http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10230:scie-chimiche-gli-usa-le-nazioni-unite-ed-il-dominio-del-cielo&catid=38:scienza-e-tecnologia&Itemid=124
Se non avete voglia di rileggere le solit etroiate per l'ennesima volta basta che andiate in fondo a leggere le fonti.
Cultura - Scienza e Tecnologia |
(ASI)
In una intervista a Radio Base il Tenente Generale Fabio Mini ha
spiegato chiaramente che l’interesse delle ricerche militari per il
controllo del clima non è mai venuto meno e che, di conseguenza, le
ricerche sono continuate in segreto negli anni nonostante le leggi
internazionali sul tema “La guerra ambientale, in qualunque forma, è
proibita dalle leggi internazionali.
Le Nazioni Unite fin dal 1977 hanno
approvato la convenzione contro le modifiche ambientali, il che rende
ingiustificabile qualsiasi guerra proprio per i suoi effetti
sull’ambiente, ma come succede a molte convenzioni, quella del 1977 è
stata ignorata ed i militari hanno anzi accelerato la ricerca e
l’applicazione delle tecniche di modificazione del tempo e del clima,
facendole passare alla clandestinità. Se, prima di quella data, l’uso
delle devastazioni ambientali era chiaro e se le modifiche ambientali
anche gravissime erano codificate e persino elevate al rango di sviluppo
strategico o di progresso tecnologico, oggi non si sa più dove si
diriga la ricerca e come si orientino le nuove Armi” (intervista al
Tenente Generale Fabio Mini, Radio Base, all’interno del programma
‘Linea Diretta’ del 21 febbraio 2008). Le operazioni di aerosol
clandestino rientrano in questo disegno.
Il Tenente Generale Fabio Mini cita
anche un documento del 1996 della US Air Force intitolato “Weather as a
multiplier force - Owning the weather in 2025” (il clima come
moltiplicatore di forza - Controllare il clima entro il 2025), nel quale
si fa esplicito cenno alle modificazioni atmosferiche che l’esercito
americano intende realizzare in questi anni per controllare le
condizioni meteorologiche ed utilizzarle a fini bellici. In tale
documento si cita la creazione di una superficie ionosferica artificiale
(a quota molto più bassa di quella naturale), il controllo di
precipitazioni, tempeste, foschia e nuvole, e la creazione di condizioni
climatiche artificiali. Ed infine si elencano i mezzi tramite i quali
ottenere queste ‘conquiste’, fra i quali ritroviamo:
-
Veicoli aerospaziali “per la distribuzione” (aerei cisterna?)
-
Superfici ionosferiche riflettenti artificiali (forse formate da particolato diffuso per mezzo di scie chimiche nel cielo?)
-
Composti chimiche da diffondere nell’atmosfera
-
Polvere di carbone
-
Utilizzo di energia diretta (da interpretare forse come “emissioni di onde elettromagnetiche ad alta potenza” per la modifica climatica)
-
Nuvole intelligenti a base nano-tecnologia, ovvero nuvole costituite da fibre microscopiche di ‘polvere intelligente’ rilasciate in quantità enormi sopra le nostre teste e che poi pian piano scendono giù fino ad essere respirate
-
Sensori, forse nano-tecnologie utilizzate come sensori o altri tipi di rilevatori.
Sembra quindi che i mezzi attraverso cui
raggiungere il controllo del clima siano principalmente di tre
tipologie: sostanze chimiche disperse nel cielo (scie chimiche), onde
elettromagnetiche e nano tecnologie.
Sulla pericolosità delle sostanze
contenute nelle scie chimiche già è stato detto molto. Per quanto
riguarda invece le onde elettromagnetiche citiamo il lavoro di del
Professore Levis che indica le principali sintomatologie connesse
all’irradiazione di onde elettromagnetiche; si possono così riassumere:
-
Sintomi cutanei (prurito, eritemi, allergie)
-
Del sistema nervoso (disturbi del sonno, ansia, cefalee, emicranie, sindromi depressive, ecc.)
-
Del sistema muscolare (crampi, dolori muscolari, astenia)
-
Del sistema cardiovascolare (aritmie, disturbi della pressione arteriosa, ictus)
-
Del sistema ormonale e di quello immunitario (riduzione della sintesi della melatonina, alterazioni delle popolazioni linfocitarie)
-
Del sistema riproduttivo (aborti spontanei)
-
Del sistema acustico (tinniti), visivo, olfattivo, digestivo.
Inoltre l’esposizione alle radiazioni
non ionizzanti è reputata da molti scienziati all’origine di neoplasie,
soprattutto leucemie.
Si potrebbe pensare che scie chimiche ed
onde elettromagnetiche non siano fenomeni correlati tra loro, ma non è
così. Lo spiega bene il giornalista indipendente Carolin Williams Palit
in un articolo. “Le scie chimiche sono diffuse per creare un mezzo
attraverso cui trasmettere onde elettromagnetiche, per mezzo di
oscillatori di campi elettromagnetici (chiamati ‘gyrotrons’) e del
riscaldamento della ionosfera. Il particolato consente alle armi ad
energia diretta di funzionare meglio (il bario ad esempio cosparso
nell’atmosfera reagisce chimicamente con i raggi ultravioletti). Ciò è
connesso con la natura stessa del plasma e della propagazione dei raggi.
Il bario rende il plasma, contenente alluminio, più denso; ciò vuol
dire che in tal modo si ottiene un plasma più denso di quanto non
avverrebbe solo riscaldando la ionosfera. In altre parole stanno
tentando di realizzare armi di raggi al plasma, dove le scie chimiche
sarebbero il mezzo, mentre i radar del sistema GWEN, le stazioni HAARP
(High Frequency Active Auroral Research Program) e le stazioni laser
nello spazio sono lo strumento vero e proprio.
Questi sistema d’arma si troverebbero in
Russia, Canada, Stati Uniti ed in tutta Europa, e possono essere mobili
o fisse, sulla Terra, ma anche essere collocate nell’atmosfera o nello
spazio. Si tratta di un sistema di difesa e di offesa contro attacchi
elettromagnetici e missilistici, che impiega ‘scudi’ di particelle
ionizzate. Quando questi scudi sono attivati, ‘escludono’ ed alterano il
campo magnetico terrestre, e possono essere disposti in strati uno
sopra l’altro per proteggere dai missili. Le scie chimiche contengono
anche carbonio, che può essere usato per assorbire le microonde, ed
altri elementi (“chaff”) che rendono gli aerei invisibili ai radar”.
Se notate, negli ultimi anni stanno
spuntando numerose le antenne per la telefonia mobile e le reti
wireless. In effetti tutte queste antenne sembrano davvero
troppe…spuntano in ogni angolo, sui tetti delle abitazioni, nei parchi,
nelle tenute private, sui crinali delle colline, sulle cime di montagne,
al centro degli incroci stradali. Sembrerebbero che alcune di queste
antenne siano utilizzate in realtà per rinforzare il campo
elettromagnetico per scopi militari. In altre parole è come se
l’atmosfera stesse diventando un grande forno a microonde. Gli
scienziati sanno bene che le microonde sono in grado di influire sui
fenomeni meteo, sugli equilibri naturali ed anche sul comportamento
umano, e sono quindi di fatto anche un’arma militare. La CIA stessa
finanzia ricerche universitarie per mettere a punto degli apparecchi a
microonde capaci di lanciare dei raggi che sembra possano causare
un’ipnosi a distanza.
I russi che, insieme con gli
statunitensi, sin dagli anni ’50 del XX secolo, sperimentarono sistemi
d’arma a microonde, lo sanno bene. Tra l’altro nei ‘forni’ di questo
tipo si impiegano usualmente sostanze quali il quarzo ed il bario,
elementi che sono stati rintracciati anche nelle scie chimiche, forse
non è una coincidenza.
Le sperimentazioni di queste armi sono
coperte ovviamente dal segreto militare, per cui è difficile avere
informazioni di prima mano. Uno dei rari scienziati del governo
americano a parlare apertamente dei ‘progressi’ di questa scienza e
delle sue applicazioni tecnologiche è Lowell Ponte, un ricercatore del
Pentagono. Egli conferma l’esistenza di segnali elettromagnetici in
grado di influenzare il campo magnetico terrestre. Anche i servizi
segreti canadesi accennano ad un progetto simile in un dispaccio che
risale all’agosto del 1975, parlando di “introduzione di onde
elettromagnetiche della Natura”. E’ comunque poco, e non si dà alcuna
indicazione sulle possibilità di combinare delle onde stazionarie
giganti con raggi a microonde capaci di influenzare il cervello umano, e
non si dice nulla sulle microonde impiegate come armi. Tutti questi
progetti fanno parte probabilmente della rete, molto sviluppata e sempre
segreta, della ricerca sulle armi invisibili.
Nonostante tuta questa segretezza ,
alcune prove sono quotidianamente dinnanzi ai nostri occhi; basta alzare
lo sguardo al cielo ed osservare le forme che assumono le nuvole a
causa di queste irradiazioni elettromagnetiche. Il meteorologo Scott
Stevens ha osservato che le “le nuvole assumono forme grottesche,
innaturali, a causa dell’emissioni di onde elettromagnetiche. Abbiamo
anche notato che le nubi tendono ad acquisire strane configurazioni a
pettine al di sopra delle antenne”. Probabilmente non è un caso.
Il programma per il controllo del clima
parte probabilmente dagli Stati Uniti, ma di sicuro coinvolge
direttamente anche governi europei. E l’Italia che ruolo sta giocando in
questo scenario?
Proprio recentemente è apparsa sui
giornali la notizia che il segretario regionali dell’Adiconsum, Giorgio
Vargiu, ha scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica, al
Presidente del Consiglio e a tutti i Ministri chiedendo che venga fatta
un’indagine sul fenomeno delle cosiddette “scie chimiche”. A questo
proposito il segretario regionale dell’Adiconsum cit anche l’Accordo di
collaborazione Italia-Usa del 2003, denominato “Cooperazione Italia-Usa
su Scienza e Tecnologia dei cambiamenti climatici”, nel quale si fa
riferimento a “siti sperimentali italiani dove vengono modificate
artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione”
e di “meccanismi di risposta delle piante”. Nella sua lettera Vargiu si
rifà anche a studi condotti in tutto il mondo.
Ma torniamo per un momento all’accordo
di collaborazione Italia-Usa, in cui si legge: “Gli Stati Uniti e
l’Italia hanno organizzato un Convegno Bilaterale sulla ‘Ricerca
congiunta sui cambiamenti climatici’ a Roma, il 22-23 gennaio 2002, in
seguito all’impegno del Presidente George W. Bush e del primo Ministro
Silvio Berlusconi di intraprendere ricerche sui cambiamenti climatici in
collaborazione”.
Questo impegno faceva perno sulla
‘necessità’ di basarsi su solidi risultati scientifici e sulla potenza
della tecnologia per ridurre le incertezze associate con i futuri
cambiamenti climatici e ambientali. I due Paesi identificarono più di 20
progetti di ricerca nel campo dei cambiamenti climatici pronti ad un
avvio a breve e medio termine nelle aree delle simulazioni globali e
regionali. “I progetti di ricerca immediatamente pronti
all’implementazione miglioreranno la nostra capacità di capire,
sorvegliare e prevedere le variazioni climatiche e i loro impatti.
Inoltre, le attività di ricerca tecnologiche attivabili a breve
contribuiranno allo sviluppo di tecnologie avanzate a basso contenuto di
carbonio per limitare le emissioni dei gas serra. Gli studi condotti
recentemente hanno mostrato che esiste una buona possibilità di
cambiamenti climatici nei prossimi 50 anni. Viste e ricadute sulle
attività umane che un clima diverso dall’attuale potrà avere, inizia ad
essere imperativo iniziare a considerare la variabile “clima” come una
delle più importanti nella catena delle decisioni. Una maggiore
conoscenza delle caratteristiche del clima locale, dei suoi cambiamenti
nel recente passato (40-50 anni) e la definizione di scenari climatici
futuri a scala locali è altrettanto fondamentale.
Il nostro Paese è sicuramente un’area a
rischio per le problematiche connesse ai cambiamenti climatici. Al di là
della comprensione “accademica” se il nostro Paese sia “predestinato”
ad avere un clima “medio” diverso in futuro (ad esempio temperature più
alte o precipitazioni minori, meno fenomeni nevosi, innalzamento dei
mari Tirreno e Adriatico), è necessario prestare molta attenzione anche
alle eventuali modifiche nella frequenza di accadimento di eventi
meteo-climatici anomali: periodi di caldo anomalo, precipitazioni molto
intense, eventi temporaleschi grandinigeni ecc.
Una maggior frequenza di precipitazioni
più intense avrebbe sicuramente un impatto devastante nel nostro Paese,
viste le condizioni di dissesto idrogeologico in cui gran parte di esso
si trova, come purtroppo è stato reso palese dai recenti episodi
alluvionali che hanno colpito sia il Nord che il Sud dell’Italia. Solo
questo semplice esempio dovrebbe far riflettere sull’urgenza di
conoscere adesso quali potrebbero essere gli scenari climatici futuri in
modo da avere tempo sufficiente per pensare a possibili rimedi.
Sull’importanza del clima, sulla vita umana siamo tutti d’accordo, ma
attenzione a non confondere i rimedi con le cause. Tra le aree di studio
previste nell’ambito del progetto si leggono titoli inquietanti, quali:
-
Regionalizzazione delle simulazioni climatiche
-
Studi dell’aerosol, della composizione chimica dell’atmosfera, dei processi di scambio e degli impatti dei cambiamenti climatici nei climi mediterranei dell’emisfero Nord (USA ed Italia)
-
Osservazioni in situ dell’aerosol
-
Esperimenti di manipolazioni degli ecosistemi terrestri
-
Sviluppo di scenari sanitari futuri
-
Gestione del progetto e supporto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.
Inoltre facciamo notare che il medesimo documento cita tra i partecipanti al tavolo del lavori:
-
P1: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
-
P2: Earth Institute, Columbia University (CU)
-
P3: Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM)
-
P4: The Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (ICPT)
-
P5: Servizio Meteorologico Regionale, Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia Romagna
-
P6: Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima
-
P7: Istituto di Matematica, Fisica e Applicazioni, Università degli Studi Parthenope
-
P8: Dipartimento di Scienze dell’Ambiente Forestale e delle sue Risorse
-
P9: Centro Europeo Ambientale e Salute, Organizzazione Mondiale della Sanità
-
P10: Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di BioMeteorologia
-
P11: Istituto di Biologia
-
P12: Solvay-Solexis
-
P13: Centro Ricerche FIAT
-
P14: Nuvera Fuell Cells
-
P15: Ansaldo Fuell Cells
Ricerca accademica, Servizio
Meteorologico, CNR, Organizzazione Mondiale della Sanità, Industria
Petrolifera, chimica, automobilistica, rappresentanze politiche, ma non
mancava proprio nessuno.
Davide Caluppi Agenzia Stampa Italia
Fonti: Articoli di Antonio e Rosario Marcianò curatori del sito www.tankerenemy.com
Articoli del biologo Dott. Giorgio Pattera
Intervista al Tenente Generale Fabio Mini, Radio Base, all’interno del programma Linea Diretta del 21 febbraio 2008
Documento “Weather as a multiplier force Owning the weather in 2025” della Marina Militare US (1996)
Articolo “Scie chimiche: Il
segretario regionale dell’Adiconsum Giorgio Vargiu scrive a Napolitano”
dal quotidiano “La Nuova Sardegna” del 13-06-2010
Accordo di collaborazione
Italia-USA del 2003, denominato “Cooperazione Italia-Usa su Scienza e
Tecnologia dei cambiamenti climatici” tratto dal sito http://www.scribd.com/doc/9381320/PianodettaglioAccordoItaliaUSAsulClima
Articoli della giornalista indipendente Carolin Williams Palit
Soprattutto, roba nuova.
ReplyDeleteCHEPPALLE!!!!!!
Agenzia Stampa Italia è iraniana... siccome gli iraniani denunciano le scie chimiche il governo iraniano è fuori dal complotto... quindi su Teheran non ci devono essere scie!
ReplyDeleteBasta trovare una foto di scie di condensazione scattata in Iran ed ecco sbufalata tutta la teoria! Semplice, no?
This comment has been removed by the author.
ReplyDeletecosa non farebbero per un p'ò di visibilità ??!!
ReplyDeletePeccato che sono le solite impietose balle, basta vedere le fonti ROTFL
il lavoro di del Professore Levis
ReplyDeleteSì, e lo studio dal al Ingegnere Wrangler, le conclusioni nel sul Dottore Diesel...
ilpeyote il lavoro per cul falso architetto falsario cazzarò