http://zret.blogspot.com/2009/01/t.html
T
Suono tagliente e teso quello della lettera T. Sa essere scintillante ed affilato, come un grido che fende la gola del silenzio.Questo suono, che incide la pagina del silenzio e del vuoto, è iterato forse non a caso nel nome del dio Thoth, cui gli antichi Egizi attribuirono l'invenzione della scrittura.
La T è, nel sistema fenicio, il marchio, in quello ebraico il giogo ed il sigillo, il compimento, essendo l'ultima lettera dell'alfabeto, la ventesima e seconda. Il bove aggiogato al carro e marchiato è immagine di sottomissione, di pazienza e rinuncia.
Naturalmente è anche una croce e, in quanto tale, il collegamento tra la verticalità e l'orizzontalità, tra il Cielo e la Terra, ma la croce è pure sacrificio, supplizio, morte, da Osiride in poi... Il sacrificio è l'esistenza, non il martirio in nome di un ideale, ma l'essere inchiavardati al mondo. Non è redenzione dell'intera umanità, non è immediata salvezza, ma in-crocio, trivio, un luogo consacrato alla triplice dea, Artemide. Per questo motivo il tau è palo, patibolo, poiché non è coronato dall'asola dell'ankh, la croce della vita in cui il sole-ansa-matrice-delta del Nilo vivifica, con la sua forma avvolgente e curvilinea, la rigidità degli assi, come la fresca rugiada inumidisce l'arido suolo.
La T ricorda anche, stilizzata, la figura dell'Impiccato, la dodicesima lama degli Arcani maggiori, con l'appeso (morte, condanna) che osserva il mondo da sotto in su. E' una prospettiva inconsueta da cui le vette diventano verdi abissi ed il mare un cielo di onde e di spuma.
L'Impiccato immobile offre sé stesso al ludibrio del destino.
Simbolo ed espressione del punto cruciale del cammino mistico, l'Appeso è la forma con cui il viandante del sentiero celebra il sacrificio del proprio io, preparandosi ad affrontare la Morte e la Resurrezione, in spirito di completo abbandono.
Comunemente è una carta abbinata all'esperienza del dolore e della resa, giacché il sacrificio avviene per consapevolezza della sofferenza terrena, con il capovolgimento delle proprie aspirazioni che, dall'orizzonte egoistico ed umano, si convertono nell'anelito alla liberazione. Per acconsentire alla liberazione, occorre che si compenetri il patimento e che lo si trascenda con sentimento mistico di abnegazione.
Il Tau è quindi lacerante vissuto che prelude al ritorno. Speriamo non manchi molto.
Il Tau è quindi lacerante vissuto che prelude al ritorno. Speriamo non manchi molto.
ReplyDeleteSì, speriamo non manchi molto alla riapertura degli ospedali psichiatrici...
Michele De Michelis
Scherzi a parte, secondo voi 'o professore si droga?
ReplyDeleteMichele
Il Tau...originale. Mi verrebbe di fare una battuta sui Tau di Warhammer 40k, ma poi iniziereste a guardarmi strano...;-)
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