http://diarionelweb.blogspot.com/2010/06/vendi-tutto-articolo-di-eugenio.html
Vendi tutto ( articolo di Eugenio Benetazzo ).
Alla fine hanno gettato la maschera, le chiacchere stanno a zero: l'Unione Europea e la moneta unica sono un progetto fallimentare, ancora non fallito solo per adesso. Da Novembre 2009 a Maggio 2010 la posta sul tavolo è passata dai ridicoli 10 miliardi di euro per aiutare la Grecia ai 750 miliardi per salvare il salvabile. E lo stillicidio continua: adesso tocca alla Spagna che perde la tripla A. Per chi non avesse ancora capito sta per arrivare un conto salatissimo, altro che politica di austerity dei conti pubblici stile lacrime e sangue ! Direi molto, ma molto peggio.
Comiciamo con lo svegliare il risparmiatore italiano che confida eternamente sulla sicurezza dei titoli di stato, al momento se c'è un paese al mondo che ha la possibilità di bissare il default dell’Argentina a distanza di dieci anni, lo troviamo proprio dentro ai confini europei. Eh sì, perché ormai tutta l’attenzione mediatica è incentrata sulla inquietante architettura debitoria che hanno tutti gli stati europei, nella fattispecie preoccupano gli intrecci debitori sulle detenzioni dei titoli di stato che i paesi virtuosi hanno nei confronti dei paesi periferici. Sostanzialmnete il debito dei paesi strutturalmente deficitari è in mano ai paesi virtuosi: quindi la vita di questi ultimi è strettamente collegata a quella dei paesi al momento in difficoltà. Il destino del debito dei PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna: preferisco l’Italia all’Irlanda) rappresenta il destino dell’Euro e dell’Europa.
Quello che sta accadendo il tutto il mondo è proprio una perdita di credibilità dell’euro in considerazione delle incapacità che avranno i paesi europei nel futuro per onorare questi debiti. E questa incapacità è dettata oltre che da evidenti deficienze strutturali (forse insuperabili) anche da oggettive problematiche legate allo sviluppo dei trend demografici della popolazione europea: è un po come avere una trave nel culo e voler andare a fare un giro in bicicletta. Direi che è abbastanza arduo oppure molto doloroso. Giorno dopo giorno la verità viene centellinata goccia a goccia per evitare fenomeni tipo le bank runs o la fuga dai titoli di stato, qualunque essi siano. Il debito infatti, prima o poi, qualcuno lo dovrà rimborsare. Quelli che scrivono che non vi è da preoccuparsi o che attraverso finanziarie che non avranno impatto sulle tasche dei contribuenti mi sembrano opinionisti improvvisati che filosofeggiano in un campo di letame.
Altro che manovre lacrime e sangue: in Europa è ormai in atto un progressivo impoverimento, il quale ha già raggiunto e superato in alcuni stati il punto di non ritorno. Quanto stiamo vivendo è il frutto della convergenza molto spiacevole di due gradienti evolutive: da una parte il processo di apertura ad Oriente senza alcun tipo di controllo o limite (che ha portato a regalare posti di lavoro una volta europei agli orientali) e dall’altra, il progressivo invecchiamento della popolazione europea, con l’Italia e la Spagna che fanno da apripista. Un modello economico (il nostro), basato su un protezionismo sociale sfrenato, purtroppo non ha futuro: il ridimensionamento del gettito fiscale dovuto ad una mutazione del tessuto produttivo e della disocupazione giovanile sta diventando una bomba con la miccia accesa.
Vi è di più: le attuali generazioni di pensionati, a cominciare da quelli italiani, non si rendono conto di quello che sta accadendo, hanno visto in passato la giostra della cuccagna che ha sempre elargito regali a tutti e ora borbottano spazientiti perché non riescono più a conseguire le rendite finanziarie di un tempo o perché non riescono ad affittare l’appartamento che hanno ai prezzi di cinque anni fa. Purtroppo nella maggior parte dei casi abbiamo a che fare con persone stupide, ignoranti ed avide. Di certo la loro generazione al momento non può essere chiamata in causa per risolvere proprio quello che ha creato. I ragazzi di oggi che sono interinali a singhiozzo devono beffardamente ringraziare i loro nonni o i loro genitori per quello che sta accadendo o per il lavoro che non hanno. Purtroppo non può avere futuro un paese in cui sono (per adesso) i nonni a prendersi cura dei nipoti, e non il contrario. Il peggio deve ancora arrivare: l’unica incertezza è il quando.
Comiciamo con lo svegliare il risparmiatore italiano che confida eternamente sulla sicurezza dei titoli di stato, al momento se c'è un paese al mondo che ha la possibilità di bissare il default dell’Argentina a distanza di dieci anni, lo troviamo proprio dentro ai confini europei. Eh sì, perché ormai tutta l’attenzione mediatica è incentrata sulla inquietante architettura debitoria che hanno tutti gli stati europei, nella fattispecie preoccupano gli intrecci debitori sulle detenzioni dei titoli di stato che i paesi virtuosi hanno nei confronti dei paesi periferici. Sostanzialmnete il debito dei paesi strutturalmente deficitari è in mano ai paesi virtuosi: quindi la vita di questi ultimi è strettamente collegata a quella dei paesi al momento in difficoltà. Il destino del debito dei PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna: preferisco l’Italia all’Irlanda) rappresenta il destino dell’Euro e dell’Europa.
Quello che sta accadendo il tutto il mondo è proprio una perdita di credibilità dell’euro in considerazione delle incapacità che avranno i paesi europei nel futuro per onorare questi debiti. E questa incapacità è dettata oltre che da evidenti deficienze strutturali (forse insuperabili) anche da oggettive problematiche legate allo sviluppo dei trend demografici della popolazione europea: è un po come avere una trave nel culo e voler andare a fare un giro in bicicletta. Direi che è abbastanza arduo oppure molto doloroso. Giorno dopo giorno la verità viene centellinata goccia a goccia per evitare fenomeni tipo le bank runs o la fuga dai titoli di stato, qualunque essi siano. Il debito infatti, prima o poi, qualcuno lo dovrà rimborsare. Quelli che scrivono che non vi è da preoccuparsi o che attraverso finanziarie che non avranno impatto sulle tasche dei contribuenti mi sembrano opinionisti improvvisati che filosofeggiano in un campo di letame.
Altro che manovre lacrime e sangue: in Europa è ormai in atto un progressivo impoverimento, il quale ha già raggiunto e superato in alcuni stati il punto di non ritorno. Quanto stiamo vivendo è il frutto della convergenza molto spiacevole di due gradienti evolutive: da una parte il processo di apertura ad Oriente senza alcun tipo di controllo o limite (che ha portato a regalare posti di lavoro una volta europei agli orientali) e dall’altra, il progressivo invecchiamento della popolazione europea, con l’Italia e la Spagna che fanno da apripista. Un modello economico (il nostro), basato su un protezionismo sociale sfrenato, purtroppo non ha futuro: il ridimensionamento del gettito fiscale dovuto ad una mutazione del tessuto produttivo e della disocupazione giovanile sta diventando una bomba con la miccia accesa.
Vi è di più: le attuali generazioni di pensionati, a cominciare da quelli italiani, non si rendono conto di quello che sta accadendo, hanno visto in passato la giostra della cuccagna che ha sempre elargito regali a tutti e ora borbottano spazientiti perché non riescono più a conseguire le rendite finanziarie di un tempo o perché non riescono ad affittare l’appartamento che hanno ai prezzi di cinque anni fa. Purtroppo nella maggior parte dei casi abbiamo a che fare con persone stupide, ignoranti ed avide. Di certo la loro generazione al momento non può essere chiamata in causa per risolvere proprio quello che ha creato. I ragazzi di oggi che sono interinali a singhiozzo devono beffardamente ringraziare i loro nonni o i loro genitori per quello che sta accadendo o per il lavoro che non hanno. Purtroppo non può avere futuro un paese in cui sono (per adesso) i nonni a prendersi cura dei nipoti, e non il contrario. Il peggio deve ancora arrivare: l’unica incertezza è il quando.
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Riproduzione concessa con citazione della fonte
EugenioBenetazzo.com
ma ricordo male o pochi mesi fa i complottisti dicevano che era tutto un piano per far fallire il dollaro?
ReplyDeleteAdesso dopo i ricercatori indipendenti abbiamo anche gli operatori di borsa indipendenti.
questo il manifesto economico pubblicato dal tipo:
http://www.eugeniobenetazzo.com/manifestoeconomico.htm
Visto il "manifesto economico", ho l'impressione che il mio gatto ne capisca molto più di lui di economia.
ReplyDeleteE questo e' il manifesto ripreso da Perle Complottiste
ReplyDeleteBenetazzo sono anni che va cianciando che sta arrivando una crisi dei mercati finanziari enorme, a cui in seguito ha aggiunto quella economica e via dicendo...
ReplyDeleteMi ricorda un noto trader (si fa per dire, trader..) americano che studia i movimenti di mercato seguendo una metodologia di un secolo fa, senza inventare nulla, scrivendo libri ecc. Ha previsto un crollo secolare, inizialmente peggiore di quello del 1929 a più riprese, talvolta indicandolo come tale e altre volte come gravissimo ma non di tale portata (forse dipende se anno pari o dispari, chissà!).
Il bello è che lo ha predetto nel 1991/1992 la prima volta e ha continuato a dirlo ogni anno senza che si verificasse, anzi, con i mercati azionari che volavano via indisturbati.
Poi, negli ultimi anni, è tornato alla carica dicendo cose il cui senso, ovviamente, era "visto, ve l'avevo detto!".
E questo, in confronto al genialoide oggetto dell'articolo qui sopra, è già affidabile, eheh.
In pratica questi seguono il metodo che li porta a persistere a prevedere cataclismi finanziari, disastri conomici ecc. Il risultato è che per 4/5 della loro "vita professionale" fanno figure di merda e poi in quelle rare occasioni che, fisiologicamente, si verificano scossoni economici e ribassi finanziari, aprono la cappottina e mostrano la crapa ricordando quanto sono stati bravi a prevederlo.
Ecco, giusto per capirci: dite ai venditori allo scoperto del dow jones e dei relativi titoli che hanno ascoltato il tizio americano (di cui preferisco non fare il nome!) nel 1991/1992/1993 e così via a quanto stanno el loro perdite attualmente (qualora non le avessero ricoperte), nonostante le botte da orbi degli ultimi anni!
Un'ultima postilla: il tizio qui sopra, Benetazzo, ha scritto decine di libri e fatto seminari, alcuni mi sembra specifici sul trading operativo. Bene, posso ripetere una frase (più o meno) detta da uno dei pochissimi (non più di una decina in tutto il mondo) trader che ha fatto una fortuna speculando sui mercati finanziari investendo esclusivamente il proprio patrimonio, il cui significato è più o meno questo:
chi sa gestire il denaro, chi sa operare sui mercati finanziari, chi sa trarre profitto dalle operazione speculative e finanziarie in generale lo fa e non spreca tempo a scrivere, insegnare, procalamare (almassimo, dice lui, lo fa a fine carriera prima di lasciarci le penne e per un motivo di orgoglio personale). Chi guadagna più da corsi, libri e riviste anzichè dalla pratica operativa allora si limita a fare ciò, non sapendo fare il trader!
In pratica: da qualche parte i soldi li devo tirar fuori e se sono una schiappa come investitore provo a farmi pagare per dire la mia...
Saluti
MarcoB
Concordo con MarcoB e faccio presente un paio di cose:
ReplyDelete1. Benetazzo ha scritto un libro con DVD intitolato "Scie chimiche e signoraggio" GIURO!
2. Quanti libri ha scritto Warren Buffett? ZERO!
In effetti uno cosi' bravo come il benny dovrebbe aver accumulato una fortuna in questi anni.
ReplyDeleteAnche ammettendo un capitale di partenza di solo 1.000 Euro e reinvestendo gli utili, dovrebbe campare di rendita ormai.
Invece...
Saluti
Michele
eSSe: libro e dvd, prego. Inoltre è spesso invitato dalla Sapori, ormai persasi nel vario complottismo (ha cominciato dalle s.c., da brava finta ex leghista, e poi ha svangato per ogni lido) a fare i suoi monologhi.
ReplyDeleteDetta "opera" da Melbooks era nella categoria "misteri" (insomma, "cazzate ed affini"), mentre alla Mondadori era finito nel reparto "economia, diritto, telematica e concorsi pubblici".
Ah bei tempi quando anche il Benetazzo si esibiva negli spettacoli di alta comicità con le conferenze sulle scie chimiche: video
ReplyDeleteMichele.