http://www.tankerenemy.com/2009/01/lape-e-la-goccia-killer-articolo-di.html
L'ape e la goccia killer (articolo di Manuela Cartosio)
L'articolo che pubblichiamo, tratto dal quotidiano Il Manifesto ed a firma di Manuela Cartosio, passa in rassegna le varie ipotesi circa la preoccupante moria delle api: l'interpretazione prevalente attribuisce la diminuzione degli imenotteri all'uso dei neonicotinoidi. Questa spiegazione è plausibile, ma, con Franco Bovone, ricordiamo che questi insetti spesso muoiono in aree in cui in cui non si usano fitofarmaci. “Nel Parco naturale Capanne di Marcarolo – sottolinea Bovone – le api continuano a morire, sebbene non si usino i pesticidi indicati come causa e non vi sia attività antropica inquinante". Dunque che tra i motivi della quasi estinzione siano indicate le onde elettromagnetiche e le scie chimiche è quanto mai corretto.«Basta far politica sulle api!», tuona Agrofarma. A mandare su tutte le furie l'associazione delle imprese produttrici di fitofarmaci è la «guttazione». E' la spiegazione, parzialmente inedita, del perché un po' in tutto il mondo le api stanno morendo a sciami. L'hanno presentata alcuni ricercatori dell'Università di Padova al Congresso degli apicoltori, in corso a Sorrento.
La responsabilità degli insetticidi neonicotinoidi nella moria delle api è già sufficientemente acclarata, tant'è vero che persino in Italia ne è stato sospeso l'impiego (anche se solo temporaneamente, in attesa di raccogliere ulteriori prove scientifiche). I neonicotinoidi sono usati per «conciare» i semi del mais, prima della semina. Finora si pensava che gli effetti micidiali sulle api derivassero dalla dispersione dei neonicotinoidi al momento della semina o dall'inquinamento del polline e del nettare da essi causato. I ricercatori di Padova aggiungono una terza via di trasmissione, le «gutte», le gocce d'acqua essudate sulla punta delle foglie dalle piantine di mais.
In quelle gocce il Dipartimento di Chimica patavino ha rinvenuto una concentrazione di neonicotinoidi di una decina di milligrammi per litro. Ne basta molto meno per uccidere un'ape. "Se beve l'acqua contaminata, muore entro 2-10 minuti, afferma il professor Vincenzo Girolami. Se si limita a sfiorarla con la ligula (la lingua a proboscide), ci vogliono 20-40 minuti, ma il risultato è lo stesso".
"Questa scoperta, commenta Francesco Panella, presidente degli apicoltori, fa ancor più risaltare la superficialità con cui sono state concesse le autorizzazioni all'uso di molecole ad effetto neurologico sistemico, «che trasformano le piante tal quali in insetticidi perenni». Inoltre, se il veleno viaggia anche attraverso le gocce di linfa, ne consegue che il problema non si risolve, modificando le seminatrici e migliorando le tecniche di concia.
Agrofarma definisce la guttazione «un'ipotesi improbabile». Il mais, argomenta l'associazione, non produce nettare, quindi è «curioso» che le api, per dissetarsi, ricorrano ad una pianta per loro «così poco attrattiva». «Colpisce la natura tutta politica delle accuse lanciate dagli apicoltori». Questi ultimi, secondo Agrofarma, continuano «ad alzare la posta», alimentano «una deriva ideologica che non trova mai fine». Anche la faccia tosta di Agrofarma è infinita. Nella sua nota sostiene che «al momento non esistono evidenze scientifiche che dimostrino un nesso causa-effetto tra l'impiego di agrofarmaci e lo spopolamento degli alveari». E' vero che sul banco degli imputati ci sono anche le onde elettromagnetiche e le scie chimico-biologiche rilasciate nell'aria (contengono metalli, batteri, virus), ma i fitofarmaci sono i maggiori indiziati.
Contro i nuovi insetticidi puntano il dito gli apicoltori giunti a Sorrento da mezza Europa: «Sono incompatibili con la natura e con la vita». Per Manuel Izquierdo, del sindacato agricolo Coag, il crollo nel 2008 della produzione di miele in Spagna ha una causa «inequivocabile»: l'impatto sempre più massiccio e deleterio degli insetticidi sulle campagne spagnole. L'associazione degli apicoltori italiani stima che la scorsa primavera nella sola Pianura Padana siano state spopolate 40-50mila arnie.
La moria delle api, oltre a far diminuire la produzione di miele, mette a rischio l'impollinazione delle principali colture alimentari.
Leggi qui l'articolo pubblicato sul quotidiano Il Manifesto.
Primo ^__^
ReplyDeleteMi piace la logica del cappello introduttivo, in particolar modo dell'ultima parte... in neretto un paragone logico che mi e' venuto in mente
ReplyDelete“Nel Parco naturale Capanne di Marcarolo – sottolinea Bovone – le api continuano a morire,
= Nettuno e' blu
sebbene non si usino i pesticidi indicati come causa e non vi sia attività antropica inquinante".
= nessuno ha provato sul loco che il colore dipenda dai gas della sua atmosfera
Dunque che tra i motivi della quasi estinzione siano indicate le onde elettromagnetiche e le scie chimiche è quanto mai corretto.
= quindi Nettuno e' blu perche' e' ricoperto di puffi
Mi sembra logico no ?
non fa una piega.
ReplyDeleteaggiungerei che Marte e' rosso perche' Nettuno e' blu.
Mi sembra poi che l'insetto nella foto non sia un'ape bensi un bombo.
ReplyDeleteMa tant'e' per gli sciachimsti tutto fa brodo
se marte e' rosso, il cielo e' sempre piu blu!
ReplyDeleteblu chimico naturalmente