L'immensa sputtanata a Zelig

Il blog che si sta visitando potrebbe utilizzare cookies, anche di terze parti, per tracciare alcune preferenze dei visitatori e per migliorare la visualizzazione. fai click qui per leggere l'informativa Navigando comunque in StrakerEnemy acconsenti all'eventuale uso dei cookies; clicka su esci se non interessato. ESCI
Cliccare per vederla

Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/

Thursday, May 23, 2013

Comprendere i processi economici dei tempi finali

http://zret.blogspot.co.uk/2013/05/comprendere-i-processi-economici-dei.html

Comprendere i processi economici dei tempi finali


Il caos è ordine... nuovo ordine.

E’ rivelatore che si sia soliti distinguere tra economia reale ed economia... finanziaria che sarebbe meglio definire finta, una frode bell’e buona, utile per arricchire speculatori e banchieri, dannosa per tutti gli altri. Dell’economia finanziaria e delle sue spudorate truffe ci siamo già occupati in altri articoli. Dedichiamo dunque qualche riga al sistema produttivo vero e proprio.

Lo Stato-Leviatano, inteso come apparato di controllo (occulto) e strumento di distruzione, usa vari stratagemmi per preservare le sperequazioni economiche e sociali, idonee alla perpetuazione ed al consolidamento del potere. Tra le armi principali dell’establishment per immiserire i sudditi e tenerli in una perenne condizione di subalternità bisogna annoverare il fisco. Con un esoso ed opprimente sistema fiscale si conseguono almeno due scopi: si sottraggono ricchezze a piccoli imprenditori, artigiani, cittadini del ceto medio e della classe inferiore; si genera un’ansia costante nei contribuenti che, a causa delle innumerevoli e ravvicinate scadenze tributarie, si sentono con una pistola puntata alla tempia. Il fisco dunque è anche un dispositivo di dominio psicologico, una tagliola per la mente.

Sfatiamo un luogo comune: tributi, balzelli, gabelle, spesso assurdi ed anacronistici, servono solo in parte a sostenere le istituzioni ed a mantenere i parassiti al potere. Inoltre una quota esigua del gettito è oggidì destinata allo stato sociale, giacché la maggior parte del denaro estorto al popolo, è fagocitato dalle spese militari. In verità, un paese potrebbe sopperire a tutte le esigenze, grazie ad un’unica imposta indiretta. Naturalmente dovrebbe essere abolito il signoraggio bancario che risucchia quasi tutto il ricavato delle tasse nel gorgo immenso del debito pubblico. Dovrebbero essere poi cancellati tutti gli escamotages della finanza incentrati sull’usura e sull’equivalenza tra moneta e merce.

Se allora il fisco attuale non ha uno scopo per così dire “produttivo” e “positivo”, pur nella sua indubbia impopolarità, qual è il suo vero fine? La risposta è semplice. Esso ha per fine la spoliazione, anzi l’annichilimento dei ceti medio-bassi. Il governo (mondiale) mira a depredare le aziende ancora floride, a gettarle sul lastrico: ogni fallimento di un’azienda è un successo per i globalizzatori e per le multinazionali. Le corporations si prefiggono di monopolizzare il mercato, sbarazzandosi della concorrenza dei piccoli produttori le cui merci sono tra l’altro di qualità migliore. E’ in corso quindi un deliberato attacco all’imprenditoria italiana: si pensi all’Emilia Romagna, nerbo dell’economia, regione prima danneggiata con il terremoto artificiale e contro la quale ora si infierisce con la stretta creditizia e con l’I.M.U. sui fabbricati industriali.

A proposito di credito e di banche, è necessario demolire un altro errato convincimento. Il fallimento delle banche è quasi sempre un pretesto per spillare altri quattrini ai contribuenti, una scusa per inasprire la pressione fiscale, per promulgare misure sempre più coercitive. Anche quando un istituto di credito fallisce (o simula il fallimento), perde solo un capitale di moneta elettronica, fittizia, mentre si è nel frattempo appropriato di beni immobili confiscati ai debitori insolventi. Non è vero dunque che molti decreti draconiani sono varati “per salvare le banche”, non è vero che l’aumento dell’I.V.A. discende dall’impellente necessità di rastrellare nuove risorse. I vari ministri del sottosviluppo e delle finanze sanno benissimo che l’aumento dei gravami conduce, prima o dopo, alla flessione dei consumi e quindi ad un decremento delle entrate tributarie. La loro politica è, da un punto di vista logico, controproducente, ma la “logica” dei farabutti non è la nostra. Il loro obiettivo è la devastazione, non il risanamento né la prosperità. Anzi l’indigenza, la disoccupazione, il malcontento sono ghiotti presupposti per organizzare un assetto socio-politico di stampo orwelliano.

Non paghi di aver inferto dei colpi micidiali al settore secondario, gli esecutivi italioti, che obbediscono agli ordini impartiti da potentati sovranazionali, stanno ora accanendosi contro l’agricoltura, sia per imporre le sementi transgeniche sia per privare il nostro paese dell’autosufficienza alimentare. Una volta affossato il primario, l’Italia dipenderà in toto dagli arbitrii delle famigerate società agro-alimentari.

Arma precipua per rovinare l’agricoltura e per conseguire bieche finalità è la Geoingegneria clandestina... tanto per cambiare.

Comunque non la spunteranno.

Documento collegato: Codex alimentarius by Tanker enemy







zretino, penso di farti cosa sgradita ma molto utile riportando una piccola parte di un mini manuale di stile (da qui) - [commenti] e grassetti miei:

La miglior tecnica di scrittura, che tu stia scrivendo un romanzo o un saggio [o un delirante pos su uno dei tuoi blog], prevede l’uso di una lingua che sia il più possibile semplice e diretta. Sono preferibili frasi brevi e concise a quelle involute ed elaborate, che costruiscono castelli di subordinate aggrovigliate dalle quali uscire senza fiato e con qualche dubbio di comprensione. Se ti rendi conto, leggendo una frase, che è necessario tornare sulle mancate concordanze di sostantivi, aggettivi e pronomi, per assicurarne la perfetta comprensione, significa che qualcosa nell’elaborato è stato mal costruito: meglio spezzare la frase con un punto. E ricominciare con un nuovo soggetto.
Attenzione a luoghi comuni e frasi fatte, è sufficiente cercarli nei motori di ricerca e ne troverete in quantità esorbitanti. Luoghi comuni concettuali (non ci sono più le mezze stagioni, è tutta colpa del buco nell’ozono, ecc.) e linguistici (quant’altro, nella misura in cui, piuttosto che, ecc.) che si affiancano a espressioni banali e già sentite (la volpe furba, il bandito feroce, restare con un pugno di mosche, tagliare la testa al toro, ecc.) costruiscono un libro [o un post] noioso e prevedibile, che incuriosirà e avvincerà ben poco il mal capitato lettore.
Non necessariamente la ricchezza di un discorso è data da una scelta di vocaboli desueti e complessi, è sufficiente armarsi di un buon dizionario dei sinonimi e dei contrari ed esercitare tutta la propria fantasia e ovviamente il proprio talento artistico per cercare, attraverso le variazioni lessicali, di presentare sentimenti o situazioni in maniera scorrevole, brillante e intrigante.


AGGIORNAMENTO

wladyil poveretto ci ha messo la briscola (e complimenti per la traduzione):

Ciao Zret, voglio partecipare al tuo ottimo articolo con questa piccola parte di un articolo che ho tradotto il 14 cm.

"Con un divenuto così scollegato con ciò che accade intorno a noi nel nostro nome, non abbiamo resistito al nostro potere collettivo - e siamo quindi responsabili quanto qualsiasi élite globale per aver creato il mondo in cui viviamo oggi." 

"Con il consenso concesso dalla nostra passività, abbiamo guardato evidenti bugie e manipolazioni toglierci la forza, la determinazione e la libertà, e abbiamo fatto poco o nulla." 

"Come tale, abbiamo dato via la nostra responsabilità personale. L'energia spesa lamentarsi ad alta voce, ma l'emphatia al pub o coda di autobus circa le carenze della società di oggi, se applicato in direzioni più attivo e positivo, potrebbe essere utilizzato per compensare le stesse cose che vengono lamentate." 

"Il problema è che siamo stati addestrati a pensare che non siamo in grado di fare la differenza - quando, in verità, si può, soprattutto se abbiniamo il potere tangibile della mente collettiva con i frutti concreti di azione diretta, come quello di esplorare più nell ' Agenda della verità."

L'articolo intero tradotto ("Comprendere l'élite al potere"):
http://ningizhzidda.blogspot.it/2013/05/comprendere-lelite-al-potere.html

1 comment:

  1. zretino ascolta i consigli che ti hanno dato: non sei capace di fare literary finction, che oltre a essere un genere decisamente datato è cmq ben al di sopra delle tue capacità.

    Visto che come contenuti fai ridere/pena almeno lo stile!

    ReplyDelete