Marea Nera. La soluzione c'è, ma BP e ambasciata americana non la prendono in considerazione
Riporto qui di seguito gli estratti più significativi dell'articolo di Martina Lacerenza Italiano trova soluzione per bloccare il petrolio/ Bp e ambasciata americana lo ignorano pubblicato il 4 giugno 2010 sul sito ildemocratico.
Sono l'ennesima conferma, a nostro parere, che il disastro ecologico senza precedenti nel Golfo del Messico è stato intenzionalmente procurato; se non fosse così perchè non proverebbero subito questa soluzione? Le autorità e la BP d'altronde non hanno avuto nessuna esitazione ad usare tonnellate di composti chimici tossici per ottenere una semplice diluizione del petrolio in un volume più ampio, aggiungendo danno al danno, e le coincidenze analizzate negli articoli precedenti sono drammaticamente inquietanti.
Sono l'ennesima conferma, a nostro parere, che il disastro ecologico senza precedenti nel Golfo del Messico è stato intenzionalmente procurato; se non fosse così perchè non proverebbero subito questa soluzione? Le autorità e la BP d'altronde non hanno avuto nessuna esitazione ad usare tonnellate di composti chimici tossici per ottenere una semplice diluizione del petrolio in un volume più ampio, aggiungendo danno al danno, e le coincidenze analizzate negli articoli precedenti sono drammaticamente inquietanti.
Italiano trova soluzione per bloccare il petrolio - Bp e ambasciata americana lo ignorano
Quando scoppiò l’emergenza nel Golfo del Messico per il crollo della piattaforma Deep Water Horizon, la British Petroleum lanciò un appello, chiedendo da più parti suggerimenti utili per bloccare l’enorme quantità di petrolio che, ancora oggi, continua a riversarsi in mare. Venne aperto un sito apposito per raccogliere proposte, e il governatore della Luoisiana disse infatti “magari viene un’idea utile a qualcuno”. L’idea era arrivata, insieme a una soluzione che avrebbe risolto l’emergenza già da un mese se solo fosse stata presa in considerazione.
Un italiano, il Geometra Giancarlo Sansò aveva la soluzione in mano. La Bp e l’Ambasciata Americana, però, lo hanno ignorato. Inspiegabilmente.
Il Geometra Giancarlo Sansò è un Dirigente Tecnico d’Azienda (Edilizie Industrializzate- settore infrastrutture/viabilità), nonché Consulente Tecnico del Tribunale di Ancona e Coordinatore Anas per la Sicurezza Cantieri. Nei suoi 35 anni di attività ed esperienza ha avuto modo di studiare a fondo una miscela chimica dotata di un’intrinseca composizione in base alla quale, tale miscela, solidifica in presenza di acqua di mare e di fluidi di diverso tipo, compresi gli idrocarburi.
Questa soluzione, spiega Sansò, è stata indicata come “diaframma plastico chiuso per rete continua” ed è stata oggetto di brevetto (brevetto rilasciato dall’Ufficio Internazionali Brevetti di Bologna, previa supervisione del Gruppo Ingegneristico).
“il 13 maggio scorso ho scritto alla Bp Italia di Milano e ho mandato un fax con la mia proposta. Non ho avuto nessun riscontro. Considerando che l’intero ecosistema del Golfo del Messico stava andando distrutto giorno dopo giorno, ho scritto anche all’Ambasciata Americana, il 31 maggio, indicando chiaramente che nella mia lettera inviata alla Bp vi era una soluzione possibile per bloccare la fuoriuscita di greggio. Ma anche qui, nessuna risposta”.
In che modo questo brevetto avrebbe potuto risolvere il problema nel Golfo del Messico?
“Il problema è di facile soluzione. La mia proposta prevede 3 fasi sistematiche da effettuarsi contemporaneamente: 2 tecniche e 1 chimica, basata appunto su questa miscela brevettata. Occorre scendere in profondità con una sorta di ‘imbuto rovesciato’, per intenderci, e calare questa struttura da 8 o 10 metri cubi di volume, dotata di 2 tubazioni, e posizionarla proprio in corrispondenza della fuoriuscita del greggio. Petrolio e gas verrebbero intubati e portati all’esterno da una delle due tubazioni e contemporaneamente l’altra tubazione spingerebbe la miscela, unita a un reagente, all’interno dell’imbuto, a una pressione di 10 o 15 atmosfere.
Questa miscela ha 2 peculiarità: è densa e reagisce con un reagente apposito, a contatto con il quale è in grado di solidificare e bloccare automaticamente l’uscita del petrolio”.
Quindi cosa sarebbe accaduto se la Bp avesse subito accolto la sua idea?
“Avrebbe già finito il discorso almeno un mese fa. Non mi hanno risposto perché evidentemente le idee che ricevono finiscono in un cassetto…non lo so…”
(...)
Ma è possibile fare una previsione a lungo termine sulle conseguenza che questo disastro provocherà a livello mondiale?
“Gli idrocarburi si conoscono perfettamente. Ma a 1500 metri di profondità i problemi cambiano. C’è da tener conto della pressione, delle correnti e di molte altre cose. È vero che ci sono i robot che lavorano a quella profondità, come sta avvenendo, ma per far lavorare bene i robot bisogna avere le idee chiare. Probabilmente quelli della Bp stanno facendo, invece, solo dei ‘tentativi’. Non hanno chiarezza. Non sanno bene cosa devono fare e lo dicono i tentativi stessi fatti fino ad ora, come quelli sciocchi di buttare in mare residui di gomma, plastica o capelli: delle vere oscenità”.
In termini economici la soluzione di utilizzare questa miscela particolare per bloccare l’uscita del petrolio sarebbe sostenibile? Quanto costerebbe mettere in pratica la soluzione appena proposta?
“Costerebbe come un viaggio last minute in Egitto, di sette giorni. È assolutamente sostenibile. Questo è un composto che è stato maturato 15 anni fa e che ha dato ottimi risultati. ‘Gela’ gli strati geologici del terreno. Pompata a una certa pressione è una miscela che solidifica e cementa tutti gli strati del terreno. Inoltre impermeabilizza in modo che l’acqua non abbia più ‘potere’ e contemporaneamente ‘incolla’ tutto lo strato geologico. La Bp ha sprecato fino ad ora una massa enorme di denaro (...)
“Ho chiamato la Bp Italia, ma risponde un call center che non passa nessuna telefonata. La direzione della British Petroleum ha dato l’ordine specifico di non far passare nessuna notizia. Per questo ho contattato l’Ambasciata Americana. Non mi ha risposto assolutamente nessuno”.
Un italiano, il Geometra Giancarlo Sansò aveva la soluzione in mano. La Bp e l’Ambasciata Americana, però, lo hanno ignorato. Inspiegabilmente.
Il Geometra Giancarlo Sansò è un Dirigente Tecnico d’Azienda (Edilizie Industrializzate- settore infrastrutture/viabilità), nonché Consulente Tecnico del Tribunale di Ancona e Coordinatore Anas per la Sicurezza Cantieri. Nei suoi 35 anni di attività ed esperienza ha avuto modo di studiare a fondo una miscela chimica dotata di un’intrinseca composizione in base alla quale, tale miscela, solidifica in presenza di acqua di mare e di fluidi di diverso tipo, compresi gli idrocarburi.
Questa soluzione, spiega Sansò, è stata indicata come “diaframma plastico chiuso per rete continua” ed è stata oggetto di brevetto (brevetto rilasciato dall’Ufficio Internazionali Brevetti di Bologna, previa supervisione del Gruppo Ingegneristico).
“il 13 maggio scorso ho scritto alla Bp Italia di Milano e ho mandato un fax con la mia proposta. Non ho avuto nessun riscontro. Considerando che l’intero ecosistema del Golfo del Messico stava andando distrutto giorno dopo giorno, ho scritto anche all’Ambasciata Americana, il 31 maggio, indicando chiaramente che nella mia lettera inviata alla Bp vi era una soluzione possibile per bloccare la fuoriuscita di greggio. Ma anche qui, nessuna risposta”.
In che modo questo brevetto avrebbe potuto risolvere il problema nel Golfo del Messico?
“Il problema è di facile soluzione. La mia proposta prevede 3 fasi sistematiche da effettuarsi contemporaneamente: 2 tecniche e 1 chimica, basata appunto su questa miscela brevettata. Occorre scendere in profondità con una sorta di ‘imbuto rovesciato’, per intenderci, e calare questa struttura da 8 o 10 metri cubi di volume, dotata di 2 tubazioni, e posizionarla proprio in corrispondenza della fuoriuscita del greggio. Petrolio e gas verrebbero intubati e portati all’esterno da una delle due tubazioni e contemporaneamente l’altra tubazione spingerebbe la miscela, unita a un reagente, all’interno dell’imbuto, a una pressione di 10 o 15 atmosfere.
Questa miscela ha 2 peculiarità: è densa e reagisce con un reagente apposito, a contatto con il quale è in grado di solidificare e bloccare automaticamente l’uscita del petrolio”.
Quindi cosa sarebbe accaduto se la Bp avesse subito accolto la sua idea?
“Avrebbe già finito il discorso almeno un mese fa. Non mi hanno risposto perché evidentemente le idee che ricevono finiscono in un cassetto…non lo so…”
(...)
Ma è possibile fare una previsione a lungo termine sulle conseguenza che questo disastro provocherà a livello mondiale?
“Gli idrocarburi si conoscono perfettamente. Ma a 1500 metri di profondità i problemi cambiano. C’è da tener conto della pressione, delle correnti e di molte altre cose. È vero che ci sono i robot che lavorano a quella profondità, come sta avvenendo, ma per far lavorare bene i robot bisogna avere le idee chiare. Probabilmente quelli della Bp stanno facendo, invece, solo dei ‘tentativi’. Non hanno chiarezza. Non sanno bene cosa devono fare e lo dicono i tentativi stessi fatti fino ad ora, come quelli sciocchi di buttare in mare residui di gomma, plastica o capelli: delle vere oscenità”.
In termini economici la soluzione di utilizzare questa miscela particolare per bloccare l’uscita del petrolio sarebbe sostenibile? Quanto costerebbe mettere in pratica la soluzione appena proposta?
“Costerebbe come un viaggio last minute in Egitto, di sette giorni. È assolutamente sostenibile. Questo è un composto che è stato maturato 15 anni fa e che ha dato ottimi risultati. ‘Gela’ gli strati geologici del terreno. Pompata a una certa pressione è una miscela che solidifica e cementa tutti gli strati del terreno. Inoltre impermeabilizza in modo che l’acqua non abbia più ‘potere’ e contemporaneamente ‘incolla’ tutto lo strato geologico. La Bp ha sprecato fino ad ora una massa enorme di denaro (...)
“Ho chiamato la Bp Italia, ma risponde un call center che non passa nessuna telefonata. La direzione della British Petroleum ha dato l’ordine specifico di non far passare nessuna notizia. Per questo ho contattato l’Ambasciata Americana. Non mi ha risposto assolutamente nessuno”.
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Mi sorprende che non abbiano cominciato prima a sciacallare anche su questa disgrazia. Ma forse l'hanno fatto e me lo sono perso.
ReplyDeletemc
Intanto cominciamo mettendo i puntini sulle "i": per principio e anche ammesso che tu avessi ragione,
ReplyDeleteCORRADO SEI UNO SCIACALLO COGLIONE
(con tutto il rispetto per gli sciacalli veri)
Scritto questo
Sono l'ennesima conferma, a nostro parere, che il disastro ecologico senza precedenti nel Golfo del Messico è stato intenzionalmente procurato
E di grazia, per quali motivi? Non li sai? Chissà perchè (c'ero pochi giorni fa) circa una cinquantina di milioni di americani stanno smadonnando a causa delle problematiche legate a turismo, pesca, ambiente ...
Fuffa 1
Occorre scendere in profondità con una sorta di ‘imbuto rovesciato’, per intenderci, e calare questa struttura da 8 o 10 metri cubi di volume, dotata di 2 tubazioni, e posizionarla proprio in corrispondenza della fuoriuscita del greggio.
E non è ciò che è stato fatto? Ed inoltre siamo sicuri che una volta che il greggio è "precipitato" non sia dannoso comunque per i fondali?
Fuffa 2
Ripropongo alla fine del mio commento l'incipit: per principio e anche ammesso che tu avessi ragione,
CORRADO SEI UNO SCIACALLO COGLIONE
(con tutto il rispetto per gli sciacalli veri)
Che Pena, Corrado!
ReplyDeleteOccorre scendere in profondità con una sorta di ‘imbuto rovesciato [...] Petrolio e gas verrebbero intubati e portati all’esterno da una delle due tubazioni e contemporaneamente l’altra tubazione spingerebbe la miscela, unita a un reagente, all’interno dell’imbuto, a una pressione di 10 o 15 atmosfere.
ReplyDeleteQuesto qui è un genio, infatti è un GEOMETER!
Di pressione ne capisce certamente molto di più del fisico idrocompressore!
Penna, devi ancora spiegare dove sono le vaccinazioni forzate di massa che avevi previsto e sosprattutto i milioni di morti provocati dal vaccino.
ReplyDeleteCIALTRONE!!!
E non si rende nemmeno conto di essere una nullità, il povero penna
ReplyDeleteCorrado altra dimostrazione CHE NON CAPISCI UN CAZZO di fisica.
ReplyDeleteIdiota, secondo te come si inserisce il tubo a 15o metri di profondità? Lo sai, ignorante idiota, che ci hanno provato e NON HA FUNZIONATO?
D'altronde, da un coglione come te non ci si poteva aspettare altro, DOVE SONO I MILIONI DI MORTI PER IL VACCINO? Solo nel tuo cervello pieno di DROGA?
Ma che faccia ha corrado? ma veramente tira di qualcosa per avere quella faccia??
ReplyDelete*OT*
ReplyDeleteSegnalo questo articolo
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1343638
così magari qualcuno che si ferma al titolo si diverte a inventare qualche idiozia.
Si fa presto a dire vaccate, la falla è a 1500 metri di profondità, dove la pressione è di 150 atmosfere.
ReplyDelete"Basta mettere un imbuto e pompare un po' di colla" è un progetto serissimo, scientifico e dettagliato quanto le invenzioni di Domenico Schietti!
Povero Geometer! E' evidente che se hanno respinto la sua idea questa è la dimostrazione lampante che la tragedia è intenzionalmente provocata. Ovvio. Del resto come si fa a non prendere in considerazione la proposta di uno che lavora sui pozzi offshore da 40 anni.
ReplyDeleteMi chiedo ma qual'è il livello di buona fede di questa gente? Io non credo che uno sano di mente possa sostenere queste posizioni se ha più di sette anni.
Proposta. Caliamo il Tanker Enemy con scafandro in corrispondenza della falla. Il suo culone al bario ha una massa tale che resisterà alla immane pressione e tapperà la falla.
ReplyDeletePostato anche sul sito del giornale:
ReplyDeleteBella idea.
Peccato che chila propone NON abbia la minima idea di cosa sia un pozzo in eruzione.
Per poter inserire la miscela (ma vale anche per il cemento) bisogna prima bloccare la fuoriscita del flusso.
Che per inciso avviene ad una pressione di svariate centinaia di atmosfere, altrimenti la sola pressione della colonna d’acqua soprastante l’avrebbe gia’ fermata.
Pensare si andare giu con un “imbuto” e far semplicemente colare la miscela dentro il tubo e’ come minimo da ingenui.
Come minimo.
Saluti
Michele
Poco credibile... ci vorrebbe almeno uno schemino in MS-paint...
ReplyDelete'mbuto su rieducational channel
ReplyDelete@fozzillo non sottovalutare il potere del vinavil :)
Voto l'idea del culone sanremese. Mi sembra la più verosimile.
ReplyDeletePs. Seriamente, a me sembra che la questione della piattaforma BP sia stata ENORMEMENTE sottovalutata dal governo americano, e non posso pensare che i calcoli di rischio e le eventuali simulazioni dei guasti non vengano fatti PRIMA di posare una piattaforma in mezzo all'oceano. Non siamo a Bophal, non siamo a Chernobyl, non siamo a Longarone cazzo.
Ed
"Solo nel tuo cervello pieno di DROGA? "
ReplyDeleteEhi, ehi, piano con gli insulti a chi apprezza le sostanze psicotrope.
Penna è molto peggio, mi par di capire
@ Ed Wood:
ReplyDeletetecnicamente non era posata, galleggiava.
Era una semisub, come tipologia, tenuta in posizione dai motori.
Ok ok, sto esagerando...
Comunque no, non vengono elaborati modelli preventivi per studiare gli effetti di un incidente perche' gli incidenti NON dovrebbero accadere.
Purtroppo accadono.
Saluti
Michele
Quel tipo di incidente rappresenta l'incubo N.1 di chi trivella. Il N.2 è l'eruzione di metano.
ReplyDeleteA 1500 mt di profondità non è un incubo, è l'inferno.
E' esattamente quello che non dovrebbe mai accadere per nessuna ragione al mondo.
Per questo l'unico che ci può salvare è Conrad Pen. Con un enorme siringone pieno di tutti i vaccini tossici della galassia, respingerà l'olio nelle profondità degli inferi.
Eccheccazzo...
Questa intervista dell'imbuto l'ho sentita in diretta a Caterpillar (Radio Rai 2) qualche giorno fa.
ReplyDelete@ Hanmar
ReplyDeleteGrazie del chiarimento.
Mi sembra comunque che, per le multinazionali ed i governi, navigare a vista su un argomento così delicato e che potrebbe avere un impatto devastante sull'ambiente (come sta succedendo) sia CRIMINALE. Sono buoni solo a succhiarsi i soldi dei premi e dei dividendi.
Cazzo, sembro un complottista :)
Ed
Che trivellando a 1500 metri possa succedere un imprevisto (che per definizione non è previsto) non mi sembra così strano. La struttura su cui lavorano adesso sul fondo si chiama "blowout preventer" e serve apposta per evitare cose come queste, al limite tranciando di netto il tubo per sigillarlo se tutto il resto fallisce. Non ha funzionato.
ReplyDeleteDa quelle parti era già successo qualche anno fa.
A questo punto ci sono diverse soluzioni, che si stanno mettendo in pratica, e prima o poi lo chiudono. Ma nel frattempo fa un bel po' di danni. Danni che pagano un po' tutti, inclusa la BP (anche se fara' di tutto per pagare il meno possibile), sostenere che sia stato fatto apposta è come sostenere che uno si sia tirato apposta una martellata sugli attributi, piantando un chiodo.
Consiglio l'ottimo "www.theoildrum.com" per tutto quelcheavrestevolutosapere
Ma ve lo siete beccato Mazzucco che debunkera Corrado?
ReplyDeletehttp://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3557&com_id=164123&com_rootid=164104&#comment164123
Quando un fuffaro cerca di dimostrare che un altro fuffaro è più fuffaro di lui si raggiungono vette di comicità estreme :D
""Webmaster
ReplyDeleteIscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 13215
Re: Complottismo? No, grazie.
TEMPONAUTA: "Se non stanno pagando non è perchè gli mancano i soldi, ma solo perchè tra poco il negro che li deve prendere a calci in culo non ci sarà più e subito dopo ci saranno preoccupazioni molto peggiori della falla sottomarina.”
Sarà, ma resta il fatto che la BP che “non fa una piega per pagarne svariati miliardi di danni” - come tu hai scritto - rimane una tua INVENZIONE.
E se ti illudi di poter scacciare la denuncia di una INVENZIONE con un altra INVENZIONE hai sbagliato persona. Con me certi giochini da terza elementare non funzionano.
Per ora rimani un parolaio che si inventa un mondo che non esiste, e finchè non porterai DATI TANGIBILI sul fatto che “BP non fa una piega per pagarne svariati miliardi di danni”, resterai tale.
Li hai, questi dati, o dobbiamo dedurre che ti sei inventato tutto?""
Mazzucco che chiede le prove a qualcuno!!!! Il re della fuffa sull'11/9, dei raggi della morte, degli ologrammi, dei missili che vanno e vengono... chiede prove. E dati, anche. Certo, lui di dati ne ha sempre mostrati tanti, ed a leggerne una parte direi che sono tutti derivati dalla biblioteca dell'università del prof. A. Stocazzo