Scopo del Blog
Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.
Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.
Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.
Ciao e grazie della visita.
Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:
http://indipezzenti.blogspot.ch/
https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/
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Sunday, April 3, 2011
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Storia del motociclismo allo stato puro!!!
ReplyDeleteFavolosa!
La MV di Agostini?
ReplyDeleteilpeyote pasolini
Bizzeffe qui ne vedo a tonnellate, di moto e macchine storiche i giapponesi hanno fatto manbassa negli anni. Maledetti ladri di motociclette
ReplyDeleteNotare il doppio comando delle ganasce dei freni a tamburo, per evitare l'effetto autofrenante della ganascia volvente.
ReplyDeleteUn delirio di tecnica inventiva e stile italiano :D
Saluti
Michele
Hanmar,
ReplyDeletemi spieghi meglio la doppia ganascia del freno a tamburo?
@eSSe: vado a memoria, ma in un freno a tamburo 'classico' ci sono due ganasce collegate da una cerniera e pilotate da un attuatore solo. Quella nella quale la cerniera, rispetto al verso di rotazione della ruota, è 'davanti' all'attuatore viene detta "avvolgente" o "volvente", l'altra è "svolgente". Ora, per motivi vari (che sinceramente non ricordo in dettaglio), la ganascia avvolgente tende a 'incastrarsi' contro il tamburo quando viene azionata, generando maggior forza frenante. Dato che ogni freno funziona convertendo energia cinetica in calore, la ganascia avvolgente scalda più dell'altra e si espande. In certi casi, dopo una frenata decisa, capitava che la ganascia avvolgente si fosse tanto espansa da non riuscire a staccarsi del tutto dal tamburo, generando un effetto di autofrenata.
ReplyDeletePer ovviare si utilizzavano i tamburi a doppio comando. Ogni ganascia ha il suo attuatore, e sono regolati in modo che la ganascia avvolgente riceva meno spinta di quella svolgente. Se guardi la foto della bellissima MV qui ritratta (tra l'altro, notata la strumentazione? Contagiri a lancetta, come deve essere, e due spie. Nata per la pista...), noti che sul tamburo anteriore ci sono due leve, una in alto e una in basso. Quelli sono i comandi dei due attuatori.
Ovviamente, la manutenzione di quei freni era una cosa spessa. Erano attuatori meccanici, a filo, per semplicità e leggerezza. Su un circuito idraulico è più semplice regolare la ripartizione della forza e predisporre un'autoregolazione per compensare il consumo dei ferodi, qui invece stava tutto alla sensibilità del meccanico...roba d'altri tempi.
A proposito di moto storiche, un mio compagno di uni veniva regolarmente in politecnico a cavallo della sua meravigliosa Norton Commando 850. L'ho tampinato per mesi per farmi fare un giro, e quando alla fine me l'ha concesso quasi non osavo salirci, tanto ero in adorazione...
Grazie Shadow,
ReplyDeletechiarissimo. E affascinante.
Io ero rimasto colpito dai comandi di luci e clacson, che non mi ricordavo piu'.
@eSSSe: diciamo che spero di averci preso...so per certo che esisteva questo problema, penso fosse ciò cui si riferiva Hanmar...
ReplyDeleteQuelle moto più le guardi più trovi cose affascinanti...solo il tappo del serbatoio è poesia, per non parlare del sellino monoposto...
Davvero!!!
ReplyDeleteA vederla dal vivo sembra un giocattolino.
E pensare che ci correvano sopra come dei matti.
Che coraggio.
@eSSSe
ReplyDeleteNel passato i motociclisi dovevano essere dei fuori di testa non indifferenti.
Non so quanti conoscano Omobono Tenni (è un mito per i guzzisti), ma il signore in questione fu il primo italiano (e non inglese!) a vincere un Tourist Trophy (la corsa più importante del tempo!) nel 1937...
Se vi capita di visitare il museo Moto Guzzi a Mandello del Lario date un occhio alla sua moto... Correva come un forsennato su una pista praticamente sterrata e con delle gomme che sono di poco più grosse di quelle di una mountain bike...
Roba da matti!!! ;-)
Jabba
@Jabba: Beh, col TT sfondi una porta aperta con me...ancora oggi è una gara in cui ci vuole fegato! Ce ne voleva allora, con le moto che a vederle oggi sembrano biciclette, ce ne vuole oggi, a correre a 300 l'ora tra muretti e tombini, chè se sbagli e vai lungo se va bene trovi il prato e se va male ti devono raschiare via dai mobili del salotto di qualcuno. Per non dire di quando a metà gara cambia il tempo e ti ritrovi a correre nella nebbia gelata...non stupisce che a un certo punto le Case motociclistiche cominciarono a proibire ai loro piloti di partecipare a quella gara.
ReplyDeleteParlate del Tourist Trophy dell'Isola di Man?
ReplyDeleteCOMPLOTTO!!!
Tra l'altro dal retro sella spunta una testa di donna... sarà un ologramma?
ReplyDeleteOT Privacy
ReplyDeleteAntonio V***i aka Ed Wood - Corso Garibaldi 9 - Reggio Emilia (http://www.adsimple.org/ info@adsimplestudio.com tel: 347*****7)
link anonimizzato
Ma ancora con sta lista di proscrizione e la pubblicazione di dati sensibili??
Ma si può? O è al limite della legge?
Vostro se.se.su.se
Eccellente, davvero ben elaborata.
ReplyDeleteTelaio e ruote sembrano originali tutto il resto è stato impiantato con grande classe.
Hai il numero del proprietario?
ho la targa. la vuoi?
ReplyDeleteLa lancetta del contagiri "sale" in senso antiorario?
ReplyDelete... si se lo guardi riflesso nel cupolino.
ReplyDeleteeSSSe dammi la targa. Grazie.