http://zret.blogspot.com/2011/04/il-guado.html
Il guado
La vera sconfitta non è la morte, che è apparente, ma l'annichilimento della coscienza. Pensiamo a chi l'ha perduta e capiremo quale benedizione sia averla e preservarla, pur nell'assordante tumulto dell'esistenza, nel deserto accecante della malvagità.
Chi potrebbe dubitare che siamo ormai prossimi ad un guado decisivo, mortale? Eppure, in questi tempi di ferro, non bisogna abdicare al valore della testimonianza, pur consci che probabilmente non potremo cambiare il corso degli eventi.
Restino l'attaccamento alla vita ed ai suoi semplici ma importanti gesti. Non manchi il convincimento (forse è un'illusione, ma le illusioni possono incarnarsi in realtà, se ci crediamo veramente) che il rinnovamento accade attraverso la consumazione.
Non manchino in questi ultimi giorni avvolti in un perenne crepuscolo, i colori di un geranio sul davanzale, il ricordo affettuoso per chi ci ha lasciato, la melodia che smussa gli spigoli della disperazione. Non manchi una tavola imbandita in modo parco ma con gratitudine, il ritratto sullo scrittoio di un parente o di un amico allontanatisi, qualche briciola per un passero, un cordiale per l'ospite, il sorriso e l'aiuto concreto per chi è in difficoltà...
Non manchi una finestra da cui guardare un ordito di rami frondosi e, nottetempo, l'occhio ceruleo di un astro. Gustiamo gli istanti di gioia, sapendo che di momenti dolci la sorte è tanto avara.
Non manchi la consapevolezza che non tutti gli errori sono deviazioni dalla strada. Non manchi la consapevolezza che è ancora possibile rimediarvi. Ci nutra l'idea che, dopo la resa dei conti, tutto si appianerà, come il mare che, sconvolto da nere burrasche, infine si placa nella bonaccia.
Chi potrebbe dubitare che siamo ormai prossimi ad un guado decisivo, mortale? Eppure, in questi tempi di ferro, non bisogna abdicare al valore della testimonianza, pur consci che probabilmente non potremo cambiare il corso degli eventi.
Restino l'attaccamento alla vita ed ai suoi semplici ma importanti gesti. Non manchi il convincimento (forse è un'illusione, ma le illusioni possono incarnarsi in realtà, se ci crediamo veramente) che il rinnovamento accade attraverso la consumazione.
Non manchino in questi ultimi giorni avvolti in un perenne crepuscolo, i colori di un geranio sul davanzale, il ricordo affettuoso per chi ci ha lasciato, la melodia che smussa gli spigoli della disperazione. Non manchi una tavola imbandita in modo parco ma con gratitudine, il ritratto sullo scrittoio di un parente o di un amico allontanatisi, qualche briciola per un passero, un cordiale per l'ospite, il sorriso e l'aiuto concreto per chi è in difficoltà...
Non manchi una finestra da cui guardare un ordito di rami frondosi e, nottetempo, l'occhio ceruleo di un astro. Gustiamo gli istanti di gioia, sapendo che di momenti dolci la sorte è tanto avara.
Non manchi la consapevolezza che non tutti gli errori sono deviazioni dalla strada. Non manchi la consapevolezza che è ancora possibile rimediarvi. Ci nutra l'idea che, dopo la resa dei conti, tutto si appianerà, come il mare che, sconvolto da nere burrasche, infine si placa nella bonaccia.
1 commenti:
- Straker ha detto...
-
E sia.
- venerdì, aprile 29, 2011 12:18:00 AM
Era guano, professo', non guado, GUANO!
ReplyDeleteSaluti
Michele
Sempre allegro zretino, eh! Roba da tagliarsi le vene ...
ReplyDeleteAccidenti, ma o'coglio' sta cercando di farsi passare per uno jettatore a quanto pare ...
ReplyDeleteNon manchi una finestra da cui guardare un ordito di rami frondosi
ReplyDeleteQuella a casa tua non manca di certo. Quello che manca è il coraggio di aprirla e buttarsi di sotto...
:)