http://straker-61.blogspot.it/2013/05/attentato-davanti-palazzo-chigi-un.html
Attentato davanti a Palazzo Chigi: un false flag all'italiana
Nell’era dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)
E' la tarda mattinata del 25 aprile 2013: le televisioni nazionali stanno trasmettendo la diretta del giuramento per opera dei ministri del nuovo governo del Presidente. E’ un governo nato secondo il Diktat di organismi sovranazionali che controllano questo paese, ormai da tempo esautorato di qualsivoglia potere da Stato sovrano. Questo 25 aprile rappresenta, per coloro che hanno deciso l'ennesimo golpe, un punto di svolta decisivo che, però, necessita di un'ulteriore legittimazione agli occhi dei cittadini e soprattutto esige un nuovo casus belli, al fine di restringere ulteriormente le libertà dei singoli, con l’introduzione di nuove norme coercitive atte a vietare assembramenti e manifestazioni in luoghi “sensibili”. E' il giorno migliore per un "attentato in diretta televisiva", per cui qualcuno, negli apparati, decide di architettare e mettere in atto una scena da Far West, con tanto di vittime sacrificali in divisa, mentre l'attentatore deve risultare un cittadino esasperato, perché disoccupato e bramoso di eliminare fisicamente qualche politico. Così, mentre i principali networks mostrano le immagini in diretta dell'insediamento del nuovo esecutivo, emuli della cinematografia false flag statunitense, ecco che il collegamento con la Sala di Montecitorio viene interrotto per dare immediatamente spazio ad una... "diretta" della sparatoria in corso proprio dinnanzi al Palazzo.
Sono le 11:40 e RAI News 24 trasmette le confuse e traballanti immagini di un attentatore sconosciuto che apre il fuoco contro i Carabinieri di servizio in Piazza Colonna, a Roma. Per la verità si comprende ben poco di quanto sta avvenendo, poiché l'operatore, nonostante la sua supposta professionalità, porta la sua telecamera da un obiettivo all'altro, zooma avanti ed indietro, punta in alto, punta a terra... Insomma, si tratta delle peggiori riprese eseguite da un cameraman RAI in tutta la storia della televisione di Stato. Questo elemento subito suscita dei dubbi su quanto sta accadendo in quegli istanti e le perplessità aumentano nel momento in cui si menzionano tre feriti: due Carabinieri ed una donna incinta. Dei due militari – si riferisce – uno è gravemente ferito al collo, mentre l'altro ad una gamba. L'attentatore sembra aver esploso ben 7 colpi dalla sua Beretta calibro 7,65, senza che i militari abbiano risposto al fuoco con uno solo proiettile! Davvero strano...
Le stranezze, però, aumentano, giacché dei due feriti meno gravi non si vede alcuna traccia sulla scena, mentre lo sconosciuto è già a terra, ai piedi del blindato dei Carabinieri, oltre le barriere di protezione.
L'inviata di RAI News 24, con tono da attrice poco convincente, descrive al direttore del TG, una scena "terrificante" che non corrisponde assolutamente a quanto evidenziano le poche riprese trasmesse nella... diretta. Le sequenze mostrano un uomo in pantaloni corti e maglietta intento a far cenno a qualcuno di spostarsi un po' più a destra (è il regista?), mentre, tra le urla ed il fuggi fuggi generale dei pochi turisti presenti, alcuni fotoreporters (uno con camera a spalla, altri due con macchina fotografica tradizionale, ma delle loro riprese non si trova neanche un fotogramma) con estrema tranquillità si avvicinano a pochissimi metri dalla scena del crimine ed eseguono le loro riprese, ben eretti e stabili, come se tutto quel trambusto intorno non li riguardasse. Questo atteggiamento è in netto contrasto con quello manifestato dall'operatore RAI che, pur essendo distante decine di metri, trema a guisa di una foglia, come se, in realtà, la sua intenzione fosse proprio quella di non mostrare alcunché di quanto avviene in quegli istanti cruciali.
Lo scopo desiderato è presto ottenuto ed immediatamente il Governo appena insediatosi, ripristina la scorta a chi non l'aveva e rafforza quella dei politici che già ne avevano diritto.
Analizzando il filmato di RAI News 24 ci si avvede che alcuni fotogrammi sono stati sottoposti a manipolazione. Casualmente sono i pochi istanti in cui si può osservare il volto del Carabiniere, Giuseppe Giangrande, ma il viso è stato in modo maldestro oscurato in post-produzione. E’ un oscuramento che, malauguratamente per chi ha operato per nasconderci qualcosa, occupa anche parte del palo che si trova davanti al viso del militare. Poco prima che il cameraman sposti ancora con movimento repentino l'obiettivo dal Carabiniere "ferito", si può notare che egli non mostra tracce di sangue sul collo.
Abbiamo accennato alla post-produzione... Come è possibile, se le immagini, da quanto a noi raccontato, erano in diretta? Evidentemente non lo erano e ciò è dimostrato dall'ora mostrata da un agente che, di lì a poco, pare soccorrere il Giangrande a terra. Il suo orologio da polso mostra le 11:30, mentre la diretta del TG di RAI News 24 (come anche quella del TGCOM24) segna a schermo le 11:40. Dieci minuti sono più che sufficienti per preparare una finta diretta, così come avvenne il giorno 11 settembre 2001, durante l'”attacco” alle Torri gemelle.
Inoltre un nostro testimone, esperto di armi, presente casualmente durante il parapiglia, non solo conferma che potevano essere le 11:30 circa, ma ricorda che le deflagrazioni degli spari esplosi apparivano essere originati da cartucce a salve!
E' interessante notare che, il video in questione, riproposto sul canale You-Tube della testata "Il fatto quotidiano", è stato subito rimosso, pochi minuti dopo la nostra segnalazione, su Face book, di dette anomalie. Per quale motivo?
Un secondo filmato, proposto sempre da RAI News 24 e realizzato qualche minuto dopo, in prossimità del militare a terra, colpito al collo, contiene una serie di tracce audio sovrapposte. Si sentono le sirene, sullo sfondo, mentre al secondo 10 ed al secondo 24 (sul video originale) si odono due persone gridare: "Dio!" e "Che stamo a scherza’?" ed un'altra voce sembra dire: "Che... non vedi?". Poi l'audio risulta troncato e si sente l'inviata ansimare, mentre un agente della sicurezza intima a tutti di allontanarsi.
Che cosa intende dire quel personaggio che esclama: "Che stamo a scherza’?" Forse si è reso conto che si tratta di una pantomima? Una messa in scena? In modo incauto il regista che ha sovrapposto le sequenze audio, con l'intenzione di inserire l'esclamazione "Dio!", ha pure introdotto due volte "Che stamo a scherza?"... il che dimostra che la traccia audio è stata manipolata.
Quindi, riepilogando, abbiamo due filmati trasmessi come "diretta TV" che, invece, non lo sono. Non possono esserlo, giacché sia parti di sequenze video sia tracce audio sono state contraffatte. Ciò porta ad una sola conclusione e cioé che quella diretta televisiva è una montatura che rientra nella strategia della tensione. Quale migliore occasione di un attentato in diretta, mentre il Governo Letta (del gruppo Bilderberg) si insedia?
Questo aspetto chiarisce, senza ombra di dubbio, che il false flag all'italiana è stato messo in atto con la piena complicità dei principali networks italiani, come accadde con l'inganno del 9 11, allorquando le poche sequenze in grafica 3D, realizzate per mostrare il secondo aereo che si schiantava sulla torre Sud (secondo la versione ufficiale), furono distribuite, con qualche modifica, a tutti i canali televisivi statunitensi e nel mondo e ritrasmesse come fatto reale.
Proseguiamo. Anche TG-COM trasmette la sua “diretta” da Palazzo Chigi ed interrompe il collegamento dalla Sala del giuramento per collegarsi... in diretta, con la piazza dell'attentato, salvo poi scoprire che, anche in questo caso, si trattava di riprese video mandate in play con qualche minuto di ritardo. Infatti, non solo anche qui l'ora a video mostra che sono le 11:40, ma, per qualche frazione di secondo, appaiono a schermo le icone della telecamera Panasonic che le ha inviate alla redazione. Quelle stesse sequenze video, dopo la breve interruzione che mostra le icone della Panasonic, ricominciano dal principio, sempre spacciate per diretta televisiva, dopo un improvvido fermo immagine. Curiosa è l'esitazione dell'inviata che ripete tre volte la sua introduzione, dopo aver notato che le immagini si erano fermate e che quindi la farsa della diretta era saltata.
Oltretutto, si nota benissimo che i video disponibili sui fatti di Piazza Colonna sono almeno sei o sette! Ripetiamo: anche questa non è una diretta, se confrontata con l'ora indicata (le 11:30) da uno dei Carabinieri che soccorrono Giangrande a terra in una pozza di sangue. Già... il sangue.
Osserviamo le chiare incongruenze presenti negli scatti pubblicati in Rete e sui media nazionali.
Stando alla versione ufficiale l'attentatore, Luigi Preiti, ha sparato al Carabiniere Giuseppe Giangrande da distanza ravvicinata (meno di mezzo metro), puntando l'arma alla testa del multare, mentre questo si trovava in piedi di fronte a lui in prossimità della garitta. In tale frangente le anomalie sono tante, ma ne elenchiamo solo alcune.
a) L'agente ferito al collo, sul lato sinistro, è stato colpito mentre era in piedi, di conseguenza la linea di sangue sarebbe dovuta colare verso il petto. Nelle foto il rivolo scende solo a lato del collo.
b) Nelle sequenze trasmesse da RAI News 24 si intravvede chiaramente il volto di Giangrande, senza sangue, mentre a fianco della sua mano destra si scorge un cilindro, dal quale scorre un liquido rosso.
c) Normalmente in una ferita al collo il sangue schizza copiosamente, ma non si vedono tracce di sangue sulla divisa né sotto al mento ed intorno al collo del Giangrande.
d) Non ci sono tracce di polvere da sparo, tipiche delle ferite subìte da distanza ravvicinata ed inoltre il foro di entrata è minuscolo ed incompatibile con quello procurato da un calibro 7,65 da distanza ravvicinata.
e) Il militare a terra si trova a circa dieci metri di distanza dalla posizione in cui si trovava, secondo la versione ufficiale, quando è stato colpito dal Preiti.
f) Il bollettino medico diramato dai chirurghi che avrebbero operato d'urgenza il Giangrande menziona un proiettile che, entrando dal lato sx del collo, si è poi conficcato nella scapola, passando attraverso la colonna vertebrale. Ciò implicherebbe una traiettoria curvilinea nonché dall'alto verso il basso (una finestra...) e non ad altezza uomo!
g) I medici descrivono difficoltà respiratorie, ma il militare a terra, a giudicare dalle foto e dalle seppur confuse riprese video, non appare boccheggiante e non gli è stata procurata, dai soccorritori, alcuna tracheotomia per aiutarlo a respirare. Se davvero il Giangrande avesse subìto i danni dichiarati dai chirurghi, sarebbe comunque morto per asfissia, in quelle condizioni, giacché, stando sempre alla versione ufficiale, la prima ambulanza è sopraggiunta ben dieci (10) minuti dopo il fatto.
h) A proposito delle ambulanze, non si comprende da dove provenissero le sirene presenti nell'audio del servizio RAI, se, come dichiarato, i primi soccorsi sono giunti diversi minuti dopo.
Tra l'altro tutti gli agenti intorno al Giangrande sembrano più voler oscurare la vista a cameramen e fotografi non autorizzati a riprendere la fiction, piuttosto che agire per soccorrere il loro collega. In effetti in nessun fotogramma si scorge un paramedico intorno al Carabiniere apparentemente ferito e disteso a terra. Uno degli agenti in borghese sembra operare con una flebo, ma questa, dalle foto successive, rilasciate a giornali ed emittenti televisive, non risulta inserita in un braccio ed anzi, durante le riprese del TGCOM, l'uomo in borghese alza per un attimo il flacone (ad uso delle telecamere), poi, pochi istanti dopo, coperto dai colleghi, lo riappoggia a terra. Ovviamente nessuna flebo può operare correttamente se non posta in alto e soprattutto se questa non ha l'ago presente in vena!
Inoltre... dove sono il militare ferito ad una gamba e la donna incinta? Nessuna sequenza video o fotografia ne mostra la presenza sulla scena del delitto... o meglio... sul set cinematografico.
Occupiamoci ora dell'attentatore. Costui arriva in Piazza Colonna in giacca e cravatta, con abito firmato e scarpe da 150 euro. Ha l'aspetto ben curato e non sembra di certo un muratore disoccupato da tempo. Sembra un sicario, piuttosto che un povero disperato. L'attentatore voleva colpire i politici, tuttavia nessun politico era presente al momento della sparatoria. Al Preiti sarebbe bastato attendere una manciata di minuti ed avrebbe potuto perpetrare una strage di parassiti, invece...
Passiamo in rassegna alcuni punti degni di nota.
1) L'attentatore "squilibrato" presenta capelli corti semi rasati: è il classico taglio delle forze dell'ordine o dei militari. Inoltre è perfettamente sbarbato.
2) Il completo che indossa il Preiti è identico a quelli usati dagli addetti alla sicurezza delle sedi istituzionali.
3) Dalle sequenze di RAINews 24, l’uomo si intravede già dai primi momenti dietro le transenne ed in pochi istanti appare placcato ed atterrato. Strano, visto che la versione ufficiale lo colloca a poca distanza dalla garitta, ma dall'altra parte della piazzetta a circa 6 metri dalla camionetta e dalle barriere. Un qualsiasi deficiente che volesse scappare dopo aver sparato, non si getterebbe tra le braccia dei Carabinieri, scavalcando le transenne di protezione ed infilandosi tra queste ed il blindato dei militari.
4) La pistola ed il caricatore dell'attentatore sono state posate a terra con precisione (si veda la foto del quotidiano “La Repubblica”), nonostante nessuno potesse toccare l'arma prima dell'arrivo della polizia scientifica e l'attentatore, lasciandole cadere a terra, non avrebbe mai potuto allineare pistola e caricatore cosi vicini tra loro. Inoltre la Beretta 7,65, una volta esplosi tutti i colpi si blocca e rimane come nella foto sopra.
5) Il Preiti, immortalato nelle fotografie, mentre esce dalla questura, pur essendo stato ferito al capo durante la colluttazione con gli agenti, non ha alcuna ferita né tumefazione né cerotto o benda sulla testa.
6) Il giallo della punta di trapano che il Preiti aveva in una borsa. Oltre ai proiettili (una cinquantina) che l’attentatore portava con sé, gli inquirenti hanno trovato - così viene riportato - nella sua borsa anche la punta di trapano: a che cosa serviva? Perché l’ha portata con sé? La prima ipotesi è che abbia adoperato l’utensile per cancellare il numero di matricola dalla pistola che ha usato per sparare ai due Carabinieri. Il fatto è che il Preiti ha riferito ai magistrati di aver acquistato l’arma già con la matricola abrasa, al mercato clandestino di Genova, quattro anni addietro.
7) Poco chiara è anche la ricostruzione degli spostamenti del Preiti. L’attentatore sarebbe partito da Gioia Tauro alle 9.35 di sabato. All’altezza di Praia a Mare la Polizia ferroviaria gli chiede una verifica dei documenti. È un controllo di routine, l’uomo non si scompone. Ha probabilmente l’arma nella borsa, però non ha precedenti penali ed è difficile che possa subire una perquisizione. Arriva alla stazione Termini alle 15.00. Poco dopo entra all’Hotel Concorde, appena dietro piazza dei Cinquecento. Prende l’ultima stanza disponibile. Esce dopo poco. Racconta il portiere dell’albergo: “È uscito verso le 17.00. Tra le 18.00 e le 19.00 è entrato nella stanza, senza uscirne più”.
8) Quando viene fermato dopo la sparatoria, il Preiti ha con sé una borsa. Dentro, oltre alla punta del trapano, viene trovata una cartina di Roma, segnata in più punti, non solo su Palazzo Chigi dove ha appena compiuto il suo folle gesto. Il dubbio è il seguente: è stato lui a segnare la cartina, indicando il percorso che l’avrebbe condotto fino a Palazzo Chigi, o qualcuno l’ha fatto per lui? Infatti non è ancora perspicuo come abbia agito il Preiti nel lasso di tempo che intercorre tra l’uscita dall’albergo e la sparatoria.
9) I vestiti. Il Preiti indossa un abito identico a quelli portati dagli addetti alla sicurezza di Palazzo Chigi e delle altri sedi istituzionali della politica. E’ un elemento che spinge a pensare che l’attentatore non abbia affatto agito d’impeto, perché disperato. La sua azione è stata meditata, lucida, organizzata. Senza contare che il Preiti, secondo la versione ufficiale, ha sparato con precisione millimetrica, cercando di colpire dove i Carabinieri non erano protetti dal giubbotto antiproiettile.
10) Sempre dalle sequenze RAI si scorge il Giangrande distendersi a terra, (più che stramazzare) a dieci metri dal blindato dei Carabinieri, dietro le transenne e distante almeno sette metri dal punto dove, secondo la versione ufficiale, sarebbe stato colpito dal Preiti.
Riassumendo, dal momento dell'unico sparo udito nelle riprese RAI, si vedono due o tre militari chinarsi con calma a terra, di fronte al furgone blindato e dietro le barriere, insieme con il presunto attentatore, già a terra. Contemporaneamente, dal lato opposto, il Carabiniere Giuseppe Giangrande si adagia sul selciato, sempre dietro le transenne di protezione. La posizione dei protagonisti di questa messa in scena è del tutto incongruente con le dichiarazioni di media ed istituzioni e già solo questo aspetto metterebbe in seria discussione l'autenticità di quanto verificatosi, ma l'enorme mole di dati sin qui raccolti, senza nemmeno approfondirli tutti, dimostra chiaramente che siamo al cospetto di un false flag in piena regola, attuato con la piena collaborazione e complicità di mezzi di comunicazione, sanitari, magistratura inquirente etc. Non è un caso se, come negli episodi del 9-11-2001, i testimoni oculari sentiti sono quasi sempre giornalisti.
E' alquanto curioso il fatto che la nota enciclopedia Wikipedia, dopo aver, in un primo momento, creato una pagina ad hoc per raccontare la versione del regime, ora abbia sottoposto a blocco quella stessa pagina, rimuovendo inoltre tutto il precedente contenuto e non rendendolo disponibile nemmeno attraverso la cache di Google. Chi ha la coscienza sporca e perché?
Infine qualche indizio “esoterico”. Il presunto attentatore è originario di Rosarno. La firma dei Rosacroce deviati?
L'ex moglie di Luigi Preiti si chiama Ivana Dan. Dan è un raro cognome di origine ebraica e si richiama ad una delle tribù perdute d'Israele, di solito evocata in riti ed in trame occulte. Il figlio di Preiti e della consorte... ha undici (11) anni. Il numero 11 è, per gli "illuminati", il numero dell'inganno, ricorrente in auto-attentati nel mondo.
La giornalista conduttrice al TG2: "Il governo si è appena insediato con pieni poteri di sparatoria". Un lapsus freudiano di grande importanza.
I tre filmati in esame sono visionabili qui, qui e qui. Se per qualche motivo non riusciste a visionare i filmati in esame, è possibile accedere a questa pagina, nella quale i tre video sono riuniti assieme.
Rosario Marcianò - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
E' la tarda mattinata del 25 aprile 2013: le televisioni nazionali stanno trasmettendo la diretta del giuramento per opera dei ministri del nuovo governo del Presidente. E’ un governo nato secondo il Diktat di organismi sovranazionali che controllano questo paese, ormai da tempo esautorato di qualsivoglia potere da Stato sovrano. Questo 25 aprile rappresenta, per coloro che hanno deciso l'ennesimo golpe, un punto di svolta decisivo che, però, necessita di un'ulteriore legittimazione agli occhi dei cittadini e soprattutto esige un nuovo casus belli, al fine di restringere ulteriormente le libertà dei singoli, con l’introduzione di nuove norme coercitive atte a vietare assembramenti e manifestazioni in luoghi “sensibili”. E' il giorno migliore per un "attentato in diretta televisiva", per cui qualcuno, negli apparati, decide di architettare e mettere in atto una scena da Far West, con tanto di vittime sacrificali in divisa, mentre l'attentatore deve risultare un cittadino esasperato, perché disoccupato e bramoso di eliminare fisicamente qualche politico. Così, mentre i principali networks mostrano le immagini in diretta dell'insediamento del nuovo esecutivo, emuli della cinematografia false flag statunitense, ecco che il collegamento con la Sala di Montecitorio viene interrotto per dare immediatamente spazio ad una... "diretta" della sparatoria in corso proprio dinnanzi al Palazzo.
Sono le 11:40 e RAI News 24 trasmette le confuse e traballanti immagini di un attentatore sconosciuto che apre il fuoco contro i Carabinieri di servizio in Piazza Colonna, a Roma. Per la verità si comprende ben poco di quanto sta avvenendo, poiché l'operatore, nonostante la sua supposta professionalità, porta la sua telecamera da un obiettivo all'altro, zooma avanti ed indietro, punta in alto, punta a terra... Insomma, si tratta delle peggiori riprese eseguite da un cameraman RAI in tutta la storia della televisione di Stato. Questo elemento subito suscita dei dubbi su quanto sta accadendo in quegli istanti e le perplessità aumentano nel momento in cui si menzionano tre feriti: due Carabinieri ed una donna incinta. Dei due militari – si riferisce – uno è gravemente ferito al collo, mentre l'altro ad una gamba. L'attentatore sembra aver esploso ben 7 colpi dalla sua Beretta calibro 7,65, senza che i militari abbiano risposto al fuoco con uno solo proiettile! Davvero strano...
Le stranezze, però, aumentano, giacché dei due feriti meno gravi non si vede alcuna traccia sulla scena, mentre lo sconosciuto è già a terra, ai piedi del blindato dei Carabinieri, oltre le barriere di protezione.
L'inviata di RAI News 24, con tono da attrice poco convincente, descrive al direttore del TG, una scena "terrificante" che non corrisponde assolutamente a quanto evidenziano le poche riprese trasmesse nella... diretta. Le sequenze mostrano un uomo in pantaloni corti e maglietta intento a far cenno a qualcuno di spostarsi un po' più a destra (è il regista?), mentre, tra le urla ed il fuggi fuggi generale dei pochi turisti presenti, alcuni fotoreporters (uno con camera a spalla, altri due con macchina fotografica tradizionale, ma delle loro riprese non si trova neanche un fotogramma) con estrema tranquillità si avvicinano a pochissimi metri dalla scena del crimine ed eseguono le loro riprese, ben eretti e stabili, come se tutto quel trambusto intorno non li riguardasse. Questo atteggiamento è in netto contrasto con quello manifestato dall'operatore RAI che, pur essendo distante decine di metri, trema a guisa di una foglia, come se, in realtà, la sua intenzione fosse proprio quella di non mostrare alcunché di quanto avviene in quegli istanti cruciali.
Lo scopo desiderato è presto ottenuto ed immediatamente il Governo appena insediatosi, ripristina la scorta a chi non l'aveva e rafforza quella dei politici che già ne avevano diritto.
Analizzando il filmato di RAI News 24 ci si avvede che alcuni fotogrammi sono stati sottoposti a manipolazione. Casualmente sono i pochi istanti in cui si può osservare il volto del Carabiniere, Giuseppe Giangrande, ma il viso è stato in modo maldestro oscurato in post-produzione. E’ un oscuramento che, malauguratamente per chi ha operato per nasconderci qualcosa, occupa anche parte del palo che si trova davanti al viso del militare. Poco prima che il cameraman sposti ancora con movimento repentino l'obiettivo dal Carabiniere "ferito", si può notare che egli non mostra tracce di sangue sul collo.
Abbiamo accennato alla post-produzione... Come è possibile, se le immagini, da quanto a noi raccontato, erano in diretta? Evidentemente non lo erano e ciò è dimostrato dall'ora mostrata da un agente che, di lì a poco, pare soccorrere il Giangrande a terra. Il suo orologio da polso mostra le 11:30, mentre la diretta del TG di RAI News 24 (come anche quella del TGCOM24) segna a schermo le 11:40. Dieci minuti sono più che sufficienti per preparare una finta diretta, così come avvenne il giorno 11 settembre 2001, durante l'”attacco” alle Torri gemelle.
Inoltre un nostro testimone, esperto di armi, presente casualmente durante il parapiglia, non solo conferma che potevano essere le 11:30 circa, ma ricorda che le deflagrazioni degli spari esplosi apparivano essere originati da cartucce a salve!
E' interessante notare che, il video in questione, riproposto sul canale You-Tube della testata "Il fatto quotidiano", è stato subito rimosso, pochi minuti dopo la nostra segnalazione, su Face book, di dette anomalie. Per quale motivo?
Un secondo filmato, proposto sempre da RAI News 24 e realizzato qualche minuto dopo, in prossimità del militare a terra, colpito al collo, contiene una serie di tracce audio sovrapposte. Si sentono le sirene, sullo sfondo, mentre al secondo 10 ed al secondo 24 (sul video originale) si odono due persone gridare: "Dio!" e "Che stamo a scherza’?" ed un'altra voce sembra dire: "Che... non vedi?". Poi l'audio risulta troncato e si sente l'inviata ansimare, mentre un agente della sicurezza intima a tutti di allontanarsi.
Che cosa intende dire quel personaggio che esclama: "Che stamo a scherza’?" Forse si è reso conto che si tratta di una pantomima? Una messa in scena? In modo incauto il regista che ha sovrapposto le sequenze audio, con l'intenzione di inserire l'esclamazione "Dio!", ha pure introdotto due volte "Che stamo a scherza?"... il che dimostra che la traccia audio è stata manipolata.
Quindi, riepilogando, abbiamo due filmati trasmessi come "diretta TV" che, invece, non lo sono. Non possono esserlo, giacché sia parti di sequenze video sia tracce audio sono state contraffatte. Ciò porta ad una sola conclusione e cioé che quella diretta televisiva è una montatura che rientra nella strategia della tensione. Quale migliore occasione di un attentato in diretta, mentre il Governo Letta (del gruppo Bilderberg) si insedia?
Questo aspetto chiarisce, senza ombra di dubbio, che il false flag all'italiana è stato messo in atto con la piena complicità dei principali networks italiani, come accadde con l'inganno del 9 11, allorquando le poche sequenze in grafica 3D, realizzate per mostrare il secondo aereo che si schiantava sulla torre Sud (secondo la versione ufficiale), furono distribuite, con qualche modifica, a tutti i canali televisivi statunitensi e nel mondo e ritrasmesse come fatto reale.
Proseguiamo. Anche TG-COM trasmette la sua “diretta” da Palazzo Chigi ed interrompe il collegamento dalla Sala del giuramento per collegarsi... in diretta, con la piazza dell'attentato, salvo poi scoprire che, anche in questo caso, si trattava di riprese video mandate in play con qualche minuto di ritardo. Infatti, non solo anche qui l'ora a video mostra che sono le 11:40, ma, per qualche frazione di secondo, appaiono a schermo le icone della telecamera Panasonic che le ha inviate alla redazione. Quelle stesse sequenze video, dopo la breve interruzione che mostra le icone della Panasonic, ricominciano dal principio, sempre spacciate per diretta televisiva, dopo un improvvido fermo immagine. Curiosa è l'esitazione dell'inviata che ripete tre volte la sua introduzione, dopo aver notato che le immagini si erano fermate e che quindi la farsa della diretta era saltata.
Oltretutto, si nota benissimo che i video disponibili sui fatti di Piazza Colonna sono almeno sei o sette! Ripetiamo: anche questa non è una diretta, se confrontata con l'ora indicata (le 11:30) da uno dei Carabinieri che soccorrono Giangrande a terra in una pozza di sangue. Già... il sangue.
Osserviamo le chiare incongruenze presenti negli scatti pubblicati in Rete e sui media nazionali.
Stando alla versione ufficiale l'attentatore, Luigi Preiti, ha sparato al Carabiniere Giuseppe Giangrande da distanza ravvicinata (meno di mezzo metro), puntando l'arma alla testa del multare, mentre questo si trovava in piedi di fronte a lui in prossimità della garitta. In tale frangente le anomalie sono tante, ma ne elenchiamo solo alcune.
a) L'agente ferito al collo, sul lato sinistro, è stato colpito mentre era in piedi, di conseguenza la linea di sangue sarebbe dovuta colare verso il petto. Nelle foto il rivolo scende solo a lato del collo.
b) Nelle sequenze trasmesse da RAI News 24 si intravvede chiaramente il volto di Giangrande, senza sangue, mentre a fianco della sua mano destra si scorge un cilindro, dal quale scorre un liquido rosso.
c) Normalmente in una ferita al collo il sangue schizza copiosamente, ma non si vedono tracce di sangue sulla divisa né sotto al mento ed intorno al collo del Giangrande.
d) Non ci sono tracce di polvere da sparo, tipiche delle ferite subìte da distanza ravvicinata ed inoltre il foro di entrata è minuscolo ed incompatibile con quello procurato da un calibro 7,65 da distanza ravvicinata.
e) Il militare a terra si trova a circa dieci metri di distanza dalla posizione in cui si trovava, secondo la versione ufficiale, quando è stato colpito dal Preiti.
f) Il bollettino medico diramato dai chirurghi che avrebbero operato d'urgenza il Giangrande menziona un proiettile che, entrando dal lato sx del collo, si è poi conficcato nella scapola, passando attraverso la colonna vertebrale. Ciò implicherebbe una traiettoria curvilinea nonché dall'alto verso il basso (una finestra...) e non ad altezza uomo!
g) I medici descrivono difficoltà respiratorie, ma il militare a terra, a giudicare dalle foto e dalle seppur confuse riprese video, non appare boccheggiante e non gli è stata procurata, dai soccorritori, alcuna tracheotomia per aiutarlo a respirare. Se davvero il Giangrande avesse subìto i danni dichiarati dai chirurghi, sarebbe comunque morto per asfissia, in quelle condizioni, giacché, stando sempre alla versione ufficiale, la prima ambulanza è sopraggiunta ben dieci (10) minuti dopo il fatto.
h) A proposito delle ambulanze, non si comprende da dove provenissero le sirene presenti nell'audio del servizio RAI, se, come dichiarato, i primi soccorsi sono giunti diversi minuti dopo.
Tra l'altro tutti gli agenti intorno al Giangrande sembrano più voler oscurare la vista a cameramen e fotografi non autorizzati a riprendere la fiction, piuttosto che agire per soccorrere il loro collega. In effetti in nessun fotogramma si scorge un paramedico intorno al Carabiniere apparentemente ferito e disteso a terra. Uno degli agenti in borghese sembra operare con una flebo, ma questa, dalle foto successive, rilasciate a giornali ed emittenti televisive, non risulta inserita in un braccio ed anzi, durante le riprese del TGCOM, l'uomo in borghese alza per un attimo il flacone (ad uso delle telecamere), poi, pochi istanti dopo, coperto dai colleghi, lo riappoggia a terra. Ovviamente nessuna flebo può operare correttamente se non posta in alto e soprattutto se questa non ha l'ago presente in vena!
Inoltre... dove sono il militare ferito ad una gamba e la donna incinta? Nessuna sequenza video o fotografia ne mostra la presenza sulla scena del delitto... o meglio... sul set cinematografico.
Occupiamoci ora dell'attentatore. Costui arriva in Piazza Colonna in giacca e cravatta, con abito firmato e scarpe da 150 euro. Ha l'aspetto ben curato e non sembra di certo un muratore disoccupato da tempo. Sembra un sicario, piuttosto che un povero disperato. L'attentatore voleva colpire i politici, tuttavia nessun politico era presente al momento della sparatoria. Al Preiti sarebbe bastato attendere una manciata di minuti ed avrebbe potuto perpetrare una strage di parassiti, invece...
Passiamo in rassegna alcuni punti degni di nota.
1) L'attentatore "squilibrato" presenta capelli corti semi rasati: è il classico taglio delle forze dell'ordine o dei militari. Inoltre è perfettamente sbarbato.
2) Il completo che indossa il Preiti è identico a quelli usati dagli addetti alla sicurezza delle sedi istituzionali.
3) Dalle sequenze di RAINews 24, l’uomo si intravede già dai primi momenti dietro le transenne ed in pochi istanti appare placcato ed atterrato. Strano, visto che la versione ufficiale lo colloca a poca distanza dalla garitta, ma dall'altra parte della piazzetta a circa 6 metri dalla camionetta e dalle barriere. Un qualsiasi deficiente che volesse scappare dopo aver sparato, non si getterebbe tra le braccia dei Carabinieri, scavalcando le transenne di protezione ed infilandosi tra queste ed il blindato dei militari.
4) La pistola ed il caricatore dell'attentatore sono state posate a terra con precisione (si veda la foto del quotidiano “La Repubblica”), nonostante nessuno potesse toccare l'arma prima dell'arrivo della polizia scientifica e l'attentatore, lasciandole cadere a terra, non avrebbe mai potuto allineare pistola e caricatore cosi vicini tra loro. Inoltre la Beretta 7,65, una volta esplosi tutti i colpi si blocca e rimane come nella foto sopra.
5) Il Preiti, immortalato nelle fotografie, mentre esce dalla questura, pur essendo stato ferito al capo durante la colluttazione con gli agenti, non ha alcuna ferita né tumefazione né cerotto o benda sulla testa.
6) Il giallo della punta di trapano che il Preiti aveva in una borsa. Oltre ai proiettili (una cinquantina) che l’attentatore portava con sé, gli inquirenti hanno trovato - così viene riportato - nella sua borsa anche la punta di trapano: a che cosa serviva? Perché l’ha portata con sé? La prima ipotesi è che abbia adoperato l’utensile per cancellare il numero di matricola dalla pistola che ha usato per sparare ai due Carabinieri. Il fatto è che il Preiti ha riferito ai magistrati di aver acquistato l’arma già con la matricola abrasa, al mercato clandestino di Genova, quattro anni addietro.
7) Poco chiara è anche la ricostruzione degli spostamenti del Preiti. L’attentatore sarebbe partito da Gioia Tauro alle 9.35 di sabato. All’altezza di Praia a Mare la Polizia ferroviaria gli chiede una verifica dei documenti. È un controllo di routine, l’uomo non si scompone. Ha probabilmente l’arma nella borsa, però non ha precedenti penali ed è difficile che possa subire una perquisizione. Arriva alla stazione Termini alle 15.00. Poco dopo entra all’Hotel Concorde, appena dietro piazza dei Cinquecento. Prende l’ultima stanza disponibile. Esce dopo poco. Racconta il portiere dell’albergo: “È uscito verso le 17.00. Tra le 18.00 e le 19.00 è entrato nella stanza, senza uscirne più”.
8) Quando viene fermato dopo la sparatoria, il Preiti ha con sé una borsa. Dentro, oltre alla punta del trapano, viene trovata una cartina di Roma, segnata in più punti, non solo su Palazzo Chigi dove ha appena compiuto il suo folle gesto. Il dubbio è il seguente: è stato lui a segnare la cartina, indicando il percorso che l’avrebbe condotto fino a Palazzo Chigi, o qualcuno l’ha fatto per lui? Infatti non è ancora perspicuo come abbia agito il Preiti nel lasso di tempo che intercorre tra l’uscita dall’albergo e la sparatoria.
9) I vestiti. Il Preiti indossa un abito identico a quelli portati dagli addetti alla sicurezza di Palazzo Chigi e delle altri sedi istituzionali della politica. E’ un elemento che spinge a pensare che l’attentatore non abbia affatto agito d’impeto, perché disperato. La sua azione è stata meditata, lucida, organizzata. Senza contare che il Preiti, secondo la versione ufficiale, ha sparato con precisione millimetrica, cercando di colpire dove i Carabinieri non erano protetti dal giubbotto antiproiettile.
10) Sempre dalle sequenze RAI si scorge il Giangrande distendersi a terra, (più che stramazzare) a dieci metri dal blindato dei Carabinieri, dietro le transenne e distante almeno sette metri dal punto dove, secondo la versione ufficiale, sarebbe stato colpito dal Preiti.
Riassumendo, dal momento dell'unico sparo udito nelle riprese RAI, si vedono due o tre militari chinarsi con calma a terra, di fronte al furgone blindato e dietro le barriere, insieme con il presunto attentatore, già a terra. Contemporaneamente, dal lato opposto, il Carabiniere Giuseppe Giangrande si adagia sul selciato, sempre dietro le transenne di protezione. La posizione dei protagonisti di questa messa in scena è del tutto incongruente con le dichiarazioni di media ed istituzioni e già solo questo aspetto metterebbe in seria discussione l'autenticità di quanto verificatosi, ma l'enorme mole di dati sin qui raccolti, senza nemmeno approfondirli tutti, dimostra chiaramente che siamo al cospetto di un false flag in piena regola, attuato con la piena collaborazione e complicità di mezzi di comunicazione, sanitari, magistratura inquirente etc. Non è un caso se, come negli episodi del 9-11-2001, i testimoni oculari sentiti sono quasi sempre giornalisti.
E' alquanto curioso il fatto che la nota enciclopedia Wikipedia, dopo aver, in un primo momento, creato una pagina ad hoc per raccontare la versione del regime, ora abbia sottoposto a blocco quella stessa pagina, rimuovendo inoltre tutto il precedente contenuto e non rendendolo disponibile nemmeno attraverso la cache di Google. Chi ha la coscienza sporca e perché?
Infine qualche indizio “esoterico”. Il presunto attentatore è originario di Rosarno. La firma dei Rosacroce deviati?
L'ex moglie di Luigi Preiti si chiama Ivana Dan. Dan è un raro cognome di origine ebraica e si richiama ad una delle tribù perdute d'Israele, di solito evocata in riti ed in trame occulte. Il figlio di Preiti e della consorte... ha undici (11) anni. Il numero 11 è, per gli "illuminati", il numero dell'inganno, ricorrente in auto-attentati nel mondo.
La giornalista conduttrice al TG2: "Il governo si è appena insediato con pieni poteri di sparatoria". Un lapsus freudiano di grande importanza.
I tre filmati in esame sono visionabili qui, qui e qui. Se per qualche motivo non riusciste a visionare i filmati in esame, è possibile accedere a questa pagina, nella quale i tre video sono riuniti assieme.
Rosario Marcianò - TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Tutti i diritti riservati???
ReplyDeleteAnche delle immagini ... ed anche di quello che hai scritto di TUO PUGNO ti assumi la PIENA RESPONSABILITÀ ... Frizzate e trasmettete a cho di dovere ....
Strakkino .... Ti sei fregato con le tue mani ...
L'unico diritto riservato di ROSARIO MANTENUTO MARCIANO' e quello di essere preso a calci sui denti da un paio di piedi calzanti anfibi con punte rinforzate.
ReplyDeleteMi chiedo cosa aspettino ancora a rinchiudere questo demente in galera e a gettare la chiave.
ROSARIO SEI UNA MERDA SPERO PROPRIO CHE I CC TI SCHIARISCANO LE IDEE
Mi sono già espresso prima sulle scemenze propinate da straker che per giunta questa volta si firma e si attribuisce la responsabilità delle accuse diffamatorie verso chi è stato vittima di un vile gesto di pura violenza. Una bella denuncia da parte di chi è stato coinvolto non solo sarebbe giusta ma porterebbe un pò di giustizia facendo tacere collusi come straker.
ReplyDeleteNota: tutti quelli che hanno fatto la naja e avevano in dotazione la Beretta 92 fs sanno benissimo che il carrello si richiude con la leva sulla sinistra così come tutti i modelli beretta che mi sono passati per le mani e sanno bene quanto sia sensibile, indi per cui il carrello può essere stato richiuso a mano vista come è appoggiata sul terreno la pistola o si è chiuso durante la colluttazione perchè l'arma ha sbattuto in terra.
In ultimo, da quand' è che fanno le portiere delle auto in acciaio ??? ROTFL
Ma non vale neanche la pena stare qui a dare spiegazioni, c'è un uomo che resterà paralizzato dal collo in giù, un altro in galera, tre famiglie distrutte.
DeleteRosario e suo fratello + quei 4 coglioni che li seguono sono solo una immane massa di merda, non preoccupiamoci che tanto tutti i nodi vengono al pettine, i tempi d'oro per la merda subumana sono finiti.
Falso rasta sanremese, ti faccio una proposta: ti pago di tasca mia il biglietto del treno da Sanremo a Roma, e tu vai a raccontare le tue troiate prima a Giangrande (che, ti ricordo, rischia di diventare tetraplegico. Sai che cosa vuol dire? Che non potrà più bere nemmeno un bicchier d'acqua da solo) poi passi dai suoi cari a rivomitare le tue sciacallate.
ReplyDeleteVoglio vedere se non sarai preso a cinghiate (con la fibbia) in faccia e/o scalpellate sulle ginocchia. Fammi un fischio, nel caso riuscissi a riportare a casa la pelle, e ti pagherò il viaggio di ritorno.
Ma penso che risparmierò il denaro necessario.
ilpeyote lurido verme infame
Ma dove vuoi che vada, è un pavido senza fine, la sua codardia è proporzionale alle cazzate che scrive, ha paura persino della sua ombra.
DeleteClassico esempio di cazzaro da tastiera, non dimentichiamo che è scappato anche davanti a Wasp e a gambe levate.
ROSARIO SEI UN INSULTO PER IL GENERE UMANO
E se la è fatta nei pantaloni, quelli che passavano nei paraggi si ricordano ancora il puzzo proveniente da Rosario Cacasotto Marcianò ...
DeletePurtroppo non c'è solo il buffone del terrazzino
ReplyDeletehttp://www.giornalettismo.com/archives/910149/paolo-becchi-enrico-letta/
L'altro intelligentone... Ho letto le sue troiate tornando a casa dal lavoro un'oretta fa. Anche per lui: cinghiate (con la fibbia) in fsccia.
DeleteIl demenziologo del Mo' vi mento...
DeleteStralker ha pubblicato su facebook il video della conferenza stampa della povera Martina Giangrande scrivendo che stava recitando! Ma vi rendete conto? Mi viene da vomitare.
Strakkino, maiale, perché non glielo vai a dire di persona che stava recitando?
DeleteStrakkino, sei un coglione.
Ubi maior, Strakkino cessat.
spero che lo querelino !
DeleteDemente pezzo di merda vada a raccontare queste boiate in faccia ai colleghi di Giangrande!
ReplyDeleteSegnalo che l'articolo-porcata di Strakkino è stato segnalato alla sede centrale dell'Associazione Nazionale Carabinieri ed a tutte, ma proprio tutte, le sedi territoriali dell'Associazione.
ReplyDeleteStrakkino, sei un coglione.
Ubi maior, Strakkino cessat.
Io, con nome e cognome, l'ho segnalato ieri sera al Comando Carabinieri di Sanremo.
DeleteNon succederà niente, forse, ma il mio dovere l'ho fatto.
Bravissimo Wasp, io ho fatto lo stesso portando una segnalazione con tanto di link, nome, cognome e indirizzo dello stronzo presso la caserma dei CC della mia zona, spero che almeno quelli di Sanremo gli facciano un cazziatone, così si caga nelle mutande.
DeleteROSARIO MANTENUTO SEI UNA MERDA
Il suo orologio da polso mostra le 11:30, mentre la diretta del TG di RAI News 24 (come anche quella del TGCOM24) segna a schermo le 11:40. Dieci minuti sono più che sufficienti per preparare una finta diretta, così come avvenne il giorno 11 settembre 2001, durante l'”attacco” alle Torri gemelle.
ReplyDeleteImpossibile commentare questa troiata demenziale (tra le altre, chiaramente). Falso rasta, pensi che organizzare e realizzare una simile messinscena (con feriti - gravi - veri ecc-) sia come taroccare i tuoi video di minchia, a cominciare da quelli del telemetro?
ilpeyote ma vai a farinculo
Tra l'altro le balle iniziano già alla prima riga...
ReplyDeleteI fatti sono successi Domenica 28 Aprile non il 25....
straker, che essere di merda che sei! Mi fai vergognare di appartenere alla stessa specie a cui, indegnamente, appartieni tu.
ReplyDeleteMi fai SCHIFO! Sei semplicemente RIPUGNANTE!
Un innocente che stava facendo semplicemente il suo lavoro (pericoloso comunque) rischia di rimanere paralizzato e tu sai solo vomitare cagate indegne! Ma rivai a rifarinculo, merda subumana!
Per la verità si comprende ben poco di quanto sta avvenendo, poiché l'operatore, nonostante la sua supposta professionalità, porta la sua telecamera da un obiettivo all'altro, zooma avanti ed indietro, punta in alto, punta a terra... Insomma, si tratta delle peggiori riprese eseguite da un cameraman RAI in tutta la storia della televisione di Stato.
ReplyDeleteAl genio proporrei di rimanere in piedi a riprendere in modo "professionale" e preciso una scena mentre intorno fischiano le pallottole...
Così vediamo come viene "ferma" la sua di ripresa...
;-)
cazzo parla lui che non riesce a fare una ripresa nitida di oggetto fisso da 20 metri!
DeleteStrakoglione, facci vedere come sono venute le tue riprese mentre Wasp usciva dal negozio.
ReplyDeletestraker, ha ragione Task Force Butler
Aspetta che prima "stabilizza" il video, separando i dati dal SO della camera...
DeleteChissà che puzza c'era nei pressi di strakkino, deve averla fatta tutta nei pantaloni il coniglione :D
DeleteStrakkino, maiale, sei partito per Roma per ripetere a Martina Giangrande che in conferenza stampa stava "recitando"?
ReplyDeleteAh già, dimenticavo, non lo farai mai, NON HAI LE PALLE.
Strakkino, sei un coglione.
Ubi maior, Strakkino cessat.
Dirgli che è un rifiuto umano è fatica sprecata, lo sa già.
ReplyDeleteAggiungo solo che se un proiettile ti prende alla colonna vertebrale danneggiando il midollo non stai in piedi.
Hai capito, COGLIONE?
Non stai in piedi, cadi come un sacco vuoto (nel tuo caso però no, essendo tu pieno di merda) e il sangue che esce non ha semplicemente il tempo di colare lungo il collo, cosa che invece avrà il tempo di fare mentre sei sdraiato.
Quasi quasi vengo a trovarti per mostrarti cosa intendo.
Idiota.
Calma ...
Deletegenesis61, hai voglia a dire calma.
DeleteQuando si leggono certe troiate, il sangue delle persone normali va in ebollizione. C'e' un limite a quello che si puo' leggere senza esplodere. E lo stronzo, secondo me, l'ha superato di molto.