre più reale il mondo orwelliano, come il DAS a New
York, l’FBI sta implementando un progetto di riconoscimento facciale che
aiuterà ad accumulare e archiviare informazioni su ogni americano al
costo di un miliardo di dollari.
Il Federal Bureau of Investigation ha raggiunto una pietra miliare nello sviluppo del suo programma Next Generation Identification (NGI) e sta ora attuando il database di intelligence in luoghi segreti in tutto il paese, secondo quanto riportato dal New Scientist.
Inizialmente, il progetto di Carta Digitale dello Studente prevedeva la possibilità di iscriversi ai corsi, pagare la mensa scolastica, prendere in prestito i libri in biblioteca. Poi, in un secondo momento, si è pensato di utilizzare il microchip per tracciare e monitorare i movimenti degli studenti in tutti i campus americani. Facendo leva sul fine “educativo” di tali mezzi, il governo ha costretto i distretti scolastici ad adottare la tecnologia RFIDper garantire la sicurezza degli studenti, l’impegno nello studio e una più efficiente gestione burocratica degli istituti scolastici.
Si stima che circa 1700 studenti siano già stati coinvolti nel programma con il permesso dei genitori. Ai gruppi di studenti viene assegnato una sorta di “mentore” che controlla e sovraintende le azioni e il redimenti degli scolari e che i ragazzi, almeno una volta la settimana, devono contattare e riferire l’andamento degli studi. Lo stile è molto simile a quello di un giudice di sorveglianza per studenti che non hanno commesso ancora un crimine, ma che potenzialmente, nella mente di questi signori, potrebbero consumarlo.
A pensarci bene, quello che sta succedendo nelle scuole americane, non è altro che l’epilogo di un processo cominciato diversi anni fa. In effetti, gli strumenti per monitorare i nostri movimenti e le nostre azioni sono molteplici e operativi da tempo: GPS, Internet, Telecamere per il controllo del traffico, cellulari, telecamere di sorveglianza, riconoscimento facciale, pagamenti elettronici.
Quando furono diffusi i cosiddetti “social network“, quali Facebook, Twitter e Google+, ci fu detto che, oramai, l’epoca della privacy era tramontata, in quanto gli utenti stessi sono portati a condividere la informazioni più personali. Ebbene, dopo questa preparazione psicologica e sociale, siamo pronti per il prossimo passo: dal tramonto della privacy, al tramonto della libertà: gli utenti stessi, non più in grado di scelte autonome e – magari – sbagliate, chiederanno al sistema quale cibo acquistare, quale partner sposare, quanti figli avere e quanto sesso fare… benvenuti nel terzo millennio! [Fonte]
L’FBI implementa un sistema di identificazione biometrica
Il Federal Bureau of Investigation ha raggiunto una pietra miliare nello sviluppo del suo programma Next Generation Identification (NGI) e sta ora attuando il database di intelligence in luoghi segreti in tutto il paese, secondo quanto riportato dal New Scientist.
L’FBI aveva esposto il progetto nel 2005 spiegando, attraverso un documento di agosto 2006 (PDF),
al Dipartimento di Giustizia che il loro nuovo sistema sarà un
aggiornamento dell’attuale sistema integrato automatizzato di
identificazione delle impronte digitali (IAFIS) che tiene traccia dei
cittadini con precedenti penali in tutta l’America. “Il programma NGI è
una raccolta di iniziative volte a migliorare o ampliare i servizi
esistenti di identificazione biometrica”, ha spiegato il suo
amministratore al Dipartimento di Giustizia, aggiungendo che il
progetto, “ospiterà maggiori informazioni per l’elaborazione e
condivisione a sostegno dell’anti-terrorismo. La missione del programma
NGI Office è quello di ridurre le attività di terroristi e criminali,
attraverso il miglioramento e l’espansione dell’identificazione
biometrica e le informazioni penali storiche attraverso la ricerca, la
valutazione e l’applicazione di tecnologie avanzate all’interno
dell’ambiente IAFIS. Come risultato delle iniziative dell’NGI, l’FBI
sarà in grado di fornire servizi per migliorare l’interoperabilità tra
le parti interessate a tutti i livelli governativi, comprese le autorità
locali, statali, federali, e partner internazionali”.
Così, lo strumento diventa più di un semplice database di
fotografie e impronte digitali, in quanto, come l’FBI ha dichiarato
qualche anno fa, questo programma potrebbe essere utilizzato per
identificare, monitorare e tenere traccia dei movimenti di alcuni
individui.
Secondo il loro rapporto del 2006, il programma di NGI utilizza
“requisiti speciali nei Servizi Latenti, Riconoscimento facciale e
Biometria Multimodale”, che “consentiranno al FnewBI di istituire un
sistema di identificazione delle impronte digitali di terroristi che è
compatibile con altri sistemi; aumenta l’accessibilità e il numero dei
documenti IAFIS di impronte digitali di terroristi”.
Nel 2008, l’FBI ha annunciato di aver incaricato la Lockheed Martin
Transportation and Security Solutions, una delle aziende preferite del
Dipartimento della Difesa, con l’autorizzazione a progettare,
sviluppare, testare e implementare il sistema di NGI.
Nel corso di una presentazione del 2010 (Pdf)
realizzata dal Centro Biometrico d’Intelligence dell’FBI, l’agenzia ha
“mostrato” perché la tecnologia di riconoscimento facciale ha bisogno di
essere implementata. In particolare, l’FBI ha detto che la tecnologia
potrebbe essere utilizzata per “l’identificazione di soggetti in dataset
pubblici”, così come per “attuarere sorveglianza automatizzata in
luoghi panoramici” e “tracciare soggetti in movimento”, quindi l’NGI è
più di un semplice database di foto segnaletiche misto con impronte
digitali – l’FBI ha ammesso che questo suo progetto supera di gran lunga
la ricerca di criminali, includendo capacità di sorveglianza
spettacolari.
Nell’insieme, è un sistema senza precedenti che va oltre la
fantascienza. Il New Scientist riporta che in uno studio del 2010 la
tecnologia utilizzata da NGI riesce ad essere precisa nello scegliere i
sospetti da un pool di 1,6 milioni di foto segnaletiche nel 92% dei
casi. Il sistema è stato testato in via sperimentale, nello stato del
Michigan, all’inizio di quest’anno, e sono previsti test pilota a
Washington, in Florida e nella Carolina del Nord.
Il riconoscimento facciale crea enormi problemi di privacy a
differenza delle impronte digitali, una volta che qualcuno ha la tua
foto, può ottenere il vostro nome, può trovare il vostro account di
social network e può monitorarti mentre sei in strada, nei negozi che
visiti, negli edifici governativi in cui entri. E’ un sistema che
minaccia il diritto alla privacy.
In questo modo vengono raccolti senza nessun permesso da parte dei
diretti interessati (i cittadini), un’enorme numero di dati mettendo i
fatti personali relativi a milioni di americani nelle mani di pochi
membri del Pentagono che possono ‘giocarci’ a loro piacimento. La
questione delle libertà civili è aperta.
[Fonte]
L’Ue assalta la sovranità alimentare e Mario Monti dichiara illegale l’agricoltura a “chilometro zero”.
di Italo Romano
“Chi controlla il petrolio controlla le nazioni, chi controlla il cibo controlla il popolo“, è questo il pensiero di Henry Kissinger, ex Segretario di Stato dell’era Nixon e Ford e membro portante del gruppo Bilderberg.
Forse la possente azione dell’Unione europea, imbastita per dare l’assalto alla sovranità alimentare dei singoli stati, ha avuto origine da questo spassionato consiglio del famoso politico statunitense.
Fin dal 1998 è in vigore una direttiva comunitaria che riserva la commercializzazione e lo scambio di sementi alle ditte sementiere (Monsanto e altre multinazionali) vietandolo agli agricoltori. Ciò che i contadini hanno fatto per millenni è diventato un reato. Per far fronte a questa imposizione sono nate varie associazioni di volontari impegnati nel recupero delle varietà antiche e tradizionali, con lo scopo di preservare e distribuire a chi le richiede, sementi fuori dal catalogo uffìciale affidato alle mani delle multinazionali.
Con sentenza del 12 luglio, la Corte di Giustizia della UE ha confermato il divieto di commercializzare le sementi delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo ufficiale europeo.
Con questa sentenza sono messe fuorilegge anche le suddette associazioni di volontari. Essi sono criminali delle sementi, sporchi tradizionalisti che mirano alla condivisione incontrollata del bene comune.
Ma non è finita qui.
Il nostro premier golpista Mario Monti ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro l’agricoltura a “chilometro zero”. In pratica il governo vuole bloccare alcuni atti normativi della Regione Calabria, rea di aver legiferato oltre la sue competenze stabilite in materia.
Secondo il governo oligarchico la legge regionale contiene delle disposizioni che, nel favorire la commercializzazione dei prodotti regionali, ostacolerebbero la libera circolazione delle merci in contrasto con i principi comunitari. In sostanza, la normativa regionale viene considerata alla stregua di un provvemento di natura quasi autarchica tale che i prodotti regionali avrebbero un vantaggio considerato contrario al principio di libera circolazione delle merci rispetto ai prodotti extraregionali.
(Qui troverete il Comunicato ufficiale del governo tecnocrate contro l’agricoltura a “Km zero”)
E’ chiaro che il ricorso mira a liberare il campo alle multinazionali da qualsiasi tipo di concorrenza.
Distruggono le aziende locali, devastano il tessuto sociale e rendono il popolo completamente dipendente da strutture extraterritoriali e multinazionali senza scrupoli. Annientano la tradizione, distruggono l’identità e le coscienze per imporre il loro progetto di governo mondiale.
Il controllo delle sementi, quindi dell’agricolura, e di conseguenza degli alimenti è il chiaro segno che si aprono il varco per l’introduzione delle colture Ogm.
Attentano alla basi della coesione sociale. L’agricoltura, ricordiamolo, è un bene comune nato 10.000 anni fa. Da quando l’uomo ha fatta propria questa arte, sono nati i primi centri urbani, le prime aggregazioni civili, è stata la base dello sviluppo della società che oggi andiamo demolendo.
Il culto dell’ugualianza e dell’omologazione sta per convertire le diversità agro-alimentari.
Quando tutto il cibo apparterrà alle multinazionali come faremo? E’ questa l’anticamera della nuova schiavitù?
fonte: http://www.oltrelacoltre.com/?p=13437
Facciamo schifo: 37mila a zero.
- Byoblu -Mentre vi scrivo, ricevo una nuova chiamata da parte della Polizia Postale di Milano che mi invita a presentarmi, portando opportuna documentazione circa qualcosa che mi verrà spiegato. Confesso che la cosa mi logora, mi estenua e non mi consente di fare il mio lavoro serenamente. Chi si sarà sentito offeso, questa volta, da ragionamenti e informazioni che in questo blog sono sempre proposti in maniera mai volgare e sempre comunque argomentata? Certo, mi si obietterà che per un giornalista di carta stampata (che raramente, tra l’altro, si arrischia a prendere posizioni nette) questa è la norma. Tuttavia lui può contare sul supporto del suo editore, su un team di avvocati che si occupano di tutto e, spesso, anche sul contributo economico a copertura delle spese, che in certi casi è anche totale. Qui invece si rischia il culo tutti i giorni, e il culo non è metaforico o virtuale, ma è proprio quello che sta nelle mutande. Rotto quello, non se ne può tirar fuori uno di scorta dal cassetto degli atrezzi. Non c’è garanzia o assicurazione per chi fa informazione indipendente. E’ come fare il trapezista senza rete. Anche la sola intimidazione rischia di farti cadere. Ma andiamo avanti, finché non sarò costretto a chiudere baracca e burattini e ad emigrare in Islanda, per la gioia di molti. Avrò fatto perlomeno quello che dovevo..
Si parlava di Mes. Oggi, nel video, commentiamo insieme l’articolo di Federico Fubini sul Corriere di questa mattina, a pagina 9. Vale proprio la pena di leggerlo, e chiedersi se noi, quelli che vogliono più informazione, più democrazia, più dibattito, più risposte, eravamo i complottisti, o se piuttosto non lo siano i togati della Corte Costituzionale tedesca, il cui presidente, in apertura di relazione sulla sentenza emessa ieri sul MES, prima di cassare le pretese di liquidità infinita e incondizionata messe nero su bianco sul trattato, si è lasciato perfino sfuggire che i ricorsi erano fondati (sempre sul Corriere di questa mattina, pagina 8). Sappiate che in Germania, contro il MES, sono stati presentati 37mila ricorsi. In Italia zero. E’ questa la vera partita che dovrebbe entusiasmare milioni di tifosi, ma che in Italia interessa solo a chi si avvale delle forze dell’ordine per annullare anche il fischio di inizio, impedendo così perfino di giocare.
Ecco le vere Condizioni di Berlino su Spese e Acquisti dello Scudo Euro
di Federico Fubini
Un tempo per queste cose c’era Wikileaks, presto ci sarà il Bundestag. Finiremo
tutti per navigare sul sito web della Camera Bassa del Parlamento
federale tedesco per scovare i segreti che i governanti d’Europa non
vorrebbero che noi sapessimo. Quelli che ancora oggi sono i
vincoli di riservatezza dei ministri europei, i protocolli sigillati,
l’epica da Trattato di Versailles degli accordi in stanze piene di fumo,
tutto spazzato via con una sentenza ieri a Karlsruhe.
Le toghe (letteralmente) rosse della Corte costituzionale tedesca hanno stabilito che il Parlamento deve sapere tutto ciò che viene deciso per salvare l’euro e i suoi Paesi più indebitati, perché lì è la sede della sovranità popolare. Nessun rischio di perdite patrimoniali affrontato dal governo tedesco per salvare gli altri Paesi dell’euro è ammissibile senza un via libera, per niente formale, da parte dei deputati. Per questa ragione, questi ultimi devono poter disporre di un quadro chiaro della situazione.
In realtà già in passato il Bundestag, nel votare il salvataggio dell’Irlanda e poi quello delle banche spagnole, aveva diffuso sul web dettagli vitali che i governi di Dublino e Madrid stavano nascondendo ai loro elettori. Ma stavolta è tutto più formale e soprattutto in contraddizione con il dettato dell’Esm, il fondo europeo per i salvataggi sulla cui costituzionalità la Corte di Karlsruhe era stata a pronunciarsi da molti ricorsi. All’articolo 34 il trattato dell’Esm fra i 17 Paesi dell’euro fissa quello che definisce il «segreto professionale» dei negoziatori europei. Ministri e ex ministri, membri presenti o passati dell’Esm che avrà un capitale sottoscritto da 700 miliardi di euro, «sono tenuti a non divulgare informazioni protette dal segreto professionale». Per esempio: quanti titoli spagnoli avranno comprato, a quali prezzi, di quanto saranno in perdita o in profitto ai prezzi correnti. Ma Karlsruhe puntualizza che questi sono soldi dei cittadini contribuenti, non una liberalità dei governi. Al punto 5/5 (130) della sua sentenza di ieri conferisce alla commissione bilancio del Bundestag il potere di eliminare a maggioranza il «segreto professionale» dei ministri, e non è difficile immaginare come finirà.
Chi non ama l’idea che per saperne di più dipenderemo da un palazzo prussiano in pietra nera, dal tetto bombardato e rifatto in cristallo, può riflettere a quanto segue: il massimo dell’esposizione tedesca sull’Esm è di 190 miliardi, quella totale sui salvataggi è di 420 (inclusi il primo pacchetto Grecia, più il primo fondo europeo Efsf) e i firmatari di ricorsi contrari alla Corte costituzionale di Karlsruhe sono stati 37 mila. E l’Italia? La soglia di esposizione all’Esm è di 125 miliardi, quella totale è di 277 e i firmatari di ricorsi alla Consulta sono stati zero. Lo furono anche nel 2008, quando nella distrazione generale la Banca centrale europea prestò 130 miliardi alla Germania per salvare la banca EuroHypo. Anche per questo, da ieri il Parlamento italiano ha meno prerogative del Bundestag.
Ma appunto se il controllo dell’informazione conferisce centralità e potere, quel passaggio della sentenza di ieri ne è la sintesi perfetta. La Corte tedesca conferma che in democrazia non si può ignorare la sovranità del popolo. Poiché la cancelliera Angela Merkel si è battuta perché in luglio i due terzi del Bundestag votassero per il fondo, la Corte su questa espressione della volontà popolare ha basato il suo via libera. Ma ha anche avvertito che qualunque sfondamento del tetto di esposizione tedesca sull’Esm oltre i 190 miliardi dovrà passare per un nuovo voto del Bundestag. [continua sul Corriere, a pagina 9]
Le toghe (letteralmente) rosse della Corte costituzionale tedesca hanno stabilito che il Parlamento deve sapere tutto ciò che viene deciso per salvare l’euro e i suoi Paesi più indebitati, perché lì è la sede della sovranità popolare. Nessun rischio di perdite patrimoniali affrontato dal governo tedesco per salvare gli altri Paesi dell’euro è ammissibile senza un via libera, per niente formale, da parte dei deputati. Per questa ragione, questi ultimi devono poter disporre di un quadro chiaro della situazione.
In realtà già in passato il Bundestag, nel votare il salvataggio dell’Irlanda e poi quello delle banche spagnole, aveva diffuso sul web dettagli vitali che i governi di Dublino e Madrid stavano nascondendo ai loro elettori. Ma stavolta è tutto più formale e soprattutto in contraddizione con il dettato dell’Esm, il fondo europeo per i salvataggi sulla cui costituzionalità la Corte di Karlsruhe era stata a pronunciarsi da molti ricorsi. All’articolo 34 il trattato dell’Esm fra i 17 Paesi dell’euro fissa quello che definisce il «segreto professionale» dei negoziatori europei. Ministri e ex ministri, membri presenti o passati dell’Esm che avrà un capitale sottoscritto da 700 miliardi di euro, «sono tenuti a non divulgare informazioni protette dal segreto professionale». Per esempio: quanti titoli spagnoli avranno comprato, a quali prezzi, di quanto saranno in perdita o in profitto ai prezzi correnti. Ma Karlsruhe puntualizza che questi sono soldi dei cittadini contribuenti, non una liberalità dei governi. Al punto 5/5 (130) della sua sentenza di ieri conferisce alla commissione bilancio del Bundestag il potere di eliminare a maggioranza il «segreto professionale» dei ministri, e non è difficile immaginare come finirà.
Chi non ama l’idea che per saperne di più dipenderemo da un palazzo prussiano in pietra nera, dal tetto bombardato e rifatto in cristallo, può riflettere a quanto segue: il massimo dell’esposizione tedesca sull’Esm è di 190 miliardi, quella totale sui salvataggi è di 420 (inclusi il primo pacchetto Grecia, più il primo fondo europeo Efsf) e i firmatari di ricorsi contrari alla Corte costituzionale di Karlsruhe sono stati 37 mila. E l’Italia? La soglia di esposizione all’Esm è di 125 miliardi, quella totale è di 277 e i firmatari di ricorsi alla Consulta sono stati zero. Lo furono anche nel 2008, quando nella distrazione generale la Banca centrale europea prestò 130 miliardi alla Germania per salvare la banca EuroHypo. Anche per questo, da ieri il Parlamento italiano ha meno prerogative del Bundestag.
Ma appunto se il controllo dell’informazione conferisce centralità e potere, quel passaggio della sentenza di ieri ne è la sintesi perfetta. La Corte tedesca conferma che in democrazia non si può ignorare la sovranità del popolo. Poiché la cancelliera Angela Merkel si è battuta perché in luglio i due terzi del Bundestag votassero per il fondo, la Corte su questa espressione della volontà popolare ha basato il suo via libera. Ma ha anche avvertito che qualunque sfondamento del tetto di esposizione tedesca sull’Esm oltre i 190 miliardi dovrà passare per un nuovo voto del Bundestag. [continua sul Corriere, a pagina 9]
insomma corrado CANAIOLO penna, dal cervello distrutto dalla droga, non perde occasione per dimostra al mondo che non capisce nulla, ma deve lo stesso sparare cazzate da cerebroleso (infatti è cerebroleso)
ReplyDeletea parte che il sito da cui prende le sue CAZZATE è una garanzie di persone BUGIARDE, IDIOTE, MENTECATTE, IGNORANTI, e chiaramente le PROVE delle loro masturbazioni mentali NON CI SONO MAI.
Byoblu la rete non è libertà di SPARARE CAZZATE A RAFFICA, ed è giusto che quando un DIFFAM venga sanzionato, anche economicamente. Purtroppo questo non è ANCORA successo a corrado CANNAIOLO penna e a rosario FALSARIO marcianò, ma è solo questione di tempo
"tessera identificativa scolastica “microchippata”"
ReplyDeletenella dtta dove lavoro si chiama "badge". Ce l'abbiamo da anni, se non ce l'hai NON ENTRI!
C'e' uguale nel 99% delle ditte con cui ho avuto modo di collaborare. Il rimanente 1% non si e' ancora attrezzata, ma ci sta lavorando. E in campo industriale, cosi' come nelle scuole, sapere chi e' dove, in caso di emergenza, e' a dir poco fondamentale.
Tutto il resto e' frutto di una mente malata. Ma che corrado sia malato non devo certo dirvelo io...
e che dire delle "tessere fedeltà" dei supermercati?
DeleteChiaramente corrado CANNAIOLO penna ha il cervello distrutto dalla droga che si fa quotidiane, infatti lui è "fatto", e non CAPISCE UN CAZZO
come direbbe a 'kazzenger' crozza "ecco un coacervo di cazzate..."
ReplyDelete[continua sul Corriere, a pagina 9]
ReplyDeleteBeh, riporto da qui http://tinyurl.com/8f9pvyx (corriere.it) il 'continua':
Di qui i paletti della Corte: se la Spagna, l'Italia o qualunque altro Paese dovessero richiedere programmi d'aiuto molto grandi, tali da spingere la Germania oltre la soglia dei 190 miliardi, la Camera bassa in Germania dovrebbe prima dare disco verde. Il governo non può impegnarsi ad aumentare la quota di capitale sottoscritta dell'Esm senza un assenso della maggioranza. Ciò può dare al Bundestag potere di veto di fatto su ogni piano di salvataggio e sulla formulazione delle condizioni da richiedere a un Paese in crisi. A maggior ragione, ciò può succedere se l'Italia o la Spagna ritirassero le loro quote dall'Esm come si prevede quando un Paese viene finanziato: a quel punto gli altri dovrebbero colmare l'ammanco.
Non è detto che andrà così. Il tetto dei 190 miliardi per la Germania per ora tiene, perché l'Esm è strutturato in maniera solida e gli eventuali aiuti non saranno troppo onerosi: il fondo Esm rileverà non più della metà dei bond a lungo termine emessi da qualunque Paese in crisi, mentre è alla Bce che spetta il grosso degli interventi in acquisto dei bond fino ai tre anni di scadenza. Ma la Corte di Karlsruhe non ha cambiato la sostanza: il Bundestag aveva già prima un potere di veto di fatto sui piani di salvataggio, con le relative condizioni, e adesso la Corte lo conferma. Gli interventi vanno decisi all'unanimità o a maggioranza dell'80% dei voti dei Paesi dell'Esm, in entrambi i casi la Germania è determinante ma il governo di Berlino non può decidere senza il Parlamento.
Mariano Rajoy conosce bene questi vincoli, dunque prende tempo. Il premier di Madrid programma di presentare la nuova finanziaria entro il 27 settembre con nuovi sacrifici, per poi probabilmente chiedere l'intervento dell'Esm e della Bce il mese prossimo. Spera di poter presentare le prossime misure di austerità come una scelta autonoma, non come l'imposizione dell'Europa o del Parlamento tedesco. Nel frattempo gli investitori devono aver percepito che Madrid si avvicina alla richiesta di aiuto, perché le ultime settimane hanno cambiato un po' l'ordine gerarchico dei tassi d'interesse: a metà giugno la Spagna era in ritardo di oltre cento punti base rispetto all'Italia sui titoli a dieci anni, ieri sera invece aveva quasi dimezzato a 56. E dopo il via libera di Karlsruhe all'Esm, gli spread di Madrid e di Dublino sono scesi, rispettivamente, il doppio e il quadruplo di quelli di Roma. Il mercato si prepara alle elezioni politiche del dopo governo tecnico e al giorno in cui la Spagna e l'Irlanda beneficeranno degli interventi della Bce e dell'Esm.
Probabile che in Italia, dopo il sì di Karlsruhe, si voglia fare di Rajoy una sorta di assaggiatore ufficiale del memorandum d'impegni e degli aiuti da concordare con il Bundestag. Tutti scruteranno il suo stato di salute (politica) dopo il grande passo. Ma i tempi dell'impero romano sono lontani.
Messora è un complottista di 'sta fava. Aggiungo che non conosco le norme tedesche in materia di ricorsi alla Corte Costituzionale, ma quelle italiane sì (a differenza di Fubini e Messora): da noi tali ricorsi son fatti da Magistrati durante i processi, nella stragrande maggioranza dei casi (storia diversa sono i cd. "conflitti di attribuzione", vedi il recente 'caso Napolitano-Mancino') quindi non si capisce il confronto '37mila a zero'.
ilpeyote diciamo tutto o stiamo zitti
Messora-ByoBlu garanzia di cazzate.
ReplyDelete