http://zret.blogspot.com/2010/06/fratture-linguistiche.html
Fratture linguistiche
Secondo alcuni glottologi, che hanno esplorato le relazioni tra le strutture linguistiche e le aree cerebrali, anticamente si creò una faglia tra le popolazioni mediterranee di nord ovest e quelle di sud est. Questo iato si palesò nei sistemi di scrittura. Sulle coste nord occidentali, prevalse l'emisfero sinistro, logico e razionale: questa preponderanza produsse una scolpita enunciazione dei concetti, suono per suono, con consonanti e vocali ad eguale livello. Sulle coste sud orientali, invece, le culture semitiche, intuitive e poetiche, per una prevalenza dell'emisfero destro, avrebbero scritto solo le consonanti ed indicato le vocali con punti e tratti. Avrebbero cioè mantenuto le "femminee" vocali in uno stato di subordinazione di fronte alle rudi consonanti, laddove la scrittura, pur con qualche eccezione, sino alle ultime derivazioni dall'arabo, avrebbe privilegiato le forme morbide ed avvolgenti.
Come ogni dicotomia, anche questa distinzione (bio-linguistica) tra scritture orientali ed occidentali, è alquanto riduttiva ed è incrinata da una contraddizione, giacché l'emisfero destro è yin. Nondimeno può indicare uno spartiacque tra culture che, pur conoscendo contatti ed osmosi, tesero a separarsi, rispecchiando due differenti concezioni del mondo. Vero è che le lingue indoeuropee sono inclini a privilegiare il discorso razionale a tal punto che il greco antico ed il tedesco sono considerate, con la loro astratta architettura, lingue della filosofia, mentre idiomi come l'aramaico e l'ebraico denotano una concretezza metaforica radicata in tradizioni patriarcali.
Esplorare la storia della scrittura, come indagare la genesi e l'evoluzione delle parole, significa addentrarsi in un dedalo. Se la scrittura nacque con finalità eminentemente pratiche, sembra anche custodire sin dal principio un'eco celeste. Vittorio Sermonti ritiene che gli antichi alfabeti rispecchiassero i disegni delle costellazioni. E' come se, quando pronunciamo o scriviamo delle parole, maneggiassimo dei sassolini che al loro interno contengono dei preziosi diamanti. Oltre l'orizzonte dei significati baluginano i riflessi dei suoni e delle forme: i suoni si sciolgono in canti, in melodie o si congelano in un grido; le forme dei grafemi si incidono sulla friabile argilla della memoria. Non risulta casuale se il D.N.A. è un codice i cui vocaboli e leggi assomigliano ai modi di funzionamento della lingua. Quali messaggi sono criptati nel D.N.A. silente? Chi li introdusse e con quale scopo?
Davvero gli alfabeti sono doni degli dei, poiché figure e significanti sono motivati, occultando valori reconditi: è come se fossero gli involucri delle cose, meglio, della loro essenza, sebbene con il passare dei secoli, i nomi si siano staccati dagli oggetti, simili a cortecce di sughere che cadono dal libro. Le parole non aderiscono più ai referenti ed il linguaggio diventa una babele, un'accozzaglia di sillabe frantumate. Chi oggi vede nella lettera A l'immagine stilizzata di un toro e la corrispondente figura zodiacale? Chi è in grado di percepire nelle docili e dolci vocali il gorgoglio di una fonte, la musica del vento, il garrito di una rondine?
Esiste un luogo incantato dove il linguaggio degli uomini si intreccia a quello degli animali: veramente il re Salomone e Francesco d'Assisi seppero tradurre i versi in voci e le voci in sensi. Quali magici messaggi ricevettero? Quali doni? Con i loro doni di misteri intraducibili, si accorsero che il silenzio dichiara la definitiva separazione dal mondo della natura aurorale.
Qual è il cuore del linguaggio? E' nella sua energia creatrice che distrugge la quiete primigenia, quando le cose senza nome aleggiavano in una nebbia indistinta, quando, ancor prima, la vibrazione tremò sulle acque calme del nulla.
Il suono è anche il ritmo degli scalpelli che scavano, con dolce vigore, le tavolette, il sibilo del calamo sul papiro, lo stridio della penna sulla pergamena.
Oggi quei rumori, in brandelli di cenere, sono inghiottiti dal gorgo del non-senso.
Come ogni dicotomia, anche questa distinzione (bio-linguistica) tra scritture orientali ed occidentali, è alquanto riduttiva ed è incrinata da una contraddizione, giacché l'emisfero destro è yin. Nondimeno può indicare uno spartiacque tra culture che, pur conoscendo contatti ed osmosi, tesero a separarsi, rispecchiando due differenti concezioni del mondo. Vero è che le lingue indoeuropee sono inclini a privilegiare il discorso razionale a tal punto che il greco antico ed il tedesco sono considerate, con la loro astratta architettura, lingue della filosofia, mentre idiomi come l'aramaico e l'ebraico denotano una concretezza metaforica radicata in tradizioni patriarcali.
Esplorare la storia della scrittura, come indagare la genesi e l'evoluzione delle parole, significa addentrarsi in un dedalo. Se la scrittura nacque con finalità eminentemente pratiche, sembra anche custodire sin dal principio un'eco celeste. Vittorio Sermonti ritiene che gli antichi alfabeti rispecchiassero i disegni delle costellazioni. E' come se, quando pronunciamo o scriviamo delle parole, maneggiassimo dei sassolini che al loro interno contengono dei preziosi diamanti. Oltre l'orizzonte dei significati baluginano i riflessi dei suoni e delle forme: i suoni si sciolgono in canti, in melodie o si congelano in un grido; le forme dei grafemi si incidono sulla friabile argilla della memoria. Non risulta casuale se il D.N.A. è un codice i cui vocaboli e leggi assomigliano ai modi di funzionamento della lingua. Quali messaggi sono criptati nel D.N.A. silente? Chi li introdusse e con quale scopo?
Davvero gli alfabeti sono doni degli dei, poiché figure e significanti sono motivati, occultando valori reconditi: è come se fossero gli involucri delle cose, meglio, della loro essenza, sebbene con il passare dei secoli, i nomi si siano staccati dagli oggetti, simili a cortecce di sughere che cadono dal libro. Le parole non aderiscono più ai referenti ed il linguaggio diventa una babele, un'accozzaglia di sillabe frantumate. Chi oggi vede nella lettera A l'immagine stilizzata di un toro e la corrispondente figura zodiacale? Chi è in grado di percepire nelle docili e dolci vocali il gorgoglio di una fonte, la musica del vento, il garrito di una rondine?
Esiste un luogo incantato dove il linguaggio degli uomini si intreccia a quello degli animali: veramente il re Salomone e Francesco d'Assisi seppero tradurre i versi in voci e le voci in sensi. Quali magici messaggi ricevettero? Quali doni? Con i loro doni di misteri intraducibili, si accorsero che il silenzio dichiara la definitiva separazione dal mondo della natura aurorale.
Qual è il cuore del linguaggio? E' nella sua energia creatrice che distrugge la quiete primigenia, quando le cose senza nome aleggiavano in una nebbia indistinta, quando, ancor prima, la vibrazione tremò sulle acque calme del nulla.
Il suono è anche il ritmo degli scalpelli che scavano, con dolce vigore, le tavolette, il sibilo del calamo sul papiro, lo stridio della penna sulla pergamena.
Oggi quei rumori, in brandelli di cenere, sono inghiottiti dal gorgo del non-senso.
come scieziato ha capito di erssere ridicolo e ora prova a fare il filosofo e poeta?
ReplyDeletechi glielo dice che è ridicolo pure qui?
io! io! glielo dico io:zret sei ridicolo e patetico.vai a spaccare pietre con la testa.
ReplyDeleteeccellente ;)
ReplyDeleteZret ha detto...
ReplyDeleteIl suono è anche il ritmo degli scalpelli che scavano
La cava! O' professore sta parlando della famosa cava!
ROTFL
L'unica frattura qui e' quella dei miei ammenicoli alla lettura di cotanta... idiozia :D
ReplyDeleteSaluti
Michele
Siete i soliti "cavernicoli" che non capite... Quando il saggio indica la Luna, lo stolto guarda il suo dito!!!
ReplyDeleteInfatti antani lingua yin-yang come fosse orientale ma anche occidentale della teoria delle costellazioni tapioca DNA segreto; il codice della supercazzola a sinistra, ma anche a destra... Quindi: complotto!!!!
Sono stato chiaro?!?!?!? ;-)
Jabba
Jappa mi hai convinto con scappelamento a destra
ReplyDeleteedit jabba sorry mi è partito il dito sbagliato nello scrivere, cmq hai argomentazioni migliori a quelle dello strakkino
ReplyDeleteAnonymous said...
ReplyDeleteZret ha detto...
Il suono è anche il ritmo degli scalpelli che scavano
La cava! O' professore sta parlando della famosa cava!
ROTFL
se fosse stato corretto avrebbe scritto:
Il suono è anche il ritmo delle teste che scavano XD
in cava di testa
@Yen
ReplyDeleteLo scaBBellamento funziona semBre... ;-)
Jabba