Doppia D e Fragmenta
Che
cosa resta dell'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità
tecnica? (W. Benjamin). Che cosa rimane dell’estetica nella società di
massa in cui i princìpi estetici sono quasi totalmente inumati insieme
con quelli etici? Sono ormai poche le voci che riescono a contrapporre
una residua ed ostinata capacità di creare, in un mondo in cui tutto, la
produzione in primo luogo, è distruzione. Nell’era del disincanto,
sopravvive il canto sia pure radicato nella disperazione che,
trangugiata sino all’ultima goccia, è non solo veleno ma forse antidoto.
Così in “Doppia D”, canzone di Matteo Buratti alias Burro, è inventariato l’armanentario dell’uomo d’oggi, abituato a maneggiare, tra gli attrezzi più comuni, la disperazione ed il denaro. Lo scenario metropolitano sciorina, come in un caleidoscopio di follia, strade, ubriachi, corsie d’ospedale, chiese semideserte, nuvole finte...
Scrive l’autore: “Doppia D è un’interessante ‘fotografia satellitare’ su un tipo specifico di umanità che è costretta sempre più all’apnea. In tutta questa sua atmosfera del disumanare, i versi ne diventano sconcertante, mera narrazione. ‘Doppia D’ è la prima poesia in cui compaiono allusioni nemmeno troppo velate, alle velature chimiche (gioco di parole voluto) meglio note come ‘scie chimiche’. Potrei aggiungere altre cose sul tema disperazione/denaro, ma sono sicuro che le mie riflessioni sarebbero intese come provocazione, bene che andasse. Quindi mi limito a queste poche parole e lascio a voi il respiro di questo mio testo. One Love”.
http://www.youtube.com/watch?v=Sc29WHYYIeo
Le parole, quasi salmodiate, in un salmo profano a denunciare la profanazione della vita, si allineano lungo una melodia ossificata, imprigionate in un ritmo ipnotico. Di seguito il testo.
DOPPIA D
Al tavolo di un caffè
mentre un tizio solitario sta aspettando un’altra illusione d’amore…
Sopra al banco di un Tabacchi
mentre una ragazza compra sigarette e GRATTA E VINCI
o alla Snai dove un vecchio scommette su CALCIO E CAVALLI
frammentando o frantumando in attese la Vita
All’angolo della strada dove il pusher smazza
Allo sportello della banca col passamontagna…
Alla guida di un GRAN FERRO
ubriachi e fatti nella notte
mentre con artificiali reset dal Tutto/ci distanziamo da tutti
verso l’incauto ignoto della città della solitudine che ci viene incontro
In ginocchio, davanti all’altare di una Chiesa
Prostrati verso La Mecca nel crepuscolo della preghiera
In meditazione nella posa del Loto con il profumo dell’incenso purificatore…
A 90, con il c*lo in mano all’avida deriva bugiarda dell’Elite anti-Coscienza
Sopra le nuvole chimiche del cielo
mentre qualche idea di Dio illude l’IO sulla GIUSTEZZA
Fino alla corsia d’ospedale, dove nasce o dove muore…
la DISPERAZIONE è ovunque in questa vita di schiavi
Costretti come siamo, fra un mentre e l’altro, alla menzogna:
di credere per denaro
di ostracizzare per denaro
di amare per denaro
di fottere per denaro...
Abbiamo rovinato tutto!
QUESTA è la storia
della disperazione (e) del denaro
Ora vorrei chiedere agli Dèi
se è vero che proprio NOI
- dato che ci è chiaro che il Buddha di Bamiyan non sorride più -
dobbiamo oppure possiamo assistere alla FINE di tutto questo…
La lugubre panoplia del Kaliyuga è testimoniata pure da Giovanni che, attraverso lo scavo linguistico ed il parossismo lirico, se da un lato porta alla superficie la cruda coscienza del disfacimento, dall’altro accende l’inestinguibile sete d’infinito”. (“Novembre”). In un altro intenso componimento, “Nemi”, il paesaggio lacustre, rischiarato da un bagliore metallico ed innaturale, il cielo ferito ed “inciso di strane cicatrici”, destano i fantasmi perduti di un’umanità perduta.
Nella tensione inesausta verso il trascendimento e la purificazione delle scorie, i Fragmenta di Giovanni, conficcati nell’aridità e nella freddezza del tempo declinante, aiutano a ricomporre, anche se con immane fatica, l’immagine della speranza.
Così in “Doppia D”, canzone di Matteo Buratti alias Burro, è inventariato l’armanentario dell’uomo d’oggi, abituato a maneggiare, tra gli attrezzi più comuni, la disperazione ed il denaro. Lo scenario metropolitano sciorina, come in un caleidoscopio di follia, strade, ubriachi, corsie d’ospedale, chiese semideserte, nuvole finte...
Scrive l’autore: “Doppia D è un’interessante ‘fotografia satellitare’ su un tipo specifico di umanità che è costretta sempre più all’apnea. In tutta questa sua atmosfera del disumanare, i versi ne diventano sconcertante, mera narrazione. ‘Doppia D’ è la prima poesia in cui compaiono allusioni nemmeno troppo velate, alle velature chimiche (gioco di parole voluto) meglio note come ‘scie chimiche’. Potrei aggiungere altre cose sul tema disperazione/denaro, ma sono sicuro che le mie riflessioni sarebbero intese come provocazione, bene che andasse. Quindi mi limito a queste poche parole e lascio a voi il respiro di questo mio testo. One Love”.
http://www.youtube.com/watch?v=Sc29WHYYIeo
Le parole, quasi salmodiate, in un salmo profano a denunciare la profanazione della vita, si allineano lungo una melodia ossificata, imprigionate in un ritmo ipnotico. Di seguito il testo.
DOPPIA D
Al tavolo di un caffè
mentre un tizio solitario sta aspettando un’altra illusione d’amore…
Sopra al banco di un Tabacchi
mentre una ragazza compra sigarette e GRATTA E VINCI
o alla Snai dove un vecchio scommette su CALCIO E CAVALLI
frammentando o frantumando in attese la Vita
All’angolo della strada dove il pusher smazza
Allo sportello della banca col passamontagna…
Alla guida di un GRAN FERRO
ubriachi e fatti nella notte
mentre con artificiali reset dal Tutto/ci distanziamo da tutti
verso l’incauto ignoto della città della solitudine che ci viene incontro
In ginocchio, davanti all’altare di una Chiesa
Prostrati verso La Mecca nel crepuscolo della preghiera
In meditazione nella posa del Loto con il profumo dell’incenso purificatore…
A 90, con il c*lo in mano all’avida deriva bugiarda dell’Elite anti-Coscienza
Sopra le nuvole chimiche del cielo
mentre qualche idea di Dio illude l’IO sulla GIUSTEZZA
Fino alla corsia d’ospedale, dove nasce o dove muore…
la DISPERAZIONE è ovunque in questa vita di schiavi
Costretti come siamo, fra un mentre e l’altro, alla menzogna:
di credere per denaro
di ostracizzare per denaro
di amare per denaro
di fottere per denaro...
Abbiamo rovinato tutto!
QUESTA è la storia
della disperazione (e) del denaro
Ora vorrei chiedere agli Dèi
se è vero che proprio NOI
- dato che ci è chiaro che il Buddha di Bamiyan non sorride più -
dobbiamo oppure possiamo assistere alla FINE di tutto questo…
La lugubre panoplia del Kaliyuga è testimoniata pure da Giovanni che, attraverso lo scavo linguistico ed il parossismo lirico, se da un lato porta alla superficie la cruda coscienza del disfacimento, dall’altro accende l’inestinguibile sete d’infinito”. (“Novembre”). In un altro intenso componimento, “Nemi”, il paesaggio lacustre, rischiarato da un bagliore metallico ed innaturale, il cielo ferito ed “inciso di strane cicatrici”, destano i fantasmi perduti di un’umanità perduta.
Nella tensione inesausta verso il trascendimento e la purificazione delle scorie, i Fragmenta di Giovanni, conficcati nell’aridità e nella freddezza del tempo declinante, aiutano a ricomporre, anche se con immane fatica, l’immagine della speranza.
Buratti, chi è costui?
ReplyDeleteZret, chi è costui?
ReplyDeleteStraker puppa!
Tutti contro tutti.
ReplyDeleteAdesso anche Giulietto chiesa fa parte dei disinformatori:
corrado ha detto...
Giulie Chiesa e Corrado Penna assieme su Radio IEStto , Chiesa ribadisce che crede al Global Warming perchè la maggior parte degli scienziati secondo lui sostiene questa ipotesi
Global warming, geoingegneria scie chimiche
Problema, reazione soluzione
del resto il suo WPF ha tra i suoi membri persino Andreotti
E Chiesa afferma che sulle scie chimiche non si sa ancora bene chi le fa e perché le fa
Ma come uno che indaga così bene sull'11 settembre non lo ha ancora capito? ...
28 dicembre, 2011 11:43
Zret ha detto...
Corrado, è evidente che Giulietto è uno di... loro, assai più insidioso di un Attivissimo, poiché mentre il guru di Lugano è scredidato, Giulietto è, invece, tenuto in somma riputazione da molti. Io lo definirei un ag. nascosto dietro gli ag.
Egli finge di non capire il ruolo delle scie tossiche, ma la sua è una tattica dilatoria.
Altro che guardiano del cancello, colui è un guardiano del macello mondialista.
Ciao
28 dicembre, 2011 12:16
mentre il guru di Lugano è scredidato, Giulietto è, invece, tenuto in somma riputazione da molti.
ReplyDeleteSono veramente degli avvinazzati, come si fa a dire certe vaccate?
Intanto nell'altra fogna denominata luogocomune Straker aka Griffith sta inanellando una figuraccia dietro l'altra: messaggi modificati in itinere, solite foto del tubo di anni fa, copiaincolla di documenti nei quali c'è scritto il contrario di quello che vorrebbe far credere... Insomma, il solito repertorio di puttanate al quale il nostro capellone ci ha abituato da anni.
ReplyDeleteEppure, c'è ancora un ottimista tra loro:
ReplyDeletegiovanni ranella ha detto...
Dal 21 qui a Roma il cielo è pulito, benché non possa tornare ad essere limpido come vent'anni fa è tornato ad essere di un azzurro profondo come non vedevo da mesi e forse anni.
Voglio credere sia un segno augurale.
Un caloroso saluto a Voi...Ad maiora
Peccato che arriva subito chi gli abbatte il morale:
Zret ha detto...
Giovanni, è il caso di ripetere una frase di Virgilio: Nimium ne crede colori... Il colore azzurro di un cielo privo di cumuli vaporosi è segno ingannevole, purtroppo.
Un azzurro fallace, privo di sfumature e profondità. Inoltre non piove: la terra è strinata e sterile. Invano si aspetta Godot, mentre tutto si deteriora.
Ma Giovanni non si arrende del tutto!
eppure l'altro giorno trovandomi assieme all'amico Ghigo constatavamo di come ancora, seppur per breve tempo sembra, i fiori si aprano alla vita, i frutti maturino, l'erba cresce verde, abbiamo sotto gli occhi anche la disperata reazione della natura malata
Ah ma Giovanni è un disinformatore sul libro paga dello SMOM, non c'è altra spiegazione al suo ottimismo. Chiunque parli di cielo blu, mente. XDD
ReplyDeleteAndato su YT e tentato di ascoltare.
ReplyDeleteMode "Er Monnezza" on:
Aho'! Che mattonata su li cojoni, mortacci loro!
@BuzzLloyd: da quello che ho capito dovresti essere di Trieste giusto o cmq. nei dintorni. Riesci a contattarmi su:
ReplyDeletestrakerblablabla@gmail.com
Antonio "cornacchia del malaugurio" marcianò forse vuole un posto più in vista di suo fratello rosario "gobbo portasfiga" marcianò.
ReplyDeleteE' dura portare a casa i soldi ed essere l'ombra puzzetta di un fallito.