http://zret.blogspot.com/2009/11/il-plico-misterioso.html
Il plico misterioso
Il plico misterioso è il libro pubblicato da Maja Ricci Andreini. Dopo aver letto l'intervista che l'autrice ha rilasciato a Pino Morelli (vedi X Times n. 11), incuriosito, ho deciso di acquistare la pubblicazione, ma prima ho scritto all'autrice Andreini per chiederle se l'opuscolo includeva qualche informazione sulle scie chimiche che, piaccia o no, sono il fulcro di molti eventi attuali. La Ricci Andreini mi ha risposto con cortesia e sollecitudine, ma affermando che, sebbene nel testo siano toccati vari temi fondamentali, non sono inclusi riferimenti alla chemtrails.
Ebbene, se si legge tra le righe, un cenno obliquo alle scie si rintraccia e questo non sorprende. Prescindendo da ciò, qual è il valore di questa testimonianza, della storia con al centro una coppia di giovani morti in circostanze misteriose, dopo aver visto la loro vita sconvolta da una serie di avvenimenti sbalorditivi? Ci chiediamo anche in che misura siano verificabili gli episodi narrati. Le scomparse apparentemente inspiegabili sono frequenti e non si può escludere che la trama sia dipanata in modo realistico: bisognerebbe cercare di approfondire le vicissitudini dei due giovani più che indugiare sulle rivelazioni concernenti "Dio, la struttura e la storia dell'universo, l'immortalità ed il futuro della Terra".
Infatti queste informazioni sono del tutto teoriche: si possono affiancare alla serqua di messaggi canalizzati, ricevuti da contattisti e rapiti. Non è qui importante stabilire il grado di plausibilità di certe comunicazioni dalla presunta matrice aliena (ognuno si impegnerà per adattarle alla sua Weltanschauung o per incastrarle in un diagramma consequenziale oppure le rigetterà, ritenendole frutto di una fervida fantasia, se non addirittura illusioni arcontiche), ma considerare l'irruzione dell'insolito nella nostra esistenza ordinaria. I vissuti che deragliano nel mondo dell'enigma ci spalancano le porte di una percezione paradossale, apocalittica. Possiamo ignorare gli interrogativi e le risposte da cui dipendono le svolte del destino? Le domande si aggrovigliano ai silenzi, ma il senso è nella tensione che, simile ad una fiamma allungata verso l'alto, rivela la nostalgia del luogo natio.
Più che nelle questioni abissali che il computer alieno (viene in mente il telefilm Il ritorno degli Arconti) snocciola con taglio un po' didascalico, l'interesse del titolo mi pare dovuto all'atmosfera stranita che l'autrice evoca nella parte iniziale: coincidenze, incontri con personaggi segnati dalla sorte, vicende anodine che precipitano in tragedie private. E' la tragedia della solitudine e dell'incomunicabilità per cui l'unico rimedio è nella relazione con gli "altri" e nel dialogo con chi parla una lingua incompresa ed incomprensibile. E' questa l'assurdità della nostra epoca condannata al non-senso, all'oblio delle antiche, solenni verità, anelante ad un contatto con dimensioni che sfuggono quanto più se ne intravedono i riflessi e le ombre. E' un'epoca in cui il cinema, la letteratura a cavallo tra incubo e realtà, insieme con gli ultimi bagliori del cielo offrono il succedaneo di una liberazione agognata con estenuante, cieca disperazione.
Ebbene, se si legge tra le righe, un cenno obliquo alle scie si rintraccia e questo non sorprende. Prescindendo da ciò, qual è il valore di questa testimonianza, della storia con al centro una coppia di giovani morti in circostanze misteriose, dopo aver visto la loro vita sconvolta da una serie di avvenimenti sbalorditivi? Ci chiediamo anche in che misura siano verificabili gli episodi narrati. Le scomparse apparentemente inspiegabili sono frequenti e non si può escludere che la trama sia dipanata in modo realistico: bisognerebbe cercare di approfondire le vicissitudini dei due giovani più che indugiare sulle rivelazioni concernenti "Dio, la struttura e la storia dell'universo, l'immortalità ed il futuro della Terra".
Infatti queste informazioni sono del tutto teoriche: si possono affiancare alla serqua di messaggi canalizzati, ricevuti da contattisti e rapiti. Non è qui importante stabilire il grado di plausibilità di certe comunicazioni dalla presunta matrice aliena (ognuno si impegnerà per adattarle alla sua Weltanschauung o per incastrarle in un diagramma consequenziale oppure le rigetterà, ritenendole frutto di una fervida fantasia, se non addirittura illusioni arcontiche), ma considerare l'irruzione dell'insolito nella nostra esistenza ordinaria. I vissuti che deragliano nel mondo dell'enigma ci spalancano le porte di una percezione paradossale, apocalittica. Possiamo ignorare gli interrogativi e le risposte da cui dipendono le svolte del destino? Le domande si aggrovigliano ai silenzi, ma il senso è nella tensione che, simile ad una fiamma allungata verso l'alto, rivela la nostalgia del luogo natio.
Più che nelle questioni abissali che il computer alieno (viene in mente il telefilm Il ritorno degli Arconti) snocciola con taglio un po' didascalico, l'interesse del titolo mi pare dovuto all'atmosfera stranita che l'autrice evoca nella parte iniziale: coincidenze, incontri con personaggi segnati dalla sorte, vicende anodine che precipitano in tragedie private. E' la tragedia della solitudine e dell'incomunicabilità per cui l'unico rimedio è nella relazione con gli "altri" e nel dialogo con chi parla una lingua incompresa ed incomprensibile. E' questa l'assurdità della nostra epoca condannata al non-senso, all'oblio delle antiche, solenni verità, anelante ad un contatto con dimensioni che sfuggono quanto più se ne intravedono i riflessi e le ombre. E' un'epoca in cui il cinema, la letteratura a cavallo tra incubo e realtà, insieme con gli ultimi bagliori del cielo offrono il succedaneo di una liberazione agognata con estenuante, cieca disperazione.
Zret! Sbrigati a scrivere l'articolo sull' Rh negativo! ^_^
ReplyDeleteZret ... ... ...
ReplyDeletePUPPA
Zret, fatti un paio di birre, che almeno qualche paranoia ti passa!
ReplyDeleteUna che si fa intervistare da tal Pino Morelli (il censore) della rivista X Time ... per me è già out .
ReplyDeleteMa è curioso che quel pasdaran di un professore critichi la fuffa altrui ... perchè malauguratamente l'autrice nel suo libro (ricondotto ad opuscolo dal nostro critico)non ha inserito nelle sue note fantasiose riferimenti alle chemtrails. C'è fuffa di serie A e di serie B ? Nella mente del nostro professore sembrerebbe di si ...
Consiglio quindi a tutti gli autori di fuffologia , di inserire (non importa dove e se in tema con l'argomento) qualche riferimento alla fuffa principe ovvero le sciechimiche, cosi da non rischiare una stroncatura dal più grande esperto di fuffologia.
"Tal" Pino Morelli che sarei io, ha intervistato La Sig.ra Andreini in qualità di autrice di un nuovo libro. E' proibito, forse? Che tutto questo sia "out" o "in" l'ho lasciato giudicare ai lettori, caro anonimo ligure, il cui nome è già tutto un programma. Comunque ti ringrazio per la citazione. E' sempre un piacere poter esser giudicato.
ReplyDeleteGrazie!
Pino Morelli
Direttore responsabile XTimes