http://zret.blogspot.it/2013/09/la-legge-dellattrazione-quarta-parte.html
La legge dell'attrazione (quarta parte)
Leggi qui la terza parte.
La cosiddetta “legge dell’attrazione” implica il libero arbitrio. Tuttavia, oltre agli argomenti già addotti che, se non confutano la congettura della libertà umana, la mettono per lo meno in dubbio, si possono aggiungere altre dimostrazioni.
L’universo olografico
In primo luogo, riallacciandoci all’ipotesi dell’universo olografico, noteremmo quanto segue. La teoria del cosmo olografico si incentra sul principio, secondo cui la parte riproduce il tutto: anche l’encefalo è inscritto in questo modello. Sulla base di diversi studi, alcuni scienziati hanno stabilito che il cervello è uno “strumento” in cui una sezione contiene tutte le potenzialità cognitive e percettive dell’intero organo. Ora, dato per plausibile tale concetto, è evidente che la frazione è come uno specchio dove si riflette, in piccolo, un’immagine più grande.
Se trasponiamo questa idea all’ambito delle azioni – ed è trasposizione legittima, visto che il fisico britannico David Bohm definì il suo sistema olografico come “olomovimento” - dobbiamo evincere che un’azione si riverbera su tutte le altre, alle quali si aggancia. Nel momento in cui l’universo riceve il primo impulso, tale impulso si trasmette a tutti gli altri lungo una linea all’apparenza temporale, in realtà sincronica. E’ un po’ come quando, gettato un sasso in un lago, si creano tanti cerchi concentrici: via via i vari circoli, anche se con circonferenze più ampie, riproducono il primo, da cui sono generati.
Potremmo pensare all’avvio del moto come ad una lunghissima corda la cui vibrazione, che si propaga da un punto centrale X si estende alle sue estremità A e B. A e B sono convinti di aver dato inizio al movimento, mentre si limitano a ricevere la “coda” del moto da X.
Per questo motivo alcuni mesi addietro si asseriva che alla concezione dell’universo olografico soggiace una forma di radicale determinismo, sebbene non sia quello causale del Positivismo ottocentesco, ma un meccanicismo sincronico e speculare, dove ogni fenomeno originario si collega a tutti i fenomeni secondari. Questi si manifestano contemporaneamente all’input primo, conservandone tutte le caratteristiche, benché in scala ridotta.
Così la teoria delll’universo olografico tende ad accostarsi ai modelli fisici che si fondano sulla non-località: una particella interagisce con un’altra anche molto distante, poiché le due particelle sono la stessa percepita in modo illusorio come divisa. Forse è per il principio della non-località (lo spazio-tempo è un’unità indivisa che cogliamo come molteplice e separata nonché dipanata lungo l’asse temporale) che non pochi fisici quantistici negano il libero arbitrio.
I viaggi nel tempo
Se ci soffermiamo sull’àmbito della storia umana, riconoscendo che gli eventi progettati e previsti, si sono adempiuti, rintracciamo un altro argomento, benché debole e controverso, contro il libero arbitrio.
Si pensi a tutti quei testi (ad esempio, il carteggio Pike-Mazzini) in cui sono programmati eventi che sono poi puntualmente accaduti. Si pensi alle profezie che si sono avverate. Se quanto fu orchestrato e predetto, è finora successo, è discutibile sostenere che esiste la libertà di scelta.
Ciò non esclude che in altri ipotetici universi paralleli non siano state prese decisioni che hanno impresso un’altra direzione alla storia. Così se qui scoppia una guerra, là regna la pace. Se qui A muore, là A vive.
L’idea degli universi paralleli ammette in linea teorica i viaggi nel tempo, ma senza la possibilità di cambiare il passato, stante il noto paradosso del nonno, per cui se io, inoltratomi nel tempo trascorso, uccido il mio avo, non nasco più. Quindi non posso più intraprendere il tour temporale. L’impossibilità di mutare gli accadimenti passati tende ad avvalorare una visione deterministica, per cui gli avvenimenti si susseguono e si concatenano secondo una loro ratio su cui in nessun modo si può influire, pena la creazione di un caos spaventoso, se non addirittura il collasso dell’universo.
Alcuni filosofi e scienziati ritengono che gli eventi non siano del tutto predeterminati, poiché è sempre possibile, anche all’ultimo momento, cambiare idea, trasmettendo alla freccia temporale un’altra traiettoria. Questo forse è vero, purché si pensi che, non appena si compie un’opzione tale da spezzare la consequenzialità, questa scelta realizza un effetto differente in un’altra dimensione – di cui comunque sappiamo poco o nulla – non nel nostro universo. Vale a dire, A qui comunque divorzia, anche se A lì è ancora sposato.
Si delinea dunque, ogni volta in cui si prende una deliberazione, un bivio (teoria del bivio, Straker): una biforcazione conduce in un senso, l’altra biforcazione in un altro. Le risoluzioni, infatti, possono essere solo due: o vado alla spiaggia o non ci vado. Sennonché una delle due diramazioni produce delle conseguenze in una sfera tangente, non nella nostra. La teoria del bivio presuppone anche che si possa deviare dal corso prefissato, quantunque poi, a causa di un influsso recondito, si sia ricondotti nell’alveo principale dei fatti.(Vedi Il delta). Se A non muore ora, muore poco dopo.
La cosiddetta “legge dell’attrazione” implica il libero arbitrio. Tuttavia, oltre agli argomenti già addotti che, se non confutano la congettura della libertà umana, la mettono per lo meno in dubbio, si possono aggiungere altre dimostrazioni.
L’universo olografico
In primo luogo, riallacciandoci all’ipotesi dell’universo olografico, noteremmo quanto segue. La teoria del cosmo olografico si incentra sul principio, secondo cui la parte riproduce il tutto: anche l’encefalo è inscritto in questo modello. Sulla base di diversi studi, alcuni scienziati hanno stabilito che il cervello è uno “strumento” in cui una sezione contiene tutte le potenzialità cognitive e percettive dell’intero organo. Ora, dato per plausibile tale concetto, è evidente che la frazione è come uno specchio dove si riflette, in piccolo, un’immagine più grande.
Se trasponiamo questa idea all’ambito delle azioni – ed è trasposizione legittima, visto che il fisico britannico David Bohm definì il suo sistema olografico come “olomovimento” - dobbiamo evincere che un’azione si riverbera su tutte le altre, alle quali si aggancia. Nel momento in cui l’universo riceve il primo impulso, tale impulso si trasmette a tutti gli altri lungo una linea all’apparenza temporale, in realtà sincronica. E’ un po’ come quando, gettato un sasso in un lago, si creano tanti cerchi concentrici: via via i vari circoli, anche se con circonferenze più ampie, riproducono il primo, da cui sono generati.
Potremmo pensare all’avvio del moto come ad una lunghissima corda la cui vibrazione, che si propaga da un punto centrale X si estende alle sue estremità A e B. A e B sono convinti di aver dato inizio al movimento, mentre si limitano a ricevere la “coda” del moto da X.
Per questo motivo alcuni mesi addietro si asseriva che alla concezione dell’universo olografico soggiace una forma di radicale determinismo, sebbene non sia quello causale del Positivismo ottocentesco, ma un meccanicismo sincronico e speculare, dove ogni fenomeno originario si collega a tutti i fenomeni secondari. Questi si manifestano contemporaneamente all’input primo, conservandone tutte le caratteristiche, benché in scala ridotta.
Così la teoria delll’universo olografico tende ad accostarsi ai modelli fisici che si fondano sulla non-località: una particella interagisce con un’altra anche molto distante, poiché le due particelle sono la stessa percepita in modo illusorio come divisa. Forse è per il principio della non-località (lo spazio-tempo è un’unità indivisa che cogliamo come molteplice e separata nonché dipanata lungo l’asse temporale) che non pochi fisici quantistici negano il libero arbitrio.
I viaggi nel tempo
Se ci soffermiamo sull’àmbito della storia umana, riconoscendo che gli eventi progettati e previsti, si sono adempiuti, rintracciamo un altro argomento, benché debole e controverso, contro il libero arbitrio.
Si pensi a tutti quei testi (ad esempio, il carteggio Pike-Mazzini) in cui sono programmati eventi che sono poi puntualmente accaduti. Si pensi alle profezie che si sono avverate. Se quanto fu orchestrato e predetto, è finora successo, è discutibile sostenere che esiste la libertà di scelta.
Ciò non esclude che in altri ipotetici universi paralleli non siano state prese decisioni che hanno impresso un’altra direzione alla storia. Così se qui scoppia una guerra, là regna la pace. Se qui A muore, là A vive.
L’idea degli universi paralleli ammette in linea teorica i viaggi nel tempo, ma senza la possibilità di cambiare il passato, stante il noto paradosso del nonno, per cui se io, inoltratomi nel tempo trascorso, uccido il mio avo, non nasco più. Quindi non posso più intraprendere il tour temporale. L’impossibilità di mutare gli accadimenti passati tende ad avvalorare una visione deterministica, per cui gli avvenimenti si susseguono e si concatenano secondo una loro ratio su cui in nessun modo si può influire, pena la creazione di un caos spaventoso, se non addirittura il collasso dell’universo.
Alcuni filosofi e scienziati ritengono che gli eventi non siano del tutto predeterminati, poiché è sempre possibile, anche all’ultimo momento, cambiare idea, trasmettendo alla freccia temporale un’altra traiettoria. Questo forse è vero, purché si pensi che, non appena si compie un’opzione tale da spezzare la consequenzialità, questa scelta realizza un effetto differente in un’altra dimensione – di cui comunque sappiamo poco o nulla – non nel nostro universo. Vale a dire, A qui comunque divorzia, anche se A lì è ancora sposato.
Si delinea dunque, ogni volta in cui si prende una deliberazione, un bivio (teoria del bivio, Straker): una biforcazione conduce in un senso, l’altra biforcazione in un altro. Le risoluzioni, infatti, possono essere solo due: o vado alla spiaggia o non ci vado. Sennonché una delle due diramazioni produce delle conseguenze in una sfera tangente, non nella nostra. La teoria del bivio presuppone anche che si possa deviare dal corso prefissato, quantunque poi, a causa di un influsso recondito, si sia ricondotti nell’alveo principale dei fatti.(Vedi Il delta). Se A non muore ora, muore poco dopo.
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Si pensi a tutti quei testi (ad esempio, il carteggio Pike-Mazzini) in cui sono programmati eventi che sono poi puntualmente accaduti.
ReplyDeleteSi pensi alle puttanate che spari quotidianamente basandoti su roba che non esiste.
(teoria del bivio, Straker)
COSA?????
"(teoria del bivio, Straker)"
Deleteperché no? non si può mica escludere che in teoria Straker possa avere delle idee...
^_^
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH, la parte più esilarante di queste puttanate è proprio questa: "Si delinea dunque, ogni volta in cui si prende una deliberazione, un bivio (teoria del bivio, Straker): una biforcazione conduce in un senso, l’altra biforcazione in un altro."
ReplyDeleteRoba che mia figlia aveva capito già a 7/8 anni, solo che né lei né io ci eravamo resi conto di stare applicando la "teoria del bivio (Straker)".
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
Strakkino, con te la teoria del bivio conduce SEMPRE alla stessa conclusione: sei un coglione.
Ubi maior, Strakkino cessat.
Lunghissima megasupercazzola su Haarp:
ReplyDeletehttp://connessionecosciente.wordpress.com/2013/02/20/haarp-intervista-al-recentemente-scomparso-jerry-e-smith/
I mie complimenti a chi riesce a leggerla sino in fondo.
Lo SMOM sezione 'interviste ai cazzari' se ne è già occupato :)
Deletehttp://strakerenemy.blogspot.it/2013/02/haarp-intervista-al-recentemente.html
"Si pensi alle puttanate che spari quotidianamente basandoti su roba che non esiste."
ReplyDeleteè solo un frustrato malato di protagonismo che nel suo tempo extramoenia (l'impegno di un docente non si esaurisce in aula, o almeno così sostengono loro ogni volta che si tira in ballo l'orario di lavoro) invece di preparare lezioni o correggere compiti svolazza vaneggiando sul web
(teoria del bivio, Straker)
ReplyDeleteUn bivio, straker che aspetta, fuoco in un bidone, una borsetta che rotea, di notte..
Notavo che il livello di fascistoni picchiatori, o almeno fascistoni che vorrebbero essere picchiatori, presenti tra i commentatori e i contatti di rosario e' ad un livello che preoccuperebbe qualsiasi persona normale.
ReplyDeleteSTRAORDINARIO!!!!!
ReplyDeleteNon perdetevi l'incontro di queste due menti geniali:
http://valdovaccaro.blogspot.it/2013/09/cielo-blu-rovinato-dal-bario.html
La mania di dover mettere i titoli ad ogni paragrafo e' incredibilmente irritante.. quasi quanto le cazzate che scrivono.
Delete"veleni che fanno ammalare le persone, aggrediscono le piante e provocano terremoti."
Delete?!? meraviglie della chimica/fisica!
e chi scrive sarebbe un giornalista (ma sugli elenchi dell'Ordine non risulta)...
E' una teoria che ho già sentito e che conoscevo, ma non l'ha inventata Straker.
ReplyDeleteDOMANDA PER I NORMALIZZATORI-NEGAZIONISTI-DISINFORMATORI ISTITUZIONALIZZATI: SECONDO VOI, DI GRAZIA, QUANTO PUO' VOLARE ALTO UN AEREO CHE QUASI SI SCONTRA CON UNA TORTORA? 11.000 METRI? 13.000?
ReplyDelete*facepalm*
La teoria del bivio è ormai superata dalla "teoria della rotatoria" aggiornatevi!
ReplyDeleteScusate, secondo me una delle più grandi CAZZATE di Strakkino degli ultimi tempi è qui:
ReplyDeletehttps://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202126900162187&set=a.1362866399893.52729.1478581712&type=1&relevant_count=1
Da non credere che possa essere così idiota lui che pubblica simili cazzate ed i suoi boccaloni che gli vanno dietro leccandogli il culo.
Ma forse devo confessare che è tutta colpa mia, da come l'ho peculato qui:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202114990584455&set=a.1362866399893.52729.1478581712&type=1&relevant_count=1
Strakkino, sei un coglione.
Ubi maior, Strakkino cessat.
Devi capire che non sono normali, a molti servirebbe ben più che uno psicologo, questi sono proprio ignoranti come pietre.
Deletesarà un caso che antonio SCIACALLO DI MERDA mercianò e i NAZISTI RAZZISTI si attraggono?
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